Giovedì, Agosto 29th/ 2013
– Redazione Qui Europa –
Giovedì, Agosto 16th/ 2012
– Reportage-Dossier di "Qui Europa" –
Italia / Siria / Medioriente / Guerra / Hitler / Garibaldi / Bush / Seconda Guerra Mondiale / Unità d'Italia / Pontelandolfo / Sant'Anna / Damasco / Esteri / Guerra / Strategia del terrore / Assad / Obama / Consiglio di Sicurezza dell'Onu / Disastro umanitario / Dittatura dell'Occidente / Mistificazioni mediatiche / Propaganda Occidentale / Occupazione forzata / Morte / Skull & Bones / Bersaglieri / Nazisti / Capitain America / Marvel / Skull & Bones / Wesley Clark / Rumsfeld / Twin Towers / New York / Prescott Bush / Obama / Max Simon / Anna Pardini / Spike Lee / Li chiamarono Briganti / Squittieri / ABC Australia / Bersagliere Margolfo
La guerra e l'Occidente oltre il velo della
propaganda, sotto il caldo sole di Agosto
Guerra e Media: il miglior business per governi,
banchieri & Co
La rilettura storica di eventi occultati sull'Unità d'Italia,
sulla Seconda Guerra Mondiale e sulla Siria: la vera faccia
dei signori della guerra
I misteri svelati sui nazisti, i bersaglieri e gli "alleati"
dall'Italia preunitaria alla Siria dei giorni nostri
Sant'Anna di Stazzema, Pontelandolfo, Damasco – La guerra è stata da sempre il miglior business per banche, governi, affaristi, mercenari e mercanti d'armi. Lo è stato ad esempio – per comprenderci – prima e durante la Seconda Guerra Mondiale per Prescott Sheldon Bush (padre e nonno di quelli che sarebbero poi diventati i futuri presidenti Usa) membro della potentissima loggia occulta Skull & Bones, con sede presso la Yale University. Consorteria, quella del "Teschio e delle Ossa" che – tra l'altro – lo avvicinò agli affari delle famiglie Harriman e Walker, ponendolo sotto l'ala protettrice della "stirpe" Rockefeller. Il 20 Ottobre 1942, a dieci mesi dalla dichiarazione di Guerra degli Usa alla Germania – è bene ricordarlo – la Union Banking Corporation fu accusata di finanziare Hitler, e di aver ceduto importanti quote azionarie ai principali gerarchi nazisti. Curiosamente il direttore dell'UBC era proprio il nostro caro vecchio Prescott Bush, che si preoccupò inoltre di garantire al Fuhrer accesso ai crediti internazionali necessari a finanziare la sua industria bellica. Inoltre Bush, tramite l'accordo con la German Steel, fornì a Hitler, tra le altre cose, circa la metà dell'acciaio per gli armamenti del Terzo Reich; circa la metà dei condotti e delle tubature; nonché il 35% del materiale esplosivo con il quale Hitler avrebbe sterminato molti dei suoi nemici americani e non. In Europa, come in Italia.
Bush, Hitler e Captain America
Ma non finisce mica qui! La Hamburg-Amerika Line, altra compagnia dei Bush, che aveva il monopolio sugli affari tra gli Usa e la Germania di Hitler, nel 1932 – anno in cui la Repubblica di Weimar, tentò invano di impedirne l'ascesa – aveva reso un altro decisivo e prezioso servizio al Fuhrer: il governo di Weimar era sul punto di ordinare lo smantellamento delle milizie private di Hitler, quando la Hamburg-Amerika Line avviò una serrata propaganda politica a favore del Fuhrer e contro la stessa Repubblica di Weimar. Ma di questo evidentemente nei propagandistici fumetti di "Capitan America" non vi è traccia alcuna, come non vi è alcuna traccia di ciò nei libri di storia "politically correct" diffusi nei "regimi occidentali". Ma d'altra parte si sa, la guerra – ribadiamo – è stato da sempre il miglior "trasversale" businnes per governi, banchieri & Co.
