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Vignette su Maometto – Bene la libertà di stampa, ma non prestiamo il fianco agli avvoltoi del Nuovo Ordine Mondiale
Venerdì, Settembre 21st/ 2012
– di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile –
Europa / Francia / Parigi / Religione / Islam / Cristianesimo / Maometto / Profeta / Islamici / Musulmani / Stampa / Cinema / Libertà di espressione / Al Qaeda / Satira / Settimanale francese / Charlie Hebdo / Vignette / Scandalo / Violenza / L’innocenza dei Musulmani / Assolutismo / Fanatismo religioso / Sam Bacile / Stephane Charbonnier / Gerard Biard / Nuovo Ordine Mondiale / Norberto Bobbio / Complotto / World Trade Center / Twin Towers / 11 Settembre 2001 / Michael Moore / Giulietto Chiesa / Genocidio di cristiani in Nigeria
L'Islam e il fanatismo religioso che limita
la libertà di stampa o un complotto?
Le vignette su Maometto pubblicate dal settimanale
Charlie Hebdo costringono il governo Hollande
a blindare Parigi
Chiuse ambasciate, scuole e consolati francesi in 20 paesi
musulmani. Presunte reazioni violente di Al Qaeda:
L'esempio di Norberto Bobbio e l'Analisi di "Qui Europa"
sui pericoli degli scontri ideologici e degli
avvoltoi del NWO
Parigi – L’Islam, quello integralista, non rispetta le altre religioni e, ancor meno, la libertà di stampa e – più in generale – di espressione, tipica e ampiamente consacrata in diversi paesi europei! E' il nuovo "tormentone ideologico" autunnale che dalla Francia si è acceso e diffuso come un grande rogo alimentato dal caldo vento d'estate in tutto il Vecchio Continente, e non solo. E come se non bastasse – secondo molti osservatori internazionali – l'islam ripagherebbe questo gap di "libertà" con minacce, morte e distruzione. E' questo il quadro a tinte fosche e nebbiose che sembra prender vita di ora in ora in Europa, partendo proprio dalla "Ville Lumiére". Di certo non è il caso del celebre proverbio “occhio per occhio e dente per dente”, ma di certo lascia alquanto sconcertati il fatto che molti fedeli musulmani, a seguito delle pubblicazioni delle vignette ritenute “scandalose” che ritraevano Maometto in posizioni osè e divulgate dal settimanale francese “Charlie Hebdo”, non abbiano risposto a colpi di satira ma con minacce di morte. “Uccideremo i quattro ostaggi francesi rapiti in Niger che ora sono tenuti prigionieri nel Nord del Mali” avrebbe fatto sapere – almeno secondo reso noto una fonte non del tutto chiara – Al Qaeda, nella tarda serata di mercoledì, diffondendo non solo in Francia ma in tutto il mondo la paura dello scoppio di una vera e propria bomba islamica.
Odore di Al Qaeda – Puzzo di complotto?
Una cosa è certa però: quando in Europa e in Occidente – come in Iraq ed in Afghanistan – spunta fuori il nome di Al Qaeda, c'è sempre da storcere il naso, e non di rado escono fuori complotti ed intrighi degni dei miglio film gialli di più alta scuola. Vedi le vicende dell'emblematico ed ambiguo caso degli attentati al World Trade Center dell'11 Settembre 2001, e delle sconvolgenti verità emerse dalle dettagliete ricostruzioni ed "inchieste" di registi e scrittori del calibro di Michael Moore e Giulietto Chiesa. Documenti che hanno regalato visioni nuove ed inedite e spesso contrarie di fatti acclarati e forse giudicati troppo frettolosamente dall'opinione pubblica, sulle ali di informazioni mediatiche insufficienti o parziali. Non per fare i complottisti, ma è d'obbligo ascoltare tutte le campane prima di addivene a sentenze spesso ovvie ma non del tutto scontate.
