Catanzaro UMG – Le vere ragioni della crisi che i media nascondono
Martedì, Maggio 8th / 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Italia / Catanzaro / Ateneo Magna Graecia / Regione Calabria / Convegno sulla crisi Sociale ed Economica dell’Ue / Facoltà di Giurisprudenza / Attacco all’Italia / Liberalismo / Liberismo / Speculazione / Bce / Sovranità / Giulietto Chiesa / Mario Caligiuri / Alessandro Morelli / Vittorio Daniele / Mons. Raffaele Facciolo / Paolo Romano / Sergio Basile / Qui Europa / Problema delle risorse / Giovanni paolo II / Rerum Novarum / Populorum Progressio / Capitalismo / Comunismo / Mali del Novecento / Keynes / Galbraith / Chomsky / Giraffe keynesiane / Cina / Brics / Spread / Rating / Neo-liberismo / Neo-colonialismo / Smantellamento del welfare / Accaparramento delle risorse / Nazismo bianco / Debito pubblico / Trattato di Lisbona / Fed / Lehman Brothers / Bolla Usa 2007 / Articolo 123 del Trattato di Lisbona / rifinanziamento obbligato sui mercati internazionali
Catanzaro – Le Vere Origini e Motivazioni della
Crisi esposte presso l’Unicz
Un convegno, promosso da "Qui Europa", destinato a
lasciare il segno tra le giovani generazioni
Mattatore del convegno, il giornalista e scrittore Giulietto Chiesa
Catanzaro – Ogni giorno tutti noi, cittadini europei, sentiamo parlare della crisi, ci confrontiamo e facciamo i conti in tasca per capire se arriveremo o meno a fine mese. Un bombardamento mediatico che risuona nelle orecchie come una fastidiosa eco che ripete di continuo la stessa parola: “crisi”. Nonostante ne parlino tv, giornali, radio ed internet, nessuno ci ha spiegato il perché, nessuno ha identificato le cause di una situazione drammatica che pesa “solo” sulle spalle di tutti i cittadini europei. Abbiamo provato a farlo noi di “Qui Europa”, nel nostro piccolo, (in collaborazione con l’Osservatorio Giuridico della Conferenza Episcopale Calabra, diretto da Alberto Scerbo; l’Ufficio Direct Europe, diretto da Paolo Romano; e con l’Ufficio per le Autonomie Territoriali dell’Unicz) nel tentativo di cominciare a sensibilizzare le coscienze partendo dalla Calabria, dall’Università Magna Graecia di Catanzaro, dal Campus di Germaneto, e dall’aula intitolata a Giovanni Paolo II. Proprio lui, il Papa-Santo che in tempi non sospetti, all’indomani della caduta del Muro di Berlino, non esitò a denunciare tra i grandi mali dell’era moderna, oltre al “Comunismo ateo e materialistico” ed agli assolutismi, anche l’altrettanto grande nemico della storia, dell’Europa e dell’umanità intera: il “Capitalismo Neo-liberista”, e tutti i suoi eccessi, che oggi – purtroppo – sono sotto gli occhi di tutti.
Crisi – Studenti alla ricerca di consapevolezza
Un’aula gremita di studenti di tutte le età, (circa 400) studenti provenienti dagli istituti superiori del Capoluogo calabrese e dalla provincia, nonché comuni cittadini e studenti universitari di svariate facoltà, da giurisprudenza, a medicina e scienze motorie. Un convegno partecipato, sentito, che ci ha permesso di inseguire e realizzare un obiettivo: quello di creare consapevolezza sulla nostra identità nazionale ed europea e soprattutto sulla nostra sovranità nazionale, umana, economica, monetaria e (forse la più importante di tutte) spirituale. La preziosa presenza degli ospiti ci ha aiutato a far venire al pettine molti nodi, ci ha permesso di aprire una finestra sulle reali ragioni della crisi, quanto sulle sue cause. Ciò per comprendere (una volta individuata chiaramente la malattia) quali cure apportare. Ad aprire il convegno è stato il responsabile dell'Ufficio Europe Direct dell'Ateneto Magna Graecia di Catanzaro, Paolo Romano, che nel presentare ufficialmente la nuova sede dell'ufficio (inter-universitario) ha ricordato – in occasione dell'imminente festa dell'Europa – l'importanza di creare una cultura europea trasparente e non alimentata da vane propagande e vuoti slogan retorici.