Propaganda e Legittimazione
Una domanda allora sorge spontanea: come ottenere legittimazione politica e militare suscitando l'approvazione dell'opinione pubblica (di interi popoli), a prescindere dalla nobiltà morale ed etica delle proprie azioni? Semplice! Attraverso il controllo mediatico. Lo stesso "controllo" capace, ad esempio, di trasformare una moneta (una a caso, l'euro) in un osannato modello di coesione (?), da difendere ad ogni costo; anche quando, magari, è portatrice di inflazione al 100% e di un germe di distruzione economico-sociale per interi stati e per milioni di cittadini. Ma pur sforzandoci di restare nel cosiddetto terreno del "politically correct" ci sono verità storiche inconfutabili ed incancellabili che finiscono per confermare le nostre tesi.
L'eccidio di Sant'Anna e i "soliti nazisti"
Molti di voi lettori, sicuramente avranno sentito parlare della celeberrima strage di Agosto di Sant'Anna del 1944 ad opera dei "soliti" nazisti, del "solito" Hitler; ovvero della tristemente nota alba del 12 agosto del 1944, quando tre reparti di SS , comandati dal generale Max Simon, in poco più di tre ore massacrarono 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case e li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Infine giunse il fuoco a distruggere e cancellare tutte le prove dell'eccidio. "L'eccidio di Sant'Anna" per l'appunto! Un innegabile e documentato crimine contro l'umanità.
Figli del dio del Male e della Menzogna
Ma ci sono state, e ce ne sono tutt'ora, altre di Sant’Anna! Una, dieci, cento diverse Sant'Anna, in un'indomabile onda di corsi e ricorsi storici che ci rammentano – qualora ce ne fosse ancora bisogno e malgrado il trascorrere del tempo e il vano maturare delle esperienze del Novecento – che l'uomo senza Dio e senza valori diviene una bestia assetata di sangue e potere, in preda al dio del male e della menzogna. La seconda storia che vi raccontiamo oggi, non a caso, unisce in un unico tema conduttore periodi diversi, fatti diversi (solo apparentemente) e personaggi diversi: accomunati e legati, però, dal filo rosso del sangue e della disinformazione. O meglio della menzogna. La stessa che, come vedremo di seguito, continua a tenere banco oggi in Italia, in Europa, in Occidente e nel Medioriente.
Pontelandolfo: la storia al netto della propaganda
C’è stata almeno una seconda Sant’Anna dicevamo! Al secolo Pontelandolfo, Italia, anno del Signore 1861, giorno 14 di un caldo, asfissiante Agosto. Mese protagonista delle nostre storie. E ci fu un altro esercito, costituito da uomini dalle casacche differenti da quelle scure dei nazisti. Casacche familiari, scarlatte, per così dire "rosso-sangue", ma evidentemente indossate da uomini dalla coscienza dello stesso identico e avvilente colore di quelle dei seguaci di Hitler: il nero. Nero come l'inchiostro utilizzato per scrivere libri di storia completamente falsi e ingannevoli. Gli stessi che hanno insegnato a intere generazioni di Italiani una storiella chiamata "Unità d'Italia". Una storiella – scritta sotto la regia della massoneria inglese che finanziò la spedizione dei Mille – fatta di molteplici latrocini ai danni del Mezzogiorno d'Italia, di miti (come quelli degli osannati "gran maestri" Mazzini e Garibaldi, tra tutti). Una storiella pluricelebrata (con beffa finale: un colpo di stato proprio nel suo Centocinquantenario) sulla quale molto si è detto e scritto, ma che merita, in tal sede, una giusta e doverosa rilettura storica, alla luce di fatti indegnamente occultati e mistificati nell'ultimo secolo e mezzo.
I Bersaglieri come le SS naziste?
In quella vigilia di ferragosto del lontano 1861, infatti, l’esercito che commise gli stessi identici reati delle SS naziste di Sant'Anna fu quello dei Bersaglieri di Victoire Emanuell Deuxieme, Roi d’ Italie. Ci duole dirlo, ma la differenza tra i due eserciti (le SS tedesche ed i bersaglieri – ormai – italiani) fu sostanzialmente nelle modalità di azione: i primi uccidevano e basta, i secondi stupravano prima di uccidere! La ricostruzione degli avvenimenti, l'attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l'Eccidio di Sant’Anna sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare di La Spezia e conclusosi nel 2005 con la condanna all'ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro. Un riscatto un pò tardivo ma pur sempre giusto; mentre al contrario Pontelandolfo a distanza di 150 anni ancora cerca giustizia!
