– Appuntamento a Roma: Confronto per la Pace, 15 Febbraio –
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Morte, Guerra e Colonialismo Si o No?
Ditelo Prima!
Confronto con i candidati contro il Colonialismo Occidentale
e la Guerra: per una nuova Politica Estera di Pace
Appuntamento – Roma 15 Febbraio 2013 – Ore 17 co/CESV
Roma – Ditelo Prima! – Confronto con i/le candidati/e contro la guerra: per una nuova politica estera di Pace. La rete NOWAR promuove un confronto con le forze politiche che, presentandosi alle elezioni, hanno espresso un SI alla pace e al disarmo e un NO alla guerra, almeno su aspetti della guerra globale permanente, come l'invasione del Mali, la nostra presenza in Afghanistan, i nuovi armamenti (gli F35). Vogliamo sentire, prima delle elezioni, le loro posizioni sui vari punti della nostra Piattaforma di Pace. Essa chiede una politica estera di pace a 360° e contro ogni forma di ingerenza, ricordando che la dimenticata CARTA dell'ONU non solo vieta la guerra ma impone l'obbligo di perseguire attivamente la pace nel mondo. All'incontro parteciperanno, insieme ai candidati invitati, anche gli esponenti dell'Associazione PEACELINK, del comitato NoMUOS-Roma e della Rete NoWar.
Per una Politica di Pace – Contro l'Imperialismo
L'incontro “Ditelo Prima!” è stato indetto per il 15 Febbraio 2013, ore 17, presso il CESV a Roma, tra NoWar-Roma, NoMUOS-Roma, Peacelink e i candidati al Parlamento sensibili al tema della pace. Ancora una volta la guerra è tornata nella storia. Dietro il cavallo di troia dei diritti umani, l'Italia si lancia in ripetute guerre “umanitarie”, ultimo travestimento delle conquiste imperialiste. Una politica estera di pace, invece, dovrebbe avere, come primo caposaldo, il rifiuto di ogni ingerenza armata in paesi terzi, comunque motivata, anche da presunte o vere violenze contro i diritti umani. Perché la violenza non si combatte con la violenza bensì, come ha insegnato Mandela, con il suo contrario.
Il Paradigma Italiano e le Cosiddette "Missioni di Pace"
Per costruire la pace serve dunque una nuova politica estera italiana, basata sulla mediazione vera dei conflitti; sulla ripartizione delle risorse della terra tramite il negoziato, non le guerre; sulla diplomazia dal basso; sul rifiuto di sostenere chi provoca la guerra. Oggi, invece l'Italia fornisce aiuti contro i ribelli maliani e a favore dei ribelli siriani e così contribuisce ai morti e alle devastazioni nei due paesi.
Lo Scandalo delle Spese Militari dell'Italia e l'appoggio ai Guerrafondai
Altro caposaldo di una politica di pace è il taglio drastico delle spese militari. Ma non basta se poi la guerra la facciamo fare agli USA o agli alleati (Nato, Israele) cedendo l'uso del territorio italiano per i loro poligoni di tiro o le loro basi e stipulando accordi per lo sviluppo di armi e la loro vendita sfrenata. La nostra piattaforma di pace, dunque, rifiuta la proiezione militare dell'Italia nel mondo. Propone, invece, di proiettare l'Italia nel mondo come mediatrice dei conflitti, se possibile preventivamente.
L'Esempio dei Paesi Scandinavi – Indetta una Conferenza sulla Siria
In questi giorni i paesi scandinavi ci hanno dato l'esempio: malgrado la contrarietà franco-statunitense, hanno indetto una conferenza sulla Siria con l'opposizione siriana non-violenta, finora esclusa dalle riunioni tenute dagli Stati Uniti e dalla Francia, e forse la chiave per sbloccare i negoziati. La nostra piattaforma di pace si articola in quattro punti. Ognuno rappresenta una svolta decisiva.
4 Punti della Piattaforma di Pace
1. Svolta rispetto ai conflitti armati in cui l'Italia è coinvolta
– MALI: condannare l'attacco della Francia (nemmeno “autorizzato” dall'ONU!) invece di sostenerlo;
– AFGHANISTAN: ritirarsi ora e risarcire il paese, invece di continuare ad uccidere per un anno o più;
– SIRIA: premere per un cessate il fuoco e il negoziato tra tutte le forze, invece di fornire aiuti militari ai gruppi armati e un appoggio politico-economico al loro braccio
politico (il CNS, poi la “Coalizione”);
– LIBIA: riconoscere i crimini nostri e della NATO, commessi in spregio al mandato ONU; risarcire le vittime; considerare rifugiati gli esuli; svelare gli interessi dietro le
falsità raccontate in coro dai media;
INFINE: ripudiare la "guerra permanente" americana, rifiutando ogni collaborazione.
Ad esempio, chiudendo le basi USA come quelle “Africom” a Vicenza e a Napoli, create per le future guerre USA in Africa.
2. Svolta nell'impiego delle Risorse Economiche per la Difesa dell'Italia
– Perseguire una politica di disarmo; riconvertire le industrie belliche; più limiti alle vendite delle armi;
– Cancellare o rivedere i progetti più onerosi: caccia F-35 e JSF, elicotteri NH-90, navi Fremm, ecc.;
– Revocare la L.244/12 che consente di riordinare le forze armate da forze di difesa in forze offensive.
3. Svolta nella Tutela del Territorio Nazionale Italiano
– Usare i risparmi (punto 2) per bonificare i territori nazionali contaminati (Sardegna, Taranto, ecc.);
– Negare a Paesi Terzi l'uso dei poligoni di tiro e ogni altra attività che contamini il territorio italiano;
– Vietare sul territorio nazionale lo stoccaggio di armi nucleari o la costruzione dei nocivi radar MUOS.
4. Svolta nella Conduzione della Politica Estera Italiana
– Passare da “membro” a “partner” della NATO per non essere trascinati in guerre decise da altri;
– Richiedere l'estradizione dei 23 agenti CIA condannati dai tribunali italiani ed ora latitanti negli USA;
– Revocare gli accordi militari con Israele e premere per una soluzione alla questione della Palestina;
– Recuperare il ruolo di “protagonista della pace” che l'Italia svolse durante parte del Rinascimento, quando inventò la diplomazia internazionale e riuscì ad appianare tante controversie nel mondo. O durante la vita politica di Giorgio La Pira, (Anni Sessanta) quando Firenze divenne centro del Mondo in materia di pace e dialogo interculturale mediante l'implementazione di politiche di pace volute dall'ex sindaco fiorentino che ovvio personalmente a molteplici crisi internazionali, contribuendo in maniera sostanziale e determinante alla pacifica risoluzione del conflitto Franco-Algerino e alla Guerra degli Usa in Vietnam. Basta giocare di rimessa! Basta sudditanza! Basta guerre! Per una politica estera attiva di pace!
– Redazione Qui Europa – Rete No-War – Associazione Peacelink
– Comitato No-Mous Roma