Mali: il terrore oltre i confini nazionali – Iran in trappola

Venerdì, Ottobre 19th/ 2012

–  di Maria Laura Barbuto –

Esteri / Africa / Medioriente / Mali / Iran / Francia / Guerra / Nazioni Unite / Regimi / Shari’ a / Romano Prodi / Barack obama / Stati uniti / Unione europea / Pacchetto di sanzioni 

Mali: il terrore della guerriglia

varcherà i confini nazionali

Il Mal d’Africa di oggi: guerra e distruzione

L’Europa fa la morale e prende

provvedimenti contro l’Iran

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mali – La temuta minaccia dell’effetto domino della distruzione, della guerra e della morte che, oggi purtroppo, regna in gran parte dell’Africa (così come nel Medioriente ed in Siria), ha colpito anche la regione occidentale del Mali. Un’altra regione africana messa in ginocchio dalla volontà distruttiva dell’uomo e, purtroppo, pare che questa non sia destinata a rimanere all’interno dei confini nazionali ma, al contrario, si possa diffondere a macchia d’olio anche nei paesi limitrofi. Da marzo scorso, questa zona è diventata scenario di continui e sanguinosi scontri dei quali sono protagonisti forze militari, ribelli Tuareg e fondamentalisti islamici che si contendono il controllo del paese a colpi di violenze di tutti i tipi. La paura è il sentimento che prevale tra la popolazione e tantissimi cittadini hanno deciso di emigrare e stabilirsi in paesi vicini per tentare di salvare la propria vita. Un tentativo che per molti, anzi moltissimi, sarà vano: la guerriglia sarà esportata anche nei paesi confinanti e abbraccerà migliaia e migliaia di africani innocenti che saranno costretti ad accettare passivamente la morte ingiusta ed irrazionale. Oggi, sembra davvero che la vita umana valga nulla e che i diritti fondamentali dell’uomo viaggino su carri armati e aerei da guerra, che vengano lanciati come bombe a mano e disseminati nel terreno come mine antiuomo. Eppure, l’intero pianeta manifesta – a parole – in favore della pace, condanna la guerra e proclama il bene della collettività: in primis l’Europa e l’Unione uropea che nei fatti, però, rimangono a guardare, si riempiono la bocca di belle parole ricche di speranza e poi scendono in campo con fucili e cannoni, in altri territori, per farsi promotori di libertà accanto agli sciacalli della NATO. Contraddizioni di un XXI secolo da brivido.

 L'Africa Trema – L'arroganza dei padroni del Risiko 

L’Africa, intanto, trema e muore lentamente, colpita nel segno e distrutta dalle proprie tradizioni sociali, religiose e fondamentaliste. Condanne a morte per lapidazione, amputazioni ed esecuzioni di ogni genere sono immagini quotidiane che giungono dal Sahel, in “virtù” dell’applicazione della Legge coranica della “Shari’a”, usata e abusata, per giustificare questi crimini contro l’umanità. Intanto le Nazioni Unite decidono di parlare in italiano: Romano Prodi, ex presidente del Consiglio, è stato scelto nei giorni scorsi – come noto – come inviato dell’organizzazione internazionale proprio in Sahel al fine di operare per garantire il rispetto della civiltà. Ma a ben vedere, ed al netto della propaganda mediatica occidentale, il respiro democratico che ogni Stato si propone di regalare ai territori in cui i regimi hanno la meglio, sembra essere la scusa più corteggiata da diversi leader politici occidentali per giustificare l’invio delle proprie truppe in queste zone. Gli Stati Uniti del bombarolo Barack Obama, come sappiamo, in questo sono dei veri e propri maestri, ma anche gli europei sembrano averli presi a modello e volerli imitare a tutti i costi.

 Francia, Iran e Unione europea – una faccenda sporca 

Ben lo sa la Francia che, avendo compreso in modo lungimirante, che la situazione in Mali è pronta a degenerare, ha ritenuto opportuno, attraverso la voce del proprio presidente Francois Hollande, ipotizzare un intervento armato “mitigato” dal controllo tenuto dall’Ecowas e dell’Unione africana. Il nostro sarcasmo redazionale si rivolge in modo diretto e totale nei confronti di tutti gli Stati che pretendono di fare lezioni di democrazia e di dettare leggi di vita e tradizioni come “principio di facciata”, dietro il quale nascondono interessi enormi economici e di potere, colonizzazione e sottomissione di interi popoli ai propri tornaconti personali. Intanto, l’Unione europea fa la voce grossa con l’Iran e prevede un duro pacchetto di sanzioni nei confronti del paese al fine di colpire l’economia della Repubblica Islamica. L’obiettivo dovrebbe essere quello di indurre l’Iran a collaborare e sospendere il programma di arricchimento nucleare; ma in effetti quello dell'Iran ci sembra l'identico copione seguito dagli usa in Iraq, Siria, Afghanistan e via dicendo.

 Misure inique contro l'Iran – Durissima Segregazione 

Ormai questo è uno spettacolo che – malgrado le falsità deimedia occidentali – è sempre più palesemente ed incontrovertibilmente sotto gli occhi del mondo intero. Il nuovo pacchetto di sanzioni, il più duro di sempre, prevede la proibizione di tutti i trasferimenti tra le banche europee e le società iraniane, fatta eccezione solo in caso di aiuti umanitari, gli acquisti di cibo e medicine purchè preventivamente autorizzati, il congelamento degli asset di 34 aziende legate al regime ed il divieto assoluto delle importazioni di gas. A queste misure rigorosissime, si aggiunge anche il divieto di esportazioni verso l’Iran di materiali potenzialmente utili per lo sviluppo di presunti programmi nucleari. A far la morale son davvero bravi tutti, ma l’Europa, per giustificare interventi e sanzioni di tutti i tipi, è davvero maestra di invenzioni e fantasie. La guerra è morte e le armi non possono portare “pace”. Questo come mai prima d'ora è il momento della solidarietà e della preghiera. Che Dio ci assista!

Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

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