South Italy – Gli “Svantaggiati” del “bonus fiscale”

Lunedì, Maggio 14th / 2012

–  di Sergio Basile –

Italia / Crisi Ue / Lavoro / Disoccupazione / Svantaggiati / Mezzogiorno / Defidit spending / Spending review / Nuove regole per assunzioni / Bonus fiscale / Benefici equivalenti / Deroga alle direttive Ue / Divieto sui costi di finanziamento / Por-Fse 2007-2013 / Conferenza delle Regioni / Graziano Delrio / Ministro della Coesione Territoriale / Fabrizio Barca / Fondo Sanitario 2012  / Giorgio Napolitano / Nuovo Ordine Mondiale  

Mezzogiorno-Svantaggiati: il palliativo del

"bonus fiscale" 

Le regioni restano a guardare sulla  spending review:

anche l'Anci sul piede di guerra

L’incognita del Fondo Sanitario 2012

Roma, Bruxelles – Dopo i "bidonati", gli "scoraggiati",  i "trombati" e gli "esodati", spuntano gli “svantaggiati”: cioè quelli che, nel "Nuovo Dizionario della lingua Comunitaria”, risulterebbero  non avere un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi; non sarebbero in possesso di un diploma; avrebbero  più di 50 anni di età; o sarebbero legati a settori produttivi di beni e servizi con ambiti di operatività soggetti a disparità uomo-donna. A loro, a ridosso dello scorso fine settimana – evidentemente in clima di "regali", in previsione della “Festa della mamma” – sono state scritte e dedicate le nuove regole pro-assunzioni per il Mezzogiorno: ammesso, però, che qualcuno abbia ancora voglia di assumere, in un mercato devastato da un compressione dei consumi senza precedenti nella storia della Repubblica e della stessa Europa, e dal solito inspiegabile "credit crunch" bancario.

  In arrivo il "Bonus Fiscale"  

Il “reggente” del Ministero della Coesione territoriale, Fabrizio Barca – d’intesa con il professor Mario Monti ed Elsa Fornero – ha dunque partorito una sorta di “bonus fiscale” dal seno della montagna repubblicana: conquistata per gentile concessione di Re Giorgio Napolitano, il profeta nazionale di un “nuovo ordine mondiale più giusto ed equo”. Bonus destinato, evidentemente , a trasformare i suddetti “svantaggiati” in “illusi” o in “rincuorati”: dipende dalle prospetive! Ciò permetterà, infatti,  ai datori di lavoro che li assumeranno entro il 13 maggio 2013 (o che li hanno assunti dopo il 14 maggio 2011)  di poter godere di un beneficio equivalente al 50% dei costi salariali da utilizzare – s’intende – in compensazione. Ciò, in deroga alle direttive Ue, che prevedonoo invece, espressamente, il “divieto dei costi di finanziamento” e che in teoria sarebbero dunque contrarie a questa forma, sia pur modesta e blanda, di “ingerenza sociale”. Giusto per usare un eufemismo! Ma secondo voi, il ministro,  da dove avrebbe reperito le risorse? Che domande! Nel Por-Fse 2007-2013: miliardi di euro gettati al vento per mancanza di una precisa volontà politica e per un incapacità progettuale, delle regioni del Sud – Calabria e Sicilia in testa – della quale “Qui Europa” ha ampliamente parlato nei mesi scorsi. In pratica il gioco è questo: i conferimenti che annualmente i contribuenti italiani versano nelle casse dell’Ue, successivamente sono stati in parte riconferiti (nel 2007) alle regioni italiane rientranti nel cosiddetto “Obiettivo 1” (comprendente le regioni più disastrate d'Europa) ovvero alle regioni del Mezzogiorno – sottoforma di Fse –  al fine dichiarato di creare occupazione e sviluppo. Dopodicché, viste le scandalose politiche di spreco e mancato utilizzo di tali fondi (provenienti originariamente, come ribadiamo, dai portafogli degli Italiani) essi sono stati distratti dalla loro originaria destinazione, ed ora posti – in parte – nella disponibilità di Barca & C., attraverso una “rimodulazione”, per “venire incontro” alla disperazione dei cittadini. 

