Lunedì, Maggio 20th/ 2013
– di Marinella Correggia (Sibialiria) Damasco –
Domenica, Gennaio 27th/ 2013
– L'Editoriale di Sergio Basile – Speciale "Giornata della Memoria" –
Giornata della Memoria / Israele / Germania / Adolf Hitler / Andrea Giacobazzi / campi di concentramento / David Ben Gurion / ebrei / Golda Mair / Haavara / Israele / asse / Roma Berlino Tel Aviv / lager / migrazione / olocausto / Palestina / Shoa / sionismo / Theodor Herzl / Quarto reich / Albert Speer / Adolf Hitler / Austerità / Grecia / Mario Monti / Angela Merkel / Organizzazioni sioniste / Grande Bugia / Sterminio del popolo ebraico / Sterminio del Popolo eletto / Luoghi comuni sull'olocausto / Propaganda mediatica / Fondazione Museo della Shoah / Accordo di Trasferimento / Primavera araba
Giornata della Memoria
Giornata della Memoria – La Verità sul
ruolo delle Organizzazioni Sioniste
nello sterminio del "Popolo Eletto"
Mezze verità e Bugie Occidentali sull'Olocausto:
Il Patto Segreto tra nazisti e sionisti che la Storia
Ufficiale tiene nascosto ai popoli
– Giornata della Memoria tra fantasmi vecchi e nuovi
– Italia: ogni occasione è buona per "buttarla in politica",
ma la Memoria no! Quella è un'altra cosa!
Gerusalemme, Aushwitz, Birkenau, Milano, Roma – Oggi la Comunità Internazionale commemora l'eccidio ebraico, l'olocausto del "Popolo eletto" ad opera di Adolf Hitler e delle sue truppe naziste. Quello che ebbe luogo in Polonia, tra Aushwitz e Birkenau (ed in altri quarantacinque sottocampi minori) nella prima metà degli Anni Quaranta fu uno degli eccidi più cruenti della storia: un qualcosa superato solo dagli altrettanto sanguinosi e cruenti eccidi perpetrati dal comunismo: entrambi universalmente considerati – per numero di vittime – i crimini più gravi della storia moderna. Anche se sui secondi, tuttavia, oggi regna uno strano e vergognoso silenzio mediatico. Crimini per il vero perpetrati – sia pur in maniera meno eclatante, dal punto di vista mediatico: ma sicuramente altrettanto crudele – anche in altri teatri e contesti geopolitici rintracciabili indirettamente tra le pieghe sgualcite dei libri di storia. Si pensi ai crimini degli "agenti rivoluzionari repubblicani" durante la Rivoluzione Francese; si pensi ai crimini contro gli Armeni da parte di Ataturk; si pensi ai crimini censurati e sapientemente occultati nell'Ex-Jugoslavia; alla Siria di oggi ed a tutte le mostruose, sanguinose e vergognose stranezze celate dietro l'imperialismo dei giorni nostri, e sapientemente mascherate sotto l'etichetta della "Primavera Araba". Così come avviene per i capi cinesi con sopra la scritta "Made in Italy". Lo stesso sporco gioco!
l'Olocausto tra Propaganda e Strumentalizzazioni
Una cosa è certa, comunque: l'olocausto oltre ad essere stato uno dei più cruenti e sistematici stermni mai organizzati della storia, è stato anche il più pubblicizzato e strumentalizzato. Il più rilevante dal punto di vista mediatico. Ma sappiamo davvero tutto sull'Olocausto? Sappiamo davvero tutto sul tentativo di "distruzione finale" di quello che la Bibbia indica come il "Popolo Prediletto di Dio"? Francamente penso di no! Anzi lo sostengo fermamente, alla luce di accurati studi, coincidenze, curiosità e ricostruzioni che alienano e spesso contrastano con le versioni ufficiali propinateci a senso unico da molti testi di regime. Una cosa è certa: l'olocausto fu un evento reale, crudele, diabolico quanto mistificato. Vediamo perchè!
