Sabato, Agosto 24th/ 2013
– L'Approfondimento di Sergio Basile – Redazione Qui Europa –
Sabato, Maggio 24th/ 2014
– di C.Alessandro Mauceri e Sergio Basile –
Redazione quieuropa, Mario Monti, Fiscal Compact, rapporto deficit/PIL, accordi di Maastricht, Prodotto Interno Lordo, Istat, Enrico Giovannini, Sistema dei conti nazionali (Sec), Sec2010, Eurostat, C.Alessandro Mauceri, Sergio Basile, Ezra Pound, Bob Kennedy, discorso sul Pil, Medioevo, professor Massimo Viglione
L'Inversione tra bene e male – Prostituzione, Droga
e Alcool diventano "Ricchezza Nazionale"
Come la casta europeista sta perfezionando quel piano di
distruzione sociale ed economico contrario al bene
comune, e funzionale agli interessi dell'élite
mondialista al potere
Una doverosa riflessione storica sull'origine del male
►Video in allegato: analisi storica del Prof. Massimo Viglione
di C.Alessandro Mauceri e Sergio Basile
Oltre il PIL – Osservazioni sul nuovo assetto macroeconimico dell'élite
Bruxelles, Roma – di C.Alessandro Mauceri e Sergio Basile – Il Pil, secondo l'economia classica, misura come noto la "ricchezza di una nazione", ma è davvero così? Specie oggi che – come vedremo di seguito – attività criminali e deprecabili secondo Bruxelles e Roma (a stretto giro) devono essere inserite di diritto all'interno di questa ricchezza? Vediamo, partendo da una piccola premessa. Qualche anno fa (era il 2012) pochi si stupirono per la prontezza con la quale Mario Monti, alla guida di un governo tecnico che avrebbe dovuto solo portare il Paese a nuove elezioni, come denunciammo a suo tempo, si era invece preso la briga, prima, di firmare il Fiscal Compact (accordo tra Stati, allora non sancito né approvato dal Parlamento Europeo) e poi, addirittura, di fare diverse modifiche alla Costituzione. Grazie a una di queste modifiche, da allora (e fino quando qualcuno non dirà che quella azione era illegittima in quanto votata da un Parlamento illegittimo….) l’Italia è obbligata a rispettare una serie di “regole” che riguardano la riduzione del deficit e il rapporto deficit/PIL. Rapporto per altro già posto a sigillo della gabbia europea fin dal 1997 (vedi qui – Patto di Stabilità – Come l’Europa dal 97 chiede il suicidio dell’economia italiana).
Intorno al rapporto Debito/Pil
Come tutti i telegiornali hanno ripetuto fino alla nausea agli italiani (forse anche per convincerli ad accettare misure capestro adottate da tutti gli ultimi governi) infatti è opportuno ricordare come gli accordi di Maastricht abbiano definito un "patto di stabilità" con il quale è stato imposto, ai Paesi sottoscrittori, di contenere il deficit pubblico entro il tetto del 3% del PIL. Come in ogni rapporto che si rispetti (matematicamente parlando) per mantenere basso il risultato o si riduce il numeratore (il deficit) o si aumenta il denominatore (il PIL). Recentemente, però, la maggior parte dei Paesi europei si è resa conto (come hanno fatto a non capirlo prima?) che i loro conti pubblici non permettevano di rispettare gli “accordi” economici sottoscritti forse troppo frettolosamente… E allora hanno pensato che fosse necessario trovare una soluzione. Come visto, infatti, il rapporto era ed è incontenibile (vedi qui – Il Vero Volto del Consumismo e l’inganno del Rapporto Debito/PIL) poiché il debito pubblico (numeratore) è destinato a crescere all'infinito, sulla scia della speculazione finanziaria da interessi passivi sui titoli di stato, e sulla scia di un ricorso smodato ed irrazionale all'iper-emissione di titoli e dunque della bizzarra strategia dell'iper-cartolarizzazione delle obbligazioni statali. Discorso inverso, come vedremo, pert il Pil.
