Redazione Quieuropa, Comunismo, Occultismo, Sovversione satanica, Massoneria
Comunismo Occulto – Terza Parte
Messianismo satanico e Comunismo: La conquista giudaico-massonica
dei regni cristiani e l'assalto al Palazzo d'Inverno
Sinagoga di Satana e incarnazione dell'Anticristo: retroscena dietro lo
sterminio degli zar e patto segreto Mosca-New York
di Alain Kérizo
Traduzioni a cura di Paolo Baroni, Centro San Giorgio
La guerra dello spirito… degli Scorpioni
Mosca, San Pietroburbo – di Alain Kérizo – (Continua da qui – Comunismo Occulto – Prima Parte e qui Seconda Parte) Guerra dello spirito del Male, guerra di Maghi neri. La storia della presa del potere da parte degli "Scorpioni" (Rivoluzione d'Ottobre in Russia – Ndr) dovrebbe essere rivisitata dalla A alla Z. Tutto fu truccato, talmente ingarbugliato che ancora oggi è impossibile ricostituire la verità storica di quella famosa giornata del 7 novembre 1917. Gli avvenimenti che si sono succeduti dal 4 all'8 novembre sfuggono allo storico o all'inquirente «razionalista». Per stabilirsi, il Kahal (in ebraico «sinedrio») aveva bisogno di falsi martiri, di una falsa eroica resistenza e di una falsa legittimità. Kerenskij e Lenin fabbricarono di concerto questa triplice falsa corona per la Rivoluzione. Così, la leggenda pretende che 5.000 marinai, decisi a «vincere o perire», conversero la mattina del 7 verso il Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo. In realtà, alcune guardie rosse con l'arma in spalla, si piazzarono davanti al palazzo e… aspettarono tranquillamente, come tutti gli attori di questa pessima opera. A dire il vero, il governo Kerenskij non funzionava più da quarantott'ore, ma occorreva, nello spirito dei dirigenti comunisti e al termine di un patto segreto con il Grande Architetto del Novus Ordo, assumere astrologicamente in maniera accurata la presa del potere da parte dei bolscevichi in un momento ben definito nel simbolismo di questa scienza occulta. Nell'attesa di questa 25ª ora, bisognava organizzare un simulacro di golpe e guadagnare tempo.
In attesa della 25a ora
Di concerto, dunque, gli attori del Palazzo d'Inverno mossero per primi. I cadetti dell'Accademia di Artiglieria ricevettero l'ordine di abbandonare il Palazzo. Anche i cosacchi si allontanarono. Il balletto venne interpretato perfettamente. A San Pietroburgo, la vita trascorse pacificamente: rappresentazioni teatrali, ristoranti aperti. Tutto era calmo e banale! Mentre la 25ª si avvicinava, Trotskij fece tirare una trentina di granate dalla Fortezza di San Pietro e San Paolo; mentre i tram continuavano a circolare serenamente avanti e indietro. Queste granate, contrariamente alla leggenda, non erano destinate a raggiungere il Palazzo d'Inverno pieno di complici e di FF.
"Signori, il vostro tempo è scaduto"
In realtà, esse caddero senza fare alcun danno nei campi attigui. Nessuna granata venne mai sparata dall'incrociatore Aurora. All'01:30 del mattino, le guardie rosse di guardia presso il Palazzo aprirono su ordine il fuoco sparando in aria, prolungando così questa virtuale battaglia. Poi marinai e guardie rosse rientrarono attraverso le porte segrete nel Palazzo. Si dice anche che alcune guardie rosse che rastrellarono il palazzo, scambiarono il saluto massonico con i valorosi falsi difensori. Accompagnato dalle sue guardie rosse, Vladimir Antonov-Ovseienko (1884-1938), l'eroico compagno di Lenin, responsabile dell'assalto virtuale del Palazzo, entrò poco prima delle 02:00 nella Hall Maladine, anticamera della sala del Consiglio dei Ministri, e attese gli ordini. Malgrado l'ora tarda, il governo – già deposto – di Kerenskij (già in fuga) era in seduta! Poi Vladimir aprì la porta e inviò ai ministri riuniti un ordine enigmatico, suscettibile di parecchi livelli di interpretazione: «Signori, il vostro tempo è scaduto»! Dunque, si può ammettere che i bolscevichi presero il potere alle 02:04. Una ricerca realizzata successivamente rivelò che in quel minuto preciso il Sole astrologico si trovava esattamente al centro del segno dello Scorpione! Poi gli Scorpioni cancellarono le tracce del loro passaggio.
