Siria: la posta in gioco
Martedì, 17 aprile / 2018
– di Maria Antonietta Carta –
Redazione Quieuropa, Siria, Attacco, Mediterraneo, Usa, ONG, pretesti e strategie
Siria: la posta in gioco dietro
l'ipocrita invasione
Retroscena e possibili scenari dietro la
battaglia di Ghouta
di Maria Antonietta Carta
L'invasione e la solita ipocrita indignazione
Damasco – di Maria Antonietta Carta – L’ennesima denuncia pretestuosa, secondo un collaudato copione, di un attacco chimico attribuito al governo di Damasco da parte delle solite organizzazioni non governative finanziate da Paesi occidentali – puntuali all’appello i famigerati White Helmets, cinici terroristi camuffati da angelici soccorritori – è stata accolta dalla stampa mainstream con la
solita ipocrita ‘’indignazione’’
volta a farci digerire la volontà imperiale
di sbranare definitivamente la Siria.
Gli USA, dopo la "sconfitta" del cosiddetto ‘’Stato islamico‘’ e la riunione ad Ankara lo scorso 4 aprile tra i leaders di Russia, Turchia e Iran, paventando l’estromissione dal teatro siriano, annunciano bombardamenti con la giustificazione appunto di punire Damasco per l’attacco chimico. Così le avvisaglie di un conflitto bellico fuori dall’ambito territoriale in cui ha avuto origine sembrano incombere su un Mediterraneo sempre più invaso da navi da guerra, portaerei e sottomarini provenienti da ogni direzione per una folle partita a scacchi dalle incalcolabili conseguenze.
Posizione dell'Italia: appendice di Washington
E l’Italia? L’Italia, come d’altronde la Francia, non ha più alcuna politica estera. È solo un'appendice di Washington, e
lo dimostrano i nostri politici,
che per far parte del futuro governo devono giurare fedeltà indefettibile
all’impero ed alla NATO suo braccio armato,
nonostante un’economia depauperata da decenni di ‘’crisi’’ e guerre ‘’umanitarie’’
a partire dalle guerre jugoslave, quelle dell’area mediorientale e africana, da embarghi imposti a destra e a manca – che sono un’altra forma iniqua di belligeranza contro i popoli – da spese militari sempre più esorbitanti e soprattutto dalla follia di una guerra che, partendo dalle coste siriane, rischia appunto di sconvolgere l’intera area mediterranea. Di chi la colpa se il Mediterraneo diventa sempre più simile a un vulcano in eruzione? chiede, retoricamente, l’autore del seguente articolo: conoscitore profondo di fatti mediorientali e di geopolitica, notoriamente non proprio simpatizzante del governo siriano ma eticamente e razionalmente avverso alla guerra contro la Siria. Intanto, anche oggi, la Siria e il suo popolo subiscono l’ennesimo scellerato sacrificio sull’ altare in cui si celebra l’ingordigia di vecchi e nuovi imperialismi.
Nota storica
Nel 27 a.C., Roma comprende, come anteriormente Alessandro Magno, l’importanza strategica della Siria, crocevia dei tre mondi. Dal suo territorio si poteva controllare la Giudea, inviare spedizioni armate contro l’Egitto, contenere l’avanzata delle tribù dall’Arabia e avere una finestra aperta sull’Asia. L’Eufrate era fondamentale per le sue mire espansionistiche in quanto permetteva il controllo di Parti e Sasanidi. L’eterna e complessa ‘’Questione d’Oriente’’- che si perpetua fino ad oggi e vede sempre la Siria al centro delle brame universali – nelle relazioni tra il mondo occidentale-marittimo e l’Asia, ha origini remote. Per esemplificare al massimo, diremo che rimonta almeno al III-II millennio a.C., con le lotte per il dominio di Siria e Canaan prima tra L’Egitto e la Mesopotamia, poi tra i popoli dell’Asia Minore e, nel I millennio a.C., tra il mondo greco-egeo e l’Iran. Per non parlare dell’epoca delle Crociate (ricordo tra le tante la battaglia dell’Ager Sanguinis, nell’attuale provincia di Idleb, chiamata anche battaglia di Sarmada, avvenuta il 28 giugno 1119 tra l'esercito del Principato d'Antiochia, comandato da Ruggero di Salerno e l'esercito di al-Ghazi, governante di Aleppo) e dell’epoca ottomana…
Maria Antonietta Carta
http://oraprosiria.blogspot.com/2018/04/siria-la-posta-in-gioco-dietro-la.html
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