Grillo, Vespa e lo Zoo della Disinformazione

Martedì, Maggio 20th/ 2014

di Sergio Basile e Vincenzo Mannello –

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Grillo, Vespa e lo Zoo della Disinformazione

Dal referendum fittizio sull'euro, al reddito di cittadinanza

emesso a "debito dei cittadini".

Ecco come il sistema conserva sé stesso e crea illusioni

di massa… porta a porta.

 

di Sergio Basile e Vincenzo Mannello

porta a porta - vespa - grillo

 Grillo, Vespa e lo zoo della Disinformazione di massa                                  

Roma – di Sergio Basile e Vincenzo Mannello – Scriviamo in merito allo speciale di  "Porta a Porta", con ospite d'onore il leader dei pentastellati, trasmissione andata in onda nella serata di ieri sulla rete di stato-regime ammiraglia: Raiuno. Certamente ognuno avrà elaborato una propria personalissima analisi dei messaggi passati. Beh una cosa è certa: dopo quanto visto e sentito, non si può tacere! Basta prendere in giro con cotanta spavalderia, decine di milioni di Italiani, in buona fede! E il riferimento – non casuale – è a quelle centinaia di migliaia di italiani (vessati e umiliati) che, malgrado tutto, credono ancora nel verbo (della "verità") incarnato nel Salvatore della Patria del momento, Beppe Grillo. Ma entriamo nel vivo dei fatti.

 Due questiti, due mezze verità, due confusionarie strategie                      

A noi Grillo, nella serata di ieri è parso alquanto sotto tono, incalzato da un Bruno Vespa apparentemente dotato di un robusto pungiglione. Un pungiglione pronto a colpire, ma non a neutralizzare l'avversario ed a paralizzarlo con l'arma della verità… con una buona dose di veleno. Per molti, probabilmente a ragione, si è trattato, come al solito, di uno strategico gioco delle parti: il conduttore ha infatti piazzato domande e valutazioni alle quali il Grillo parlante (anzi strepitante) non ha di fatto risposto, lasciando molti telespettatori sospesi in una dimensione di incertezza e confusione. Ma – come vedremo – le mezze verità e le conclusioni dei due protagonisti, sono state davvero eloquenti e rivelatorie. Lo spunto per la nostra analisi ce l'hanno dato, in particolare, due domande che il conduttore ha esposto all'ex-comico: la prima sul destino e la portata del celeberrimo referendum sull'euro (punto forte del programma grillino); la seconda sulla bontà e sulla consistenza dell'illusorio ed impalpabile "reddito di cittadinanza grillino" (ovviamente emesso "a debito" e distante anni luce da quello contemplato ed elaborato con cognizione di causa – dopo oltre 35 anni di studi giuridici e monetari – dal grande professor Giacinto Auriti). Un reddito di cittadinanza, quello del politico-comico, molto simile a quello che potremmo definire "l'aborto di cittadinanza" tirato fuori qualche settimana fa da Matteo Renzi e del quale abbiamo abbondantemente parlato evidenziandone le profonde incongruenze debitocratiche (vedi qui – Renzi DEF – Reddito di Cittadinanza Bufala).

porta a porta - vespa - grillo

 Alcuni recenti autogol e palesi limiti del grillismo…                                      

Queste, le chiavi di volta che hanno messo in luce – ancora una volta – i limiti del Grillismo, per altro già ben evidenti in questioni come l'accettazione e legittimazione di armi di "distruzione di massa" come gli eurobonds (vedi qui – Ecco perché non voterò il Movimento 5 Stelle alle elezioni europee); la scelta di campo sull'abolizione del reato di immigrazione clandestina (vedi qui – M5S, Kalergi & Co – In Italia non esisterà più il Reato di Immigrazione Clandestina);  o l'autogol clamoroso afferente alla deresponsabilizzazione (civile) diretta dei giudici a livello processuale  (vedi qui – La Sinistra e il M5S Salvano i Magistrati dalla Responsabilità Civile Diretta). E giusto per citare alcuni esempi…