Immergendoci nei Misteri di Aushwitz
Mi recai personalmente ad Aushwitz nell'estate del 2005 in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù che si tenne nella vicina Germania. Fu la mia prima ed unica volta. Rimasi – come del resto tutti coloro che vi si recano – atterrito e scioccato nell'entrare in una dimensione per me così inconsueta, lontana e terribile. La ferrovia; la desolazione di un paesaggio alquanto spoglio; le palizzate di filospinato onnipresenti. Ogni passo era composto e misurato, condotto in un religioso silenzio. Quasi come ad entrare in un santuario, in un luogo sacro di preghiera. Mentre mi addentravo col gruppo in quei lunghi viali che a destra e sinistra costeggiavano ordinati fabbricati di mattoni rossi, mi sembrava di rivivere le ansie e i tormenti degli sciagurati ospiti che vi dimorarono negli anni del conflitto. Per centinaia di migliaia di anime questi luoghi rappresentarono l'ultima sosta terrena, prima di intraprendere – sia pur in maniera forzata – l'estremo viaggio verso il Padre. Quello stesso Padre tante volte invocato dinnanzi alle menorah illuminate. A testimoniarlo i muri anneriti a ridosso dei forni crematori e centinaia di fotografie sbiadite ed allineate in rigido ordine sui muri dei lunghi corridoi all'interno dei padiglioni. Quella fu davvero un'esperienza unica, un'esperienza (da fare assolutamente) che mi segnò per sempre. Potei rivivere in quel viaggio a ritroso nel tempo, nella storia e nella follia umana – sia pur in maniera infedele e sommaria – l'ansia e la potenza evocativa dei racconti con i quali mio padre (classe 1922) soleva intrattenermi da piccolo, nelle sere d'inverno, nel dopocena, per prepararmi ad affrontare i paradossi della vita, calandomi in prima persona nelle sue avventurose e tragiche esperienze giovanili. Esperienze legate agli orrori della guerra, visti dalla prospettiva di un ragazzo, di un militare combattente appena ventenne divenuto uomo forse troppo in fretta. Un ragazzo che per ben due volte fu vicino alla deportazione, e che riusci a scamparvi solo in seguito ad una roccambolesca fuga dal balcone di un ospedale grazie a robuste e bianche lenzuola ben annodate, e ad una vecchia bicicletta di fortuna provvidenzialmente raccattata in un campo.
Arbeit Macht Frei – "Il lavoro Nobilita l'uomo"
Ma digressioni storiche a parte, posso dire che il campo di concentramento di Auschwitz – uno dei tre campi principali del complesso concentrazionario polacco: il primo di una triade completata da Birkenau e Monowitz – svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale della questione ebraica". Inizialmente gli internati furono intellettuali e membri della resistenza polacca; in seguito vi furono deportati anche prigionieri sovietici, italiani, criminali comuni tedeschi, prigionieri politici, ma anche preti cattolici, mendicanti, prostitute, omosessuali ed altre categorie sociali giudicate "indegne" o "non onorevoli". Normalmente – a pieno regime – vi trovavano "sistemazione" circa 16.000 persone. Nel 1942 si raggiunse la cifra record di 20.000 prigionieri, accolti all'insegna del celeberrimo motto "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi): scritta beffarda che troneggiava – e tutt'ora presente – all'ingresso del campo, anche se per il vero numerosi studi provano che la maggior parte dei prigionieri e dei deportati ebrei non fu detenuta ad Auschwitz, in quanto distribuiti negli altri 47 campi.
La giornata della Memoria in Italia
Questi ed altri particolari sono stati ricordati e "riletti" stamane a Milano presso la Fondazione Museo della Shoah, in via Ferrante Aporti. Tra gli ospiti "d'eccezione" anche il professor Mario Monti, l'arcivescovo di Milano Angelo Scola, Silvio Berlusconi, il leader della Cgil Susanna Camusso e il leader della Lega Nord Roberto Maroni. Ma "memorie a parte" l'attenzione dei TG del giorno è stata concentrata interamente – ed in maniera del tutto gratuita e fuori luogo – su una "constatazione di carattere storico" di Berlusconi, il quale ha sostenuto come il vero e grave errore di Mussolini sia stato quello di aver varato le "Leggi Razziali" (compiacendo in tal modo l'alleato Hitler) pur riconoscendo la bontà di alcune politiche del governo fascista. Constatazione sacrosanta! Mussolini, infatti – è bene ricordarlo – pur tra mille paradossi e crimini, fu l'unico leader italiano capace di raggiungere il pareggio di bilancio – senza uccidere di tasse gli Italiani – malgrando l'imperversare della "Grande Depressione" del 1929 – e senza cedere alle pressioni imperialistiche anglofone che volevano minare la sovranità monetaria nazionale della lira, colonizzandoci proprio come – per contro – sta avvenendo oggi.
Polemiche fuori luogo
Ma la constatazione di Berlusconi ha innescato le futili e grottesche polemiche del teatrino della politica, a discapito – ancora una volta – della centralità del messaggio del giorno. E allora giù con le offese. "Berlusconi? Disgustoso!". E' stato questo il lapidario commento dei leader del Pd. "Quella di Silvio Berlusconi sul fascismo è una sciocchezza immane": è stata questa invece la pronta replica di Casini, intervistato dai falchi di Sky TG24.
Al di la del luogo comune – Una Riflessione d'obbligo
Ma chiacchiere e (inopportune) polemiche da campagna alettorale a parte, quel che davvero importa oggi non è tanto commemorare l'olocausto facendo passerella davanti alle telecamere di regime. Quel che davvero ci importa in questa giornata è indagare, riflettere e comprenderne a fondo i meccanismi, le responsabilità storiche e i protagonisti occulti che ruotarono intorno alla questione ebraica. Ciò al fine di individuare, uscendo da luoghi comuni e ricostuzioni storiche di comodo, il volto dei reali nemici della storia, accanto ai volti dei soliti noti.
