Damasco, Washington, Riad – Che le guerre non vengano, se mai lo sono state, dichiarate e condotte per motivi ideologici in senso stretto (a parte il piano per la realizzazione di un Nuovo Ordine Mondiale) dovrebbe essere chiaro a tutti. Da sempre però, chi dichiara guerra, cerca di trovare una motivazione che possa almeno per quella fetta di opinione pubblica che ha rinunciato a pensare con il proprio cervello, motivi per giustificare la morte di migliaia di persone. Così si fa ricorso a motivazioni “umanitarie” (di cui beneficeranno solo le aziende dei Paesi che usciranno vincitori dal conflitto) o alla sete di giustizia (per "vendicare" presunte "azioni terroristiche" fatte da pochi uomini si distruggono intere nazioni) o alla volontà di salvaguardare "diritti democratici" (mai richiesti e di certo non attuati da chi ha iniziato il conflitto violando una sovranità nazionale). Oppure, come sta avvenendo da alcuni anni, si interviene contro un Paese con la scusa che “alcuni” avrebbero usato armi chimiche. L’incubo delle armi chimiche è diventato negli ultimi anni lo spettro che ha giustificato qualsiasi guerra. Prima nell’Iraq di Saddam Hussein, poi nella Libia di Gheddafi e ora contro la Siria, dopo la parentesi del nucleare della Corea del Nord (per fortuna non riuscito, per la minaccia – tra l'altro – levata dalla Corea di disattivare tutti i sistemi radar USA nel golfo antistante, tramite sofisticatissimi sistemi elettronici, nella realizzazione dei quali i Coreani sono maestri). Spesso vengono utilizzati i media per convincere l'opinione pubblica che l’intervento militare è inevitabile e poco importa se le indagini condotte dagli ispettori ONU (come è avvenuto in Libia) o i dati forniti da chi era sul posto hanno dimostrato il contrario. Ormai pare che debbano mancare poche ore al criminale e folle assalto "ufficiale" (e non sottobanco) alla Siria da parte di Francia e Stati Uniti d’America.
Zero prove! Tante "Controprove"
Eppure stando a quanto riferito da Carla Del Ponte, membro della Commissione Onu incaricata di indagare su ciò che sta avvenendo in Siria, gli «investigatori nei Paesi confinanti hanno intervistato vittime, medici e visitato ospedali da campo. Secondo il loro rapporto della scorsa settimana esistono forti e concreti sospetti, ma non ancora prove incontrovertibili dell'utilizzo di gas Sarin». Ma poi, nel caso, chi ha avrebbe davvero utilizzato il gas? (vedi allegati). Quindi chi dovrebbe giustificare la dichiarazione di guerra tra Nazioni lo farebbe sulla base di “interviste” e visite a ospedali non sul fronte ma nei Paesi confinanti? E per di più dopo aver affermato chiaramente che non esistono prove dell’utilizzo di gas nervini?
Uccidere milioni di persone… su "Indicazioni"
E non basta! Ammesso che esistano prove (che nessuno però ha mai visto) dell’uso di tali sostanze, chi ci dice che ad utilizzarle non siano stati i rivoltosi piuttosto che le forze armate governative? Lo stesso segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha affermato che «ha avuto indicazione» (si scatena una guerra sulla base di “indicazioni”?) dell'impiego di armi chimiche, ma che «non esistono prove consolidate né sulle circostanze, né su chi ne abbia fatto uso». Nessuno ha fatto notare la strana coincidenza temporale tra l’attacco con armi chimiche e l'arrivo a Damasco di Ispettori delle Nazioni Unite incaricati di indagare proprio su un presunto uso di armi chimiche (vedi articolo "Qui Europa" in allegato – "Siria – Clamoroso, alcuni Video caricati il giorno prima della Strage"). Il tutto ovviamente proprio pochi giorni prima della riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri, dedicato all'emergenza siriana.
La Legittima Osservazione di Frank Gardner
E poi, come ha scritto il corrispondente della BBC, Frank Gardner: "Perché il governo di Assad, che recentemente sta riconquistando terreno sui ribelli, dovrebbe effettuare un attacco chimico, mentre gli ispettori delle Nazioni Unite sono nel Paese?"
Le Armi chimiche e quel varco dalla Giordania
Anzi stando ai fatti, pare proprio che le armi chimiche non sarebbero state utilizzate dalle forze governative, ma dai terroristi, gli stessi armati, secondo un’inchiesta condotta (addirittura…) dal Wall Street Journal, proprio dall’intelligence statunitense che avrebbe trasferito le armi passando per la Giordania. Di recente, agenti della Direzione generale di sicurezza turca (Emniyet Genel Müdürlügü) hanno sequestrato alcuni chili di gas Sarin nella città di Adana. Le armi chimiche erano in possesso dei terroristi di al-Nusra che erano diretti in Siria. Questa sarebbe un’ulteriore conferma dell’uso di armi chimiche non da parte del governo siriano, ma da parte dei terroristi di al-Qaidam, ovvero dello stesso esercito rivoluzionario che prima, in Iraq, è stato combattuto e poi riarmato dalle stesse persone… Nasser al-Omari, analista politico intervistato dalla Press TV ha affermato: "Quello che vediamo in Siria in questo momento a dettare leggi in molte zone del Paese sono gli elementi di al-Qaeda o legati all'organizzazione terroristica",. Secondo al-Omari gli sforzi che l'opposizione siriana sta facendo per prendere le distanze dai gruppi filo al-Qaeda sono inutili dal momento che ad essere sempre più attivi sul campo sono gli stessi gruppi estremisti che sarebbero sostenuti da Usa e dai loro alleati.