Intorno all'iper cartolarizzazione del debito pubblico
Ma Come funziona la tecnica della cartolarizzazione? Semplice! Per cartolarizzazione s'intende la cessione di attività o beni – di una società definita tecnicamente originator: nel nostro caso dei beni pubblici e privati di una nazione – attraverso l'emissione ed il collocamento di titoli obbligazionari (nel nostro caso, si tratta di titoli di stato). I beni o attività sono ceduti a terzi o impegnati a garanzia di tal debito. Nel caso in esame è lo stato che media tra i cittadini chiamati a ripagare il debito originato dall'emissione di titoli e gli investitori e speculatori finanziari che acquistano tali titoli nella speranza di ottenere interessi sempre più alti. Ricordiamo, in merito, che oggi il dio "mercato" – dopo il celeberrimo divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia del 1981, diretto da Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi – decide arbitrariamente il livello dell'interesse da ripagare, mediante il vergognoso ed inaccettabile meccanismo del rating e dello spread, lasciato in balia dei falchi del sistema bancario e delle agenzie ad esso assoggettate, quali Standard & Poor's, Fitch Ratings e Moody's (vedi qui L’Inganno delle Riforme Strutturali e la Morsa del Rating Sovrano – La Costituzione ora la scrive Moody’s e qui Rating e Speculazione, da Bruxelles Palliativi o Azioni Concrete?)
Cartolarizzazione e disastro "Basilea 3"
Nel meccanismo della cartolarizzazione, dunque, il recupero da parte dei terzi del valore di questi beni o attività (nel nostro caso i cespiti ed i redditi che lo stato pone in garanzia e pretende, tramite la leva fiscale e tramite l'azione di enti come Equitalia) dovrebbe garantire la restituzione del capitale e delle cedole di interessi indicate nell'obbligazione. Se tale recupero non è possibile, grazie anche a fenomeni come la rarefazione monetaria (carenza di credito e moneta in circolazione, a causa – come nel caso dell'Italia – alla chiusura dei rubinetti del credito successiva all'innalzamento dei coefficienti di riserva obbligatoria sanciti con "Basilea 3" – vedi qui – Basilea 3 – Ok dell’Europarlamento a rapporto banche – e qui Parlamento Europeo: Nouvo Vergognoso passo verso l’Impero Euro-Bancario Unico) chi ha comprato titoli cartolarizzati incorre nella perdita sia del capitale versato che degli interessi dovuti. Per lo più i beni ceduti sono costituiti da crediti, tuttavia possono essere immobili, strumenti derivati o altro. Ovviamente in questo caso a rimetterci, come noto, sono i cittadini, visto che a monte lo stato – mediante la tassazione – trattiene o recupera le sostanze finanziarie necessarie a ripagare questa macroscopica forma speculativa, che i politici – servi e burattini dei banchieri – fingono di non vedere… Ovviamente, posta a ciliegina sulla torta, la realtà (a monte di tutto) dell'emissione di moneta-debito da parte della BCE: moneta cartolarizzata e ricomprata – a tassi bassissimi, dell'1% allo o,25% – attraverso il meccanismo delle aste fittizie trimestrali – dalle banche private che poi rivendono il "pacchetto" agli stati (come prevede l'art. 123 del Trattato di Lisbona). Alla luce di ciò, capiamo come l'attuale sistema di cartolarizzazione del debito pubblico connesso all'emissione monetaria a debito, sia stato concepito col fine di far esplodere il debito in maniera incontrollata.
