di Padre Denis Fahley
Redazione Quieuropa, Jean Vandamme, Paolo Baroni, Centro Sa Giorgio, Socialismo, origini occulte, Massoneria, Governo Globale, Ebraismo, Nazione d'Israele, Ricostruzione del Tempio, Anti messianismo
La Massoneria, nemica della Regalità di
Gesù Cristo / 1
La Massoneria e la Nazione Ebraica: al lavoro per il
trionfo di un altro "Messia"… di un altro ordine.
di Padre Denis Fahley (1)
(1) Traduzione dall'originale a cura di Paolo Baroni / Centro San Giorgio
Premessa – come leggere la storia
Il contenuto di questo articolo è apparso come prefazione al libro di Mons. George F.Dillon, missionario apostolico di Sidney, intitolato Grand Orient Freemasonry Unmasked («Il Grand'Oriente della Massoneria smascherato»). Esso raccoglie il testo di alcune conferenze tenute dall'Autore ad Edimburgo nel 1884. Il libro uscì l'anno successivo per i tipi di M. H. Gill & Son, di Dublino, con il titolo The War of Antichrist with the Church and Christian Civilization(«La guerra dell'anticristo contro la Chiesa e la civiltà cristiana»). L'opera di Mons. Dillon, un profilo perfetto della piovra massonica, rischiava di essere dimenticata quando venne provvidenzialmente ristampata nel 1950 dall'editore Britons Publishing Company, con la prefazione di Padre Denis Fahey c.s.sp. (1883-1954). Quest'ultimo, dopo gli studi alla Pontificia Università Gregoriana, è stato ordinato sacerdote nel 1910 nella Congregazione dello Spirito Santo, e ha svolto il proprio ministero in Irlanda come Docente di Filosofia e di Storia della Chiesa. Seguendo le direttive emanate da Papa Pio XI (1857-1939) nell'Enciclica Quas Primas (dell'11 dicembre 1925), su Cristo Re (dei cuori e delle nazioni), egli si è distinto come grande sostenitore della dottrina cattolica sulla Regalità Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo contro il naturalismo e il laicismo professati e divulgati a quel tempo (e purtroppo anche oggi) dalla Massoneria e dall'internazionale ebraica, scrivendo almeno una ventina di volumi su questo argomento. Al cuore di gran parte dell'opera di Padre Fahey c'è l'idea centrale dell'esistenza di un programma divino per l'umanità proclamato da Gesù Cristo, ma rifiutato dalla maggior parte degli ebrei, i primi destinatari di tale programma. Secondo Padre Fahey,
la Storia dev'essere unicamente letta come
il«resoconto dell'accettazione o del rifiuto
del programma sociale di Nostro Signore» (2)
Inoltre, egli sosteneva che il sistema corporativo medievale era quello che più si era avvicinato al programma divino, ma che allontanandosi da quell'ideale, la società era andata in decadimento. Le tre tappe principali di tale processo di declino erano state la Riforma protestante, la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione d'Ottobre. La prefazione (pagg. VII-XXIII) all'opera di Mons. Dillon, che qui presentiamo, riassume egregiamente il pensiero di Padre Fahey, che dopo mezzo secolo rimane – ahimè – di grande attualità.
(2) Cfr. P. D. Fahey c.s.sp., The Mystical Body of Christ and the Reorganization of Society («Il Corpo Mistico di Cristo e la riorganizzazione della società»), Browne and Nolan, Waterford 1939, pagg. 150-151.