Il Patto Segreto che gli Storici Censurano
Distrazioni mediatiche a parte, nella drammatica vicenda della Shoah vi sono tre aspetti poco noti ed inspiegabilmente sottratti alla lente d'ingrandimento della storia. 1) Il primo afferisce al collaborazionismo tra regime nazista e organizzazioni sioniste proteso a favorire l'espatrio degli ebrei tedeschi in Palestina; 2) il secondo consta nella consueta omertà ed indifferenza – da Primavera Araba, per intenderci – dell’Occidente verso i profughi ed i fuggiaschi ebrei anti-sionisti. In tal ottica, nella nostra ricostruzione, assumono un ruolo non secondario le teorie e le azioni di Theodor Herzl, ebreo fondatore del movimento sionista. Hitler sostenne con vigore il Sionismo e l’emigrazione ebraica dalla Germania alla Palestina dal 1933 al 1941. Questa politica portò al cosiddetto “Accordo di Trasferimento” noto (anzi poco noto) come Haavara.
L'Accordo di Trasferimento tra Hitler e Sionisti
L'accordo prevedeva per gli ebrei emigranti la possibilità di depositare il denaro ricavato dalla vendita dei loro oggetti personali e dei loro beni immobiliari, in un conto bancario "speciale". Un enorme processo di accumulazione che permise l'acquisto e l'esportazione verso la Palestina di attrezzi agricoli (Made in Deutschland) tramite la mediazione della compagnia ebraica "sionista" chiamata Haavara, con sede a Tel Aviv e con la piena collaborazione del Partito Laburista Israeliano. Tra i fautori e sostenitori di questo piano vi furono nomi molto noti come quelli dei futuri premier israeliani David Ben-Gurion e Golda Meir. Tra le prove storiche inconfutabili di tale accordo segreto e di tale patto, vi fu la coniazione di un'apposita medaglia commemorativa da pate del governo di Berlino. Una medaglia raffigurante – udite udite – su un lato la Stella di David (simbolo ebraico per eccellenza e simbolo dell'Attuale stato ebraico di derivazione sionista) e sull'altro lato la svastica nazista. Segno – tra l'altro -dell'attendibilità di quel piano mondialista-massonico di cui si parla nei famigerati e mitici "Protocolli di Sion".
Il Ruolo degli Usa e l'eloquente Silenzio degli Storici
3) L’ultimo aspetto poco noto ed inquietante riguarda infine il finanziamento dell'industria bellica nazista ad opera di personaggi di primo piano degli stessi Usa e di Prescott Bush (nonno e padre dei futuri presidenti Bush), massone in odore di Skull & Bones che fornì armamenti, acciaio e sostanziosi crediti finanziari ai nazisti, appoggiando nel contempo la causa sionista e la nascita di quello che sarebbe diventato di lì a poco lo Stato d'Israele. Stato nato dall'illegittima occupazione dei territori palestinesi. Non trovate il tutto davvero sconvolgente? Perchè nei libri rossi distribuiti nel Dopoguerra in Italia non vi è traccia alcuna di questo inciucio? Che rappoti vi sono dunque tra comunismo estremo, nazismo e sionismo? Che c'entrano in tutto ciò gli Usa? Come mai hanno curato la regia di tutto ciò, tramando su due fronti contemporaneamente? Per i conoscitori dei Protocolli, la verità appare forse più chiara, e queste prove storiche inconfutabili, messe l'una accanto all'altra ridisegnano tutti gli equilibri e la storia stessa del Novecento, aprendo scenari davvero sconcertanti ed oscuri. Scenari dominati da numerosi buattini e pochi burattinai scaltri e sanguinari. Come paradosale, d'altro canto fu la stessa Conferenza di Evian del 1938, nella quale i trentadue stati partecipanti si rifiutarono di avere un ruolo attivo nella diaspora, desistendo dall'ospitare i fuggiaschi ebrei (anti-sionisti) provenienti dalla Germania e destinati a morte sicura. Ma un altro indizio che puzza di complotto è rappresentato dal fatto che malgrado gli americani fossero stati a piena conoscenza del fatto che centinaia di migliaia di ebrei giacessero rinchiusi nei campi di sterminio fin dal 1942, malgrado i massicci inteventi aerei effettuati, le ferrovie per il trasporto dei prigionieri non furono mai bombardate. Come mai? Non sarebbe dovuto essere questo uno dei primi obiettivi militari degli "eroici statunitensi"? Dov'erano, ci chiediamo, le democrazie pluralistiche occidentali in quegli anni? Dove sono oggi dinnanzi alla "Shoah Siriana"? Cosa commemorano davvero molti leader occidentali, dinnanzi alle strazianti immagini di repertorio della distruzione del "Popolo Eletto"? A voi la risposta. Forse la verità che il cinema ed i libri occidentali hanno dipinto finora è solo il 10% di quel che è stato il reale corso dei fatti. Anzi, ne abbiamo le prove. (Approfondimenti – Vedi Video in allegato – tratto dal Libro "L'Asse Roma-BerlinoTel Aviv dello scrittore Andrea Giacobazzi).
Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
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