Intorno al PIL
Come spesso accade ormai da molti decenni purtroppo la soluzione trovata è stata, a dir poco, discutibile. Dato che spesso la spesa pubblica è diventata un’abitudine e soprattutto dato che dipende, come visto, da fattori animali (tra cui la mancanza di una sovranità monetaria reale : riconducibile alla "proprietà popolare della moneta" e all'emissione di un reddito di cittadinanza a credito) che impediscono in maniera indotta di ridurla, si è pensato a un modo “innovativo” di far aumentare il PIL. Ma cos’è davvero il PIL? Il PIL, o Prodotto Interno Lordo, rappresenta come detto, il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all'interno di un paese in un certo intervallo di tempo (generalmente l’anno). Esistono tre diverse metodologie per calcolare questo valore. La prima ("Metodo della Spesa": C+I+G+X ), utilizza il calcolo dei Consumi (spesa delle famiglie in beni durevoli, beni di consumo e servizi – C), degli Investimenti (spesa delle imprese e delle famiglie in immobili – I) della Spesa Pubblica (G) e delle Esportazioni nette (differenza fra esportazioni ed importazioni – X). Il secondo ("Metodo del Valore Aggiunto") non fa altro che sommare il valore aggiunto dei Beni e dei Servizi prodotti dalle imprese in quel periodo. Il terzo stumento economico di misurazione del PIL – "Metodo dei Redditi" – effettua la somma delle Retribuzioni e dei Redditi da Capitale. Ovviamente tutti e tre questi metodi devono fornire lo stesso risultato.
Bob Kennedy e il suo Discorso sul Pil
Ovviamente di per sé questa grandezza economica si presta – come avvenuto in passato – ad amplissime e veementi critiche, da momento che esso – come ricordò Bob Kennedy in un celebre discorso pronunziato tre mesi prima di essere assassinato: vedi video giù in allegato – considera tra la ricchezza della nazione anche elementi distruttivi come armi, prodotti ed elementi inquinanti o – ad esempio – materiale pornografico, ecc.., e dal momento che esso – essendo una grandezza aggregata – va avanti per medie generali, e considera egual ricchezza pro capite, anche se in realtà a detenere la stragrande maggioranza della ricchezza di una nazione è magari il 2% della popolazione della stessa e il resto del campione statistico, vive magari in condizioni di povertà o estrema povertà. Per contro il PIL non misura elementi che a ben vedere rappresentano la vera ricchezza di una nazione: l'onesta, l'unità familiare, lo spirito di collaborazione, ecc.. Il vero valore aggiunto che fa la differenza!
PIL – L'ultima genialata dell'eurocasta illuminata
Riassumendo, possiamo sostenere che il PIL come strumento di valutazione dell’economia di un Paese sia assolutamente una grandezza economica (parametro) sbagliato/sballato: basti pensare – ribadiamo – che l’inquinamento derivante dal consumo di combustibili fossili fa aumentare il PIL, mentre il risparmio energetico derivante dall’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili come il solare lo riduce in quanto riduce i consumi di energia elettrica. Cosa hanno pensato, dunque, i Grandi Esperti dell'UE (cosa credevate? che solo in Italia ci fossero Grandi Esperti, magari tecnici?) per far quadrare conti che non possono quadrare perché sbagliati in partenza? Ebbene, i Grandi Esperti dell’UE hanno deciso (non proposto….e votato in Parlamento) di modificare arbitrariamente il modo in cui, nel calcolo del PIL, si deve tenere conto delle spese derivanti dalle attività illegali come la prostituzione o il traffico di sostanze stupefacenti o, ancora, il contrabbando di sigarette o di alcolici o il consumo di droga. Alcuni penseranno che si tratti di uno scherzo o di una beffa di qualche bontempone. Niente affatto! È tutto vero, purtroppo! È “un passo importante”, ha detto l’ex presidente dell’Istat e Ministro del Lavoro del governo Letta, Enrico Giovannini, "per avere un quadro sempre più realistico dei conti nazionali" (Confronta qui agenzia AdnKronos– Istat: droga e prostituzione saranno inserite nelle stime del Pil ). Lo stesso si è affrettato a spiegare che non si tratta di un nuovo Sistema dei conti nazionali (Sec), perchè l’inserimento delle attivitá illegali era giá previsto nel Sec del 1993 e poi in quello europeo del ’98, “ma non veniva applicato in quanto non era stata trovata una concordanza sulla metodologia”. Capite verso dove stiamo andando? Capite il baratro che si apre sempre di più, giorno dopo giorno, sotto i nostri piedi?
