Hollande: gradimento dei Francesi in caduta libera – Le ragioni della fine di un idillio all’ombra della Tour Eiffel

Lunedì, Settembre 3rd/ 2012 

– L'Editoriale del Lunedì – 

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Hollande: gradimento dei Francesi

in caduta libera

Le ragioni della fine di un idillio all'ombra

della Tour Eiffel: il fallimento sociale del

Presidente e il suo vero volto

La profetica inchiesta del Los Angeles Times:

la lunga mano della massoneria e del

Bilderberg sull'Eliseo

Parigi – Quello appena apertosi è un mese decisivo per il futuro dell'euro, dell'Eurozona e dell'intera Europa. Un ruolo decisivo – come detto – lo giocheranno la Corte Costituzionale tedesca, in merito all'eventuale legittimità ed entrata in vigore del liberticida MES (o ESM); e le decisioni dei leaders europei del Consiglio Ue, per ora in gran parte fossilizzati sulle posizioni pro-austerity del trio Monti-Merkel-Hollande, impegnati – nei giorni scorsi – in una serie di imbarazzanti mini-vertici in giro per le capitali del Vecchio Continente, all'insegna del più sistematico proselitismo filo-europeista.  Ma al di là delle Alpi, nella "Patria della Rivoluzione" per antonomasia, qualcosa sembra venir meno. A circa quattro mesi dalla sua elezione all'Eliseo, infatti, l'indice di gradimento per il Presidente Francoise Hollade è in caduta libera, e si assesterebbe oggi tra il 40 e il 45%. Ma d'altronde, svanita l'euforia delle elezioni e l'hollandemania – enfatizzata, gioco forza, dalle dilaganti antipatie per Nicolas Sarkozy, più che dalla reale stima per l'antagonista vincitore – il calo di consensi per il primo cittadino francese è stato palese già da inizio estate, come registrato dall'istituto di statistica Ipsos.

 La fine di un idillio all'ombra della Tour Eiffel? 

Ma cosa ha rotto l'idillio tra Hollande e i Francesi? Secondo "Le Figaro" – tesi supportata dal quotidiano transalpino da almeno tre settimane a questa parte – a fondamento dell'insuccesso di Hollande ci sarebbe un clamoroso errore di comunicazione. C'è chi sostiene, invece, come dietro le insofferenze dei Francesi si celi la dura battaglia dell'opposizione; chi parla degli effetti naturali ed incontrollabili della crisi; chi denuncia il grave difetto di aver portato avanti una campagna elettorale e post-elettorale all'insegna del doppiogiochismo, paventando una sorta di "rinegoziazione del Patto di Bilancio Europeo" (Fiscal Compact) – attraverso vuoti slogan all'insegna del "meno rigore e più crescita"- poi rivelatasi largamente illusoria e deficitaria; altri ancora parlano dell'incapacità di Hollande di apportare misure serie alla crescita, o dell'incapacità oggettiva di molti membri del suo esecutivo. Ma d'altronde con un Francia che si appresta – secondo tutti i dati ufficiali – a conoscere gli amari bocconi della crisi, la realtà parla chiaro.

 La solita scusa da copione e il conto dell'oste  

A queste critiche non sono mancate puntuali le argomentazion di difesa degli uomini del presidente contro i suoi numerosi detrattori. La scusa ufficiale – quella sfoderata un pò come da copione ovunque in Europa, e specie da Atene, Madrid e Roma dai rispettivi leaders Samaras, Rajoy e Monti – attribuirebbe la colpa di tutto alla crisi: l'intensificarsi "naturale" ed a tratti incontrollato di una situazione congiunturale senza precedenti  che non può che incidere – secondo i fedelissimi di Hollande – in termini negativi nei sondaggi post-elettorali, così come rilevato in altri Paesi facenti capo all'Eurozona. Ma la scusa – perchè di ciò si tratta, come ormai chiaro dalla trattazione dei veri mali dell'Eurozona, sviscerati negli ultimi mesi dall'Osservatotio "Qui Europa" – non può reggere all'infinito, e presto l'oste nazionale, il popolo francese, pretenderà il salato conto dall'inquilno dell'Eliseo.

