La Grande Balla dello spread. Lo squalo che divora l’Europa
Domenica, Marzo 25th / 2012
– di Sergio Basile –
Italia / Unione Europea / Economia / Riforma del Lavoro / Finanza / Spread / Rating / Agenzie di rating / Bugie / Speculazione / Tasse / Squali / Indebiti arricchimenti / Riforma dell’articolo 18 / Precarietà / Dominio delle banche / Lobbies / Monti / Tecnocrati / Standard & Poor's / Fitch / Moody's
La "Grande Balla" di rating e spread –
La Riforma del lavoro e lo squalo che divora l’Europa:
complicità di politica e lobbies
Ora il "dio-spread" chiede la riforma del lavoro:
gli speculatori ringraziano, i cittadini muoiono
Quello che i media ufficiali tacciono sullo spread e sulle misure correttive
Roma – Malgrado il ventennio berlusconiano non sarà ricordato dai posteri come “l’epoca aurea della politica italiana”, con il suo strascico immenso di contraddizioni ed eccessi, nel mare tempestoso dell’economia europea ormai da quasi un anno vive in cattività un enorme e vorace squalo di nome spread, nutrito a suon di declassamenti da prodigali benefattori: Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s. Nominati guardiani della bestia da politicanti e lobbisti internazionali, da tecnocrati e banchieri. La famigerata bestia continua indisturbata ad aggirarsi nei pressi delle coste del Mediterraneo, nello specchio d’acqua che unisce in un unico abbraccio Italia e Grecia, e non sembra frenare la sua temibile mascella, continuando a banchettare con le risorse pubbliche di due ex stati-sovrani, nonché – per ingordigia – con gli ultimi risparmi delle laboriose e virtuose famiglie italiane, dopo aver ridotto all’osso quelle greche. Famiglie già pesantemente vessate da recessione, bollette stratosferiche (le più alte d’Europa) precarietà dilagante, disoccupazione, salari e stipendi da terzo mondo (o quasi), stretta creditizia (credit crunch) premi assicurativi alle stelle; benzina ormai a quota 2,00 euro (la più cara d’Europa: come mai?).
La "balla" spread e i tecnocrati che divorano l'Italia
Allora ci si accorge come le motivazioni che portarono Re Giorgio Napolitano (che fortunatamente ieri ha dichiarato che non si ricandiderà!) e la Bce (con la famosa letterina benedetta dall’Ue) pochi mesi orsono alla prematura destituzione del Cavaliere – reo di aver fatto perdere il senno al suddetto animale – siano state in realtà un subdolo pretesto. O, prendendo in prestito le espressioni usate dell’eurodeputato indipendente Nigel Farage nei mesi scorsi a Bruxelles, un puro e semplice colpo di stato di una tecnocrazia senza alcuna legittimità costituzionale. Da allora, infatti, le nevrosi dello spread non sono cessate: come nulla è cambiato nei gonfi portafogli degli avvoltoi della finanza, che hanno continuato a nutrirlo sottobanco.
La verità sull'Italia: Paese solido con robusto avanzo primario
Eppure l’economia italiana, analizzata nel suo complesso non dovrebbe temerlo: ciò sulla scorta di un robusto avanzo primario (differenza tra spesa pubblica ed entrate tributarie nette) di un basso indebitamento medio delle famiglie e di un – tutto sommato – solido settore bancario. L’unica pecca è – come noto – il debito pubblico. Ma francamente non basta! Gli Usa infatti hanno un debito di gran lunga maggiore al nostro. Ma allora cos’è che innervosisce il nostro “amico squalo” spread? Perché dovremmo continuare a nutrirlo? No sarà una balla colossale? O sarà forse allergico ad un manipolo di euro-tecnocrati? Combinazione i suoi mirati attacchi giungono, infatti, ad orologeria nell’imminenza o a ridosso dei Consigli Ue e si calma in occasione di misure impopolari come l’attuale riforma dell’Articolo 18, nello Statuto dei Lavoratori. Ciò dimostra largamente l’inutilità delle manovre (da 127 miliardi) fin qui imposte agli Italiani, anzi la loro indiscussa nocività: foriere come sono di devastanti slanci recessivi che ingrassano sempre più la bestia.
A chi giovano le agenzie di rating, il rating e lo spread?
Dunque c’è qualcosa che non torna. All’improvviso ci si accorge dell’arcano. In realtà lo squalo non risponde a leggi naturali, ma è un falso, un robot telecomandato che sguazza in un immenso parco acquatico, votato al fallimento. ciò tra l’indifferenza e l’indecisionismo di chi (a Bruxelles) dovrebbe porre fine ai giochi. Ma la domanda è a chi giova tenere in piedi questa grottesca baracca? Svegliamoci! Ciò auspicando che finalmente la Commissione europea blocchi questa grandissima bufala dello spread, semplicemente delegittimando Standard & Poor’s & Company dal poter emettere giudizi sugli stati sovrani, tali da far lievitare lo spread e gli interessi sui titoli del debito pubblico: regalando miliardi di euro a speculatori e banche che acquistano tali titoli, alle spalle dei precari italiani, dei pensionati greci, di tutte le oneste famiglie europee. Basta! E’ ora di finirla: e la politica se decide di non appoggiare la speculazione internazionale deve intervenire ora, altrimenti è in mala fede! Questo non è un film!
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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