 La questione del referendum sull'euro                                                              

"Referendum sull'euro!" Questa la promessa, anzi la pseudo-minaccia levata dalle bianche ed accomodanti poltrone di "Porta a Porta" dal Capo dei 5 Stelle."Ma dai, Grillo, sai bene che non si può fare!": questa la  secca replica – come da copione – del cerimoniere costituzionale e co-garante del "sistema", Bruno Vespa. Ma a ben vedere Vespa, questa volta dice proprio il vero… Qualcuno penserà… O forse no? Ha ragione il Brunone nazionale, e Grillo è sembrato prenderne atto. L'ospite pentastellato, infatti, è andato in apnea e come per magia ha trasformato il referendum in una consultazione online.

porta a porta - vespa - grillo

 Intorno al presunto "reddito di cittadinanza"                                                  

Stessa cosa, tralasciando tutti gli altri argomenti trattati, per la delicata questione del reddito di cittadinanza. Grillo ha ribadito la bontà dell'idea; ha poi altresì tentato di spiegare – a suo modo – come esso non rappresenti una forma di "assistenzialismo", ma un sostegno etico e pure pratico a quanti (tantissimi) si trovano in difficoltà momentanea. Ma il suo ragionamento – come detto – è restato sospeso a mezz'aria. Cioè tra l'aria fritta e lo sterile campo delle illusioni. Una "sospensione" disarmante ed imperdonabile, per l'uomo di punta della cosiddetta "riscossa" anti-casta.

 L'illusionista e l'arte del camaleonte                                                                  

Ovviamente il Grillo parlante ha nascosto – come suo solito – il cuore del problema. Ha omesso cioè di dire (cioè confessare) che senza la realizzazione della teoria della "proprietà della moneta del professor Giacinto Auriti" (snobbato ed incomprensibilmente sminuito in più occasioni dallo stesso Beppe Grillo – vedi giù il video in allegato) il presunto "reddito di cittadinanza" (così come contemplato dalla coppia cara al mondialista ed americanista Enrico Sassoon, Grillo-Casaleggio) è e resta una grossa bufala, degna delle più vaste e verdi praterie americane. Vespa, per contro, ha insistito al alimentare ad arte il simpatico siparietto, obiettando l'irrealizzabilità della proposta grillina. Ma ciò – badate bene – non sulla base del presupposto oggettivo rilevato da Auriti (e cioè della contestuale e ovvia crescita indotta del livello del debito pubblico nazionale: grandezza economica che senza l'emissione a credito della moneta sarebbe destinata a crescere ancor di più, verso l'infinito, e senza – per altro – risolvere assolutamente "nulla") ma adducendo una motivazione davvero povera: "l'impossibilità di trovare i 15 miliardi necessari alla fattibilità della proposta". Dimenticando 1) che il sistema crea il danaro dal nulla e senza alcuna riserva aurea a garanzia; 2) che gli euro che non tornerebbero ai conti, sono puntualmente e "sapientamente" distratti dal regime al potere e fatti confluire direttamente nelle casse delle banche, per ripagare i banchieri del frutto del loro duro lavoro: l'immorale speculazione ai danni dei popoli, sui titoli di stato del debito pubblico.

 

GRILLO SMINUISCE AURITI SUL SIGNORAGGIO

 

 

 

 L'insistenibile leggerezza.. di Vespa                                                                   

Bruno Vespa ha dunque sostenuto l'impossibilità della realizzazione della proposta d'integrazione reddituale grillina, sulla base della mancanza di fondi. Anche questo è, fondamentalmente, vero… Obietterà qualche lettore. O no? A ben vedere anche questo è inconfutabilmente falso! Ma diventa automaticamente vero (nel famoso "gioco delle parti" al quale facevamo riferimento all'inizio) almeno per chi non si pone – sia pur minimamente – il macroscopico problema dell'inganno della moneta-debito: e cioè del debito pubblico auto-rigenerante fin dall'emissione; nonché di un sistema bancario capace – in maniera illegittima e fittizia – di creare denaro dal nulla. Quindi a mancare – evidentemente – non sono i fondi, ma la volontà reale di trasformare i cittadini, da debitori in creditori del loro stesso denaro. Quanti fondi da destinare allo sviluppo e all'occupazione potrebbero crearsi rinunciando a pagare circa 100 miliardi di euro all'anno di soli interessi sul debito ai banchieri privati! Non trovate?