La bandiera del sinedrio
Per togliere ad altri la possibilità di dedicarsi eventualmente a simili pratiche, vietarono immediatamente, fin dalla presa del potere, l'Astrologia, considerata come una pratica superstiziosa, dissennata e decadente della borghesia. La bandiera del Kahal sventolò dunque, come previsto, l'8 novembre sulla città di San Pietroburgo e su Mosca, conquistata dai soviet con l'aiuto dell’esercito tedesco! La Rivoluzione «russa» era iniziata. Su dieci membri del primo Consiglio Rivoluzionario, nove erano di origine ebraica, mentre il decimo era russo.
L'eminenza segreta Nakhamkis, 32° grado della Massoneria
Si chiamava Andrey Bubnov (1883-1938), probabilmente il «Dupont la Joie» russo presso il Kahal. Ma forse non si farà luce su tale avvenimento che prima della fine dei tempi. Così, l'eminenza più segreta che avrebbe orchestrato questo periodo di transizione tra i due poteri rivoluzionari sarebbe stato un certo Yuri Steklov (alias Nakhamkis), 32º Grado della Massoneria, genero di Kerenskij , astrologo, che sembra abbia tessuto la trama di questa transizione nei termini impartiti dal Principe delle Tenebre!
Il massone Lenin e il Grand'Oriente di Francia
Per ringraziare i suoi committenti e manifestar loro la sua riconoscenza, l'avaro Lenin fece un gesto e nel 1939 inviò al Grand'Oriente di Francia i fondi necessari… alla ristrutturazione del suo palazzo, in rue Cadet. Onde portare a termine il simulacro rivoluzionario, si invitò il popolo a saccheggiare il Palazzo d'Inverno, lasciandogli ciò che venne giudicato adatto ad essere abbandonato. Alcuni kerenskisti vennero rinchiusi in prigione. Li si rilasciò velocemente, del resto, perché i posti-chiave dell'amministrazione sovietica e della quadrettatura politica dovevano essere assunti da dei FF\!
Lenin, Trotskij e il compagno Kerenskij
Lenin e Trotskij fecero finta di braccare il social-traditore Kerenskij, ma questo «malvagio» scappò loro, riuscendo, senza dubbio «con la forza», a raggiungere Murmansk dove fu accolto dai britannici in quanto profugo bianco. Egli morì a New York nel 1970 proprietario di un'enorme fortuna. Beninteso, il lettore avrà compreso che non ci fu mai né caccia, né inseguimento, né ricerca attiva del signor Kerenskij. Tutto era stato combinato con il governo americano sei settimane prima! Il 7 novembre, alla mattina, una magnifica limousine dell'ambasciata americana venne a sostare davanti al Palazzo d'Inverno per imbarcare e instradare per le strade più veloci e più comode a Murmansk il signor Kerenskij. Arrivato a New York, questo grande F\ trovò accreditato sul suo conto in banca un bel gruzzolo in dollari e in franchi svizzeri, grazie alle premure dei suoi generosi amici, Trotskij e Lenin, sempre riconoscenti. Fu così che una mafia di tarati e di predoni, avendo stipulato un'alleanza con il diavolo (forse per evitare di essere sostituiti da criminali peggiori di loro) per promuovere il suo falso messianismo, riuscì a prendere il potere. Settantadue anni più tardi (durata che corrisponde all'angolo sacro del Pentagramma), il 7 novembre 1989, il diavolo li abbandonò.
