Lunedì, Luglio 28th/ 2014
– di Gianluca Monaco e Sergio Basile –
Redazione Quieuropa, Redazione Giacintoauriti.eu, Giacinto Auriti, Gianluca Monaco, Sergio Basile, Diritto societario, Società, Azioni, iper-liberismo, TTIP ennesima assurdità economico-politica, abolizione dei dazi doganali e accentramento della ricchezza, cinesizzazione delle economi europee, cambi e speculazione, la lezione del professor Giacinto Auriti, Sistema Target2, Cambi, Usa, Cina, Eurozona, Italia, Germania
Pericolo TTIP – Predominio Usa e Cinesizzazione
dell'Europa nella lezione di Auriti
Il pericolo degli accordi di libero mercato Usa-Ue alla
luce degli insegnamenti del professor Giacinto Auriti:
ecco perchè da questi accordi ne beneficeranno
solo gli Usa
di Gianluca Monaco e Sergio Basile
Il pericolo degli accordi TTIP alla luce degli insegnamenti di Auriti
Bruxelles, Washington, Roma – Mentre l’Europa dei banchieri (Unione Europea) chiede agli Stati di rinchiudersi nei loro pareggi di bilancio e di assoggettarsi a regimi di usura assolutamente assurdi e autodistruttivi, contemporaneamente (come abbiamo detto nei giorni scorsi – vedi qui Semestre Italiano Ue: Ulisse Renzi e la distruzione di Troia) sigla il TTIP, Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, per l’abolizione dei dazi doganali con l’America e per eliminare gli ostacoli nel commercio transatlantico. E ciò tra l'indifferenza compiaciuta della casta politica italiana unita, impegnata ad occuparsi della "democratica" distruzione del Senato in senso autarchico.
TTIP – L'ennesima assurdità economico-politica
Ai nostri occhi questo accordo di libero mercato si rivela al pari di un vero e proprio assurdo economico-politico; un’ennesima scellerata decisione che rovinerà le economie e gli stati europei, Italia in primis. Prima di tornare sulle perverse conseguenze del TTIP (specie con questo sistema monetario) è bene ricordare che viviamo in una situazione paradossale in cui 18 Paesi adottano una moneta unica "elargita" in prestito (cioè a debito) dal sistema bancario europeo: un'entità giuridica sovranazionale, autonoma ed indipendente dai governi, “impunibile” ed “inviolabile” (come sancito nei trattati europei) e dunque paragonabile ad uno stato assoluto travestito da "paradiso democratico" del diritto.
Euro, Target2 e Accentramento
Questi 18 Paesi hanno una “liquidità” comune e sono separati – come noto – in compartimenti stagni qual sono sono i loro bilanci statali. Questo comporta che all’interno degli stessi Paesi dell’area euro ogni scambio tra di essi si traduca in in uscita ed entrata monetaria per ogni Paese a seconda se si importi o si esporti. Sappiamo tutti che a beneficiare dell’Euro è stata – in maniera premeditata – solamente la Germania per via del cambio favorevole con altre divise al momento dell’istituzione della moneta unica.
Il vantaggio indotto di Berlino
Berlino, alla luce di ciò, sta facendo, almeno dal 2007, la parte del “leone esportatore” che incamera euro ponendo gli altri Stati nella ricerca continua di nuova liquidità con emissioni di titoli che le stesse banche tedesche comprano con gli euro incassati dall'export. E in particolare – badate bene – in seguito alle esportazioni operate verso gli stessi Paesi in difficoltà di liquidità: e ciò grazie all'esistenza del distruttivo Sistema Target2 (vedi qui per approfondimenti Target2: Il Sistema Truffa di Regolamentazione Interbancaria).
