– Sergio Basile –
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Concluso il G20 delle Caste Bancarie – Le
Dimenticanze di Visco e Saccomanni
La solita illusoria altalena su una ripresa che non verrà.
Le battute infelici sul Piano finale di Privatizzazioni
FMI – Christine Lagarde: un disco rotto. Chiede "Misure
Strutturali Complete" per uscire dalla pseudo-Crisi
di Sergio Basile
Il G20 dei Ministri Economici e delle caste bancarie
Mosca – Nelle scorse ore, nella capitale russa, si è concluso l'atteso (si fa per dire) G20 dei ministri dell'economia e dei governatori delle banche centrali. Un meeting al quale avremmo visto con molta curiosità e favore (in qualità di out-sider) un personaggio del calibro l'indimenticato professor Giacinto Auriti, l'onesto e geniale uomo che vide proprio nelle private banche centrali e nell'esercizio illegittimo del potere di signoraggio da parte di queste ultime, l'origine di tutti i mali economico-sociali del mondo moderno. Società, sempre più simile ad una asfissiante gattabuia votata all'annientamento definitivo dei suoi sfortunati ed ignari ospiti. Di sicuro Auriti avrebbe saputo che dire per smontare facilmente le impresentabili tesi sul sistema bancario ed economico moderno, basato su falsità di dimensioni colossali. Ma torniamo ai fatti.
La Sentinella Lagarde
"Protagonista" del meeting è stata la direttrice dell'FMI (Fondo Monetario Internazionale) Christine Lagarde. Tra i temi introdotti ed "affrontati", innanzitutto quello della presunta (quanto illusoria) ripresa economica nel Vecchio Continente. "Nonostante i segni di rafforzamento dell'attività negli Usa e in Giappone – ha dichiarato in merito la Lagarde – la recessione nell'Eurozona continua, e molti mercati emergenti stanno crescendo ad un ritmo più lento. C’è stato anche – ha poi ribadito – un incremento nella volatilità dei mercati finanziari e nelle restrizioni delle condizioni finanziarie”. Prerogative che a suo dire richiederebbero "strategie fiscali bilanciate e credibili (…) nonché (come prevedibile) riforme strutturali complete (?) per aumentare la produttività (?), ridurre le rigidità (?) e sostenere la crescita (?)”. Ma di quale razza di crescita si tratti in realtà non si è ben capito…
Il Sapore della Beffa
Piuttosto soddisfatti e compiaciuti sono apparsi gli italiani Ignazio Visco – direttore di Bankitalia in odore di BRI – e Fabrizio Saccomanni, super Ministro reggente dell'Economia. Entrambi – emuli di Mario Monti in Cina nella Primavera del 2012 – molto, troppo, ottimisti verso la fine certa di questa cosiddetta "crisi economica" in Italia. Questione di tempo, ma arriverà! E' stato questo, in soldoni, il succo del discorso. E poi – consentitemi – l'espressione "fuoriuscita dal tunnel" non va più di moda… Specie ora che il "tunnel", l'altro tunnel, quello della TAV è tornato ad "infuocare" le prime pagine dei quotidiani di bandiera. Ma la verità – luoghi comuni e sceneggiate a parte – è ben altra. Per Visco l'uscita dal tunnel della crisi (?) o almeno quello che si dice un "segno positivo" dovrebbe giungere nel quarto trimestre dell'anno in corso. Ma con le imprese che falliscono ogni giorno a dozzine in tutta Italia, le fantastiche previsioni di Saccomanni e Visco risultano davvero clamorose. L'ostentazione dinnanzi ad un pubblico così vasto e "titolato" di tali ciarlatanerie, davvero ha ancora una volta il sapore acerbo della beffa.
Le dimenticanze di Visco e Saccomanni
Visco, sul finale del suo intervento – tuttavia – ha corretto un pò il tiro, ammettendo che “ci vorrà un sacco di tempo prima che l’Italia ritrovi una crescita solida, perchè – ha aggiunto – l’economia italiana è da sei anni che non riesce a mettersi in carreggiata e sono trent’anni che non ci aggiustiamo con il resto del mondo”. Ma anche su questa ultima constatazione nutro molte riserve: come detto in altre sedi, infatti, l'Italia prima della diabolica congiura del rating e dello spread, e prima dell'avvento del nuovo Sistema di regolamentazione interbancaria tra le banche centrali dell'Eurozona (Target2: ridefinito nel 2007 per favorire la Germania e il suo surplus – vedi allegato) era di gran lunga una spanna sopra tutti. Ma se vogliamo dirla tutta, come ormai noto, prima della stessa introduzione dell'euro essa era la vera ed unica Regina d'Europa. Come mai i titolatissimi Visco e Saccomanni non lo sanno? Su che libri hanno studiato? Che giornali hanno letto? L'altra perla Visco l'ha regalata, di seguito, affrescando con tinte vivaci ed allegre l'idilliaco quadretto del sistema bancario internazionale (la grande bestia nemica dei popoli e delle nazioni). Secondo Visco esso "non presenterebbe segni di preoccupazione eccessivi". Tranne poi tornare a parlare – come avvenuto in altre sedi – di unione bancaria europea e di "Modello Cipro", allineandosi a dovere con le posizioni di Palazzo Chigi e Bruxelles. Che dite?
Una Mano sulla Coscienza
Degno di nota (si fa per dire) è stato poi l'intervento che Saccomanni ha fatto sul possibile piano di privatizzazioni annunciato Venerdì scorso, 19 Aprile. "Non e' escluso che il Tesoro decida di cedere quote di società pubbliche, incluse Eni, Enel e Finmeccanica, per ridurre il debito": aveva esordito proprio così il reggente dell'Economia, in un'intervista rilasciata a Bloomberg Tv, gettando ancora una volta nello sconcerto e nella meraviglia più totale milioni di Italiani destatisi dal sonno ed intellettualmente onesti.“Abbiamo venduto tutto, non c’è più altro da vendere”, ha ironizzato successivamente Ignazio Visco fornendo un velenoso assist e facendo eco alla lapidaria, imbarazante e raccapricciante – o inquietante, dipende dai punti di vista – uscita del ministro Saccomanni. Ormai anche i fedeli servitori italici delle caste partitiche al potere non hanno più alibi! Dinnanzi a queste dichiarazioni dovranno finalmente uscire allo scoperto anche loro e gettare la maschera. Il punto sta proprio lì: questo debito non solo non va onorato, perchè fittizio ed illegittimo, ma va evidentemente bloccata l'emorragia che vi sta alla base. E l'unico modo per farlo è recuperare la nostra sovranità monetaria e finanziaria. Quando – ad esempio – Saccomanni e Visco rilasceranno un'intervista nella quale chiederanno alla vigilanza internazionale, a Barnier (commissario Ue al Mercato Interno) ed a Letta di intervenire in maniera definitiva e risoluta per eliminare dalla circolazione le agenzie di rating ed il loro immorale giogo? Quando forse i giornalisti che ruotano attorno all'entourage di tali titolati personaggi di acclarata fama, ci aiuteranno a porre loro domande di tal guisa! Che dite? O quando magari gli Italiani pro-casta decideranno di mettersi una mano sulla coscienza.
Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
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