Il Diario del Bersagliere Margolfo
Una cosa è certa: nell'Italia della disinformazione di massa scientifica e sistematica, e della propaganda a buon mercato – enfatizzata a dovere nei salotti delle tv ammiraglie da cosiddetti giornalisti e storici "interessati" – a poco è valsa la scoperta del diario di guerra del bersagliere Margolfo – pubblicato nel 1992 dal Comune di Delebio, Sondrio – con il titolo “Mi toccò in sorte il numero 15”. Diario dal contenuto agghiacciante nel quale il garibaldino trascrisse minuziosamente l’eccidio in quella infausta alba di mezz'estate contro la popolazione di Pontelandolfo. Alla fine di quella mattanza si contarono oltre 500 cittadini inermi assassinati. I più fortunati morirono con un sol colpo di fucile, altri invece tra mille sofferenze e torture. Ci fu persino chi dovette assistere impotente allo stupro delle proprie figlie ed al conseguente assassinio delle stesse. Per questo eccidio il “Re galantuomo” concesse la medaglia al valor militare al Maggiore Rossi, al Colonnello Pier Eleonoro Negri ed al Generale De Sonnaz, e molte strade e piazze furono ad essi intitolate.
Pontelandolfo e Sant'Anna: identiche stragi, diversi epiloghi
Molti film e documentari ci ricordano del terribile eccidio di Sant’Anna: Miracolo a Sant'Anna (2008), film di Spike Lee; Inside Buffalo (2008), docu-film di Fred Kudjo Kuwornu; Sant'Anna L'Eccidio, docu-film di Paolo Bertola e M. Montepagani ; Lo stato di eccezione (2008), documentario di Germano Maccioni; E poi venne il silenzio (2011), docu-film di Irish Braschi. Per contro un solo film avrebbe voluto raccontare gli eccidi savoiardi contro i meridionali: Li chiamarono Briganti (1999) di Squitteri. Ma – e non poteva essere altrimenti nell'attuale "gabbia-mediatica" – il film-verità non fu ben distribuito nelle sale cinematografiche, poiché – secondo qualcuno – la pellicola avrebbe rappresentato “un'offesa all’immagine dell’esercito italiano”. Come forse mai nessuno vedrà i veri film sull'ex-Jugoslavia o sull'Afghanistan. Strage di Pontelandolfo e di Sant’Anna: stesso crimine, dunque, ma diversa considerazione! Diversi epiloghi! Ergastolo per le SS naziste; onori e gloria, piazze e strade per i criminali di guerra piemontesi che ancora oggi sui libri di storia vengono ricordati come “eroi della Patria”.
Corsi e ricorsi storici: da Pontelandolfo a Damasco
Ma lo tsunami dei ricorsi storici va avanti! Ed ecco allora la terza storia che vi vogliamo raccontare nel medesimo scenario di agosto. Storia unita all'unisono a quelle precedenti: simili dinamiche, identica e vergognosa cappa mediatica. Questa volta però il teatro della partita è più a Sud. Più a Sud (Sud-Est) dello stesso Mezzogiorno. Ci troviamo in Siria, nelle città di Damasco e Aleppo. Teatri di una tragedia umanitaria narrata in tempo reale, e che in un certo senso ci riporta ai più barbari orrori del Novecento e della stessa "democratica battaglia" per l'Unità d'Italia. Questa volta si combatte – ufficialmente – per un'altra unità: quella democratica sotto la bandiera "amica" della Nato e degli Usa. Cambiano i presidenti, passa il tempo, ma i copioni sono sempre analoghi. Tutti inevitabilmente scritti da un'unica mano. Damasco. Ecco un altro classico, desolante esempio di disinformazione a tutela di "poco nobili" azioni militari. Questa volta però Prescott Bush, nazisti e garibaldini non c'entrano. Almeno non direttamente! La disinformazione giunge infatti da parte di importanti agenzie giornalistiche occidentali – dal cuore del cosiddetto "occidente Democratico" – nei confronti della Siria e delle presunte violenze perpetrate dal regime di Assad sulla popolazione siriana. Ecco, a ben vedere, un'altra Pontelandolfo dei giorni nostri. Ad aiutarci nella ricostruzione è l'emittente ABC Australia, che nelle scorse settimane – tra il silenzio generale – ha denunciato un fatto increscioso che non è stato riportato da nessun telegiornale occidentale, smascherando un tentativo di falsa propaganda della NATO contro il governo di Assad perpetrato dalle agenzie di informazione occidentali.