  La doppia beffa  

Italiani, tuttavia, trombati due volte: prima con il mancato utilizzo dei fondi in chiave regionale; e successivamente con politiche rigoriste che hanno favorito licenziamenti e precarietà cronica. I fondi rigirati sono comunque bazzecole rispetto alle decine di miliardi di euro stanziati per il Sud e gettati nello scarico: fondi Ue che, in tempi non sospetti, ribattezzammo con l'espressione di "ultimo treno per l'Europa", vista la preannunciata riclassificazione delle regioni in questione (Obiettivo 1) all'interno della categoria "Obiettivo 2". Regioni, in pratica, destinatarie di sempre minori risorse, malgrado il gravissimo mancato utilizzo di quelle precedentemente stanziate da Bruxelles. Cifra irrisoria, anche a giudicare da quest’ultima “gentile concessione”: 142 milioni di euro divisi tra Sicilia (65); Calabria, Campania e Sardegna (20); Puglia (10); Abruzzo (4); Basilicata (2) e Molise (1). Fondi destinati (o meglio ri-girati) non nelle tasche dei cittadini, ma sotto forma di bonus – come detto – per gli imprenditori: bisognerà solo vedere se gli imprenditori avranno la possibilità o la voglia di esporsi – in nome di tali "provvidenziali bonus" – nel rischiare nuove assunzioni. Chi sosterrà i presumibili nuovi fabbisogni di credito al fine di supportare fisicamente tali strategie? 

  Conferenza delle Regioni e Anci  sul piede di guerra  

“Qui Europa” vede – alla luce di quanto detto – questa “operazione” come un tentativo di “imbuonire le masse e le imprese” gettando catini d’acqua su un incendio di proporzioni epiche, ingenerato dalla pazzia dell’austerity patrocinata datta Troika, dal Consiglio europeo (del fiscal compact) e dall’asse Merkel-Monti. E’ ciò che sarebbe emerso anche nell’ambito dell’ultima Conferenza delle regioni, che nelle scorse ore ha visto la veemente protesta degli enti locali, che hanno accusato il governo Monti di averli tenuti allo scuro di tutto in materia di deficit spending (capacità di finanziare opere pubbliche a debito: cioè con denaro proveniente dalla pubblica tassazione), spending review (ridimensionamento della spesa pubblica) e nella definizione del documento di economia e finanza: operazioni poste in essere senza alcuna consultazione preventiva con organi democraticamente eletti e – fino a prova contraria – depositari di un consenso popolare proveniente da decine di milioni di cittadini. Il professore, secondo la Conferenza, avrebbe deciso tutto a priori ed avrebbe trasmesso a monte tutti gli atti ed i documenti firmati all’Ue: nuovo interlocutore unico della Repubblica Italiana, o di quel che ne resta, dopo l’avvento sulle italiche coste del ciclone “Mario”. Ma il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, non ha chinato la testa a quest’ennesima grave ingerenza del tecnocrate,  chiedendo la sacrosanta ed urgente apertura di un tavolo di confronto. In ballo anche il destino del Fondo Sanitario 2012, del quale l’esecutivo ha rimandato l’approvazione del riparto, gelando le aspettative e l’operatività di Aziende sanitarie ed operatori di settore, e di conseguenza finendo per incidere ancora sulle famiglie dei soliti “svantaggiati”, trasformatisi di colpo in “frustrati beffati”. Intanto all'orizzonte si prevedono nubi su Roma, in attesa della mobilitazione generale delle forse sociali del 1° Giugno. 

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

 

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One Response to South Italy – Gli “Svantaggiati” del “bonus fiscale”

  1. Blog 26 Maggio 2012 at 12:57

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