Il pretesto della debolezza (indotta) degli stati nazionali per accentrare
Qualcuno potra obiettare, considerando assurdo il costringere i Paesi dell’eurozona ad avere bilanci statali separati ed in equilibrio piuttosto che unificarli sotto un unico bilancio. Ma anche qualora ciò avvenisse resterebbe il problema del prestito di moneta all’emissione, come nell’ipotizzato caso degli Eurobond: nuovi debiti emessi per far fronte a debiti preesistenti… E poi a ben vedere non va dimenticato come l'unificazione dei bilanci e delle economie in chiave politica e istituzionale (Stati Uniti d'Europa) sia il vero obiettivo verso il quale lo spossamento indotto delle economie degli stati tenta di convergere da circa sessant'anni a questa parte. Un pretesto questo della debolezza (indotta) delle singole economie nazionali, per poter farci accettare l'inaccettabile: la dissoluzione degli stati nazionali mediante la creazione di un unico stato-impero continentale (a trazione massonico-sionista) che potrà facilmente dettare un'unica legge alla quale (nel bene e nel male) tutti dovranno obbedire.
Iper liberismo: effetti distruttivi dell'abolizione dei dazi doganali
A questa situazione assurda, iniqua ed innaturale va ad aggiungersi l’apertura al mercato americano con il TTIP: apertura che si basa – come molti ignorano – sull’abolizione dei dazi doganali e sul fatto che nessun “potere politico” potrà impedire il trasferimento di capitali dall'Europa agli Usa. Alla luce di quanto detto tutti potranno cogliere i paradossi di tale accordi. Infatti, come fu conveniente per la Germania, sarà altrettanto conveniente per l’America (Usa) attirare flussi monetari in euro grazie al dollaro svalutato. Se per le imprese europee sarà conveniente acquistare prodotti dall’America (favorendo le aziende statunitensi rispetto a quelle nazionali ed europee); questo comportamento – in aggiunta – si tradurrà in un processo inversamente proporzionale tra la “fuoriuscita” di euro dai bilanci nazionali ed il continuo reperimento di liquidità monetaria con indebitamento ad interessi composti da parte degli Stati. A meno che qualcuno non ci voglia far credere che saremmo gli unici esportatori del mondo, cosa alquanto impossibile viste le diverse condizioni normative, fiscali e sociali degli altri Paesi come proprio gli Stati Uniti o la Cina (che non hanno neanche gli obblighi dei Trattati di Kyoto: potendo quindi produrre ed inquinare a piacimento).
Tutela delle multinazionali – L'annientamento economico delle nazioni
Inoltre, il TTIP prevede la tutela degli investimenti e – pertanto – anche la "tutela" delle multinazionali americane vincitrici di appalti pubblici europei che aumenterebbero la nostra emorragia monetaria. In tal contesto, guai ad avere un sussulto di "nazionalismo" per le nostre casse requisendo aziende estere operanti in Europa. Il TTIP prevede che le multinazionali non potranno essere espropriate se non con un “giusto” compenso. Compenso che evidentemente nessun stato – sotto il giogo dell'usura – potrà di fatto permettersi. Capite la "Grande Fregatura"?
Predominio Usa/Cina – Cambio favorevole e cinesizzazione del lavoro
Gli estensori del TTIP ci rassicurano con la propaganda, scrivendo che i "benefici saranno reciproci sia per l’America che per l’Europa". Secondo costoro, infatti, i TTIP prevederanno la creazione di milioni di posti di lavoro (lavoro magari cinesizzato e sottopagato!!) e incrementi di PIL. Ma, per contro, sappiamo bene come finora le previsioni siano state puntualmente disattese ed annullate da effetti deleteri ancor maggiori. Solo chimere dunque! Perché con questo sistema monetario basato sul debito non può essere altrimenti!