Scuole e ambasciate francesi chiuse in 20 Paesi
La Francia frattanto trema, ed il governo Hollande ha provveduto alla chiusura – tra ieri ed oggi – di ambasciate, consolati e scuole francesi all’estero, in una ventina di paesi musulmani. Non bastava, a quanto pare, il polverone di polemiche e violenze alzato in tutto il mondo islamico dal film “L’innocenza dei Musulmani”, peraltro mai proiettato, girato (probabilmente) dall’imprenditore israelo–americano Sam Bacile, nel quale il Profeta Maometto veniva ritratto, in modo caricaturale, come un pedofilo amante del sesso e uomo “devoto a svariati crimini”.
Charlie Hebdo e la difesa di Charbonnier
A distanza di pochi mesi, cambia il mezzo di comunicazione – dal cinema si passa alla stampa – cambia il paese – dall’America si passa alla Francia – ma frattanto è l’Islam a dettare la propria legge spesso assolutista e – tra l’altro, pare – distruttiva della libertà. La morale cinematografica della pellicola, secondo quanto dichiarato dallo stesso regista, si poteva ricercare nella propria soggettiva interpretazione dell’Islam, definito da Bacile come “religione che predica l’odio”. Nella pratica, però, si è tradotta in un trasferimento lampo del regista in una località segreta al fine di garantirne l'incolumità fisica. La pubblicazione delle vignette incriminate, autorizzata dal direttore della rivista satirica francese “Charlie Hebdo”, Stephane Charbonnier, non è stata considerata un'espressione di libertà di stampa e di pensiero, ma un passo falso e azzardato: anche le istituzioni francesi, pur correndo ai ripari, riconoscendo il pericolo islamico e provvedendo a blindare la capitale transalpina per motivi di sicurezza, hanno "tirato i remi in barca" e, secondo quanto affermato da Gerard Biard – responsabile della redazione internazionale del settimanale satirico in questione – “Charlie Hebdo – a suo dire – è stato abbandonato e lasciato solo. Ci aspettavamo ben altro sostegno”, ha infine dichiarato Biard. In un paese in cui la libertà di stampa è all’avanguardia, forse Charlie Hebdo avrebbe dovuto ricevere maggiori manifestazioni di solidarietà e di difesa e tutela di un diritto sacrosanto che affonda le proprie radici in tempi lontani. Forse!
Un caso di Libertà?
Il governo francese ha, infatti, condannato la scelta della pubblicazione delle immagini del Profeta, privilegiando in larga parte il punto di vista musulmano e, in un certo qual modo, quasi legittimando – paradossalmente – le veementi proteste delle frange islamiche più estreme. “Non è più provocatorio del solito – ha dichiarato Stephane Charbonnier – tutto dipende da chi si ha davanti. Dipende da chi sono i lettori.” E se i lettori sono gli islamici, sarà meglio tacere? Ma questa – secondo molti osservatori internazionali – non è libertà!
L'imperdonabile pretesto
E' vero, non si può essere schiavi del silenzio, però forse – visti i precari equlibri esistenti nel Medioriente, i sanguinosissimi genocidi di Cristiani in Nigeria e i diversi focolai accesi in quasi tutti i continenti – è il caso di smorsare celermente i toni del caso, di fare magari le debite scuse e di non cadere nella trappola delle facili provocazioni indotte. E' da veri sciocchi, infatti, prestare il fianco a tali ambiguità in un clima già pesantemente compromesso e con gli avvoltoi del "Nuovo Ordine Mondiale" pronti ad approfittarne e ad iniziare strategiche guerre per controllare il mondo, magari col pretesto dello scontro tra religioni o della difesa dei diritti, come accaduto spesso in molte regioni del mondo e come ci insegna una grande mente come quella dell'indimenticato maestro Norberto Bobbio, nel magistrale libro "L'Età dei Diritti". Vedi Siria… e poi muori!
Maria Laura Barbuto, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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