Dopo la pubblicazione della Humanum Genus
Ci congratuliamo con la Britons Publishing Company per aver ristampato questo magnifico testo sulla Massoneria di Mons. George Dillon. La conferenza venne tenuta dall'Autore ad Edimburgo nell'ottobre del 1884, ossia circa sei mesi dopo la pubblicazione della famosa Lettera Enciclica di Papa Leone XIII (1810-1903) Humanum Genus, sulla Massoneria. Dietro insistenza di molti che avevano assistito alla conferenza e di altri che avevano letto i resoconti apparsi sui giornali, Mons. Dillon decise di pubblicarlo, insieme al testo di un'altra conferenza tenuta davanti allo stesso pubblico sulla Spoliazione della Congregazione della Propaganda. Il libro venne dato alle stampe dall'eccellente editore M. H. Gill and Son, Ltd., di Dublino, nel 1885, ma è rimasto esaurito per lungo tempo. Nella prefazione originale, l'Autore precisa che la conferenza non pretendeva di essere una trattazione formale ed esaustiva del soggetto, e che aveva inserito nel libro molti documenti citati nelle conferenze solo parzialmente. Il suo scopo era di fornire un contorno chiaro «all'intera faccenda di questa organizzazione segreta e ateistica, alla sua origine, alla sua natura e alla sua storia nell'ultimo secolo (l'Ottocento) e in questo (il Novecento), e alla sua unità negli intenti satanici, pur nella sorprendente diversità di forme». Egli riteneva necessario fare ciò in quanto «pochissimi, quasi zero, erano stati i tentativi fatti nella nostra lingua di trattare questo tema nel suo insieme. Molti scrittori sembrano ritenere come risaputo ciò che in realtà è ignoto a molti: e pochi hanno appena sfiorato la questione della direzione suprema impressa all'universalità delle Società Segrete da una giunta invisibile e sconosciuta – anche alla stessa truppa dei membri delle Società Segrete – nella guida e nel governo». Mons Dillon non parla esplicitamente delle due correnti di pensiero e d'azione che procedono dalla massonica Rivoluzione Francese, vale a dire la corrente rousseauniano-lockiana – il liberalismo massonico – e la corrente socialista e comunista (3)
(3) Vedi il mio libro The Mystical Body of Christ and the Reorganisation of Society.
Obiettivo della crociata socialista
Implicitamente, tuttavia, egli lo fà quando, da un lato, presagisce la creazione degli Stati Uniti d'Europa e del Federalismo Mondiale, e, dall'altro, cita l'infame Dichiarazione dell'Internazionale del 1868. Sarà bene riportare, almeno in parte, tale Dichiarazione formulata al Congresso Internazionale tenutosi a Ginevra nel 1868, e citata da Mons. Dillon nella sua prefazione. In essa si afferma quanto segue:
«Lo scopo dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, come di ogni altra Associazione socialista, è di farla finita con i parassiti e con i paria. Ora, quale parassita può essere paragonato al prete? […] Dio e Cristo, questi cittadini-Provvidenze, sono sempre stati l'armatura del Capitale e i nemici più sanguinari della classe operaia. È colpa di Dio e di Cristo se ancora oggi siamo ridotti in schiavitù.
È deludendoci con menzognere speranze che i preti ci hanno spinti ad accettare tutte le sofferenze di questa terra. Solo dopo aver spazzato via ogni religione, e dopo aver fatto a pezzi anche l'ultima radice di ogni idea religiosa, potremo coronare il nostro ideale politico e sociale […]. Basta, dunque, con Dio e con Cristo! Basta con i despoti del cielo e della terra! Morte ai preti! Questo è il motto della nostra grande crociata».
La Massoneria e la Nazione Ebraica
In una nota a pagina 20 dell'edizione originale, Mons. Dillon ritorna sulla questione della direzione di Massoneria che aveva menzionato nella sua prefazione, e afferma:
«Il collegamento tra l'ebraismo e la Massoneria moderna è un fatto stabilito e ovunque manifesto nella sua storia. Le formule ebraiche impiegate dalla Massoneria e le tradizioni israelite che risuonano nel suo cerimoniale conducono ad un'origine giudaica, o all'opera di macchinazioni ebraiche […].
Chi non sa che dietro l'ateismo e al desiderio impellente di guadagno che li sprona a perseguitare i cristiani e a distruggere la Chiesa, arde nascosta la speranza di ricostruire il loro Tempio, e che nelle profondità più oscure delle Società Segrete si cela una società ancora più nascosta che aspira ad un ritorno nella terra di Giuda e alla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme»?
Questi considerazioni possono fornire il punto iniziale per un esame più approfondito dell'intera questione delle Società Segrete e della loro azione, studiata alla luce delle Encicliche dei Sommi Pontefici e della Storia. Il rifiuto dell'ordine da parte di Satana e degli altri angeli ribelli è stato ed è irrevocabile.
