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Junker e l’elezione degli dei illuminati
Giovedì, Maggio 29th/ 2014
– di Sergio Basile e Vincenzo Mannello –
Redazione quieuropa, Jean Claude Juncker, Matteo Renzi, Vincenzo Mannello, Sergio Basile, Unione europea, Elezioni 2014, PD, Commissione Trilaterale, Bilderberg Club. Governatore della Banca Mondiale dal a989 al 1995, Governatore del Fondo Monetario Internazionale, Martin Schulz
Junker e l'elezione degli dei illuminati
Tra i papabili alla Commissione Ue, Jean Cloude Junker
in poleposition
Tutti i retroscena sul destino della Commissione e sul futuro
delle politiche europeiste, da Roma a Bruxelles
di Sergio Basile e Vincenzo Mannello
Il cammino verso l'elezione
Bruxelles, Roma – di Sergio Basile e Vincenzo Mannello – Ieri è stata la giornata dell'analisi del voto da parte dei leader dei paesi Ue, Matteo Renzi compreso, nel vertice informale che ha avuto luogo a Bruxelles. Il principale obiettivo è stato quello di "scovare" tra i candidati (anche se la sensazione è quella che sia stato tutto già deciso) il "mondialista di turno" che occuperà il trono della Presidenza della Commissione europea, scelto tra una ristretta cerchia di eletti, illuminati. Scegliere, cioè, l'uomo che possa meglio incarnare l'ideale "europeista" di accentramento continenate di tutti i poteri e che possa accelerare più agevolmente la progressiva dissoluzione finale degli stati, col bene placido degli europarlamentari neo-eletti, com'è stato finora. In pratica trovare il personaggio (mai eletto dai popoli europei, ma "eletto dall'alto") cui dare pieni poteri in tutti i settori dell'economia e del sociale, stile soviet.
Jean Claude Junker – Un nome nuovo per l'Europa che avanza…
Il nome che circola in poleposition è quello di Jean Claude Juncker, già Presidente dell'Eurogruppo, nonché autorevole membro della Commissione Trilaterale e assiduo frequentatore del Bilderberg Club. L'internazionalista Junker – governatore della Banca Mondiale dal 1989 al 1995 – assunse nel 1995 la responsabilità di Governatore dell'FMI (Fondo Monetario Internazionale) e di Governatore della BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo). La candidatura ufficiale alla guida della Commissione è stata decisa lo scorso 7 marzo 2014, durante il Congresso del PPE (Partito Popolare europeo) che ha avuto luogo a Dublino in Irlanda. Il lussemburghese Junker, in tal sede, ha avuto la meglio – ai punti – sul commissario uscente al Mercato Interno, il francese Michel Barnier: quello, per intenderci, dell'obliato "pacchetto Barnier" antirating, cioè colui il quale fu costretto dalle pressioni dell'opinione pubblica prima a porre in essere un pacchetto urgente di misure atte a delegittimare la criminosa azione delle agenzie di rating nel far affondare gli stati in un oceano (ancor più sterminato) di debiti, a botta di voticini. Salvo, subito dopo, ad accantonarlo: quel famoso dì… Barroso non si presentò alla riunione, perchè impegnato in problemi più grossi…. (?).
Un tuffo nel recente passato – Scelte strategiche della Commissione
L'immobilismo della Commissione europea, in quel lontano 2011, minò e fece saltare le sovranità costituzionali degli stati ex-sovrani, al fine di compiacere le banche di riferiemento delle stesse agenzie e imporre ancor più lo status quo della nuova classe dominante liberal-socialista. Vi chiederete: che fine ha fatto un pacchetto così importante? Gettato nel dimenticatotio, cari amici lettori, sotto un dito di polvere in qualche cassetto della scrivania di Barnier! Ma di questo la stampa di "destra", sinistra e "centro" ovviamente non parla… In effetti parlarne è sconveniente per il sistema. Ritirare fuori certi argomenti, a distanza di tre anni, potrebbe acccendere negli Italiani la fiammella della speranza e del raziocinio ed indurli magari a pensare che anziché subire tre golpe (o colpi di stato "tecnici") consecutivi, forse sarebbe stato meglio pretendere il taglio dell'albero marcio del rating fin dalle radici, semplicemente delegittimando il meccasismo infausto rating/spread. Ce n'erano e ce ne sono tutti i presupposti oggettivi e legali. Quali sarebbero state le conseguenze dell'applicazione di questo pacchetto? Semplice: il venir meno degli alibi funzionali a tre colpi di stato; il risparmio di poco meno di 80 miliardi di euro all'anno – senza uccidere di tasse oltremodo gli Italiani – e la salvezza di migliaia di imprese italiane dalla svendita e dal fallimento, tra le quali un centinaio di multinazionali di prima fascia.
