Domenica, Giugno 29th/ 2014
– di Vincello Mannello –
Sabato, Novembre 3rd/ 2012
– di Vincenzo Folino –
Calabria / Studio e trasporti / Crisi / Ferrovie della Calabria / Cassa Depositi e Prestiti / Trasporto Pubblico in Calabria / Diritto all'istruzione / Diritto ai Trasporti / Diritto allo Studio / Precarietà / Scuola / Sogni / Materità / Roma / Catanzaro / Crisi /Università / Costituzione Italiana / Spending Review / Nord Sud / Disoccupazione / Mali del Mercato / Vincenzo Folino / Mancati Pagamenti degli Stipendi / Fondi Fas / Classe Dirigente da rottamare / Unità d'Italia / Mediterraneo / Magna Graecia / Alibi / Rivoluzione
Crisi in Calabria – Studio e Trasporti?
Non diritti ma lussi, privilegi
medievali
Il Patto di Stabilità e il caso "Ferrovie della Calabria":
vergogne da "Quarto Mondo"
Una Regione intera rimasta a piedi: non ci sono più
euro per carburante e stipendi. Lo studio ed il lavoro
diventano lussi
Catanzaro – Il capoluogo calabrese è stato teatro, nelle scorse ore e fin dallo scorso lunedì, della grande protesta delle Ferrovie della Calabria: manifestazioni che hanno causato il blocco del traffico su tutte le vie d'accesso. I motivi del pubblico dissenzo sono amaramente semplici, e riguardano il persistere dei mancati pagamenti degli stipendi e la generica mancanza di liquidità aziendale, con conseguente indisponibilità di carburante per autobus e treni. Insomma, o si sciopera perchè non vengono pagati i dipendenti, o non si effettuano le corse perchè manca il carburante; in ogni caso il risultato è il seguente: una regione rimasta a piedi, quasi completamente ferma, immobile, in attesa che qualcosa si smuova. La situazione, perciò, è diventata ormai insostenibile e nel giro di pochi giorni si dovrà obbligatoriamente arrivare ad una soluzione, che se non sarà definitiva, dovrà almeno tamponare il rischio di paralisi di una larga fetta di trasporto pubblico calabrese, senza dimenticare il personale che ormai da mesi attende pagamenti per centinaia di migliaia di euro, tra stipendi arretrati, competenze e quattordicesime.
Diritto allo Studio? Cos'è?
Una crisi indotta (ingigantita anche – tra l'altro – dallo scandalo del caro carburanti in virtù delle accise decise dalla banda Monti: da primato mondiale) che sta uccidendo i trasporti e il diritto allo studio di migliaia di studenti, senza contare l'ingiustizia verso coloro che, dopo aver pagato dei cari abbonamenti si trovano impossibilitati a raggiungere scuole, università e luoghi di lavoro, con ulteriori e personali coseguenze. Così non ci vuole molto a capire che ci troviamo a fare i conti con una situazione più che ingarbugliata e drammatica. Una paralisi che, come abbiamo detto, vede come protagonista una grande azienda, Ferrovie della Calabria – con i suoi 850 dipendenti – e che adesso diventerà interamente di proprietà regionale, anche se non si sa bene con quali prospettive. Insomma, niente di nuovo all'orizzonte, se non il sommarsi di problematiche sempre maggiori, che stanno portando inevitabilmente al collasso questa terra di per sè già martoriata fin dall'Unità d'Italia. Ancora una volta le ferrovie ed i trasporti diventano l'ago della bilancia per misurare la democrazia nel Mezzogiorno (vedi articolo in allegato, sulle Ferrovie Sud).
Ferrovie Calabria: Una storia controversa
Per completezza e onor di cronaca pensiamo sia giusto aggiungere i tratti salienti di un percorso storico che ci ha portato fino a questo punto di rottura, di resa dei conti, e lo facciamo attraverso la nota del blog "ferrovie in Calabria". Tutto inizia nell'ormai lontano 2000: ann in cui doveva essere avviato il progressivo trasferimento delle Ferrovie della Calabria dalla gestione statale a quella regionale. Tutto questo però non avvenne in maniera integrale; si attese il risanamento dell'azienda, per consegnarla nelle mani della Regione Calabria con i conti in ordine. Da anni i fondi di gestione "ordinaria" delle FC, escludendo le criticità varie di cui parleremo tra poco, provengono direttamente dalla Regione, che però per più di dieci anni non ha mai coperto totalmente, a livello finanziario, il fabbisogno annuale per assicurare i servizi di trasporto ed il mantenimento della stessa "macchina aziendale. Accanto a ciò, pare, anche sperperi aziendali, hanno finito per tingere di tinte opache ed a tratti scure (scurissime) un quadretto già abbastanza eloquente e disarmante.