Quando il PIL va a P….. (PIL, Prostitute e Spacciatori)
Quindi, ciò di cui dovremmo essere felici, almeno secondo i nostri politici, è che finalmente nella stima dei conti della cosa comune, terremo conto di prostitute e spacciatori: non come fenomeno da ridurre o debellare (in quanto, a rigor di logica, dovrebbero costituire una riduzione del PIL così come l’inquinamento, gli incidenti automobilistici ecc.…) ma anzi da favorire (dato che aumentano il PIL e, se aumenta il PIL, vuol dire che l’economia del Paese, nel suo complesso, cresce e se l’economia del Paese cresce vuol dire che va tutto bene……).
SEC2010
La nuova metodologia denominata Sec2010 (il nuovo standard per i Paesi Ue) prevede che siano considerate come “fonti” di reddito quelle derivanti da alcune “macro categorie”. Niente da obiettare per quanto riguarda le spese per ricerca e sviluppo. Ancora ancora, potrebbero essere capite (anche se non condivise moralmente) quelle per gli armamenti, dato che molte industrie che producono armi e armamenti hanno sede in Europa e anche in Italia e che in casi estremi (molto estremi) con le armi ci si può difendere…. (stile Cristeros, nel Messico degli Anni Trenta). Ciò che proprio non si riesce a capire è l’inclusione nel PIL delle attività illegali, connesse, secondo l'Istat, al "necessario superamento di riserve relative all'applicazione omogenea tra paesi Ue degli standard già esistenti". La misurazione di queste attività, fa sapere l'Istat, è molto difficile, per l'ovvia ragione che, essendo illegali, si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione. Fra l'altro lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni. Quindi, per garantire la massima comparabilità tra le stime prodotte dagli Stati membri, Eurostat ha fornito linee guida ben definite. Le attività che verranno prese in considerazione sono: il traffico di sostanze stupefacenti, i servizi della prostituzione e il contrabbando di sigarette o alcool. E cosa vogliamo di più dalla vita? Il Debito illegale diventa lecito e nessun politico ne parla e lo denuncia o a premura di inserisce nei rispettivi programmi elettorali lo smantellamento dello stesso… Per contro "reati" e attività immorali e deprecabili rientrano a far parte della "ricchezza nazionale". Sapete come si chiama questa nel gergo massonico? Inversione! Il bene diventa male e il male bene! E forse questo l'ultimo stadio del Piano di Rinascita Democratica della P2?
W la Prostituzione – Lega Nord ed altri accidenti
Beh, forse no! Con la relativizzazione del diritto naturale in atto, ci aspettiamo questo ed altro. L'obiettivo pare la definitiva distruzione della società e dei valori più altri che hanno contribuito a far davvero grande l'Europa. Perciò capita che anziché debellare – o quantomeno contrastare con ogni mezzo – il fenomeno della prostituzione che per l'80/90% dei casi trae la sua linfa vitale della "disperazione da debito" e della povertà indotta dallo stesso sistema bancario internazionale globalizzato (vedi qui – Denaro e Prostituzione: come tornare ad esser liberi di scegliere il proprio destino?) esso si avalla e promuove con ogni fantasioso mezzo, e con la complicità sottile di partiti – solo sulla carta anti-casta, ma in realtà peinamente inseriti in questo sistema – come la Lega Nord, che di recente ha proposto con molta nonchalence di innalzare la prostituzione ad attività produttiva degna – evidentemente – di tutela giuridica e fiscale…. Questo, infatti, è uno dei pilastri del programma elettorale della Lega. In fondo è come dire che la disperazione anziché essere contrastata debba essere incentivata e salvaguardata… assurdo!
