– di Sergio Basile –

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Il Ricatto dell'eurocamera – Crescita contro Riforme?

Usuropoli – Secondo l'Europarlamento i paesi dell'Unione  dovrebbero

mantenere i loro impegni su riforme economiche e "strutturali"…

per la "crescita"

 di Sergio Basile

 L'ultima dell'Europarlamento sulla "crescita"                                                 

Strasburgo, Bruxelles –  Nel testo adottato dall'Eurocamera nella settimana appena conclusa, i deputati guardandosi bene dal denunciare gli abusi monetari e l'iper-cartolarizzazione del debito pubblico nazionale attraverso l'arma impropria dei titoli di stato (vedi qui Due domande a Marco Tarquinio: Grecia e Nuovo Disordine Mondiale) emessi in quantità industriale per la gioia dei profeti dello spread e del rating (vedi qui Dacci oggi il nostro rating quotidiano e non rimettere il loro spread), si sono limitati a dichiarare in un documento votato a maggioranza che "i Paesi UE devono impegnarsi di più per mantenere gli impegni sulle riforme economiche"(cioè privatizzazioni, licenziamenti tasse e distruzione progressiva dai diritti sociali ed economici acquisiti dopo decenni di duro lavoro). Inoltre, viste le condizioni da campo cinese imposte nell'eurogabbia ma fatte passare per "opportunità di crescita e sviluppo" gli eurodeputati hanno ribadito come, "poiché nel 2013 solo il 10% delle raccomandazioni per paese era stato attuato integralmente, mentre per il 45% di tali raccomandazioni ci sono stati progressi scarsi o nulli, (…) non vi sia coerenza tra l'impegno europeo e l'attuazione a livello nazionale delle raccomandazioni specifiche per paese da parte degli Stati membri". La risoluzione elaborata da Philippe de Backer (ALDE, BE) sul "semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche" (attuazione delle priorità per il 2014) è stata adottata con 426 voti favorevoli, 240 contrari e 10 astensioni.

 Responsabilità nazionale?                                                                                      

Secondo l'Eurocamera, dunque, "agire sulle raccomandazioni specifiche di riforma – approvate dal Consiglio europeo del 26-27 giugno e adottate dal Consiglio dei Ministri dell'8 luglio – è un prerequisito per raggiungere la convergenza economica in tutta l'Unione economica e monetaria (UEM)". Questa convergenza, secondo la maggioranza dei deputati è a sua volta "essenziale per garantire la stabilità finanziaria ed economica e la competitività necessaria per favorire la crescita e la creazione di posti di lavoro". Ma quale crescita, ci chiediamo? Sicuramente quelle dei patrimoni degli speculatori che con la scusa del debito fittizio imposto dalla Troika (Ue, BCE e FMI) sull'alibi dell'emissione monetaria (criminale poiché a debito dei cittadini degli stati, e non acredito – vedi qui Nell’era della moneta-debito, tutto il male viene raccolto dentro un simbolo) da quattro anni a questa parte stanno trasformando l'Europa – specie quella del Sud – in un cimitero di imprese dalle ex belle speranze e di famiglie o ex-famiglie (vedi su tutti il caso Grecia – vedi qui Cavia Grecia – La Visita del Mastino e la Via del Male Assoluto, qui FMI-UE: Vergognoso Scambio di accuse tra gli Aguzzini della Grecia e qui Grecia, Confortevoli Campi di Concentramento per chi non Paga il Debito di Stato Illegale).

 Promuovere la crescita?                                                                                           

Guardando al prossimo semestre europeo i deputati – portando avanti fedelmente i copioni critti dalle onnipotenti banche sovrane – hanno aggiunto che "la politica di risanamento di bilancio favorevole alla crescita dovrebbe continuare, ma che l'accento dovrebbe essere posto maggiormente sulle riforme e sulle politiche che favoriscono la crescita, (???) soprattutto da quegli Stati membri che hanno margini di bilancio per investire (?)". In tal ottica anche l'ennesimo palliativo-specchietto per propagandare illusori ed ingannevoli messaggi d'entusiasmo da parte dell'Ue lascia il tempo che trova. Come lascia davvero perplessi l'attenzione materna rivestita dalla matrigna UE (per mezzo dei deputati europei) nell'invitare la Commissione ad "attuare urgentemente il programma europeo di 300 miliardi di euro di investimenti proposto da Jean-Claude Juncker (vedi qui Speranza Juncker? Meglio l’Africa Nera! e qui Juncker e i 7 Supergaranti della Non-Democrazia Europeista), al fine di contribuire senza indugio a stimolare la ripresa". Basterebbe emettere a credito la moneta (vedi qui Il Contenitore – Una truffa oltre il dualismo lira/euro), abbassare i coefficienti di riserva patrimoniale obbligatori per le banche, decisi con Basilea 3 e mandare al diavolo le agenzie di rating per fare davvero il bene dei popoli. Ma i signori dell'usura questo lo sanno bene e evitano scientificamente di parlare di ciò nelle sedi istituzionali di Bruxelles e Strasbugo. Gli ordini avuti dai capigruppo, sono evidentemente diversi…

 Il ricatto – Flessibilità del Patto di stabilità contro riforme strutturali?   

La relazione votata, inoltre, sottolinea che "il Patto di stabilità e di crescita permette agli Stati membri un certo grado di flessibilità nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche di riforma, a condizione che siano state avviate riforme strutturali credibili. I deputati chiedono che questa flessibilità sia sfruttata. La sostenibilità di bilancio – si legge nella nota diramata da Bruxelles – rappresenta, comunque, una condizione indispensabile per una crescita di lungo periodo" . Tutto bellissimo, se non fosse per almeno due piccoli particolare: l'usura monetaria non è conciliabile con la presa in giro chiamata "crescita" e lo stesso Patto di Stabilità (vedi qui Patto di Stabilità – Come l’Europa dal 97 chiede il suicidio dell’economia italiana) fu uno strumento creato ad arte per indebolire e progressivamente distruggere le economie degli stati e costringere i popoli europei all'accentramento politico, economico e sostanziale. Popoli costretti ad entrare nel recinto dell'UE, da "pastori" pazzi.

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Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)

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