La ciliegina sulla torta – Il Patto di Stabilità della Banda Monti
Risultato? Debiti su debiti, che si sono accumulati per anni. Come se non bastasse, le spesso pessime dirigenze (e non di meno alcuni sindacati…) dell'impresa regionale, hanno fatto sì che alla carenza di fondi e conseguenti debiti, si andassero a sommare anche – ceme detto – ingenti sprechi del poco denaro disponibile! In tempi recenti, inoltre – amara ciliegina sulla torta – la crisi economica e il conseguente celeberrimo ed insensato "patto di stabilità" ha finito per aggravare e rendere ancor più proibitivo il ritardo nei trasferimenti di fondi dallo Stato alle Regioni, vincolato come noto, da determinati limiti nelle spese.
La Guerra dei Fondi
L'unica possibilità per salvare l'azienda, almeno temporaneamente, sarebbe quella di attingere a fondi comunitari per lo sviluppo, e ed eventuali mutui: sarebbero infatti necessari almeno 16 milioni di euro presi in prestito dalla Regione Calabria dalla Cassa Depositi & Prestiti, per l'esecuzione di lavori infrastrutturali (tra cui il ripristino integrale della linea Catanzaro Lido-Cosenza, ancora interrotta tra Soveria Mannelli e Rogliano); altri 20 milioni – di provenienza statale – per completare il passaggio delle FC alla Regione Calabria (da completarsi entro il 31 dicembre, e previsto secondo voci entro la prossima settimana), e 100 milioni di fondi FAS per coprire gran parte dei debiti esistenti. Di questi ultimi al momento ne sono stati approvati solo 60, mentre facciamo notare – come leggiamo sul sito della stessa azienda – che i 16 milioni di provenienza regionale, destinati all'infrastruttura, erano in origine 20: molto probabilmente ridotti, in quanto oltre 3 milioni figuravano per l'acquisto di ulteriori 3 complessi Stadler. Spesa evidentemente incoerente con la destinazione prettamente infrastrutturale del mutuo. Sicuramente, però, mantenere inalterata la cifra ed utilizzare i tre milioni di Euro per ulteriori lavori, non sarebbe stata la fine del mondo. E come se non bastasse, al momento non sono stati "elargiti" neppure i circa 10 milioni di euro di trimestralità di provenienza regionale, destinati alle aziende di trasporto pubblico su gomma e su ferro, comprese quindi le FC: un segnale molto pericoloso anche per le imprese di autoservizi private calabresi, che se in caso estremo di assenza di fondi pubblici dovessero unirsi alle proteste delle FC, porterebbero davvero ad un blocco quasi totale del trasporto pubblico in Calabria! Paradossi su paradossi, dunque. Ed a farne le spese migliaia di studenti pendolari e padri di famiglia.
Calabria – Il Declino della Società dei Diritti e il Riscatto
Ma – morale della favola – una cosa è certa: oggi il diritto allo studio ed al trasporto per decine di migliaia di studenti e lavoratori – dal futuro già incerto ed in parte segnato – ed il diritto ad una vita decorosa, sembra essere diventato un lusso. Un "regalo" da ottenere a suon di proteste e battaglie. Un'altro storia triste di questo disgraziato 2012: l'anno del golpe finanziario, l'anno della crisi indotta, che – in Calabria come in altre regioni del Sud – ha finito per esasperare situazioni già deplorevoli e gravi, figlie dell'abbandono del governo centrale e di latrocini riconducibili ad una classe dirigente locale vergognosa e da resettare. Ma anche figlio di un'Unità d'Italia fittizia, che fin dal 1861 danneggiò regioni come la Calabria – e non solo – privandole delle loro risorse migliori e distruggendo un tessuto economico e socio-economco di prim'ordine, capace di attrarre mercanti e traffici economici considerevoli da tutto il Mediterraneo, e di fare di regioni come questa il centro del Mediterraneo e del mondo (Magna Graecia) per oltre due millenni. E questa è storia. Cosa fare ora? Continuare a stare con le mani in mano o scendere in piazza e pretendere la fine dell'austerity e il licenziamento in tronco degli amministratori disonesti? Noi siamo per la seconda ipotesi. D'altra parte cambiare si può, anche in Calabria! E le ultime Regionali in Sicilia ce lo hanno insegnato. Non ci sono più alibi!
Vincenzo Folino (Copyright © 2012 Qui Europa)
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