Si è trattato di una dichiarazione unanime di guerra perpetua
e di odio implacabile contro la SS.ma Trinità
e contro la vita soprannaturale della Grazia.
La caduta della stirpe umana avrebbe potuto essere annullata, in quanto gli uomini possono mutare idea, e l'umanità sarebbe successivamente venuta all'esistenza per propagazione dal primo Adamo. Nondimeno, prima di cancellare la caduta, Dio permise un secondo rifiuto dell'ordine. Malgrado fossero stati ripetutamente avvisati, mediante modelli e figure, e oralmente, tramite i Profeti, che avevano fornito loro gli elementi necessari per riconoscere il vero Messia, allorché Cristo giunse, gli ebrei si rivoltarono contro di Lui e contro il Piano Egli che aveva loro proposto.
Deicidio e orgoglio razziale
Quando essi si rifiutarono di conformarsi ai Suoi disegni, Dio permise il crimine del deicidio, e attraverso l'atto supremo dell'umile sottomissione sul Calvario, la vita soprannaturale della Grazia venne restituita al mondo. Adempiendo alla lettera le profezie dell'Antico Testamento, Nostro Signore, il secondo Adamo, permise di essere messo a morte, ma morendo proclamò l'ordine stabilito dal Piano Divino. Dio aveva invitato gli ebrei, in quanto popolo, ad accettare il Suo Unico Figlio, generato prima di tutti i secoli, e a divenire gli araldi del soprannaturale, della vita sovrannazionale del Suo Corpo Mistico. Ad essi, dunque, era stata offerta la grande opportunità di proclamare e di lavorare per l'unico modo di realizzare l'unione e la fratellanza delle nazioni fin dai tempi della caduta.
Ottenebrati dal loro orgoglio razziale,
essi si rifiutarono di accettare il fatto che potesse esistere
un'altra vita più elevata della loro vita nazionale,
e respinsero con sdegno l'idea che le nazioni pagane avrebbero potuto
entrare nel Regno del Corpo Mistico allo loro stesso livello.
Al lavoro per il trionfo di un altro "messia"
Tuttavia, la crocifissione di Nostro Signore sul Calvario non comportò solo il rifiuto pubblico del Piano Divino da parte della nazione ebraica, ma allo stesso tempo anche la proclamazione della determinazione di quel popolo a lavorare contro Dio per il trionfo di un altro «messia». Poiché Nostro Signore Gesù Cristo, il vero Messia, è la Fonte della vita soprannaturale a cui è possibile attingere unicamente attraverso l'appartenenza al Suo Corpo Mistico,
Il «messia» futuro che attendono gli ebrei
deve necessariamente essere antisoprannaturale o naturalistico,
e l'appartenenza a Cristo dev'essere eliminata in preparazione al suo avvento.
Giacché il vero Messia soprannaturale è venuto a fondare il Regno sovrannazionale del Suo Corpo Mistico, chiedendo alla nazione giudaica di condurvi tutte le nazioni,
il «messia» futuro dovrà ineluttabilmente essere
un «messia» ebreo puramente nazionale,
e la sua missione non potrà avere altro scopo che imporre
il dominio della nazione ebraica sulle altre nazioni.
La scelta presentata al popolo israelita dal momento della venuta di Nostro Signore Gesù Cristo può essere rappresentata nel modo seguente
L'ambizione naturalistica di imporre il dominio
della loro nazione sugli altri popoli.
Papa Pio XII e le due alternative degli ebrei
La nazione ebraica istruita dai Profeti e dalle figure dell'Antico Testamento, e, da ultimo, da San Giovanni Battista, fu invitata dall'alto, dal Dio fatto Uomo, a mettere tutte le sue splendide qualità naturali al servizio del vero ordine soprannaturale in tutto il mondo. Anziché accettare questo invito, essa preferì la schiavitù di un'ambizione egocentrica dettata dall'orgoglio nazionale. L'atteggiamento di Saulo prima della sua conversione sulla via di Damasco è tipico delle idee falsate riguardanti la missione del Messia che avevano fatto presa sulle menti degli ebrei, e che li avevano condotti al rifiuto di Nostro Signore Gesù Cristo. Dopo la conversione, San Paolo apprese la verità sul Corpo Mistico di Cristo e tentò di convincere i suoi compatrioti a riconoscere il loro errore, ma la nazione in quanto tale si rifiutò di ascoltarlo. Nella sua Allocuzione natalizia del 1948, Papa Pio XII (1876-1958) parlò del contrasto tra le due alternative tra cui dovette scegliere la nazione ebraica con l'avvento di Nostro Signore:
«Sento, mentre echeggiano di notte come le campane di Natale, le parole ammirabili dell'Apostolo delle Genti, che era stato anch'egli schiavo dei gretti pregiudizi dell'orgoglio nazionalista e razziale, e in seguito disarcionato sulla via di Damasco: "Egli (Cristo) infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in sè stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in sè stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunciare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini" (Ef 2, 14-17)» (4)
(4) Cfr. Acta Apostolicæ Sedis, 31 gennaio 1949.
