La Grecia a un passo dal collasso

Lunedì, Febbraio 18th/ 2013 –

– di C. Alessandro Mauceri – 

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La Grecia a un passo dal collasso

Ricorrere al baratto per sopravvivere 

Governo e Polizia denunciati per Crimini 

contro l'umanità a Strasburgo

Hellas - Hell

Atene – Kostas Tsapogas è un ex giornalista del quotidiano greco Eleftherotypia. Ha lavorato per ventitré anni per la stessa testata assieme a sua moglie. Poi è arrivata la crisi e nel dicembre del 2011 il giornale è stato costretto a chiudere, e lui e sua moglie a sopravvivere con i loro genitori che ricevono una pensione dimezzata (mentre i pensionati del Parlamento Europeo costano all’UE ogni anno quasi 1,5 miliardi di Euro).  “Tantissimi greci stanno lottando per mangiare, per riscaldare le loro case e per mantenere una parvenza di normalità, stiamo lottando perché la nostra dignità rimanga intatta e per evitare che la depressione prenda il sopravvento”. Eppure Kostas si ritiene fortunato perché suo figlio è riuscito ad andare via dalla Grecia e a trovare un lavoro all’estero: "stiamo perdendo una generazione di laureati altamente qualificati" è il suo allarme.

  Il Prezzo del "Salvataggio" – Ricorrere al Baratto per Sopravvivere 

Mentre in Italia si fa ancora (ma per quanto?) la coda per comprare l’ultimo modello di smartphone, uno dei problemi più gravi con cui deve fare i conti la Grecia è la mancanza di denaro per pagare il riscaldamento, il cui prezzo è salito alle stelle, a causa dell’eliminazione da parte del governo dell’agevolazione sul combustibile. E alcuni sono stati costretti a tagliare gli alberi davanti la propria casa per bruciarli e scaldarsi ….. Il 50% delle famiglie greche non riesce più a pagare tasse e bollette, il 90% non spenderebbe più soldi in vestiti e calzature (la gente ricorre al baratto per sopravvivere), il 50% di chi ha meno di 25 anni non ha un lavoro. Quanto ci vuole a capire che una situazione come questa potrebbe diventare da un giorno all’altro esplosiva? Agli Italiani l’eco di questo scempio arriva smorzata. Eppure, già un anno fa la Grecia era sull’orlo del baratro, l’Unione Europea e la BCE, forse per limitare i danni ai “signori” della finanza, avevano deciso di salvarla, ma avevano imposto vincoli economici, finanziari e sociali insostenibili. Oggi il Paese sta precipitando in un abisso. La Grecia sta morendo di fame, le ultime stime sui senzatetto parlano di 50 mila persone, impiegati, dipendenti della pubblica amministrazione, insomma il ceto medio, che, da un giorno all’altro si è ritrovato in mezzo ad una strada. Quello che sta avvenendo in Grecia è il prezzo che il popolo ellenico paga per aver accettato le condizioni imposte dalla BCE per il “salvataggio”, che, però, nonostante sacrifici e tasse, resta un miraggio. E, cosa ancora peggiore, la stessa autorità greca per le comunicazioni (ESR) ha chiesto ai media locali di non trasmettere immagini della miseria per le strade.

  Liberalità e Solidarietà contro Austerity e Usura di Stato 

La situazione della Grecia diventa, giorno dopo giorno, sempre più critica. In tutto il Paese proseguono manifestazioni di tutte le categorie per opporsi alle manovre “salasso” decise dall’Unione Europea e imposte dal governo. Causa scatenante forse la comunicazione del Ministero delle Finanze greco secondo il quale gli introiti nel mese di gennaio sono in netto calo. Secondo informazioni del Ministero, le entrate si sarebbero ridotte del 7% rispetto all’obiettivo fissato e del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La causa sarebbe la diminuzione delle entrate dell’Iva, calate per effetto della crisi che affligge tutti i settori dell’economia ellenica. Gli agricoltori hanno attivato una forma di lamentela pacifica davanti a una sede ministeriale ad Atene, distribuendo gratuitamente cibo per protestare contro gli alti costi di produzione. I coltivatori hanno chiamato a raccolta pensionati, indigenti e disoccupati per riempire i loro sacchetti di frutta e verdura, condannando, in modo pacifico, la politica di austerità e recessione voluta dal governo del primo ministro conservatore Antonis Samaras che aveva imposto di distruggere tonnellate di arance e limoni per calmierare i prezzi.