Il punto di svolta
Insomma, visti gli scenari, Junker o Martin Schulz (candidato dei socialisti) poco importa… Tanto saranno sempre i soliti iniziatori dello sfacelo europeo a decidere il destino – quello economico e s0cio-economico – di 530 milioni di europei. Almeno fino a quanto non ci decideremo a cambiare registro, ad uscire dalle ideologie social-comuniste e liberal-capitaliste (che poi, a a ben vedere sono le medesime ricette… Le medesime minestre riscaldate e proposte in forme diverse, da tre secoli a questa parte) e a smetterla di delegare la protesta al pagliaccio di turno…
Il finto scontro
Cosa accadrà ora? Che direzione prenderà l'UE? Si andrà verso il finto scontro tra due istituzioni: il Consiglio, che difende il suo potere quasi assoluto su tutte le decisioni che riguardano assetto e funzionamento dell'Unione, e il Parlamento, difensore del Trattato di Lisbona e costituito da fedelissimi alla causa europeista, accanto a qualche dissidente strategico, messo lì giusto per alimentare il finto dualismo: alterco storicamente necessario per poter parlare ancora di "scontro democratico" e continuare a coltivare l'orto delle utopie. Infatti la stessa Marine Le Pen nella conferenza stampa tenuta a Bruxelles, nelle ultime ore, ha ribadito il concetto che "bisogna impedire ulteriori accentramenti", senza dire una parola – tuttavia – sul fatto che l'attuale commissariamento di tutti i settori della vita dei cittadini e delle imprese è già di per sé eccessivo ed inaccettabile. E senza per altro dire una parola sulla necessaria ed irrinunziabile emissione a credito della moneta (e non a debito)… Vero problema della cosiddetta crisi (vedi qui – Inganno monetario – La Consapevolezza del bene e le chiavi del Regno). Ma ovviamente, come pochi francesi ed europei sanno (perchè davvero pochi hanno l'abitudine e la compiacenza di leggere i programmi elettorali) ciò non era neppure nel suo programma… Quindi temiamo che mai la cara Marine Le Pen (e soci) potrà (potranno) giungere all'implementazione di queste linee operative.
Le nuove cariche potrebbero essere decise a fine giugno
Per ora, pare di capire che si andrà avanti per forza di inerzia, e che lo stesso Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy – che dovrà aspettare la definitiva formazione dei nuovi gruppi politici – non si muoverà fino al prossimo 24 giugno. Tutto potrebbe essere rimandato, a questo punto, al vertice dei prossimi 26 e 27 giugno. In tal sede sarà ufficializzato anche il nuovo – finora inutile – Alto Rappresentante della Politica Estera (vedi qui tre esempi molto eloquenti della sua inutilità – 1) ONU, Siria, Iran – Tra Diplomazia e Doppiopesismo 2) Siria, Ribelli Massacrano Civili Curdi. Gli “Amici della Siria” Tacciono! Vergogna UE 3) Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità) il nuovo Presidente del Consiglio ed il nuovo Presidente dell'Eurogruppo.
La situazione in casa nostra
Ma come si giunge a tali scadenze? Qual è la situazione in casa nostra? Un dato è inequivocabile, poiché certificato: il 57% degli europei non ha votato, e tale trend è (più o meno) stato rispettato anche in Italia. Perciò ancora una volta è mancata la legittimità politica della stragrande maggioranza dei cittadini. I commissari uscenti di Bruxelles, gli euro-spalleggiatori uscenti di Strasburgo, Junker, Schulz, Renzi, Merkel, Le Pen, Tsipras, Farage (l'indipendentista di convenienza funzionale agli interessi speculativi della City of London) e Grillo sono "tutti assieme" espressione di una robusta minoranza della volontà popolare. Piaccia o meno al regime mediatico UEista che ci opprime con informazioni false e manipolate. Grazie alla – più o meno – libera informazione di internet questa verità incontrovertibile viaggia lo stesso sul web ed è sotto gli occhi di tutti. RadioTiranauno, megafono ufficiale del Renzismo trionfante, martella con dati ed interviste aventi un solo protagonista: Renzi, Renzi e ancora Renzi, il moderno "Cesare" dell'UEismo italiano. Dal suo punto di vista fa pure bene, il putto fiorentino: ha fatto strage di grillini e forzisti raccogliendo quasi il pieno dei voti e divenendo il rappresentante del primo partito "socialista" a Bruxelles. Peccato che tutte le analisi non tengano conto della realtà: oltre la metà degli Italiani – per l'appunto – non ha votato! E, per inciso, se sommiamo agli astensionisti, il voto dei cosiddetti "euroscettici" e le schede bianche e nulle, risulta evidente come proprio questa Europa e chi l'ha governata e governerà, non rappresenta gli europei.
L'accordo e il patto tra i cittadini italiani
Fatto sta, che a Bruxelles gli UEisti si metteranno d'accordo lo stesso e continueranno a massacrare i popoli d'Europa con la politica del rigore e dell'usura legalizzata che porta euro e proprietà espropriate in massa a banche e affaristi, premiando burocrati, politici e media allineati. Ma una massa enorme di europei, la maggioranza assoluta astensionista, incomberà sul loro operato. Se e quando questa forza troverà rappresentanza politica e maturerà una nuova consapevolezza e cultura finanziaria, monetaria e storica per ribellarsi davvero alla dittatura UE, ne vedremo delle belle. Dove e con chi lo scopriremo solo con il tempo e dipenderà da ciascuno di noi: dal tempo che vorremmo distrarre dalla nostra routine quotidiana e dedicare all'incontro ed al dialogo su questi grandi temi con i nostri vicini.
Sergio Basile, Vincenzo Mannello (Copyright © 2014 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
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