Altri elementi utili… Mafia, terrorismo legalizzato, corruzione politica
Ma torniamo al Sec2010. Qualche malpensante potrebbe credere che tutto questo sia stato fatto proprio per poter alterare i risultati del PIL non essendo possibile avere dati certi… Ebbene, i Grandi Esperti della UE hanno superato se stessi: per garantire la massima comparabilità tra le stime prodotte dagli Stati membri, Eurostat ha fornito linee guida ben definite per il calcolo dell’illecito. Innanzitutto – come visto – le hanno “classificate”: traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando di sigarette o alcool. E la mafia – ci chiediamo – e i furti nelle abitazioni? E i furti d’auto? E il terrorismo internazionale e legalizzato/assistito/foraggiato? E la corruzione dei politici, cioè di quel settore dove il Bel Paese certamente raggiungerebbe livelli altissimi? Per non parlare dell’evasione fiscale delle grandi multinazionali che non versano un solo euro di IVA….. E no! Quelli non contano! Non basta!
Indipendentemente dallo status-giuridico…
Da oggi, si dovrà operare ''in ottemperanza al principio secondo il quale le stime devono essere esaustive, cioè comprendere tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal loro status giuridico''. In altre parole, se uno spacciatore viene arrestato e il giudice appura che aveva guadagnato (ovviamente al netto delle spese, se no i dati generali sarebbero alterati) una certa somma, questa voce andrà aggiunta per il calcolo del PIL. Siamo evidentemente alla follia più ottenebrante! E se invece non lo si acciuffa? O se dopo averlo preso ci si accorge che il “poverino” con il traffico di droga, sigarette e armi non aveva incassato abbastanza? Beh, allora non avrà contribuito alla crescita del PIL del Paese…… Senza considerare che i dati ufficiali e le “stime” sul ”sommerso” sono tutt’altro che recenti (pare che le ultime risalgano al 2008) e spesso molto variabili (le ultime parlano di un valore che varierebbe tra un minimo di 255 e un massimo 275 miliardi di Euro, vale a dire, una differenza pari a due manovre finanziarie annuali…).
Basterebbe una semplice parolina magica…
La verità è che, come al solito, si sta cercando di nascondere con una fogliolina inutile, la voragine aperta dall'emissione a debito della moneta. Voragine usurocratica esasperata, di seguito, con altre leggi diaboliche come il Fiscal Compact, il MES, il Redemption found e molte altre a livello comunitario. E, quindi, invece di studiare e adottare strumenti come il BES (indice di benessere economico), o l’Indice di Sviluppo Umano (HID) o l’Index of Sustainable Economic Welfare (Isew – sia pur con tutti i sui limiti…) o il Gpi (Genuine progress indicator), si continua a utilizzate strumenti inutili e inservibili per valutare la produttività dei cittadini. E on solo degli italiani, ma di tutti gli europei. Eppure basterebbe una "parolina magica" per evitare tutta questa distruzione gratuita… Credito! (vedi qui – Signoraggio – La Confessione dell’élite). Cioè emissione a credito, ed a vantaggio di ogni cittadino, della nostra moneta (vedi qui – Inganno monetario – La Consapevolezza del bene e le chiavi del Regno). D'altronde la ricchezza di una nazione, come sostenne magistralmente Bob Kennedy, e come sapeva benissimo il poeta statunitense Ezra Loomis Pound, era ed è ben altra (vedi qui – La Vera Ricchezza di una Nazione). Alla luce di ciò vorremmo porre una semplice domanda ad europeisti, leghisti, turbocapitalisti, liberisti, social-comunisti & soci (Salvini e Borghezio in testa): ma sapete chi genere davvero la ricchezza? (vedi qui – Chi genera davvero la Ricchezza? Capirlo è essenziale!).
