Spread, Tragedia annunciata – la BCE di Capitan Draghi rimanda tutto a Settembre

Venerdì, Agosto 24th/ 2012

– di Vincenzo Folino e Sergio Basile –

Unione Europea / Europa / Germania / Roma / Francoforte / Euro / Moneta Unica / Previsione fine euro / Borse / Spread / Finanza / Mario Monti  /  Dittatura MES / ESM / Previsioni di Moody's / Bundesbank / Autunno caldo / Speculazioni bancarie / Mario Draghi / Goldman Sachs / Britannia / Capitalismo finanziario immorale e mafioso / Titanic / 15 Aprile 1912 

Gestione della crisi da spread: Mario Draghi

rimanda tutto a Settembre

Gli appelli di Berlino, le sconclusionate previsioni

di Moody's e l'infinito teatrino dello spread

Helsinki, intanto, premedita ipotesi di fuga dall'Euro-gabbia

 

Berlino, Roma, Francoforte – Nelle scorse ore, sia il governo tedesco, sia la Bundesbank, hanno entrambe diretto un accorato monito alla Bce. Oggetto dell'appello è stato la questione relativa al "tetto anti-spread", differenza massima tollerabile tra gli interessi pressochè nulli dei bund tedeschi e quelli al contrario ben alti, vertiginosi, dei paesi Piigs: soglia che una volta superata farebbe scattare gli interventi del futuro fondo salva-Stati Esm (o MES) e, -ipotesi al contrario molto improbabile ed aleatoria – quelli diretti della Bce stessa. Per il governo federale sarebbe "un'idea altamente problematica" quella del risorso all'ESM (o MES). Anche secondo la Bundesbank – non poteva essere altrimenti – come emerso anche dal bollettino mensile diramato dall'istituto centrale tedesco, "l'acquisto di titoli da parte della BCE tramite MES – si legge nel comunicato – potrebbe comportare notevoli rischi per la stabilità monetaria", in quanto "la decisione su un'eventuale più ampia condivisione dei rischi di solvibilità" – secondo l'istituto bancario di Berlino – deve essere ancorata alla politica finanziara , e quindi riguarda i governi e i parlamenti, e non deve passare attraverso i bilanci della Bce". Come dire: l'Ue l'ha causato, noi ne siamo complici, ma alla fine è un problema loro! Di quei poveracci (poveri pinguini) dei cittadini del Sud Europa!

 Il braccino corto di Mario Draghi  

Ovviamente, tuttavia, l'intervento diretto (badate bene, "diretto", con euro propri) della BCE andrebbe a neutralizzare i vantaggi dei banchieri e delle banche tedesche, lenendo gli effetti distorsivi sull'economia innescati dall'attuale dittatoriale status quo. Ma al fine di evitare inutili e fuorvianti confusioni concettuali (la disinformazione, la confusione e le falsità in tv e sui giornali sono già troppe) c'è da ricordare che alla BCE – nel Consiglio europeo di Giugno, è stata affidata la semplice gestione del MES (anche in funzione anti-spread): fondo alimentato però, e qui casca l'asino, non con soldi stampati dalla "zecca tipografica" della BCE, ma bensì con soldi pubblici sottratti dai governi centrali agli stessi cittadini. Fondi sottratti alle casse degli stati, pro-quota, e frutto di inique tassazioni, IMU,  lievitazione del debito statale, ridimensionamento del PIL e via dicendo. In pratica, cari lettori, una fregatura bella e buona! Quindi il problema non cambia: è una coperta troppo corta che l'Ue si ostina a non allungare: tirando dai piedi si scopre il capo, e viceversa. Che succederà quando i morsi del gelo invernale si faranno sentire sula pelle degli euro-schiavi del Sud? Come salvarsi dai danni già innescati dall'impatto con l'iceberg della mafio-finanza, se Capitan Mario Draghi continua a far orecchie da mercante e ad ignorare le campane di pericolo?

  Immobilismo BCE: rimanda tutto a Settembre  

Così, mentre la stampa tedesca parla di un piano della Bce per aiutare Roma e Madrid, la Bce risponde che "è assolutamente fuorviante speculare su decisioni che non sono state adottate, e che la Banca Centrale Europea non discuterà né adotterà prima della prossima seduta del suo board, in settembre", come sottolineato da una nota dell'Eurotower. Insomma, per ora, nient'altro che la solita disputa e la solita prevedibile conseguenza: il raffredamento (strategico e pilotato) delle borse europee, finite in rosso. Ma a poche ore di distanza la situazione è nuovamente cambiata, con le stesse borse in rialzo. Infatti la notizia di ieri, e riportata un pò da tutti i giornali, riferisce dei giudizi positivi delle agenzie di rating nei confronti dell'Italia che, in linea con le speranze di Monti, potrebbe  a loro avviso uscire dalla crisi entro il 2013. Ed ecco-fatto che Piazza Affari vola, chiudendo a +2,4%, meglio di tutti gli altri listini europei.

