Re Draghi all’Eurocamera: Carta Bianca a Banche e Banchieri

Martedì, Luglio 10th/ 2012

– di Sergio Basile –

Unione europea / Bruxelles / Parlamento Europeo / Banca Centrale Europea / BCE / Mario Draghi / Ecofin / Firewall / Fondo Salva Stati / Maggiori poteri alla Bce / Efsf / Mes / Esm / Meccanismo Europeo di Stabilità / Accentramento / Sovranità / Ltro / Ricapitalizzazioni bancarie / Target 2 / Debtocracy / Unione di Stati condizionata dal Debito pubblico fittizio / Eccesso di potere / Democrazia / Manuel Barroso / Unione Bancaria 

Mario Draghi parla da sovrano all'Eurocamera 

dopo l'investitura di Bruxelles

A ruota libera su MES e Ricapitalizzazioni Bancarie

Unione Bancaria? Carta Bianca a banche e banchieri

Bruxelles – Oltre al Vertice Ue, a tener banco nella giornata di ieri è stato il Presidente della Banca Centrale Europea (Bce) Mario Draghi, che a tenuto per oltre 2 ore un'audizione al Parlamento europeo dinnanzi agli eurodeputati della commissione economica. Ciò a ridosso ed in prossimità della due giorni di summit tra Eurogruppo (incontro tra i 17 leaders dei Paesi ue aderentin all'euro) ed Ecofin  (Consiglio Ue dei ministri dell'Economia). Draghi ha in effetti "spianato il terreno" al lavoro dei suoi colleghi europei, incentrando il suo intervento sulla "necessità –  ha dichiarato – per i governi europei, di perseverare in riforme coraggiose e necessarie''. Draghi ha poi buttato acqua sul fuoco, parlando di "superamento dell'emergenza nell'Eurozona". Ma francamente tutti i dati (anche quelli periodici della stessa Bce) lo smentiscono. Se almeno 5 paesi  su 17 dell'Eurozona sono in stato di recessione gravissima, e continuano ad essere sotto  scacco dei mercati e del rating (nonché, come visto ieri, sono sotto lo scacco della Germania e del Sistema Target 2) come si può parlare di "superamento dell'emergenza"? Decine di milioni di dicoccupati e disperati dell'Eurozona non rappresentano una buona ragione per parlare di emergenza nera? Evidentemente secondo il banchiere centrale della Bce, no. 

  I passi avanti di Mario Draghi  

Draghi ha poi invitato gli eurodeputati a ''non essere pessimisti'' ed a compiacersi dei "passi avanti" – li ha chiamati così –  fatti (evidentemente, supponiamo, soprattutto grazie alla distruzione del welfare state venuta per mano della coppia Monti-Fornero) da novembre ad oggi, e culminati con il "successo" della "spending review" e con il teorema del "pareggio di bilancio" (che col pretesto del debito "fittizio" ha paralizzato gli investimenti statali nell'economia reale). Il "timido" e "premuroso" Draghi ha poi prospettato l'imminente accentramento di nuovi ed ampi poteri (da stato assoluto) per la Bce, come una "possibilità condizionata". Quasi come se accettare questa investitura regale fosse per lui un sacrificio. Il tecnocrate ha, infatti, dichiarato  che "la Bce accetterà maggiori poteri solo a precise condizioni. O ci saranno condizioni che non mettano a rischio la reputazione della Banca Centrale – ha ribadito Draghi – oppure scordatevi che alla Bce vadano più poteri che noi non abbiamo chiesto''. Insomma il re fa il difficile. Accettare in trono, d'altra parte, non è un favore che l'ex-responsabile per l'Europa di Goldman Sachs, nonché affezionato frequentatore del Bilderberg Club, può fare così ad occhi chiusi. Che credete?