Una doverosa riflessione storica
Certo, per capire bene la radice dell'errore che ci ha portato a questa palese inversione dei concetti di bene e male, a queste distorsioni dei concetti di "valore" e a questo stadio di disgregazione e distruzione sociale ed economica, è urgente acquisire consapevolezze monetario-finanziarie e soprattutto storiche nuove… O meglio rileggere, al netto della propaganda, la storia sotto una prospettiva nuova. Una prospettiva che l'élite illuminata ci ha strategicamente voluto nascondere fin dai banchi di scuola, mediante l'indottrinamento proteso all'annullamento dei valori più alti e nobili, come ha ben spiegato, con autorevolezza, il professore universitario Massimo Viglione – scrittore, saggista, coordinatore del periodico "Radici Cristiane" è già direttore editoriale della casa editrice "Il Minotauro" – in una recente conferenza (datata 26 Aprile 2014) afferente al recupero delle radici spirituali e morali più alte e nobili del nostro passato, partendo proprio dal periodo storico che "l'élite illuminata al potere" – responsabile di tali sfaceli – ha da sempre cercato di adombrare ed infangare: il Medioevo (vedi video giù in allegato)
C.Alessandro Mauceri, Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
Mercoledì, Maggio 16th / 2012
– di Sergio Basile –
Unione europea / Parlamento europeo / Pacchetto Crd IV / Ecofin / Consiglio europeo / Commissione europea / Bruxelles / Basilea 3 / Eba / European Banking / Authority / Regno Unito / Gianni Pittella / Andrea Enria / Speculazione / Flessibilità / Finanza / Banche / Stretta creditizia /Credit crunch / Fregatura / Coefficiente di Riserva Patrimoniale / Coefficienti di liquidità bancaria
L'Europarlamento approva in commissione
il rapporto su Basilea 3
Passa sostanzialmente la lina del Regno Unito:
Le banche avranno maggior flessibilità nel decidere
il livello di Coefficiente di Riserva Patrimoniale
Soddisfatti i banchieri, meno gli Europei e le imprese
di Sergio Basile
Bruxelles – Ieri, all’interno del faraonico edificio che ospita gli uffici dell’Europarlamento, in Rue Wiertz, è stata una giornata piuttosto delicata sul fronte dei presunti “rimedi” o “azioni” sulla crisi economica e finanziaria dell’Ue. E’ accaduto infatti che, in serata, laCommissione affari economici e finanziari ha esaminato, e di seguito approvato, il pacchetto Crd IV inerente alla disciplina per l’accesso all'attività bancaria – ed in particolare alla vigilanza prudenziale – ed al recepimento del regolamento di Basilea 3. Secondo il vicepresidente italiano dell’Eurocamera, Gianni Pittella, “con la votazione sarebbe stato raggiunto un compromesso a favore delle Pmi, in maniera tale – ha spiegato – da evitare che il processo dideleveraging non si fosse concentrato sui crediti erogati alle imprese, ed in particolare per quelli alle medio-piccole imprese”.
Un "compromesso" che giova alle banche?
L’accordo stipulato sul “quanto mai discusso” recepimento dei requisiti di capitale per le banche europee (previste da Basilea 3) è stato frutto di un compromesso che in effetti lascia molti con l’amaro in bocca, apportando delle modifiche che, secondo la Bce, l'Eba e la Commissione, hanno spostato l’equilibrio della bilancia verso quella flessibilità applicativa a livello nazionale negli ultimi mesi caldeggiata a gran voce dal Regno Unito. Come dire: pur non essendo parte dell’Eurozona ilRegno Unito di Sua Maestà (che è comunque tra i soci di maggioranza relativa all’interno del board della Bce, sia pur con le tasche piene di sterline) ha dettato legge in materia bancaria e quindi monetaria. Ma entrando nello specifico del rapporto votato – che “Qui Europa” ha analizzato per i suoi lettori – c’è da notare come l’articolo 118 fissi la ponderazione del rischio connesso all’esposizione delle banche con le piccole e medie imprese sulla soglia del 57%; 75% per privati cittadini e famiglie, con un tetto massimo di 2 milioni di euro.