 Il quadretto del "Presidente Bohémienne" 

Eppure il Presidente bohemienne ce l'ha messa proprio tutta per apparire come un uomo del popolo, come l'anti Sarkozy. Come? Preferendo fin da subito la fisarmonica al violino; ovvero festeggiando la sua elezione in mezzo al popolo, tra canti e danze etniche, e non in esclusivi ristoranti del centro di Parigi (come fecero, invece, Nicolas e Carla); prendendo il treno come un comune cittadino; facendo intendere ai Francesi che il Paese non sarebbe sprofondato nella recessione, ma anzi, sarebbe diventato una sorta di locomotiva europea della crescita accanto alla Germania; criticando l'Europa dell'austerity a trecentosessanta gradi. "Parole!  Parole! Soltanto parole!", come "canta" uno dei tanti tormentoni estivi, in questa calda, caldissima estate 2012. L'estate dello spread, delle euro-balle, delle chiacchiere e del "Nuovo Ordine" costituito.

 L'Eliseo e quei problemi con la matematica 

Ma i Francesi – a differenza della maggioranza degli Italiani, in parte ancora accecati dai postumi di un morbo chiamato "berlusconismo" o dai falsi e confusionari profeti  del "casinismo– lo dice la parola stessa – o del "bersanesimo" – lo hanno compreso fin da subito, e piuttosto bene. Hanno capito cioè, che due più due fa quattro e non cinque! Cioè che è impensabile parlare di austerity e crescita nello stesso tempo! E' inconcepibile sostenere e propugnare l'abolizione del "deficit spending" di uno stato, inibirne ogni settore di sviluppo (con la bugia, mal raccontata, dei tagli agli sprechi); tassarne all'inverosimile i cittadini (già umiliati e vessati da precarietà e licenziamenti di massa) e nel contempo riempirsi la bocca parlando di crescita. Ma crescita di che? 

 La tiepida Primavera di Hollande  

Eppure al cambiamento di musica ci avevamo creduto un pò tutti, dalla Costa Azzurra alla Manica. Ciò, almeno a giudicare dalle grandi promesse primaverili di rivoluzione giunte dal cosiddetto "Presidente bohémienne". In tanti – anche noi di "Qui Europa" – avevano sperato e creduto in un cambiamento, guardando con fiducia e con un pizzico di sentimentalismo alle fisarmoniche dell'antica bohème del Quartiere Latino; in molti avevano apprezzato quel cambiamento di stile: quella cena frugale la sera dell'annuncio ufficiale della vittoria; quella colazione al sacco il giorno dopo; quei festeggiamenti sobri e misurati; quell'altro provvidenziale annuncio del ritiro delle truppe francesi dall'Afghanistan, e soprattutto – proclama più atteso –   quell'antipatia sbandierata ai quattro venti dall'uomo nuovo dell'Eliseo per la coppia "Merkozy", e soprattutto per il suo insopportabile rigore ideologico e per i gravi smacchi rivolti verso sua maestà lo Stato sociale. A quanto pare, allora – col senno di poi – possiamo considerare tutta questa febbre di cambiamento quale pura propaganda pre-elettorale, suggellata a chiare lettere nel disastroso euro-vertice di fine Giugno al Consiglio europeo. Ma allora le direttive per l'Eliseo da chi partono? E' da un pò che ce lo chiediamo. Non sarà, dunque, che anche Hollande, come Monti, l'ex-Papademos ed altri simpatici membri dell'euro-brigata brancaleone faccia parte di qualche club mondialista, massonico o pseudo-tale? 

  Il vero volto di Francoise Hollande  

Ma chi è, dunque, veramente Francoise Hollande? Questa domanda se l’è posta prima dell'estate anche il celebre giornalista e politologo statunitense Paul Joseph Watson, dalle colonne del prestigioso Los Angeles Times: un giornale il "LAT" piuttosto libero, per intenderci, capace di accaparrarsi  il premio Pulitzer – come apprendiamo dal web – per ben 39 volte. L'Editoriale di Watson non lascia spazio alla fantasia e va subito al sodo. “Hollande? Altro che cambiamento rivoluzionario all’Eliseo – commenta – (…) c’è odore di massoneria globalizzata al vertice del potere transalpino. Il neoeletto Presidente francese François Hollande è un globalista convinto”. Secondo Watson, dunque, il Presidente francese non sarebbe altro che l'ennesimo burattino del Club Bilderberg, posto sullo scranno più alto dell'Eliseo per contribuire alla realizzazione del piano massonico europeo della conquista del mondo. Un massone circondato da massoni (vedi il consigliere speciale del Presidente, nonché uomo Bilderberg, Manuel Valls), ma anche curiosamente (diversamente dall'antagonista Marine Le Pen) un europeista convinto; strenuo sostenitore sia del Trattato di Lisbona (stando ai fatti, una sorta di surrogato imposto di Costituzione europea) e dei suoi molteplici errori (vedi per esempio, l'Art.123 che – come visto – alimenta la speculazione bancaria nell'Eurozona); sia del Trattato di Maastricht e dell’Euro.