porta a porta - vespa - grillo

 Il "Ciclo di Jefferson" che Vespa e Grillo dimenticano                                  

Siamo, dunque, dinanzi ad un sistema economico-bancario capace, parimenti – seguendo le regole precise esposte dal Presidente Jefferson nel suo omonimo "ciclo" – di ingenerare crisi economiche contraendo l'offerta di denaro attraverso la rarefazione monetaria e facendo, in tal guisa, venir meno quelle risorse necessarie al finanziamento e al funzionamento dei servizi pubblici  essenziali. Crisi fittizie alle quali accompagnare opere di rastrellamento della ricchezza pubblica e privata con l'alibi di ripagare un debito inestinguibile; salvo poi – a lavoretto concluso – tornare ad espandere la stessa offerta monetaria (fase di espansione monetaria del "Ciclo di Jefferson"), per ricominciare il gioco al massacro e riattivare la produzione per meri fini tornacontistici. Riattivare, cioè le illusorie e vane speranze di benessere e sviluppo dei cittadini… Fermo restando il perdurare di sedimenti perenni e tracce profonde all'interno del substrato socio-economico. Tracce che – come confessò lo stesso Mario Monti (vedi video in allegato) – non possono essere più cancellate: "quando una crisi sparisce – dichiarò con disarmante nonchalance Mario Monti nel 2011 – rimane un sedimento, perchè si sono messe in opera istituzioni, leggi, ecc.. per cui non è pienamente reversibile". Ma ovviamente questi meccanismi Grillo e Vespa (da servi del sistema qual sono) non possono spiegarli… E continuano a recitare i loro patetici e speculari ruoli.

 Sull'ignoranza dell'italiano medio                                                                       

Alla luce di quanto asserito, un dato sembra chiaro: questo sistema, questo tipo di Stato partitocratico e liberal-capitalista (nonché social-comunista) mai e poi mai consentirà l'emissione di un reddito di cittadinanza a credito a vantaggio dei cittadini. Esso – qualora un giorno fosse attuato concretamente da questa partitocrazia unita e solidale al potere – resterebbe, pur sempre, uno strumento debitocratico, per ripagare e sostenere il quale i cittadini si vedrebbero abbeditati dallo stato, sulla loro posizione personale, nuove tasse ed imposte. Perciò è il solito cane che si morde la coda. La solita abissale presa in giro, che gioca sull'ignoranza dell'italiano medio. Quanto al referendum, abbiamo detto in altre sedi come esso sia un'ennesima bufala grillina, l'ennesimo palliativo per accattivarsi le simpatie del popolo, catalizzando i soliti voti di protesta. Sinceramente, nulla di più! Infatti abbiamo ribadito già in altre sedi (vedi qui – Ecco perché non voterò il Movimento 5 Stelle alle elezioni europee ) l'inutilità del referendum sull'euro. Per meglio chiarire il concetto, riprendiamo un articolo (di Daniele Di Luciano) pubblicato su "Qui Europa" lo scorso lunedì 7 Aprile, riproponendone di seguito uno stralcio, che ci ricorda cosa si intende davvero per "referendum consultivo", onde evitare di finire risucchiati nel vortice della disinformazione di regime.