TTIP – Ne beneficeranno solo gli Stati Uniti
Sappiamo anche molto bene che con il cambio favorevole al dollaro e con normative favorevoli alla precarizzazione del lavoro, chi beneficerà dei TTIP saranno soltanto gli Stati Uniti. E ovviamente la Cina, che non ridimensionerà affatto il suo ruolo di fabbrica del mondo (attualmente esercitato) propinandoci beni a prezzi sempre più stracciati, rispetto ai nostri prodotti nazionali, cui prezzi sono gonfiati – causa forza maggiore – per permettere alle imprese di incorporare ed ammortizzare parte degli effetti di una tassazione interna da regime stalinista.
Cambi e speculazione
E’ proprio sulla diversità dei cambi – manipolata e pianificata artificialmente dalle banche centrali – che le multinazionali saranno sempre protagoniste nella speculazione finanziaria. Ce lo rivelava in tempi non sospetti anche il professor Giacinto Auriti – padre della "Teoria del Valore Indotto della Moneta" – nel suo magnifico testo accademico, dal titolo “L’ordinamento internazionale del sistema monetario”.
Il regime dei cambi – La lezione di Auriti
"Nell'ambito del sistema monetario internazionale – scriveva Auriti – assume particolare importanza il regime dei cambi. Questo regime non può dare stabilità e certezza dei valori monetari costituenti oggetto delle transazioni internazionali, perché la moneta è una unità di misura oscillante nella entità del suo valore, ossia del suo potere d'acquisto, non solamente per iniziative degli organi monetari, ma anche per le più varie cause operanti sul mercato (produzione, consumo, offerta e domanda di merce o di denaro, prezzo dei petrolio ecc.), per cui non è facile a volte individuare le cause delle spinte inflazionistiche o deflazionistiche (…)".
Cambi fissi e propensione all'acquisto
"A titolo di esempio facciamo il caso che venga instaurato il cambio fisso tra lira e marco tedesco nel, rapporto di 400 a 1. Se al momento in cui il cambio fisso viene adottato, una unità di merce costa 400 lire in Italia ed 1 marco in Germania, per l'acquirente sarà indifferente acquistare l'unità di merce nell'una o nell'altra nazione. Se però, malgrado il mantenimento del cambio fisso le spinte inflazionistiche interne sono di diversa entità, e se l'inflazione in Italia è del 50% ed in Germania dello 0%, avviene che la medesima unità di merce potrà essere acquistata in Italia al prezzo di 600 lire e in Germania sempre al medesimo prezzo di 1 marco. A questo punto l'operatore economico italiano avrà interesse ad acquistare il detto prodotto in Germania, in quanto in virtù del cambio fisso sarà messo in condizione di ottenere 1 marco per 400 lire, pagando al vecchio prezzo il prodotto in Germania. Questo esempio sta a significare che con il cambio fisso si determina la predisposizione del mercato con moneta sopravvalutata (nel nostro esempio l'Italia) all'importazione, con il conseguente fermo produttivo e ristagno economico; mentre invece il mercato con moneta sottovalutata (nel nostro esempio la Germania) è predisposto all'incremento produttivo e all'esportazione".
Modifica dei rapporti di cambio monetari
Queste considerazioni mettono in evidenza che la modifica dei rapporti di cambio monetari è tutt'altro che neutra nello scambio internazionale. E ci si spiega come strumenti monetari, che ad una visione unilaterale ed incompleta possono apparire idonei ad eliminare alcuni inconvenienti (ad esempio la instabilità dei cambi propri del libero mercato), presentano per altro verso altri inconvenienti di non minore rilievo di quelli che si erano voluti eliminare. Per questi motivi la politica monetaria si è orientata su formule di compromesso fra lo schema della rigidità e quello della libera fluttuazione dei cambi, adottando lo schema semi rigido con limiti di oscillazione sufficientemente ampi da evitare fenomeni imponenti di artificiosa sopravalutazione o sottovalutazione monetaria (…) Su queste premesse ci si può spiegare il fenomeno delle società multinazionali che si sono ormai affermate come protagoniste su tutti i mercati dei mondo. (Vedi Giacinto Auriti – “L’ordinamento internazionale del sistema monetario”) .
Gianluca Monaco, Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)
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