 Elementare Watson! 

Stando alle rivelazioni e ricostruzioni di Watson, dunque – travestitosi per l'occasione da novello segugio di Scotland Yard – si  comprende meglio come proprio Hollande – nonostante la maggior parte dei Francesi e dei suoi stessi colleghi socialisti avessero deciso di votare contro di essa – avesse, stranamente, deciso di sostenere con ogni mezzo la causa della (pluribocciata) Costituzione europea nel referendum del 2005. Watson nel suo illuminante editoriale nota come il Presidente, nel 1996 – da portavoce dell’ex-premier Lionel Jospin (già ministro di Mitterand) – avesse partecipato al Bilderberg Club, trovando piena ispirazione nella linea del suo gran maestro (massone del 33° grado: il gradino massimo nel rito scozzese). Ovvero, nello stesso Francois Mitterand. Colui che – ricorda Watson – "commissionò la costruzione dell'emblematica ed esoterica Piramide del Louvre: monumento costruito mediante l'assemblaggio di 666 pannelli di vetro. Lo stesso Mitterand, per intenderci, che – assieme al Cancelliere tedesco Helmut Kohl (membro del Bohemian Grove) – fu tra i promotori del Trattato di Maastricht. In tal senso il Los Angeles Times sostiene come proprio "il Bilderberg sia stato l’artefice della vittoria presidenziale di Mitterand nel 1981". Che dire allora di Mario Monti, presidente della Trilateral Commission per l'Europa (fino al giorno prima della sua chiamata a Palazzo chigi) che con le sue presenze record al Bilderberg (ne abbiamo contato 30) è il più assiduo ed affezionato frequentatore e supporter italiano del Club? Giudicate voi!

 Il sostegno all'Europa della "Recessione"   

Tali retroscena ci aiutano a ricostruire con maggior facilità il puzzle del profilo e della "mission" di Francoise Hollande, ed il suo strano amore per una "pseudo crescita" (solo vanamente e strategicamente evocata) e (nel contempo) per l'Europa dell'austerity e delle misure lacrime e sangue. Profilo e mission suggellati con l'adesione al Fiscal Compact: il tentativo, finora ampliamente riuscito, delle organizzazioni mondialiste di neutralizzare gli stati nazionali, imbrigliandoli nelle subdole e false reti del rigore, facendo leva sulla scusante del debito pubblico. "Lo stesso consigliere Valls – rivela il LAT – in tempi non sospetti – e chi ha una certa conoscenza dei retrobottega nei quali spesso si consumano i magheggi politici nel Paese transalpino, non può che averne contezza – fu un accanito sostenitore del Fiscal Compact" (deleterio patto di bilancio approvato in giugno dall'Eurogruppo) e dei suoi accidenti. Dunque, come già paventato e denunciato in molti articoli dall'Osservatotio Nazionale Indipendente "Qui Europa", la creazione di un superstato federale europeo, i cosiddetti "Stati Uniti d'Europa", così come la serie imbarazzante di golpe nazionali succedutisi finora con precisione svizzera in lungo ed in largo per l'Europa, altro non sarebbero che il sostenuto progredire  del disegno mondialista portato avanti nelle superlogge del potere globale. Ciò, ovviamente, a discapito della democrazia e delle sovranità nazionali e popolari. 

 La distruzione del "Principio di Sussidiarietà" 

Mission, questa, realizzata anche con l'appoggio convinto di Hollande,  che ha di fatto portato l'Ue a tradire i suoi stessi trattati, nonché alla morte dei principi falsamente difesi dagli stessi trattati europei: del "Principio di Sussidiarietà" innanzitutto! Per il LAT, e non solo, dunque, il vero progetto al quale starebbe lavorando più o meno segretamente  Hollande (assieme ai suoi colleghi europei "rigoristi") sarebbe quello dell'eliminazione di ogni sovranità nazionale. "Obbiettivo – nota Watson – da sempre nel mirino dell’Internazionale socialista dalla rivoluzione russa". “In definitiva conclude – il neo presidente transalpino  è un portatore d’acqua al mulino delle élites finanziarie d’Europa e tasserà a sangue la classe media ( come sta già avvenendo) portando avanti il sacrificio della sovranità nazionale francese sull’altare del superstato europeo.” I cosiddetti – pare – nascenti "Stati Uniti d'Europa".