Mario Caligiuri – Crisi: Il Ruolo dei Media
La Crisi tra proclami, frammentarietà informativa e disinformazione
“La crisi economica e sociale dell’Unione Europea: analisi e prospettive”: dell’apertura del tema trattato se n’è occupato l’assessore all’Istruzione, Università, Cultura e Ricerca, della Regione Calabria, Mario Caligiuri, che ha sottolineato l’importanza della comunicazione in Europa ed all'interno del territorio nazionale, al fine di capire quali siano i reali vantaggi dell’appartenenza all’Ue, quali i vincoli , quali i rapporti tra gli Stati membri. Caligiuri, che ha ricordato come l’informazione non sia un linguaggio “neutro” – ma, anzi, come essa abbia la capacità di incidere fortemente come nessun altro strumento sulla metamorfosi del pensiero dell'opinione pubblica – ha puntato il dito sulle colpe e responsabilità dei media élitari di bandiera (che tutti gli altri sono pronti ciecamente a seguire a ruota, come una sorta di sudditi fedeli, uniformando in maniera spesso sconcertante le proprie idee) rei di promuovere una grave frammentarietà informativa che non aiuta a comprendere il reale addivenire delle cose. Oggi, però – ha continuato Caligiuri – nel mondo frenetico in cui viviamo, l’informazione assume determinate caratteristiche: deve essere immediata, rapida e tempestiva. “Ma la nostra non è più la società dell’informazione, bensì quella della disinformazione!”, ha sbottato l’assessore. Caligiuri, come supporto al suo pensiero sulla comunicazione, ha più volte citato Noam Chomsky, uno dei più grandi linguisti – fondatore della grammatica generativo-trasformazionale – e ha ricordato che per la prima volta nella storia, l’Europa si è resa protagonista di un’unione monetaria che ha preceduto quella politica. Le sue conclusioni hanno fatto riferimento, poi, al fatto che la Costituzione europea non contempli il riconoscimento delle radici cristiane del Vecchio Continente, con tutti gli accidenti connessi a questa sorta di tradimento storico.
La lezione di Daniele e le giraffe keynesiane
Alla domanda “Quali sono i rapporti tra la crisi economica e l’Europa?” ha cercato di rispondere – in maniera molto esaustiva e puntuale – Vittorio Daniele, docente di Economia Politica e Politica Economica presso l’Ateneo di Catanzaro, il quale, facendo un excursus storico, ha analizzato le origini della crisi – o meglio, alcune di esse – partendo dalla bolla Usa del 2007, quando – prima del fallimento di Lehman Brothers, e dello scoppio della bolla sui mutui casa – essa, la crisi, riguardava solo una parte ristretta del mercato finanziario americano e che, pertanto, non colpiva direttamente i redditi delle famiglie. Daniele ha spiegato come negli anni 2000 in America si sviluppò in modo esponenziale il mercato immobiliare, tanto che le banche cominciarono a concedere mutui anche a coloro che non offrivano garanzie totali a causa di “redditi incerti”. A lungo andare, il baricentro economico del mondo – secondo il docente – si è spostato dall’Occidente – che continua a perdere posti di lavoro, in una emorragia senza fine – all’Oriente dove si registra il boom di Cina, India e Giappone. Lo scoppio della bolla immobiliare negli Usa ha avuto ripercussioni in tutto il mondo, arrivando a colpire, ovviamente, anche l’Europa. Nel caso della nostra penisola, il docente ha precisato che se ci chiedessimo se il debito pubblico italiano è alto, non potremmo rispondere in senso assoluto, ma potremmo dire che è alto rispetto al pil solo perché pari al 120%. Il confronto con il resto del mondo è d’obbligo se pensiamo che il Giappone presenta un debito pubblico di oltre il 200%, la Germania dell’81% e la Spagna del 73%. Ma per quale motivo il Giappone è una potenza a livello mondiale? “Semplicemente perché – ha spiegato – è un paese che ha grandi capacità di produzione e di crescita che, in prospettiva, permetteranno agli asiatici di creare nuovi posti di lavoro, quindi nuovi redditi che porteranno, probabilmente – secondo l'economista – ad estinguere il debito. Ma soprattutto – ha poi continuato – i nipponici hanno una banca centrale, mentre gli europei si sono imbrigliati nell’affidare i poteri nazionali alla Bce”. Secondo Daniele, Keynes in modo efficacissimo spiegava che se lo scopo della vita era quello di cogliere le foglie che si trovavano sui rami più alti degli alberi, il miglior modo per raggiungere l’obiettivo sarebbe stato quello di lasciare che le giraffe più alte e con il collo più lungo, potessero mangiare le foglie, lasciando morire di fame quelle dal collo più corto. “Se abbiamo a cuore il benessere di tutte le giraffe – ha continuato – non dobbiamo trascurare le sofferenze di quelle che hanno il collo più corto e muoiono di fame, o le foglie succulente che cadono a terra e vengono calpestate nella lotta, o l’eccesso di nutrimento degli esemplari dal collo lungo, o la triste espressione di ansia e di combattiva avidità stampata sui miti musi della mandria”. Tradotto in termini politici: se i potenti hanno a cuore il benessere della collettività , devono necessariamente invertire la rotta, perché in questo momento essi sono le giraffe dai colli più lunghi.