Il nuovo disordine, dopo il peccato originale
Accecata da quella ristretta prospettiva nazionale dettata dall'orgoglio razziale, che Papa Pio XII disse che era stata abbattuta con San Paolo sulla via di Damasco, la nazione ebraica ha continuato a macchinare nel corso dei secoli. Tale prospettiva, infatti, è divenuta nel tempo sempre più accentuata. Di conseguenza, oltre al disordine fondamentale causato dal peccato originale, nel nostro mondo caduto e riscattato è sorta una fonte ulteriore di disordine dovuta all'opposizione decisa dalla nazione giudaica all'ordine voluto dal Redentore. Oltre alla lotta contro le tendenze egoistiche delle anime individuali, la Chiesa cattolica, il Corpo Mistico di Cristo, ha dovuto e deve affrontare l'opposizione persistente della nazione ebraica. Secondo i capi di tale nazione, ora come 2.000 anni fa, l'unione delle nazioni non si realizzerà tramite l'ingresso e l'accettazione del Regno sovrannazionale del Corpo Mistico di Nostro Signore, ma attraverso l'accettazione e la sottomissione al messianismo naturalistico della nazione israelita. È ciò che è stato scritto in una lettera molto chiara dal rabbino-capo della Palestina, pubblicata dal giornale The Irish Independent (di Dublino), del 6 gennaio 1948. Riferendosi alla creazione del nuovo Stato d'Israele, il rabbino Isaac Hertzog (1889-1959) ha affermato:
«Alla fine si giungerà all'inaugurazione
della vera unione delle nazioni
attraverso l'adempimento del messaggio eterno all'umanità
dei nostri immortali profeti» (5)
(5) Il contrasto tra il programma di Cristo, Re del Suo Corpo Mistico – la Chiesa cattolica – e il programma della nazione ebraica fin dal rigetto di Nostro Signore Gesù Cristo davanti a Pilato e sul Calvario, è sintetizzato in una tavola presente nel mio libro The Kingship of Christ and Organised Naturalism («La regalità di Cristo e il naturalismo organizzato»), pagg. 52, 53.
Duplice opposizione all'ordine da parte d'Israele
Il naturalismo ebraico, o il suo antisoprannaturalismo, mediante il suo sforzo per giungere ad una nuova era messianica, contiene una duplice fonte di corruzione e di decadenza per le altre nazioni. 1) Da una parte, tramite l'opposizione alla vita soprannaturale, che proviene da Nostro Signore, esso si oppone direttamente alla luce e alla forza mediante le quali la vita umana, individuale e nazionale, può essere vissuta nell'ordine voluto da Dio. 2) Dall'altro lato, se il «messia» naturalistico che deve venire è un ebreo individuale o la razza ebraica, ciò significa che gli ebrei, in quanto nazione, stanno cercando di imporre la loro particolare forma nazionale alle altre nazioni. L'imposizione a tutte le nazioni della propria forma nazionale (Nuovo Ordine Mondiale – Ndr) intacca direttamente la linea naturale o normale di sviluppo di quella nazione e mina le sue virtù naturali, che sono le fondamenta e il baluardo delle virtù soprannaturali. (continua nella seconda parte)
Così, attraverso due strade, gli ebrei, come nazione,
stanno obiettivamente tentando di imprimere alla società una direzione
che è in totale opposizione all'ordine proclamato dal Dio fatto Uomo.