 Dietro il paravento della "Democrazia" 

Ma com'è possibile, allora, che in Europa, dietro il paravento della Democrazia – e soprattutto tra le arree cosiddette laiciste, liberiste e socialiste, ma non solo – spuntino come funghi alla guida degli stati sempre candidati in odore di Bilderberg, lobbies filo-statunitensi e massoneria? Com'è possibile che questi facciano sempre il loro comodo alle spalle e sulle teste dei popoli e delle leggi, controllando i media e pianifinando qualsiasi tipo possibile ed immaginabile di crisi, salvo a trovarne poi le "giuste" ed utili soluzioni? Il problema è che dovremmo "distrarci di meno" ed informarci di più, partecipando più attivamente alla politica o quanto meno ai pubblici dibattiti. La deriva della Democrazia in Europa e l'asfissiante e mascherata dittatura instauratasi è infondo anche colpa nostra e della nostra ignoranza politica, del nostro lassismo; nella nostra deleteria moda della "delega facile"; della nostra indifferenza cronica; nonché del nostro cieco tornacontismo;  e – soprattutto – della nostra "deriva spirituale". Sicuramente l'errore più grande dell'uomo moderno è quello di aver sostituito l'amore per Dio e per il Prossimo con l'amore per il successo ed il danaro facile: l'amore per il progresso del vero bene umano e sociale, con l'amore per il guadagno, il potere e i mercati. In una parola: l'amore per Nostro Signore, con l'amore per Mammona. Cosa, per il vero, già avviata in maniera sistematica e devastante, ancor prima del dilagare delle idee neo-liberiste e capitaliste, ad opera di correnti laiche ed atee, a partire dalla celeberrima "rivoluzione socialista" in Russia, come in Europa.

 Verso le elezioni 

Dovremmo, pertanto, tornare a riflettere seriamente e di più su ciò che accade intorno a noi e su ciò che spesso allegramente e "benevolmente" ci travolge senza remissione. Solo in tal modo potremmo riaffermare la nostra dignità di uomini e cittadini. Specie ora, in questo terribile ma appassionato momento storico: quando ben presto qualcuno busserà alla nostra porta chiedendoci il voto! Prima di decidere se assecondare o meno alle richieste del nostro interlocutore forse dovremmo, alla luce di quanto detto, porgli qualche scomoda domanda. Sul perché, ad esempio, continuare a sostenere coalizioni favorevoli al rigore ed al risanamento di un debito palesemente illegale (e giustamente non onorabile) sulle spalle dei cittadini! E magari aver il coraggio e il buonsenso di chiudergli la porta in faccia. In Francia e Germania, malgrado tutto, pare lo stiano già facendo da un pò in molti! I sondaggi una volta tanto pare parlino chiaro!

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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  Appendice tecnica – Approfondimenti e curiosità   

 

  Hanno detto del Bilderberg Club   

 Tony Gosling Giornalista inglese 

Secondo alcune indiscrezioni che ho raccolto, il primo luogo nel quale si è parlato di invasione dell’Iraq da parte degli Usa, ben prima che ciò accadesse, è stato nel meeting 2002 dei Bilderberg”.

