La Troika, la “Rerum Novarum” e il baratro Grecia: fantasmi del progresso e nuovi diseredati
Sabato, Marzo 17th/ 2012
Grecia / Troika / Fmi / Bce / Ue / Chiesa / Dottrina Sociale / Ripresa /Parti sociali / Massoneria / Capitalismo / Diktat / Neo-liberismo / 2013 / Crisi / Debito sovrano / Solidarietà sociale / Organizzazioni cristiane / Leone XIII
La Troika, la Rerum Novarum" e il "baratro Grecia": fantasmi del progresso e i nuovi diseredati
Prioritario tornare alla "Rerum Novarum": dignità umana di nuovo al centro dell'Europa
Francoforte, Bruxelles, Parigi, Atene – Nelle scorse ore la Troika ( Ue-Bce-Fmi ) nel suo rapporto sul nuovo programma di "aiuti" per la Grecia, ha rilevato il consolidamento della fase recessiva per il paese mediterraneo. Quindi, come facilmente prevedibile, la decantata ripresa non si avrà. Anzi, sulla scia del Paese, anche altri partner europei – Italia compresa – stanno pian piano barcollando sotto le pressanti e continue spallate del "dio-mercato", la nuova divinità europea, che – malgrado tutto – in secoli, i politeisti ellenici non avevano mai lodato o incensato. L'economia greca, dunque, continua a deprimersi, ed in prospettiva – è la stessa Troika ad ammetterlo – anche nel 2013 le cose andranno peggio. Qualcuno ha parlato – forse impropriamente – di "fuoriuscita dal cono d'ombra", qualcun'altro – forse più intellettualisticamente corretto ed onesto – di stagnazione o addirittura apocalisse e fine dello stato sociale, con una sorta di dittatura "finanziaria" che andrà avanti per vent'anni o forse più. Ma chi può volere la fine degli stati e l'annientamento delle sovranità nazionali? E a che prezzo? Basta aprire gli occhi per capirlo! Certo, il comunicato della Troika, quanto a fantasia, non sorprende più di tanto. Tutto continua a scorrere nel "rassicurante" solco del "politically correct" e del "rigore" (cioè del ripudio del deficit spending quale arma di crescita). Secondo Bruxelles, Francoforte e Parigi, infatti, meglio affidarsi al capitale privato. Ed ecco allora che la nota asserisce che, quanto alle sorti della Grecia, "la performance economica a medio termine dipende in modo cruciale dall'applicazione delle riforme concordate con la Ue": cioè, per l'appunto, fiscal compact, riforme interne al Paese (ma che riforme?) tagli, tassazione. Un vero e proprio commissariamento dunque. Ma non della politica o dei responsabili di punta dello sfacelo ellenico, ma piuttosto dei cittadini tutti, ad iniziare dalle classi meno abbienti. Certo, a sentire i proclami disinvolti sullo smantellamento dell stato sociale, da lassù Leone XIII starà sbiancando, chiedendosi magari che fine abbia mai fatto la sua "Rerum Novarum": vero e proprio manifesto assoluto dello sviluppo equo e solidale del Novecento, universalmente riconosciuto. Dovremmo piuttosto dire: l'isuperata "Rerum Novarum". L'originalità dell'enciclica che le nuove generazioni in gran parte ignorano (e buona parte delle vecchie generazioni finge di non ricordare) risiede nella sua straordinaria capacità di mediazione tra sociale ed economia. Leone XIII, infatti, ponendosi esattamente a metà strada fra le parti (imprenditoria e classe operaia) ammonisce i lavoratori a non invidiare o odiare i più ricchi, chiedendo nel contempo a questi ultimi di abbandonare lo schiavismo ed i diktat, cercando sempre l'accordo sociale. Accordo, che per natura non può ovviamente trascendere o prescindere dalla democrazia e dalla sovranità nazionale. In tal senso Leone XIII fu il primo a parlare di "associazioni miste di operai e datori di lavoro" (modello seguito con fortuna in Germania, ad esempio: ne sa qualcosa il grande sociologo ed economista Max Weber) e di "associazioni (o persone giuridiche) d'orientamento cristiano, incentrate sulla solidarietà, ovvero di organizzazioni non contrarie allo spirito cristiano e al bene pubblico". L'enciclica sarebbe un valido orientamento – a nostro avviso – anche per l'attuale crisi economica, che in fondo è crisi di valori: crisi del modelo capitalistico neo-liberista. Il Papa, infatti, espresse una condanna nei confronti del socialismo, della teoria della lotta di classe, della massoneria, preferendo la risoluzione delle controversie socio-economiche mediante l'accordo mediato tra Stato, Chiesa, impiegati e datori di lavoro. Ciò in maniera tale da garantire sempre la difesa dei più deboli: i veri ed unici martiri dell'attuale involuzione socio-economica che qualcuno spaccia per crisi economica, ma che è – ribadiamo – solo crisi di valori. "Le misere plebi, che mancano di sostegno proprio – recita l'enciclica – hanno speciale necessità di trovarlo nel patrocinio dello Stato. Perciò agli operai, che sono nel numero dei deboli e dei bisognosi, lo Stato deve di preferenza rivolgere le cure e le provvidenze sue" (Rerum Novarum, 29). Ma il rapprsentante Ue della Troika per la Grecia, Matis Mors, sembra ignorare o disconoscere completamente la profondità e l'attualità dell'enciclica. L'esperto nelle scorse ore ha spiegato che ''il monitoraggio europeo sulla Grecia sara' intensificato per controllare che non vi siano diveregenze dai target (o forse diktat) europei''. Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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Un grande saluto dalla redazione di “Qui Europa” a te e a tutti gli amici di Scranton, della Pennsylvania e degli Usa!! a presto!
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