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 Cos'è un Referendum Consultivo?                                                                      

Cos’è un referendum consultivo? Ce lo dice Wikipedia, che citiamo: "I referendum si possono distinguere in base al tipo di scopo… Quelli consultivi mirano a sentire il parere popolare circa una determinata questione politica (mera richiesta di parere legalmente non vincolante quanto alla decisione successiva)". Capito? Un referendum del genere non vincola in alcun modo le decisioni che verranno prese dal governo. Ciò significa che se anche la maggioranza degli italiani votasse per la non permanenza nell’Euro, l’Euro potrebbe benissimo continuare ad essere la moneta dell’Italia. Praticamente non serve a nulla. È una specie di sondaggio che potrebbe essere attuato comodamente sul web o in qualsiasi altro luogo.

 La domanda nasce spontanea!                                                                              

Perché mettere un sondaggio inutile al primo punto di un programma per le elezioni europee? Non si capisce. …O forse sì? Cercando in rete ci siamo imbattuti nel blog di Bruno Aprile sulla Democrazia Diretta. In un articolo del marzo 2012, che ovviamente non si riferisce al programma del Movimento 5 Stelle, l’autore scrive, a proposito dei referendum consultivi: "allo stato attuale, quindi, tale referendum [consultivo] non è solo una presa in giro, ma è totalmente inutile e dispendioso e sarebbe di utilità ai soli rappresentanti eletti per farsi propaganda come hanno sempre fatto con i referendum abrogativi nazionali". (vedi fonte giù)

 

 

 

 

 

 Il Grillo inibitore di coscienze                                                                               

Ma, sempre nella serata di ieri, il finale del confronto a "Porta a Porta" è stato ovviamente il pezzo migliore del teatro grillino. Come si dice: "un pezzo di teatro a 5 stelle". Grillo non ha resistito alla tentazione di trovar nuova legittimazione nazional-popolare (visti i numerosi pentiti che stanno abbandonando il "Movimento") buttandola ancora una volta in "politichese"; ritornando cioè sul fittizio alterco tra destra e sinistra. Ma non erano – per il Movimento 5 stelle – concetti ideologici superati e speculari l'uno all'altro? Grillo ha infatti rivendicato il suo ruolo prezioso e determinante nell'aver impedito la nascita di formazioni "naziste" in Italia, citando – per contro – quanto accaduto in paesi europei come  Grecia, Olanda, Ungheria, Germania, Finlandia e Francia: paesi nei quali – secondo Grillo – si agiterebbe minaccioso lo "spettro" del nazismo. Ovviamente guai a pronunziare la parola "comunismo"… Quello sembra svanito nel nulla… con la semplice caduta di un "Muro" nel 1989… O almeno così si suppone! Ma evitando di franare sul solito, infruttuoso ed inutile dualismo ideologico tra braccia armate (comunismo e nazismo) storicamente facenti capo alla medesima ideologia criminale (il nazional socialismo di stampo massonico) Grillo, nel suo tentativo di rispettare il "copione" del momento, ha indirettamente ammesso una verità: l'assoluzione personale e diretta all'importante e strategico ruolo di freno inibitorio della protesta nazionale e – aggiungiamo – della consapevolezza politica e storica nazional-popolare, al netto di ogni inquinamento ideologico. Egli ha dimostrato, così facendo – utilizzando tra l'altro argomenti illusori, parziali e fittizi, come quelli analizzati – di essere un ingranaggio essenziale del sistema, funzionale allo stesso per reinventarsi e sopravvivere.

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 La consapevolezza che manca                                                                               

Alla luce di queste riflessioni; dell'attuale desolante panorama politico e partitico; nonché alla vigilia di queste elezioni europee, un'altra questione appare chiara ed inequivocabile: non è dalle urne che giungerà il cambiamento, né dalle piazze! Piuttosto dall'acquisizione di una nuova cultura finanziaria, monetaria, storica, morale e spirituale che possa creare negli Italiani quella spina dorsale – robusta, matura e non violenta – necessaria affinché essi rinunzino ad attaccarsi ai primi carrozzoni di protesta che passano ed imparino a ragionare con la propria testa, comprendendo le reali ragioni di questa truffaldina "crisi"

Sergio Basile, Vincenzo Mannello (Copyright © 2014 Qui Europa)

Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com

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