Comunismo e ascesa dell'Alta Finanza
Ma fin dal 1919, grazie alla loro azione, il potere dell'Alta Finanza si era considerevolmente rafforzato materialmente e spiritualmente. Restava un ostacolo teorico a questa supremazia conquistata, ostacolo che i superstiziosi dirigenti del Nuovo Ordine interpretavano come una minaccia potenziale: la famiglia imperiale, alla quale molti russi erano legati e che era considerata come sacra da una larga parte del popolo. Dunque, bisognava abolire il principio imperiale.
La conquista giudaico-massonica dei regni cristiani
Il massacro della famiglia imperiale non potrebbe essere paragonato a quello di Luigi XVI e di Maria Antonietta. I giacobini (gli illuminati dell'epoca) vollero recidere il legame che univa la terra al Cielo facendo sparire il rappresentante temporale di Cristo. Questo assassinio fu un sacrificio necessario senza il quale non avrebbero potuto conquistare la popolazione, prima della Francia e in seguito degli altri regni cristiani. Capo temporale di un impero scismatico, protettore di una religione che aveva rotto con Roma, lo zar Nicola II (1868-1918) non beneficiava delle stesse prerogative. Ma incarnava dignitosamente, per la sua bontà naturale e un senso acuto del dovere, la tradizione e l'identità russa, e in poche parole l'anima russa. Capo spirituale e temporale della comunità russa, portatore dei suoi principî, egli era rivestito di un privilegio sacro agli occhi dei suoi sudditi. Le riforme industriali e sociali attuate da Stolypin, che lo zar aveva sostenuto, gli avevano assicurato la benevolenza di una parte importante del popolo.
Sinagoga di Satana e incarnazione dell'Anticristo
Per tutte queste ragioni, l'esecuzione della famiglia imperiale fu decretata dal sommo vertice della Sinagoga di Satana. Si trattò di un crimine metafisico. Come vedremo, questo crimine porta chiaramente l'impronta della Kabbalah ebraica, ed è molto simile ad un sacrificio rituale. Il Patriarca ortodosso di Mosca Tikhon (1865-1925), apprendendo di questi omicidi, anatemizzò immediatamente il regime bolscevico e lo proclamò l'incarnazione dell'Anticristo. Egli venne giustiziato nel 1925.
Sotto il regno della Kabbalah
Fu sotto l'autorità e il potere del numero dodici che venne eseguito questo crimine. Perché questo numero? Jüri Lina pensa al simbolismo delle dodici tribù d'Israele, della doppia Stella di Salomone, dei dodici Saggi di Sion. Perché no? Fatto sta che il plotone cekista incaricato delle esecuzioni era composto da dodici uomini, tra i quali figurava Yakov Yurovsky (1878-1938) e il futuro ministro ungherese Imre Nagy (1896-1958). Alle 02:30 della mattina del 17 luglio 1918, questi dodici assassini uccisero dodici persone, tra cui lo zar, la zarina, i loro cinque figli, il medico di famiglia e la servitù. Fu il capo della CEKA di Ekaterinenburg, Schinder, che selezionò i dodici esecutori.
La testa dello Zar
Il chimico Petr Voikov (alias Pinkhus Weiner) si incaricò di sciogliere i corpi delle vittime nell'acido solforico. Egli portò fino alla fine della sua vita l'anello di rubino che aveva rubato su uno dei corpi. Venne assassinato nel 1937 a Varsavia. Ci si può stupire della presenza di un ebreo ungherese, Imre Nagy, tra gli assassini? Il fatto è che l'organizzazione cekista era stata attivata da unità dette «lettoni», ma che in realtà era composta da ufficiali tedeschi e da avventurieri dell'Europa Centrale! Il responsabile del Partito Comunista per gli Urali e la Siberia erano un certo Philip Isaevich Goloshchekin (uno dei maggiori responsabili dell'olocausto degli ucraini negli anni '30), uno vicino a Yakov Sverdlov che, secondo gli archivi sovietici, avrebbe tenuto nel suo gabinetto di archivi la testa dello zar conservata nell'alcool.