   Re Mario e l'Unione Bancaria   

Draghi ha poi ricordato gli straordinari risultati ottenuti a Bruxelles (ovviamente in termini di sempre maggiore cessione di sovranità statale)  nell'ultimo summit del Consiglio europeo, nel quale i leaders dei Paesi Ue (d'intesa con la Commissione europea di Manuel José Barroso & Co) hanno investito la Bce della supervisione bancaria dell'eurosistema (Unione bancaria) con una proposta che sarà presumibilmente posta in essere – divenendo pienamente operativa – a tempi strettissimi, ovvero dopo l'estate. La Bce dovrebbe, in virtù del potere prospettato dai leaders europei, ottenere il controllo diretto di tutti i maggiori istituti bancari europeiDraghi ha poi lodato – parlando di fattore positivo uscito dall'euro-vertice – l'entrata in funzione dei fondi salva stati Efsf e Mes (che avranno assieme una dotazione iniziale di 800 miliardi di euro) che ha definito con ammirazione quali "strumenti flessibili e utilizzabili per far fronte alla crisi". 

  Re Mario e il MES  

Ma – non ce ne voglia Draghi – abbiamo visto che non è proprio così (vedi articoli di ultima pubblicazione sul MES). Il MES – come dimostrato – non è un fondo di salvataggio, ma bensì un vero e proprio "ente" con "super-poteri" dotato di personalità giuridica e piena autonomia di spesa, nonché capacità e raggi d'azione illimitati, che cozzano sia col buon senso che con i principi costituzionali e la stessa democrazia. Una sorta di asfissiante e liberticida forma di "dittatura legalizzata", che farà degli stati-nazione europei lo zimbello del mondo, ed i burattini della tecnocrazia "non eletta"di Bruxelles. Ovviamente a Draghi ed al cartello dei banchieri ciò tornerà più che utile. Una volta data alla Bce "carta bianca", questa potrà ottenere la supervisione diretta del MES e potrà ricapitalizzare  in maniera diretta e veloce – senza cioè alcun ostacolo morale e tecnico – le banche europee, delle quali Mario Draghi sarà, in parole povere, il "sovrano assoluto". Così, per semplice statuto e mandato dall' "Alto", ed alla faccia di ogni principio (per così dire) democratico.

  Dominio BCE: Ricapitalizzazioni e Libertinaggi bancari   

Infine Draghi ha – come si dice in gergo – "messo le mani avanti" sull'uso dei fondi assegnati alle banche con le "ricapitalizzazioni", dichiarando un qualcosa di difficilmente digeribile senza un buon amaro. Il "banchiere degli dei" ha infatti difeso e addirittura autodimensionato la posizione della sua Bce, ed oltre ogni concepibile limite. Un attacco improvviso di umiltà (molto vicino all'auto-castrazione) che ha lasciato noi di "Qui Europa" increduli ed attoniti. Secondo il simpatico Mario (prodotto nostrano e – diciamo così – fiore all'occhiello del Made in Italy più verace) infatti ''la Banca Centrale Europea (cioè Draghi stesso) non potrà dire alle banche come usare i fondi assegnati nelle maxi operazioni di rifinanziamento". Come firmare dunque un assegno in bianco e dire: "facciano un pò loro!". Ma a pro di chè? Sentite la fantasiosa giustificazione del banchiere. "In Italia degli anni '70 – si giustifica Draghi –  quando la Banca d'Italia decideva quanto credito assegnare al governo, ai privati e specificamente a quali settori, tale pratica produsse  molto credito politicizzato e inflazione al 20%''.

  Due pesi e due misure   

Quindi – giustamente – perchè correre questo pericolo? Meglio assegnare fiumi di euro alle "povere banche" e poi dare loro piena libertà di utilizzo della grana. Ma chi difenderà famiglie ed imprese, ad esempio, da storture recessive ed insensate come il credit-crunch (chiusura del rubinetto di erogazione del credito)? Chi ci garantirà della buona fede assoluta di questa élitaria "Unione dei banchieri"? Perchè non occuparsi prima della reintegrazione e del pieno benessere economico, finanziario e morale dei cittadini europei, e poi delle banche? La dignità umana è un optional o è forse il bene più prezioso al quale orientarsi? No comment! Probabilmente per sapere ciò sarebbe necessario chiedere a Mario Draghi un'altra audizione al Parlamento europeo. Ma in cuor nostro non crediamo che il banchiere si dimostri propenso ad accettare la proposta con troppa euforia.

Sergio Basile  (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

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