 Giorgio Bongiovanni – Studioso Organizzazioni Sovranazionali 

“Il Club Bilderberg rappresenta uno dei più potenti gruppi di facciata degli Illuminati (una sorta di super Cupola mondiale). Malgrado le apparenti buone intenzioni, il vero obiettivo è stato quello di formare un’altra organizzazione di facciata che potesse attivamente contribuire al disegno degli Illuminati: la costituzione di un Nuovo Ordine Mondiale e di un Governo Mondiale entro il 2012.  Il Gruppo recluta politici, ministri, finanzieri, presidenti di multinazionali, magnati dell’informazione, reali, professori universitari, uomini di vari campi che con le loro decisioni possono influenzare il mondo. Un potere nascosto in grado comunque di condizionare i destini del mondo, ovviamente “sponsorizzato” delle star dell’imprenditoria multinazionale, come Coca Cola, Ibm, Hewlett Packard, Fiat, Sony, Toyota, Mobil, Exxon, Dunlop, Texas Instruments, Mutsubishi, per citarne solo alcune. Queste attività conducono nel 1973, sotto la presidenza “democratica” Usa di Jimmy Carter, alla costituzione di una commissione detta Trilateral ed è il consigliere speciale per la sicurezza del presidente USA, Zbigniew Brzezinsky, il vero deus ex machina dell’organismo. Ad ispirare il progetto, le famiglie Rothschield e Rockefeller, i Paperoni d’America. Un progetto che ha irresistibilmente attratto i potenti del mondo, a cominciare proprio dai presidenti Usa, con un altro democratico, Bill Clinton, in prima fila"

 Gianni Agnelli – Industriale (frequentatore del Bilderberg) 

La Trilateral Commission è formata da un gruppo di privati cittadini, studiosi, imprenditori, politici, sindacalisti delle tre aree del mondo industrializzato (Usa, Europa e Giappone) che si riuniscono per studiare e proporre soluzioni equilibrate a problemi di scottante attualità internazionale e di comune interesse”.

 Richard Falk – Giornalista newyorkese del Monthly Review 

Le idee della Commissione Trilaterale possono essere sintetizzate come l’orientamento ideologico che incarna il punto di vista sopranazionale delle società multinazionali, che cercano di subordinare le politiche territoriali a fini economici non territoriali".

 Mario Di Giovanni – Studioso di geopolitica 

"I bracci operativi di questo turbocapitalismo sono proprio due strutture che dovrebbero invece garantire il contrario: ovvero la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Entrambi agiscono a tutto campo nell’emisfero meridionale del pianeta, impegnate nella conduzione e “assistenza” economica ai paesi in via di sviluppo. Le decisioni assunte dai vertici della Trilateral riguarderanno sempre di più quanti uomini far morire, attraverso l’eutanasia o gli aborti, e quanti farne vivere, attraverso un’oculata distribuzione delle risorse alimentari. Decisioni che riguarderanno l’ingegneria genetica, per intervenire nella nuova “umanità”. In una parola, tutto ciò che definitivamente distrugga il “vecchio” ordine sociale, cristiano, per la creazione di un nuovo ordine. Ma tutto questo senza particolari scossoni. Non vi sarà bisogno di dittature, visto che le democrazie laiche e progressiste, condotte da governi di “centrosinistra”, servono già così efficacemente allo scopo. Governi che riproducono una formula già sperimentata lungo l’intero corso del XX° Secolo e plasticamente rappresentata dai passati governi Prodi e D’Alema, espressioni dell’alleanza fra la borghesia massonica e la sinistra, rivoluzionaria o meno”.

 Daniel Estulin – Scrittore investigativo e giornalista lituano 

"Bildergberg non è un mondo di fantasia cartesiano. (…) L’idea che sta dietro questi incontri è creare quella che loro chiamano l'aristocrazia dell'intento  tra le élite europee e nordamericane per gestire il pianeta. Creare una rete globale per controllare gli Stati. Gli accordi di Bretton Woods, per esempio, sono frutto delle decisioni del club che ha il potere di influenzare il Fondo Monetario Internazionale e la stessa Banca Mondiale. Esso è alla base di tutte le crisi finanziarie, sempre più frequenti e profonde, per creare un’enorme truffa finanziaria e controllare il mondo. Col pretesto di voler salvare l’economia, si stanno trasferendo enormi quantità di debiti dalle banche private ai conti dei governi. I debiti sono così ingenti che non verranno mai ripagati. E i governi collasseranno. L'obiettivo? Rimpiazzare i governi attuali con dittature corporative. (…) Nella riunione del club del 1968 in Canada, fu annunciato un progetto per costruire quella che fu definita l’Impresa mondiale SA. L’idea era creare una nuova forma di governo che distribuisse in maniera più equa le risorse del mondo. Altrimenti detto, la globalizzazione I bancari delle grandi industrie e delle multinazionali oggi governano il mondo, più di qualsiasi potente Stato. In un certo senso è come essere tornati ai tempi della Compagnia britannica delle Indie orientali, ma in chiave moderna. Grecia e Spagna sono già Paesi morti. Recentemente al Bilderberg è stata invitata anche Lilli Gruber, perché ha origini ebraiche ed è una persona conosciuta e carismatica,  una qualità che serve per infondere le idee del Bilderberg agli italiani attraverso i mezzi di comunicazione di massa come la televisione". (Intervista di Lettera 43 – 21 giugno 2012)

