Fiscal compact: Vuoto compromesso

Giovedì, Maggio 10th / 2012

– di Sergio Basile e Silvia Laporta –

​Unione europea / Consiglio europeo / Firenze / Mario Monti / Meeting sullo stato dell'Unione / Italia / Germania / Spagna / Grecia / Angela Merkel /  Mariano Rajoy / Fiscal compact / Rigore / Indebitamento / Speculazione / Banche / Palliativi / Gran maestri del politichese  

Fiscal compact: Vuoto compromesso

per un “rigore in-sostenibile”

Palliativi e giochi di parole da Firenze a Bruxelles

Intanto l'Europa continua ad indebitarsi

Firenze, Bruxelles – Qualcosa si muove! Appurato che la risposta alla  crisi deve passare anche per la crescita, si fa viva ora più che mai la richiesta, ma potremo chiamarla tranquillamente necessità, concreta di sviluppo, che si è quasi sovrapposta al “dogma infallibile del rigore di bilancio”. O almeno, dai proclami levatisi nelle scorse ore da Firenze a Bruxelles,  così parrebbe!  Un "Fiscal Compact" foriero tuttavia – come ampliamente dimostrato da "Qui Europa" in molti dei precedenti articoli – di spaventose e poderose spinte autodistruttive per l'intera economia – e di conseguenza anche del benessere sociale – del vecchio Continente. Da questo punto di vista molti leader europei hanno – sempre nelle scorse ore – avanzato l'ipotesi e la possibilità di sostituire al concetto di "rigore a qualunque costo" quello di "rigore sostenibile". Mah! Francamente è come un colombo che gira e rigira attorno ad un pallone, senza rendersi conto che l'oggetto dei suoi problemi forse è stato travisato.

  L'Europa dei Finti Tonti  

Quindi traspare chiaramente l'immagine di un'Europa tecnocratica che ancora finge di non capire, arrovellandosi su falsi o comunque secondari problemi. Tuttavia, la breccia che sta per aprirsi è da molti considerata come una sorta di valido compromesso  politico, con potenziali margini di azione anche per l’Italia. Il caso è la Spagna: Mariano Rajoy potrebbe rinviare di un anno, dal 2013 al 2014, l’appuntamento con l'abbassamento del deficit al di sotto della soglia limite del 3% del Pil. Ma ormai anche i bambini hanno capito che è una vera pazzia abbassare il deficit pubblico al prezzo di gonfiare le casse delle banche (e di molti altri soggetti speculatori) e dissanguare fino ad una morte lenta e dolorosissima i poveri Europei. Evidentemente, non lo hanno ancora ben capito – malgrado i risultati delle urne in Europa, e malgrado la loro altissima scienza – Angela Merkel e Mario Monti.

  Firenze e i paradossi del professor Monti  

Il professore, infatti, ieri da Firenze – sfoggiando un perfetto ed accademico inglese, utilizzato in passato nei salotti della Commissione europea, e sicuramente anche nei meeting annuali della Trilateral Commission, del Bilderberg Club o di Goldman Sachs – è tornato a battere sul tema del rigore, con la scusante che una possibile deviazione da questa "distorsione" metodologica e concettuale – a quanto pare cara agli speculatori delle privatizzazioni – avrebbe dato fastidio ai colleghi tedeschi: quasi come se i cittadini tedeschi democratici e amanti della giustizia sociale e dell'economia sociale di mercato (ricordiamo in merito che in Germania i dipendenti di molte aziende partecipano ai surplus ed agli utili aziendali assieme ai loro datori di lavoro) possano identificarsi in maniera automatica ed a-critica ai voleri del panzer Merkel. Paradossale, a dir poco!

  Monti-Merkel: i gran maestri del politichese  

Pertanto, L’Europa si troverebbe oggi ad un bivio decisivo e, viste  le situazioni disastrose di molti Stati ( a partire dall’Italia, dalla Grecia e dalla Spagna) secondo l'élite della tecnocrazia europea ora più che mai si potrebbe lavorare nelle maglie stesse del Fiscal Compact e, ancora prima, nel dispositivo originario del Patto di stabilità, conservandone tuttavia la struttura portante. Ed ecco allora spuntare come funghi (velenosi) espressioni come "dobbiamo operare in un mix tra rigore e flessibilità, ma senza intaccare la tenuta della disciplina di bilancio, per non urtare il mercato"; o espressioni del tipo: "Il Fiscal compact prevede circostanze eccezionali (non si capisce quest'eccezionalità quanto si protragga: non ce lo hanno mai spiegato) che potrebbero giustificare un parziale allentamento della disciplina di bilancio. Ci si riferisce anche a periodi di grave recessione economica a patto che “la deviazione temporanea (?) dal percorso di rientro dal deficit non comprometta la sostenibilità del bilancio a medio termine”. Ci avete capito qualcosa? Francamente noi no! Il politichese è una lingua che purtroppo non studiamo abbastanza, per il semplice motivo che ci disgusta! Ma quando l'ora di politichese sembrava ormai "suonata",  ecco spuntare dalla cattedra altri 2  imbarazzanti e scervellotici termini quali: “Two Pack” e “Redemption Found. Quest'ultimo, in pratica, dovrebbe essere una sorta di "fondo di salvezza per il debito". Un'ennesima alchimia per raggirare le coscienze critiche degli Europei e confonderle con termini anglofoni di sicuro effetto! Complimenti vivissimi!

  Vacche magre, vacche grasse e nuovi faraoni  

Ma altre espressioni e parole (relativamente nuove) che presto entreranno nel nostro dizionario, pare siano poi: "golden rule" (investimento produttivo) e "temporary accounts below the line" (contabilizzazione temporanea al di sotto della linea). Un nuovo regime di contabilità "di favore" relativo ai debiti della P.A. nei confronti del sistema delle imprese. Vale a dire che (in seguito al monito della Commissione Ue dei giorni scorsi) le p.a. sono state invitate a saldare entro 30 giorni i loro debiti contratti verso i privati, al fine di evitare che questi possano finire sull'astrico, dietro la costante minaccia di Equitalia, del crescente regime tassativo (il più duro d'Europa) o di impazienti fornitori. In particolare – secondo Monti & C. – "Ogni margine in più che si riuscirà a spuntare in sede di trattativa a Bruxelles, potrà essere utilizzato in direzione della crescita e della riduzione della pressione fiscale". Ma qualcuno chiarisca al prof – anche se in realtà lo sa già benissimo – che senza sbarrare i rubbinetti privati della speculazione, ogni manovra sarà perfettamente e semplicemente inutile: sapevate che con una manovra finanziaria di 50 miliardi di euro i tartassati cittadini italiani non riescono neppure a pagare i circa 80 miliardi di euro di interessi bancari sul debito maturati in un anno? E' come dire che noi ci alziamo presto al mattino per andare a lavorare le la salute e il piacere delle nostre carissime banche. Ma allora di che parliamo? Aria fritta! Intanto, nelle prossime ore, la Commissione europea ha dichiarato che renderà note le sue previsioni per l’economia europea. Nel frattempo si moltiplicano le iniziative di "pseudo-azione", come il moltiplicarsi degli incontri a livello europeo in vista del primo appuntamento del 23 maggio: il vertice straordinario sulla "presunta" crescita. Intanto l'Europa continua ad indebitarsi, sotto i colpi dello spread ed il "disinteresse-interessato" degli adoratori del dio-mercato.

Sergio Basile e Silvia Laporta (Copyright © 2012 Qui Europa)

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