Cabala e assassini codificati e ritualistici
Ekaterinenburg fu ripresa dai cosacchi il 25 luglio 1918. Nikolaï Alekseïevitch Sokolov (1882-1924), ex perito presso il procuratore del tribunale di Omsk, venne incaricato dell'inchiesta. Egli scoprì una cavità dotata di una finestra grigliata all'altezza della casa Ipatiev dove venne perpetrato l'assassinio. Sokolov riuscì a localizzare alcune tracce di sangue e dei fori di proiettile. All'epoca delle ricerche, l'attenzione di uno degli inquirenti venne attirata da una strana citazione del poeta ebreo Heinrich Heine (1797-1856), scritta in tedesco su uno dei muri: «Belsa(tzar) ward in selbiger Nacht von seinen Knechten umgebracht», («Baldassarre venne assassinato dai suoi servitori durante la stessa notte»). Lo storico ebreo Edvard Stanislavovič Radzinskij, interrogato a proposito di questa citazione, seppe rispondere solamente: «È notevole»! Heine si era ispirato all'Antico Testamento. È scritto nel Libro di Daniele: «In quella stessa notte Baldassarre re dei Caldei fu ucciso» (Dn 5, 30). Certi storici hanno tentato di negare che siano state trovate altre allusioni e segni cabalistici sullo stesso muro. Era impossibile spiegare alcuni di essi, il che semplificò il compito del famoso Edvard Radzinskji. Al di là di ogni ragionevole dubbio, abbiamo la prova definitiva dell'origine cabalistica di questo crimine. Il testo di Heine rinvia infatti all'Antico Testamento, al Libro di Daniele e particolarmente alla maledizione che precede l'assassinio del re Baldassarre: «Mene, tekel, peres, e questa ne è l’interpretazione: "Mene": Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. "Tekel": tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. "Peres": il tuo regno è diviso e dato ai medi e ai persiani» (Dn 5, 26-28).
L'ordine di esecuzione della famiglia zarista
In fin dei conti, tutti questi segni furono decifrati o tutti almeno interpretati. La Komsomols – kaya Pravda ne fornì il significato dopo la caduta del Muro di Berlino: «Lo zar è stato sacrificato per ordine delle Forze Segrete; che questa proclamazione sia nota a tutte le nazioni». Non si può essere più espliciti. Quanto all'Archimandrita di Ekaterinenburg, nel 1992 dichiarò alla stampa, dopo avere meditato su queste coincidenze cabalistiche, che pensava che questo crimine fosse stato commesso dagli ebrei hassidici, il cui il rituale è identico! Ma non siamo ancora giunti alla fine delle nostre sorprese. Perché l'ordine di esecuzione della famiglia zarista che fu, come sempre, un ordine generato dal sommo vertice, poteva provenire solamente da New York! Ebbene, Jüri Lina ci conferma che, secondo i documenti estratti dagli archivi sovietici, Lenin, anche se era d'accordo, non disse una sola parola a proposito di questa storia. Infatti, costretti ad evacuare velocemente Ekaterinenburg, i sovietici non ebbero il tempo di distruggere le bande di registrazione telegrafica. Esse vennero scoperte dalle truppe dell'Ammiraglio Aleksandr Vailiyevich Kolchak (1874-1920) nella porta centrale della città. Sokolov non aveva i mezzi per decifrarli.
Il ruolo del banchiere newyorkese Jacob Schiff
Questo lavoro venne realizzato successivamente a Parigi da un gruppo di specialisti di registrazione telegrafica. Ecco cosa ne uscì: il presidente del Comitato Centrale Esecutivo, Yakov Sverdlov aveva spedito un messaggio a Yurovsky. Gli faceva sapere che aveva informato il banchiere Jacob Schiff, che era a New York, della progressione veloce degli eserciti bianchi, e Jacob Schiff gli aveva perciò dato l'ordine di liquidare in tutta fretta lo zar e la famiglia imperiale. Da notare che fu la delegazione americana di Vologda che trasmise il telegramma a Sverdlov! Dunque, Sverdlov incaricò Yurovsky di eseguire l'ordine. Yurovsky si informò di sapere se quest’ordine si riferisse a tutta la famiglia imperiale o se non convenisse limitarlo al capo della famiglia, lo zar. Sverdlov gli confermò, dunque, che questa istruzione inglobava tutti i membri della famiglia senza alcuna restrizione. Yurovsky era direttamente responsabile dell'esecuzione di quest'ordine. Lenin non dovette quindi prendere personalmente alcuna decisione.