 Sembra ieri… 

Ma teatrini a parte, quello dello spread resta uno dei nodi cruciali da risolvere prima dell'Autunno. Che Mario Draghi lo voglia o no! Sembra ieri – quell'ormai lontano 15 Ottobre 2011 – quando l'ex direttore esecutivo della Banca Mondiale, coordinatore del piano segreto di privatizzazioni del Britannia, nonché punta di diamante per l'Europa di Goldman Sachs (una delle principali banche speculative co-responsabile della speculazione mondiale che sta portando al collasso le democrazie europee – e non solo – ed alla miseria più nera interi popoli)  dichiarava – ipocritamente – di "essere dalla parte degli indignati". E  questo mentre, nel contempo, si rifiutava – con un gravissimo, triplice e secco "No" – di applicate l'art. 11 dello statuto del SEBC (Sistema Europeo delle Banche Centrali)   negando l'acquisto diretto da parte della sua BCE dei titoli del debito pubblico degli Stati membri in grave difficoltà. Lasciando così che Goldman e le altre iene bancarie ed i lupi della finanza potessero continuare a pascolare indisturbati – e travestiti da mansueti agnelli – sui conti bancari e sui portafogli degli Europei, nel nome di un capitalismo finanziario immorale e mafioso.

 Le sconclusionate previsioni di Moody's e il teatrino dello spread  

Quindi le agenzie di rating hanno questa volta promosso l'Italia, come emerge anche dall'analisi diffusa ieri da Moody's e relativa all'evoluzione dell'economia europea dall'adozione dell'Euro ad oggi. Secondo tale analisi, che prende a paragone le due gravi crisi finanziarie che colpirono Svezia e Finlandia circa due decenni fa, il nostro paese starebbe correggendo alcuni squilibri accumulati prima del 2008 e potrebbe uscire dalla crisi nel 2013. In reltà, come spesso accaduto, pensiamo si tratti di stime completamente pretestuose e fuori dal mondo, visto che le misure chieste dall'Ue ed avallate ed eseguite a puntino e con devozione dal professor Mario Monti, fin dall'avvio del 2012, hanno profondamente mutato e destabilizzato  i fondamentali dell'economia italiana, avviando una congiuntura economica negativa (recessiva) destinata a lasciare il segno per decenni.

 Rating e Tassi: va dove ti porta… il vento 

Ma consentiteci una piccola digressione, un'ulteriore rapida parentesi: ma è possibile che da un giorno all'altro, quasi per magia, gli spread così come gl'indici borsistici e i tassi d'interesse cambino così drasticamente rotta? E' possibile che a cambiare non siano solo i numeri ma – a ruota – anche i "giudizi" di politici, commentatori, intellettuali e "speculatori"? E' possibile che in tale "pazzesco" processo le agenzie di rating svolgano un ruolo tanto incisivo? Purtroppo sì, ed è vero anche che la risposta cosciente della gran parte del popolo, quantomeno quello italiano, stenta ad arrivare ed a manifestarsi, preso così com'è da una cinghia tanto stretta che sembra paralizzare le coscienze e inibire qualsivoglia forma (civile) di ribellione. Non si comprende infondo la semplice verità: di come cioè la "crisi" non sia aoltro che quel momento favorevole ai popoli per rompere la catena politica, sociale e culturale che lo incatena e lo schiavizza. Pertanto quelle di Moody's e della BCE restano soltanto parole che non fanno che confermare la nostra tesi sulla totale inaffidabilità delle agenzie di rating, sul gravissimo immobilismo interessato e complice della BCE e sulla necessità di una loro definitiva delegittimazione in merito agli affari interni degli stati nazionali. 

 L'exit-plane di Helsinki… Si salvi chi può!  

Intanto c'è da notare (e Berlino e Francoforte lo sanno bene) come gli interessi in gioco contro la disgregazione dell'Euro-gabbia siano  troppi: interessi che riguardano – ovviamente – i signori dell'Euro, quelli che contano, e non la gran parte dei cittadini europei: quella parte sana e consapevole di cittadini europei che questa infame Europa targata Ue non la vogliono più o – addirittura – non l'hanno mai voluta. Quella parte "sana" e maggioritaria di Europei il cui giudizio però, purtroppo, non conta. Pertanto, nelle prossime settimane, qualche provvedimentio che sfiori – almeno sfiori – quella che si chiama "Democrazia", i "Signori" dell'Europa dovranno pur prenderlo, se vorranno evitare il totale disintegrarsi dei palazzi del potere e della nave Europa. Non è a suon di diktat e trappole finanziarie che si inibiscono e "controllano" gli umori dei popoli. D'altra parte il limite – almeno per ciò che attiene l'Europa del Sud – è già stato abbondantemente superato. Ma anche a Nord (vedi Finlandia e Olanda) inizia oggi a serpeggiare l'idea di tornare alle monete nazionali, visto l'insopportabile peso economico e sociale del sodalizio forzato con questa iniqua moneta unica. In tal senso Helsinki sta già facendo le prove generali di abbandono della nave. Come accadde alle scialuppe del Titanic in quel lontano Lunedì, 15 Aprile 1912.

Vincenzo Folino, Sergio Basile ( Copyright © 2012 Qui Europa)

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Martedì, Maggio 29th  / 2012  – di Silvia Laporta – Italia / Roma / La Sapienza / Università / Protesta dergli studenti / Mario Draghi / Visco / Bce / Bankitalia / Austerity / Politichese / Dittatura della casta bancaria / I giovani aprono gli occhi / Commemorazione caffè / Mario Monti / Lezione di politichese / […]

 

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