– di Roberto Pecchioli –
Redazione Quieuropa, Roberto Pecchioli, TTIP e TISA, trattati Usa-Ue, politica e sovranità, Macchinazioni globali, sinedrio comunitario, assoluta segretezza, epurazione di mercato, abbandono massivo delle campagne, salute sotto scacco, produzione e prezzi nel caos, schiavitù di massa plirusettoriale, trattato transatlantico di partenariato sul commercio e gli investimenti, Unione Europea, liberalcapitalismo, social-comunismo
TTIP e TISA: i trattati Usa-Ue che uccidono
la politica e la sovranità – 1
TTIP e TISA, macchinazioni globali del sinedrio comunitario, in
assoluta segretezza: epurazione di mercato, abbandono massivo
delle campagne, salute sotto scacco, produzione e prezzi nel caos,
schiavitù di massa plirusettoriale
di Roberto Pecchioli
Premessa
Bruxelles, Washington, Roma – di Roberto Pecchioli – Gli spazi di libertà e di dissenso si stanno restringendo ogni giorno. Sono sempre di più le notizie che non vengono diffuse, o accuratamente censurate dal sistema di informazione “mainstream”, in mano, a non più di una mezza dozzina di grandi agenzie globali, i cui azionisti sono le grandi multinazionali (cui magheggi e simbiosi con i grandi custodi e padroni dell'infernale sistema della moneta-debito, furono svelati in tempi non sospetti dal grande professor Giacinto Auriti – vedi qui Il Trucco delle multinazionali svelato da Auriti e l’inganno della borsa), alcune grandi famiglie e le maggiori entità finanziarie, che scelgono e diramano la schiacciante maggioranza delle notizie e dei fatti da portare al pubblico (rigorosamente imbeccati i pilotati dai reggenti della religione mondialista della falsa "terra promessa terrena", tanto cari alla giudeo-massoneria – Ndr – vedi qui La lezione di Auriti e i pericoli degli accordi di libero mercato).
TTIP e TISA: i trattati Usa-Ue che uccidono la politica e la sovranità
Il trattato transatlantico di partenariato sul commercio e gli investimenti (TTIP) e quello sui servizi (TISA) tra gli Usa e l’Unione Europea sono la conferma più sbalorditiva di tale triste constatazione. Pochi italiani, e pochi europei, sanno qualcosa di questi due mostri giuridici e politici che travolgeranno a breve le nostre vite, nonostante la rete abbia svolto una meritoria ed importantissima opera di sensibilizzazione, raccolto alcuni milioni di firme contro i trattati, e alimentato la mobilitazione che ha portato in piazza a Berlino, lo scorso 10 ottobre, centinaia di migliaia di persone, e, sembra, scosso il governo tedesco che forse non sarebbe più disposto a ratificare a scatola chiusa i due trattati. Cerchiamo allora di capirne più, con una breve disanima dei fatti.
TTIP – Trattato di Partenariato Transatlantico
Il TTIP (Trattato di Partenariato Transatlantico) è un accordo tra Stati Uniti ed UE volto ad abbattere regolamentazioni, standard, normative e dazi allo scopo di aumentare i traffici transatlantici. Un’opportunità per pochi, che lascerebbe i cittadini dei due lati dell’oceano in balia delle grandi aziende, abbassando o azzerando le tutele ambientali, sociali, sanitarie, con la progressiva privatizzazione dei servizi pubblici. Il TISA si propone gli stessi obiettivi nel mercato dei servizi, dal commercio elettronico alle telecomunicazioni, alla finanza ai trasporti, alla sanità. La vera posta in gioco, tuttavia, è la completa depoliticizzazione delle nostre società, nell’adesione ad un modello esistenziale basato esclusivamente sul mercato e sulla “governance”, ovvero su un sistema di potere globale fondato sull’amministrazione e non sulla politica, affidato ai grandi gruppi industriali e finanziari, alle Organizzazioni Non Governative, (ONG) , ai poteri transnazionali.
Uruguay Round – L’accordo di Marrakesch
Già a metà degli anni Novanta, il lungo negoziato detto Uruguay Round produsse l’accordo di Marrakesch, diminuì in modo drastico i dazi e le altre misure doganali a limitazione o controllo del commercio internazionale, e, accogliendo nell’Organizzazione Mondiale del Commercio il gigante Cina, ha provocato il terremoto di cui conosciamo gli effetti nel campo dell’industria manifatturiera italiana. Unito all’effetto devastante della moneta unica, il cui cambio era manifestamente sfavorevole ai nostri interessi, ma assai gradito al nostro concorrente tedesco, la manifattura italiana ha perduto in meno di vent’anni un quarto della produzione.
L'obiettivo del mostro a due teste (denunciato da Ratzinger)
Con TTIP e TISA, il liberalcapitalismo (faccia speculare del social-comunismo, già denunciata a suo tempo dal Cardinal Ratzinger – vedi qui Ratzinger e il Nuovo Disordine Mondiale) attacca le cosiddette barriere non doganali, ovvero cerca di spazzare via ogni legislazione nazionale o comunitaria che impedisca il libero movimento di merci e servizi. Il meccanismo tecnico è semplice quanto demolitore: abolire per trattato internazionale, bypassando le legislazioni , tutte le norme che tutelano i consumatori, i piccoli e medi produttori, nell’ambito della salute pubblica, della difesa dagli organismi geneticamente modificati (OGM), dell’uso di pesticidi, della difesa dell’ambiente e della biodiversità, dei brevetti e delle tipicità, e dare spazio ulteriore all’invasione dei modelli culturali ed esistenziali americani. La chiave è quella di omologare le legislazioni al livello più favorevole alle industrie, attraverso l’omologazione agli standard americani, di gran lunga meno favorevoli agli interessi concreti dei cittadini, dei consumatori, delle piccole e medie imprese, del mondo agricolo.