Giudeo-Massoneria sull'asse segreta New York-Mosca
Volendo occultare la relazione New York-Mosca, lo storico Radzinskji ha tentato di affermare che l'ordine provenisse da Lenin. Di tale ordine non c'è una sola traccia negli archivi sovietici. Alcuni anni più tardi, il governo sovietico tentò di recuperare le registrazioni telegrafiche e, non riuscendovi, cercò di minimizzare il loro significato. Esso diede la caccia specialmente all'esperto Sokolov, l'uomo che sapeva troppo! Tanto più che Sokolov aveva continuato nelle sue ricerche. Egli morì brutalmente senza che si sia mai saputo se questa strana morte era imputabile ai soviet o alla Giudeo-Massoneria… Ma in fondo era la stessa cosa. Difatti, Sokolov, proseguendo nella sua inchiesta, si era recato negli Stati Uniti, su richiesta del suo amico Henry Ford (1863-1947), per assisterlo e testimoniare in un processo intentato contro il magnate dell'automobile dalla Banca ebraica Kuhn & Loeb a proposito di un opera che aveva appena pubblicato e il cui il titolo era The International Jew («L'ebreo internazionale»). In fin dei conti, Sokolov riuscì a far pubblicare il suo libro L'omicidio della famiglia dello zar, ma l'editore si rifiutò di pubblicare il capitolo relativo all'intervento di Jacob Schiff. Questo fatto venne rivelato solamente nel 1939 e ufficializzato grazie all'apertura, parziale, degli archivi sovietici. È un fatto degno di nota che le autorità sovietiche, onde evitare una vera onda d'urto popolare, non osarono rivelare l'esecuzione della famiglia zarista. Essi si limitarono a quella dello zar. Prudentemente, Trotskij negò che avrebbe sostenuto il ruolo di procuratore in un eventuale processo pubblico e postumo contro il «tiranno». Egli fece il seguente commento ad uno dei suoi amici: «L'esecuzione della famiglia imperiale fu necessaria, non solo per scoraggiare il nemico e togliergli ogni speranza, ma per traumatizzare il nostro popolo e fargli capire che non era più possibile tornare indietro». (continua…)
Alain Kérizo
Articolo incentrato sugli studi e le rivelazioni del giornalista Jüri Lina
successive all'apertura di archivi segreti del KGB.
Traduzioni a cura di Paolo Baroni, Centro San Giorgio
Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com
Lunedì, Settembre 28th, 2015 – di Alain Kérizo – Traduzione dall'originale francese Sous le Signe du Scorpion… («Sotto il Segno dello Scorpione…»), a cura di Paolo Baroni. Articolo apparso a puntate sulla rivista Sous la banniére, nn. 84, 85, 86, 87, da luglio 1999 a febbraio 2000. Reperibile alla pagina web http://www.barruel.com/scorpion.html Redazione Quieuropa, Jüri Lina, Alain Kérizo, Comunismo, Occultismo, Sovversione satanica, Massoneria, Alain Kerizo, […]
Mercoledì, Settembre 30th, 2015 – di Alain Kérizo – Traduzione dall'originale francese Sous le Signe du Scorpion… («Sotto il Segno dello Scorpione…»), a cura di Paolo Baroni. Articolo apparso a puntate sulla rivista Sous la banniére, nn. 84, 85, 86, 87, da luglio 1999 a febbraio 2000. Reperibile alla pagina web http://www.barruel.com/scorpion.html Redazione Quieuropa, Comunismo, Occultismo, Sovversione satanica, Massoneria, Alain Kerizo, Centro San Giorgio, […]