Nel nome della flessibilità
Per questo le tre istituzioni europee hanno sottolineato la necessità di "vigilare per evitare che si abusi di questa flessibilità" (?). Ma allora perché non impedirla a monte? Perché continuare a garantire ampi margini di riserva patrimoniale alle banche, che così facendo possono arbitrariamente decidere di chiudere o limitare il rubinetto del credito? Una cosa è certa, la decisione di oggi, e la prossima mossa del 23 maggio, possono definitivamente lasciare il fianco dell’Europa scoperto a reiterate e pericolose distorsioni nell’ambito del mercato interno Ue. Per la gioia dei banchieri e la disperazione degli Europei. Il presidente dell'Eba, Andrea Enria, ha commentato l’esito del voto in commissione affari economici e finanziari dell’Europarlamento sostenendo che ''è necessario fissare principi comuni entro i quali esercitare la flessibilita''. Ma il vero problema è che quando si parla di flessibilità in Europa – che sia sul credito, che sia sui coefficienti di liquidità delle banche o del mondo del lavoro – si ha sempre la sensazione, anzi la certezza, che in fondo si tratti sempre di una grande fregatura.
Due aspetti fondamentali
E d’obbligo riconoscere, tuttavia, due aspetti: il credito bancario rappresenta per le Pmi la linfa vitale per tutti i processi economici e produttivi, e come tale non potrebbe essere in nessun caso sospeso o limitato; la stretta creditizia praticata dagli 8.300 istituti bancari europei – malgrado gli ultimi 1000 miliardi di euro che la Bce ha “donato” alle banche europee, suggellando l’operazione con l’elegante quanto subdolo termine di “ricapitalizzazione” di “salvataggio” verso il sistema bancario (nei fatti, artefice dell’attuale abisso finanziario sfociato nella crisi del debito pubblico) – ha portato, solo in Italia, 17.000 imprese al fallimento in pochi mesi, favorendo la svendita all’estero di molte altre società sull’orlo del baratro. Ma come mai all’improvviso le banche si sono scoperte dispettose matrigne dal braccino corto? E’ una mirata strategia pianificata in esclusivi circoli élitari e segreti, o il naturale susseguirsi di un disastro economico che affonda le sue radici nella finanza e nella speculazione?Può darsi entrambi! Difficile da dimostrarsi con prove concrete. Più facile con deduzioni e congetture, o esaminando gli effetti concreti sul campo, o lo spostamento della ricchezza reale del Vecchio Continente nelle mani dei banchieri. Spostamento di benessere finanziario che, così come avvenne negli anni Ottanta negli Usa con le disastrose e vampiresche strategie liberiste del PresidenteRonald Reagan (tristemente passate alla storia con il nome di “Reaganomics”) anche in Europa sta concentrando la ricchezza sempre più nelle mani di una piccola élite, in nome della “flessibilità”. Sta di fatto che quest’anno – ad esempio – un paese come l’Italia pagherà solo di interessi sul debito pubblico nazionale (gran parte del quale acquistato proprio dagli istituti "creditizi" europei, specie francesi e tedeschi) la ciclopica cifra di circa 80 miliardi di euro. Come dire: un paio di finanziarie gettate nello sconfinato mare del debito speculativo, e nei caveau delle banche.
L’iter di recepimento delle misure di Basilea 3
Ora, dunque, il prossimo 23 maggio la “palla” passerà alle altre istituzioni Ue: saranno avviati, cioè, inegoziati tra l’Europarlamento del presidente Martin Schulz, la Commissione di Manuel Barroso ed il Consiglio Ue presieduto da Herman Van Rompuy. L’obiettivo sarà quello di completare il recepimento del suddetto pacchetto. Misure che nelle scorse ore sono state presentate sul tavolo dell'Ecofin: il Consiglio dei ministri finanziari ed economici dei 27 Paesi membri dell’Ue, oggi sotto presidenza danese.
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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