Giochi Chiarissimi. Oggi più che mai! – Il Paradigma "Le Monde"
In realtà sin dall’inizio degli scontri in Siria, le agenzie di stampa internazionali hanno tentato di presentare al mondo occidentale l’invasione di al-Qaeda in Siria come una “rivolta popolare” e come una “protesta giusta” contro un “regime brutale”. Il 27 maggio 2013 Le Monde ha pubblicato un rapporto “esclusivo”, nel quale avrebbero dovuto essere contenute le “prove” dell’utilizzo di armi chimiche da parte del governo siriano. In realtà, il rapporto conteneva dichiarazioni di “attivisti” e “ribelli”, che la maggior parte dei commentatori avevano già definito come fonti inaffidabili.
Ricordate il "Gioco Sporco" di Qatar e Regno Unito?
Ancora prima, nel gennaio 2013, la televisione russa RT aveva pubblicato documenti trapelati dalla British Defence Corporation Britam, che smascherava un piano del Qatar per inviare armi chimiche in Siria con l’aiuto della Britam Defence. Russi che sono stati gli unici tra i Paesi occidentali a presentare prove concrete del fatto che le armi chimiche presenti in Siria non sarebbero in mano alle forze governative, ma in mano ai ribelli. La delegazione russa all’ONU avrebbe mostrato documenti rilevate dai satelliti russi in base (Fonte Stampalibera.com) alle quali, contestando la versione fornita dai media occidentali e dalle TV saudite, si vedrebbe che i razzi contenenti gas nervino sarebbero partiti dalle posizioni in mano alle milizie salafite. Ma – in attesa di conferma ufficiale – ribadiamo che è solo uno degli innumerevoli elementi, accanto alle altre centinaia di prove e testimonainze (foto, video e articoli) che negli ultimi due anni l'Osservatorio "Qui Europa" e tanti altri quotidiani liberi hanno riportato. E ciò malgrado il diabolico e persistente falso martellamento mediatico delle TV e dei giornali di bandiera. Specie italiani.
Riad e il tentativo di "Comprare la Russia"
Forse sarà un caso, ma a conferma del fatto che a fomentare i terroristi sarebbero “altri”, oltre a quanto è emerso dalle indagini della British Defence Corporation Britam, ci sarebbe anche il fatto che recentemente funzionari sauditi avrebbero proposto alla Russia di firmare una mega-commessa di armi e di poter avere più influenza sui mercati arabi in cambio della fine dell’appoggio sovietico al governo siriano. A riferirlo sarebbero fonti diplomatiche sentite dall’agenzia Afp e analisti russi. La notizia, che non ha ricevuto né conferme né smentite ufficiali (e come avrebbe potuto farlo senza scatenare un grave incidente diplomatico di portata planetaria) sarebbe però confermata da una notizia diffusa dall’agenzia TMNews, in merito ad un incontro avvenuto a Mosca lo scorso 31 luglio tra Putin e il principe Bandar ben Sultan, capo dei servizi di spionaggio sauditi. L’emissario di Riad, avrebbe proposto a Putin l’acquisto di armamenti russi per 15 miliardi di dollari, oltre ad altri investimenti “considerevoli”. Inoltre, secondo un diplomatico europeo attivo nella regione, il messo arabo avrebbe affermato che il suo Paese “è pronto ad aiutare Mosca a giocare un ruolo più importante in Medio Oriente nel momento in cui gli Usa sono piuttosto sulla linea del disimpegno” e anche rassicurazioni sugli aiuti dal punto di vista delle fonti energetiche “indipendentemente dal regime” che si potrà istaurare, dopo quello attuale, in Siria. Come se non bastasse, in cambio di un diverso atteggiamento da parte della Russia in direzione anti-Assad, l’Arabia Saudita avrebbe garantito alla Russia aiuti sotto il profilo della concorrenza per la fornitura di gas estratto nei Paesi del Golfo, assicurando il divieto di transito sul territorio siriano, ed evitando in tal modo alla Russia di dover competere con il suo maggior concorrente a livello internazionale in questo settore.
Il "Nuovo Ordine"… a tutti i costi!
Intanto, nonostante il segretario alla Difesa degli Stai Uniti, Chuck Hagel, abbia dichiarato solo pochi giorni fa di non aver visto alcuna prova dell’utilizzo di armi chimiche durante il conflitto, nonostante le dichiarazioni di ieri della Commissione d’inchiesta dell’Onu e le affermazioni di Gran Bretagna e Francia, pare che l’America non voglia perdere l’occasione di fare un’altra guerra (dei vantaggi economici che derivano dall’iniziare una guerra contro un Paese molto più piccolo ci siamo occupati in passato in altri articoli – vedi allegati).