 Mario Borghezio – Eurodeputato italiano, Lega Nord  

"Il Club Bilderberg E' un'organizzazione mondialista che si riunisce esclusivamente in tenuta segreta, (…) la riunione a Sitges (Barcellona) era protetta da 350 poliziotti. Vi partecipano i padroni del mondo, cioè coloro che danno le direttive a quelli che ci governano: alta finanza, personaggi dietro le quinte della politica, burocrati, finanzieri. Questo è venuto alla luce grazie a un giornalista di inchiesta, Daniel Estulin, che ha scritto il primo libro inchiesta con informazione dall'interno pubblicato negli Usa. E il suo libro è diventato un best seller. Quello che intriga e preoccupa è che poche settimane prima di essere nominato Herman Van Rompuy, che era uno sconosciuto, viene invitato a una delle riunioni e pochi giorni dopo viene eletto presidente Ue. Anche Barroso ha partecipato ai summit. I destini  dell'Europa e del mondo passano quindi dalle mani del club Bilderberg. Ue e Bce esistono ma decidono quello che qualcun altro ha già deciso per loro. (…) Personaggi che erano signori nessuno, pensiamo a Clinton, improvvisamente fanno carriere folgoranti. Il Club ha un obiettivo mondialista, un potere finanziario che decide al di sopra dei governi. Tirano le fila della politica europea e mondiale. E i popoli neanche se ne accorgono. Perché Barroso e Van Rompuy non dicono che hanno partecipato alla riunione? E se c'erano, in quale veste? Se lo erano in rappresentanza dell'Ue perché non vengono all'Europarlamento a riferire? .Tra gli italiani, vi partecipano – tra l'altro – Franco Bernabè, John Elkann, Mario Monti e Giulio Tremonti. Siamo ai livelli di altissima super-massoneria. Organizzazioni segrete del governo mondialista. Sono i padroni del mondo". (Intervista di Affari Italiani – 2 Luglio 2010

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Quale Europa vogliamo?

Quale Europa vogliamo?

Mercoledì, Giugno 27th / 2012 – di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile – Italia / Unione Europea / Europa / Roma / Stati Uniti d’Europa / Chiesa / Cristianesimo / Cristianità / Radici cristiane europee / Unità politica / Spiritualità / Educazione / Storia / Tradizione / Civiltà / Persona / Società / Bioetica […]

Stati Uniti d’Europa: Verso un Nuovo Regime Liberticida

Stati Uniti d’Europa: Verso un Nuovo Regime Liberticida

Lunedi,  Giugno 25th / 2012 – di Silvia Laporta – Commissione Europea / dittatura / rapporto commissione europea / ministro degli Esteri Europei / Superstato Ue / Presidente del Consiglio Europeo / Governo Europeo / crisi / Italia / Francia /  Belgio / Danimarca / Lussemburgo / Spagna / Paesi Bassi / Svezia / Londra / […]

Crisi Ue: le “strane misure” di Consiglio e Commissione

Crisi Ue:  le “strane misure” di Consiglio e Commissione

Lunedì, Aprile  30th / 2012 – di Sergio Basile – Unione Europea / Commissione europea / Manuel Barroso / Commissione al Mercato Interno / Crescita / Recessione / Fiscal compact / Crisi / Governi Ue / Lettera / Ricette / Liberismo / Deregulation / Linea liberista / Bilderberg Club / Trilateral Commission / Mario Monti / Francoise […]

Via libera al Fiscal Compact e alla fine della Democrazia

Via libera al Fiscal Compact e alla fine della Democrazia

Sabato, Luglio 21th/  2012 – di Silvia Laporta e Sergio Basile – Senato / Fiscal Compact / Mes / Debito pubblico / Crisi / Omertà / Parlamento / Monti / Napolitano/ Sardegna / Imu / Sicilia / Agricoltura / Raffaele Lombardo / Germania / Movimento 5 Stelle   Dittatura Italia – Via libera al Fiscal Compact e […]