Quando unità e democrazia diventano strumenti di morte
In un video divulgato dall'agenzia d'informazione Reuters (che vi riproponiamo in allegato) vengono mostrati dei presunti soldati siriani che hanno catturato dei dimostranti antigovernativi. Peccato però che non vi sia corrispondenza alcuna tra le casacche dei "veri" soldati di Assad e quelle dei "presunti soldati" di Assad. In un altro sconcertante filmato (su you-tube se ne contano a decine) i cosiddetti "ribelli" (che secondo le testimonianze raccolte da "Qui Europa" su ammissione di numerosi testimoni, non sarebbero altro che mercenari pagati per creare caos e ottenere la testa di Assad) sparano in strada su obiettivi umani casuali. Ma il sangue non è forse rosso per tutti? Evidentemente no! Ma a far più discutere – come testimoniato dalla nostra redazione negli articoli che vi proponiamo di seguito – sono le testimonianze oculari di una suora cattolica (poi fuggita dalla Siria in Italia) e di un giovane siriano (costretto alla fuga in Francia) date rispettivamente nelle scorse settimane a Roma (in un congresso) ed a Parigi, ai microfoni di una nota trasmissione radiofonica francese. Testimonianze che ci raccontano una verità tutta diversa sulla Siria e sugli eccidi di Aleppo e Damasco; snonché ulle reali motivazioni e sugli obiettivi che animano oggi i signori della guerra in Medioriente. Ma la cosa davvero sconcertante è che, attualmente, l'unica fonte accreditata che fornisce le informazioni a tutte le agenzie (televisive e di stampa italiane ed europee) sulla situazione in Siria è l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani diretto da Rahmi Abdul Rahman. Un solo uomo a cui si da credito infinito ed incondizionato. Verità – come visto – in palese contrasto con altre testimonianze di "sopravvissuti siriani" e non.
Le scomode rivelazioni del generale Clark sul Medioriente
Per questo oltrepassano la profezia (rivestendosi di follia e sconcerto) le parole pronunziate qualche anno orsono dell'ex-generale della Nato Wesley Clark (vedi video in allegato ) che vi riproponiamo ad amara conclusione, risposta e sostegno della nostra tesi. Ecco cosa Clark dichiarò in una intervista Tv successiva al crollo delle Twin Towers di New York: "una decina di giorni dopo dell'11 Settembre sono andato al Pentagono, dove ho incontrato il Ministro della Difesa Rumsfeld e il suo vide Wolfowitz. Sono scerso a salutare alcune delle persone dei vertici delle forze armate che avevano lavorato per me, e uno dei generali mi ha chiamato e mi ha detto: "Signore, venga dentro che le vorrei parlare un secondo". E gli ho detto: "Lei ha troppo da fare!". Ma lui dice: "No, no", e disse: "Questo è appena arrivato da sopra, cioè dal Ministro della Difesa. Questo memorandum spiega come faremo fuori 7 nazioni in 5 anni. Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e infine Iran". E la propaganda contro la Siria, dunque, continua. E ciò nonostante qualche piccolo "incidente di percorso", qualche piccola testimonianza non autorizzata sfuggita alla rete mediatica occidentale. Una martellante propaganda forte di notizie tendenti ad ingenerare nell'opinione pubblica un sentimento anti-Assad che possa legittimare pienamente l'azione della Nato, degli Usa e degli Alleati (Italia compresa). Ciò, ironia della sorte, a 150 anni dai fatti occultati sulla nostra Damasco italiana: Pontelandolfo. Ciò accade oggi, ancora oggi come allora, sempre sotto l'asfissiante sole di Agosto.
Sergio Basile, Michele Bisceglie (Copyright © 2012 Qui Europa)
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