Cui prodest?
La verità è che chi abbia usato tali armi è molto difficile saperlo (anche essendo sul posto non sarebbe facile individuarne i responsabili). Mons. Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu a Ginevra, dichiara: "Non si può, a mio avviso, partire già con un pregiudizio, dicendo che questo o quello sono responsabili. Dobbiamo chiarire il fatto, anche perché da un punto di vista d'interessi immediati, al governo di Damasco non serve questo tipo di stragedia, sapendo che ne è comunque incolpato direttamente. Come nel caso delle investigazioni di un omicidio, bisogna farsi la domanda: a chi veramente interessa questo tipo di crimine disumano?"
Il Punto sulle Armi Chimiche
Sì, ma chi produce le armi chimiche? E dove sono stoccate? Chi le vende e chi le compra? Come vengono trasportate? In realtà, in teoria, queste armi non dovrebbero neanche esistere. Gli Stati che hanno aderito alla Convenzione sulle armi chimiche sono 188. E molti altri accordi internazionali sono stati sottoscritti per evitare non solo l’uso, ma anche la produzione e lo stoccaggio. Accordi che sono a dir poco restrittivi al punto da comprendere materiali di uso comune (come la schiuma di poliuretano in passato ampiamente utilizzata per imbottire divani e poltrone e ora, messa al bando essendo trattata con fosfonato dimetile che potrebbe essere trasformato in gas nervino). Al punto che Federchimica, dopo un seminario dell'Opcw, l'Organizzazione bando armi chimiche, un ente dell'Onu, ha inviato un avviso ai propri aderenti informandoli sulle conseguenze della ratifica. Anche il Congresso degli Stati Uniti emanò in seguito a tali norme, alcune leggi che prevedevano la distruzione di tutte le armi stoccate entro il 31 dicembre 2004.
Gli USA lavorano alla produzione di Armi Chimiche all'avanguardia
Eppure nessuno sa se ciò è davvero avvenuto …..di certo c’è che il governo americano, attraverso Joint Non Lethal Weapons Directorate (JNLWD) e diversi laboratori di ricerca universitari, starebbe sviluppando armi chimiche che violano le disposizioni della Chemical Weapons Convention (CWC). Il rapporto Advantages and Limitations of Calmatives for Use as a Non Lethal Technique, redatto dai ricercatori che lavorano presso Marine Corps Research University (Applied Research Lab, Pennsylvania State University) nel mese di ottobre 2000, hanno dichiarato senza mezzi termini che la ricerca da loro svolta aveva come scopo la valutazione del potenziale uso di agenti Calmatives come tecnica non letale. Come riportato nello studio “Armi Chimiche e Biologiche: Come gli Stati Uniti violano le Convenzioni” realizzato dal Dr. Edoardo Magnone, “gli Stati Uniti sono oggi all’avanguardia nello sviluppo degli organismi geneticamente modificati allo scopo di distruggere materiali, sostanze e manufatti. Negli ultimi anni un certo numero di progetti di ricerca militare sono stati finanziati nel campo antimaterial technology (generalmente definiti per scopi difensivi) e svolti, in modo integrato, nei laboratori dell’US Army, Navy e Marine Corps”.
USA-Armi Chimiche – In Violazione di ogni protocollo…
La stessa Federation of American Scientists, poco tempo fa, aveva accusato il governo di voler evitare le ispezioni multilaterali per coprire attività belliche in violazione sia della BTWC che della CWC (ossia i trattati per la messa al bando delle armi chimiche). Secondo i risultati delle indagini di questi enti: “il governo degli Stati Uniti continua a sviluppare agenti biologici modificati geneticamente ad usi tattici in tempo di guerra violando il protocollo previsto dalla Biological and Toxin Weapons Convention. Altresì nei laboratori statunitensi (civili e militari) sono finanziati progetti di ricerca il cui fine ultimo è quello di sviluppare armi non convenzionali incapacitanti violando il protocollo previsto dalla Chemical Weapons Convention”.
L'ONU mandi i suoi ispettori anche in USA, Israele, Cina, India…
E che dire di Israele (che tra l’altro ha aderito al CWC ma non lo ha ratificato) o della Cina? Eppure entrambi sono stati spesso accusati di produrre armi chimiche. O dell’India che nel 1997, si pensava disponesse di oltre 1.000 tonnellate di agenti chimici non dichiarati (poi dichiarati distrutti in base al CWC a marzo 2009 – Cfr.: dati armscontrol.org). Ad oggi – secondo dati aggiornati al 28 febbraio 2013 – solo il 45.6% degli 8,67 milioni di armi chimiche (missili e quant’altro) registrate presso la CWC sarebbero state realmente distrutte. Come mai nessuno ha mai mandato in questi Paesi gli ispettori dell’ONU per controllare che fine hanno fatto le altre?