Alessandro Morelli – "Costituzionalismo e Sovranità”
L’Unione Europea è un ibrido – ha spiegato Alessandro Morelli, docente in Diritto Costituzionale presso l’Ateneo Magna Graecia, poi subentrato come relatore a Daniele – non è né una confederazione di Stati perché i paesi membri non mantengono completamente la sovranità propria, né una federazione di Stati. Il fulcro e la sintesi della relazione del docente è in effetti riconducibile alla seguente espressione: “La cosa principale – ha indicato – è comprendere che la comunità deve riprendere in mano le sorti della Costituzione che ha subito una battuta d’arresto, ricordando, tuttavia, che la libertà e l’uguaglianza sono strettamente collegate tra loro, mai in contrapposizione. Ciò perché solo se si è completamente uguali si è liberi, e viceversa”.
Sergio Basile – L’Italia? Non era un paese in crisi!
Italia: Vittima di una gravissima montatuta mediatica
Degno di nota anche lo spunto di Sergio Basile – direttore di “Qui Europa”, co-promotore e moderatore del convegno – che, analizzando una serie di fattori economici afferenti al “Bel Paese”, ha ricordato che l’Italia possedeva (fino all’avvento del governo Monti) tutti i requisiti propri di un paese ricco, ed in parte “secondi” solo a quelli espressi dall’economia della ricca Germania. Un avanzo primario di primo livello (differenza tra le entrate fiscali e la spesa pubblica); Un risparmio delle famiglie da prima della classe (frutto del laborioso lavoro di intere generazioni di Italiani); La terza riserva aurea del mondo; un bassissimo livello di indebitamento delle imprese privare (imprese che, assieme alle famiglie, sono le vere vittime di questa "gravissima montatura mediatica" chiamata crisi) pari ad appena 40 miliardi di euro (una bazzecola rispetto ai 7000 miliardi di euro delle imprese francesi: da notare che la Francia è considerato un paese semi-virtuoso); ed un debito pubblico (pur se alto: il terzo del mondo dopo Giappone e Usa) pari, comunque, alla metà del debito pubblico giapponese. Da notare che il Giappone, malgrado questo faraonico debito, ad oggi è un Paese in netta crescita e non è assolutamente considerato un Paese in crisi. Ciò malgrado i suoi 4000 miliardi di euro di debito. Basile, ha inoltre ricordato come l’Italia – fin a prima dell’estate – poteva godere della più fitta, larga robusta rete di Pmi, a livello europeo. Va ricordato, in tal senso – ed a supporto di quanto asserito – che l’area “padana” del Nord Italia, è stata considerata negli ultimi decenni come la regione europea più ricca in assoluto: da far impallidire perfino la potente ed organizzata Germania. Infine Basile ha ricordato come l’Ue continui a far orecchie da mercante su una sistematica ed urgente riforma del sistema del rating e delle agenzie di rating: legittimate dalla politica – in maniera dissennata e grave – a porre voti anche agli stati sovrani, ed in base a valutazioni spesso infondate e sballate, ridicolizzandone ed usurpandone la sovranità nazionale, ed alimentando in maniera deleteria e destabilizzante (per l’intera economia europea e non solo) la forbice dello spread. Anticamera della speculazione internazionale e del debito.
S.E.Raffaele Facciolo – Dottrina sociale della Chiesa ed economia etica
Monsignor Raffaele Facciolo, vicario episcopale dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, nel suo intervento, ha riproposto – di seguito – l’importanza della Rerum Novarum (l'enciclina di Papa Leone XIII, oggi presto accantonata da uno spavaldo ed antisociale liberismo mercatista, e dai servi ossequiosi di quest'ultimo) che ha rivoluzionato il mondo cattolico e ha sempre messo l’uomo al centro della società, e della stessa “Populorum Progressio” di Papa Paolo VI, che ne riprendeva le fila. “Oggi – nota Monsignor Facciolo – si assiste alla spersonalizzazione dell’individuo che viene considerato secondario al mondo economico. La Chiesa è sempre attenta a queste problematiche – ha ricordato – e già nel 1981, Giovanni Paolo II parlò della crisi occidentale, così come ne ha parlato Benedetto XVI riprendendo gli insegnamenti di Paolo VI, facendo riferimento alla “pianificazione” dell’umanità che deve passare dalla massificazione alla personalizzazione, il solo processo in grado di riportare l’uomo al centro della società. Diversi sono gli ambiti in cui operare – ha concluso – il primo quello della famiglia e del matrimonio tradizionale, il secondo riguarda l’autenticità del cristiano che deve aprirsi al dialogo interreligioso, il terzo relativo alla solidarietà perché non viviamo da soli, ma è nella diversità che rintracciamo la ricchezza ed un ultimo ambito che riguarda il rispetto del Creato”.
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)
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