Macchinazioni globali… in assoluta segretezza
L’aspetto vergognoso delle trattative, è che esse si svolgono nel più rigoroso riserbo, anzi nell’assoluta segretezza, e non tra Stati, ma tra l’Ufficio di rappresentanza per le questioni commerciali americano e la Commissione dell’Unione Europea, attraverso i suoi alti burocrati. L’organismo americano è stato creato dal governo statunitense per consentire alle multinazionali di scriversi da sole le norme che servano i loro esclusivi, sporchi, interessi. Lo stesso Congresso americano, non il misero Parlamento italiano, non è neppure autorizzato a conoscere il contenuto degli atti, e potrà solo votare il testo finale, che finirà con l’approvare in nome del solito totem del libero commercio.
Il sinedrio comunitario
Quanto alla Commissione UE, giova ripetere che è il sinedrio di 28 gentiluomini e gentildonne , uno per paese membro, nominati dai governi dopo estenuanti trattative e con il bilancino della opportunità e degli equilibri politici tra partiti . La Commissaria per il Commercio è la svedese signora Malmstroem, di cui è nota una frase illuminante, "noi non traiamo la nostra legittimità dai popoli", almeno è sincera! I negoziati, in ogni caso, sono condotti, dal lato europeo, da alti burocrati e dai fiduciari delle multinazionali e delle grandi entità finanziarie continentali.
Governi fuori (..come Renzi).. e continuano a chiamarla "democrazia"
I governi sono ufficialmente all’oscuro del problema, e probabilmente davvero ignorano il contenuto preciso dei ventiquattro capitoli, divisi in tre parti, del Trattato. Matteo Renzi si è affrettato a dichiararsi entusiasta delle “opportunità” offerte dal TTIP, ed ad assicurarne la rapida approvazione dal governo. Continuano a chiamarla democrazia, e ci rimbambiscono ogni giorno sulle magnifiche sorti e progressive del sistema politico vigente, che non è più solo il migliore, ma è addirittura l’unico possibile. Quanto ai suoi costi economici, sociali, morali ed esistenziali, TINA, There Is No Alternative, non c’è alternativa, come recita il sintagma proveniente dall’America. Ma se non c’è alternativa, o stiamo parlando della morte, o di una dittatura. Certamente, di un colossale imbroglio. Dalla parte delle imprese, sono mobilitati , sulle due sponde dell’Atlantico, centinaia e centinaia dei maggiori esperti di diritto internazionale, di diritto commerciale , di economia e finanza.
Epurazione dal mercato, abbandono massivo delle campagne, ecc…
Abbiamo letto qualcosa sui "grandi giornali", abbiamo ascoltato notizie o dibattiti sulle catene televisive, così affollate di opinionisti e talk show per qualsiasi sciocchezza? Eppure, a detta di chi si occupa del problema gli effetti reali dei due trattati sono i seguenti: centinaia di migliaia di produttori del settore agroalimentare saranno espulsi dal mercato per impossibilità di comprimere i costi. L’importazione di prodotti a basso costo e di pessima qualità, realizzati con criteri oggi banditi dalla nostra legislazione aumenterebbe del 120 per cento circa. Conseguenze: abbandono massivo delle campagne, fine dei prodotti nazionali e locali, distruzione delle economie e della stessa sopravvivenza di intere regioni; la qualità del cibo sarà molto inferiore, anche per l’uso dei pesticidi delle famigerate multinazionali del settore , sinora proibiti.
Salute sotto scacco – Produzione e prezzi nel caos (pilotato)
Al riguardo, si deve rilevare che i brevetti relativi impedirebbero qualsiasi altra produzione della specie, e che i prezzi dei prodotti, in regime di esclusiva, o tutt’al più di cartello, sono imposti dai giganti del settore, con ulteriore distruzione di imprese che non potranno permettersi la chimica applicata all’agricoltura ed all’allevamento. Non si potranno più difendere le indicazioni geografiche, rafforzando l’egemonia di pochi grandi marchi. Le leggi di protezione dell’ambiente e le normative sanitarie verranno mutuate da quelle americane, con danni incalcolabili sulla salute e la sicura perdita di vite umane.
Schiavitù di massa plirusettoriale
Tutte le industrie dovranno conformarsi ad un modello di economia di scala, modalità di produzione e di distribuzione che indeboliranno la manifattura europea, la nostra in particolare, favoriranno ulteriori delocalizzazioni, con aumento del precariato, della disoccupazione, l’abbassamento delle già misere difese sociali rimaste, e travolgeranno le piccole e medie reti commerciali e distributive. Quanto ai servizi, che rappresentano ormai la maggioranza dei posti di lavoro e dell’innovazione, il TISA, che come il suo fratello maggiore TTIP è scritto sotto la dettatura dei giganti dei settori interessati, tra i quali HP e Google, la certezza è quella della privatizzazione di tutto (continua).
Roberto Pecchioli (Copyright © 2016 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com
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