 

Dittatura MES: la Germania dice No alla licenza bancaria, pagheranno i cittadini

Dittatura MES: la Germania dice No alla licenza bancaria, pagheranno i cittadini

Giovedì, Agosto 2nd/  2012 – di Silvia Laporta e Sergio Basile –  Eurozona / Vertici Ue / Monti / Hollande / Crisi economica / Bce / Merkell / Germania / Esm / Fondo salva stati permanente / Barack Obama / Palazzo Chigi / Democrazia / Radio Uno / Eurozona / Austerità / Mario Draghi / scudo anti- […]

Ue, la deriva di un Continente nel nome dell’Euro

Ue, la deriva di un Continente nel nome dell’Euro

Giovedì, Agosto 2nd/ 2012 – di Maria Laura Barbuto – Europa / Unione Europea / Bruxelles / Debito Pubblico / Sovranità nazionale / Euro / Moneta unica / Politica / Economia / Finanza / Comunità / Unità politica / Deficit / Crescita / Crisi / Mercati finanziari / Francia / Spagna / Finlandia / Monti […]

Ue: 48 Milioni di Disoccupati. Bisogna tornare al Welfare

Ue: 48 Milioni di Disoccupati. Bisogna tornare al Welfare

Mercoledì, Luglio 11th/ 2012 – di Maria Laura Barbuto – Italia / Europa / Germania / Roma / Stato sociale / Crisi stato sociale / Crisi economica / Mutualismo / Mutua / Mutuo soccorso / Stato liberale / Uguaglianza sostanziale / Welfare / Diritti / Cittadini / Economia / Disoccupazione / Fimiv / No-Profit / […]

Cari Amici, ecco come ci stanno prendendo per i fondelli

Cari Amici, ecco come ci stanno prendendo per i fondelli

Mercoledì, Luglio 11th/ 2012  – di Sergio Basile – Unione europea / Eurogruppo / Eurovertice / Bruxelles / Bce / Banca centrale Europea / Francoforte / Italia / Mario Monti / Manuel Barroso / Fondi Anti-Spread / Fondo Salva Stati / MES /Klaus Repling / Disgrazie / Peso sui cittadini / Immobilismo sostanziale della Bce […]

Post-Vertice Ue: Menzogne Mediatiche ed Economia della Truffa

Post-Vertice Ue: Menzogne Mediatiche ed Economia della Truffa

Martedì, Luglio 3rd / 2012 – di Silvia Laporta – Commissione Ue / casta / disinformazione / Consiglio Europeo / Vertice Europeo sulla crisi / lobby / politiche di austerity / Germania / Finlandia / Olanda / Vittorio Emanuele Tasi / Marcello De Cecco / Agenzie di Rating / Bce / Spread / Provvedimento Anti-Spread / Hollande […]

Roma – Un Eurovertice che elude la crescita

Roma – Un Eurovertice che elude la crescita

Sabato, Giugno 23th / 2012 – di Mario Luongo –      Unione europea / Eurozona / Eurodeputato / Francesco Speroni / Lega Nord / Europa della Libertà e della Democrazia / G20 / Elezioni Grecia / Vertice Villa Madama / Angela Merkel / Mario Monti / Francoisa Hollande / Mariano Rajoy / Giorgio Napolitano / Pierluigi […]

G20 – Crisi Ue e Rifinanziamento Fmi: Soluzioni pro banche?

G20 – Crisi Ue e Rifinanziamento Fmi: Soluzioni pro banche?

Martedì 19th / Giugno 2012 – di Silvia Laporta –  Los Cabos / Messico / Vertice mondiale / Banche / G20/ America / Cina / Germania / Francia / Italia / Camp david / G8 / Crisi europea / Crisi economica / Banche / Politica / Potenze mondiali / Barack Obama / Angela Merkel / […]

Monti-Obama: incontro per la “crescita” o spot neo-liberal?

Monti-Obama: incontro per la “crescita” o spot neo-liberal?

Venerdì, Febbraio 10th / 2012 – di Sergio Basile – Italia / Usa / Crisi Ue / Washington / Monti / Obama / Peterson Institute / Opinione Pubblica / Mercati / Trilateral Commission / Bilderberg Club / Poteri occulti / Tempio pagano finanza  Monti-Obama: incontro per la “crescita” o spot neo-liberal? Domani, Monti a Wall […]

 

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