Damasco – La Casta del Datagate impartisce lezioni di Democrazia

Lunedì,  Ottobre 28th/ 2013

– Redazione Qui Europa –

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Damasco – La Casta del Datagate impartisce

lezioni di Democrazia

Usa – Pressioni di Kerry sull'opinione pubblica siriana: 

“Se Assad sarà rieletto nel 2014 la guerra in Siria

continuerà”. Londra appoggia Washington

Redazione Qui Europa

 Damasco – La Casta del Datagate impartisce lezioni di "Democrazia"      

Damasco, Washington, Londra – La comunità internazionale continua a glissare sui temi centrali riguardanti il Medioriente e la pacifica convivenza tra gli stati, temporaneamente concentrata sul "Datagate" e sulla conta delle telefonate intercettate dall'intelligence Usa ai danni del mondo intero. Si parla del caso di spionaggio illegale più assurdo ed esteso mai visto prima: miliardi le conversaioni spiate a danno di comuni cittadini e 35 capi di stato. D'altra parte anche la stessa Europa tentenna ad assumersi le proprie responsabilità e a puntare il dito contro i ben noti registi dell'islamizzazione forzata della Siria – culla del Cristianesimo ed ex-oasi di pace del Medioriente, nonché terra in cui trovò la conversione San Paolo – che prosegue nel silenzio pressocché totale.  Ma a Damasco e dintorni, nel frattempo, non cessano le operazioni coloniali dei mercenari-jihadisti contro la popolazione inerme – specie cristiana – e le forze del legittimo governo di Assad.

 Il Doppio esodo                                                                                                           

Gli scontri, in Siria, sono oggi concentrati per lo più nelle periferie ed in luoghi meno monitorati dall'occhio mediatico. Ad avvalorare tali notizie anche le ultime news dell'agenzia ufficiale siriana Sana, secondo le quali tra le zone più calde vi sarebbero proprio la periferia a Nord di Damasco  – in particolare i sobborghi di Sadad – e il confine con l'Iraq. Ciò spiega il doppio esodo in atto: il primo riguarda ovviamente le famiglie che a migliaia lasciano settimana dopo settimana il Paese, non più verso il solo Libano, ormai da tempo saturo e non disposto più ad accogliere altri profughi, ma soprattutto verso l'Europa; l'altro esodo indotto è invece prettamente interno e riguarda i cittadini siriani costretti ad abbandonare le loro case e a muoversi dalla periferia verso città come Damasco e Homs.

 La Strategia della Tensione e le elezioni politiche siriane 2014                 

Ma, nelle ultime ore, a far storcere il naso è stata anche l'ennesima uscita poco felice del Segretario di Stato americano John Kerry che ha dichiarato senza mezzi termini come la "pace" dipenda ora dall'uscita di scena (politica) di Assad, alle prossime elezioni.  Il commento di Kerry alla luce dei fatti non può che essere letto come un tentativo di pressione psicologica sull'opinione pubblica siriana e sulle tentazioni di riconfermare Assad alle prossime imminenti elezioni del 2014. Certo è – ancora una volta – oltremodo paradossale che la Casa Bianca, alle prese col vergognoso caso Datagate, dia suggerimenti ed impartisca lezioni di democrazia. Non trovate?  “Se Bashar al Assad sarà rieletto nel 2014 la guerra in Siria continuerà”: era stato questo il commento di Kerry, nei giorni scorsi, durante la sua visita a Parigi. Esternazioni che avevano – guardacaso – trovato subito l'appoggio non solo da parte dell'Eliseo, ma anche del ministro degli Esteri britannico Hague, secondo il quale "Assad non avrebbe avuto alcun ruolo nel futuro della Siria". Ciò accadeva mentre la stampa di regime britannica diffondeva la bufala – per altro riportata da molti TG italiani – secondo la quale i “cecchini di Assad miravano ai pancioni delle donne incinte per uccidere i feti".

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