  Assalti a Traghetti – Assalti a Supermercati  

Anche i portuali sono sul piede di guerra. Solo che in questo caso il governo ha fatto ricorso alla forza sui moli del porto del Pireo e proprio mentre i Cinesi allungano sul Pireo le loro grinfie. I contadini delle isole, dal canto loro, hanno dato l’assalto ai traghetti per obbligarli a levare le ancore e non far marcire i prodotti raccolti dalle loro terre. Nel frattempo i marittimi hanno fatto sentire la propria protesta, indicendo uno sciopero generale e chiedendo gli arretrati e opponendosi alla riforma del settore, che potrebbe danneggiare irrimediabilmente la prima industria del Paese (in grado di generare il 16% del Prodotto Interno Lordo). Le misure di austerità rischiano di risvegliare la protesta anche di alcune categorie svantaggiate: istituti come il Pammakaristos, che ospita bambini e adulti affetti da disabilità mentale, con tutta probabilità, sarà costretto a chiudere. Ormai i cittadini assaltano i supermercati. E a farlo non sono banditi armati in cerca di denaro facile, ma gruppi di gente stanca e affamata.

 La Rivolta dello Yogurt  

Nei giorni scorsi 200 produttori agricoli, ex proprietari di caseifici, che, da padroni della propria azienda sono diventati impiegati di multinazionali straniere, si sono riappropriati delle aziende indebitate, hanno caricato i camion di circa 40.000 vasetti di yogurt e li hanno regalati alla popolazione andandoli a distribuire davanti alle scuole e agli ospedali. A queste iniziative pacifiche si stanno però aggiungendo iniziative più decisive: nelle ultime settimane le rapine sono aumentate del 600% rispetto a un anno fa. La polizia è intervenuta e pare che lo abbia fatto in modo estremo. Per questo motivo anche la sezione europea di Amnesty International, si è attivata e ha aperto un’inchiesta al termine della quale ha denunciato ufficialmente la polizia locale, il Ministero degli Interni greco e l’intero governo ellenico alla Commissione diritti e giustizia dell’Unione Europea a Bruxelles, chiedendo l’immediato intervento dell’intera comunità internazionale per evitare che la situazione peggiori.  Anche The Medical Society of Athens avrebbe mandato una lettera formale all’UE per richiedere un intervento immediato. La Grecia sta cedendo sotto il peso degli impegni assunti con l’Europa e con le banche, prima fra tutte, la BCE. E mentre ciò accade, i media europei tacciono e dimenticano di informare la popolazione (in particolare quella italiana, da molti considerata la prossima a subire le conseguenze delle politiche di austerity e di dipendenza dall’Euro imposte dai precedenti governi e dall’Unione Europea). Ma di questo i giornali italiani non parlano. Perché?

  La Grecia deve uscire temporaneamente dall'Eurogabbia  

Eppure lo stesso Hans Werner Sinn, (consigliere di Angela Merkel nonché tra i più importanti economisti tedeschi), insieme ad altri 50 economisti, tra cui Sir Moorald Choudry (vice-presidente della Royal Bank of Sctoland) ha presentato un rapporto sia al Consiglio d’Europa che alla presidenza della BCE che all’ufficio centrale della Commissione bilancio e tesoro dell’Unione Europea, in cui afferma che “la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall’euro, svalutando la loro moneta del 20/30%, pena la definitiva distruzione dell’economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come “tragedia umanitaria” e quindi cominciare anche a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”. 

 L'ammissione-beffa dell'FMI – Austerity male peggiore 

Daniel Leigh e Olivier Blancherd, del Fondo Monetario Internazionale (FMI), illustre membro di quella Troika (costituita da BCE,  FMI e UE) che sta distruggendo la Grecia, hanno pubblicato un documento dal titolo “Moltiplicatori fiscali ed errori nelle previsioni di crescita”. Nello studio vengono analizzati, dati alla mano, i casi di Spagna, Portogallo e Grecia. I risultati dello studio confermano che  il modello su cui si basa la politica d’austerity (lo stesso adottato in Italia dagli ultimi governi) è sbagliato nelle sue premesse, dal momento che l’austerity stessa, in tempi di crisi, è un rimedio peggiore del male perché ammazza l’economia. La contrazione dell’economia causata dalla politica di austerity produce una contrazione nei consumi, nell’occupazione e negli investimenti. Gli unici a beneficiare dello stato di crisi estrema generato dall’austerity imposta ai cittadini sono le grandi imprese e le multinazionali che possono così “banchettare” con i resti delle imprese locali distrutte dalla speculazione e dalle tassazioni esasperanti. Questo è quello che è avvenuto e che sta avvenendo in Grecia. Ma è anche quello che sta avvenendo in Italia e senza che nessuno  dei nostri politici, troppo impegnati nelle loro campagne elettorali per spartirsi la gestione del territorio, muova un dito. Non capiscono che, alla fine, così facendo, non resterà niente da spartirsi.

C. Alessandro Mauceri (Copyright © 2013 Qui Europa)

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