Mali – Anche l’Italia dei Tecnici scende in campo per una Sporca Guerra d’interesse

Sabato, 19th Gennaio/ 2012

–  di Maria Laura Barbuto –

Mali, Italia in Guerra / Guerra in Mali: anche l'Italia scende in campo! – Una Guerra d'interesse / Esteri / Mali / Francia / Italia / Guerra / Terrorismo islamico / Economia / Interessi economici / Petrolio / Uranio / Hollande /

Mali – La Francia Trascina l'Italia in Guerra

Entriamo in Guerra alla Vigilia delle Elezioni

Dietro la scusa della battaglia contro il terrorismo

islamico si celano gli interessi francesi per il

petrolio, l'uranio e le terre rare:

un copione già visto!

Mali, una Guerra Nascosta

Bamako, Roma, Parigi – Proclamare la pace, il rispetto e la promozione della dignità umana attraverso la guerra, dichiararsi apertamente contrari alla battaglia e poi “attaccare per difendersi”: così la Francia del Presidente Hollande, sostenuta dall’Unione Europea, è scesa in campo in Mali nel (vano e subdolo) tentativo (diciamo così) di combattere contro il terrorismo islamico e sconfiggere (la nostra, ovviamente, è una considerazione del tutto ironica) una volta per tutte, la presunta “bestia nera” degli occidentali.  E adesso, anche l’Italia, tenuta al guinzaglio dagli cugini transalpini, per volontà dei tecnici in odore di Bilderberg Club e Commissione Trilaterale è decisa a fornire il suo contributo definito “indispensabile”.  Una guerra dalle dubbie motivazioni valide che  piuttosto e come al solito – cela interessi di tutt’altro tipo: l'ex colonia francese del Mali (ricchissima di "terre rare") si trova in una posizione geografica strategica tra Algeria, primo partner commerciale della Francia, e Mauritania, quest’ultima ricca di petrolio. Il Niger, invece, risulta importante per la Francia, perché la multinazionale Areva, impegnata nel campo del nucleare, è proprio da qui che estrae uranio impiegato nelle centrali nucleari francesi.

 Una scusa infame che non regge, eppure l'Italia è in Guerra 

Quella del terrorismo è, dunque, una scusa ormai vecchia, sentita e risentita. Eppure l’Italia l’ha data talmente tanto per buona, da offrire alla Francia “supporto logistico”. E così, alla vigilia delle elezioni politiche, entriamo in guerra. L’argomento sarà pane per i denti dei rappresentanti politici, oppure essi provvederanno  (per convenienza) ad evitare l’argomento della politica estera? 

 Un Sanguinario Pinocchio di nome Francois Hollande 

Intanto, Hollande rivuole indietro la sua popolarità, in forte calo a causa della crisi e, nonostante durante la sua campagna elettorale si fosse proclamato pacifista e avesse promesso il ritiro delle truppe francesi dall’Afghanistan, con “l’alba di un nuovo giorno" pare abbia cambiato profondamente idea e che abbia  “trasferito” le forze armate anche in Mali.  Per quanto sia vero che gli islamici stiano allargando il proprio raggio d’azione, avendo conquistato il potere in Egitto, Marocco e Tunisia e si stiano preparando al controllo della Siria (proprio dietro la regia dei signori della Guerra Occidentali, sulla scia di una folle ventata neocoloniale in odore di "Nuovo Ordine Mondiale"), della Giordania e della Libia (con la scusa delle falsissimne e strategiche "Primavcere Arabe") la sola motivazione della guerra dichiarata al terrorismo, "purtroppo", non regge affatto. L’Occidente si sta piegando definitivamente davanti al demonio “ denaro”, svendendosi per interessi economici  e privandosi, soprattutto, della propria tradizione ed identità.  Queste guerre organizzate non sono nient’altro che la decimazione di popolazioni innocenti ed iermi; lo spargimenti di sangue e di morte gravissima quant ingiustificata. E ci chiediamo ancora una volta: “la vita umana può avere un prezzo?” No, indipendentemente da tutto. Ma i tecnici fingono di non capire… per andare in guerra.

Maria Laura Barbuto (Copyright © 2013 Qui Europa)

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