– di Sergio Basile –
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Dacca e dintorni: una fotografia agghiacciante
oltre i luoghi comuni
Retroscena mondialisti dell'ennesima strage
di Sergio Basile
Dacca e l'asino sul minareto…
Dacca – Padre George Abu Khazen, vicario apostolico di Aleppo, in una celebre dichiarazione sul rapporto particolare tra Usa e integralismo islamico in Siria, in tempi non sospetti, commentò senza mezzi termini: «Chi è riuscito a far salire l’asino sul minareto, saprà anche come farlo scendere». Ebbene, chi lo ha fatto salire? In fondo lo ha detto la stessa Hillary Clinton: «Adesso combattiamo quel che abbiamo creato». Per fermare l’Isis e gli altri terroristi, bisogna prima di tutto imporre ad Arabia saudita, Qatar, Turchia e anche Usa di tagliare qualunque rifornimento o finanziamento agli assassini, anche quelli per vie traverse come è successo in Siria con il sostegno alle varie bande armate. E poi chi compra a buon mercato il petrolio venduto da questi tagliagole?". Queste domande sono oggi più che mai attuali, specie dopo le ennesime stragi d'innocenti di Istanbul e Dacca.
La strage e gli equilibristi
Nove gli italiani assassinati in Bangladesh nelle ultime ore, agghiacciante conta che, nel grottesco valzer delle interviste tv a caldo, avviato poco dopo il triste epilogo dei fatti, solleva non pochi imbarazzi tra i leaders di molti paesi occidentali, grandi equilibristi del politicamente corretto, apparsi incupiti ma nel contempo impacciati e frastornati, poiché, volenti o nolenti, consapevoli di esser parte integrante di alleanze internazionali ormai insostenibili e fin troppo ambigue, per non dire vergognose. La Siria insegna d'altronde! E' un altro gravissimo giorno di lutto per l’Italia. A Dacca – intorno alle 7.40 ora locale, le 3.40 in Italia – in seguito all’irruzione di un commando dell'Isis all’interno dell'Holey Artisan Bakery, nel cuore del quartiere diplomatico della capitale, sono state prima torturate e poi uccise venti persone, ree, pare, "di non conoscere i passi del Corano": sette giapponesi, un americano, un’indiana, tre bengalesi e – come detto – nove nostri connazionali: Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti. Come sottolineato da Mattarella, nelle ultime ore, per l'Italia si tratta della strage più grave da Nassiriya ad oggi.
Oltre il luogo comune
Tuttavia, la verità che emerge, andando al cuore della vicenda, è una, agghiacciante e inconfutabile: il terrorismo islamico è come un parassita, il quale per sussistere ha bisogno dell'assistenza di un organismo “ospite”. La fotografia di Padre George Abu Khazen, per analogia, sembra adattarsi perfettamente al copione di Dacca e sembra non lasciar spazio né a fantasiose ricostruzioni, né a vuoti giri di parole. La vicenda siriana e i suoi oscuri protagonisti, sono sotto gli occhi di tutti! Così come per la Nigeria di Boko Haram, l'Irak, ecc.. Questa volta il teatro ideale scelto per l'ennesima operazione di terrore programmato è stato un paese povero e iper-popolato come il Bangladesh: paese manifesto dello sfruttamento occidentale,
Due tasselli da non sottovalutare
Nel 1988 l’islam fu dichiarato religione di Stato (oggi il 90% della popolazione è di fede islamica); poi l'altra sensibile svolta si ebbe nel 2010, quando la Corte Suprema affermò il principio del "secolarismo di stato", parente stretto del "mondialismo di stato". Da allora diverse organizzazioni estremiste islamiche incentivarono la nascita di un fitto reticolato di fondamentalismo d'estrazione wahabita (vedi Jamaat-ul-Mujahidin, Ansar al-Islam Bangla e Arkat-ul-Jihad al Islami) mietendo vittime tra stranieri, missionari, operatori di Ong, giornalisti e blogger. Due dati non vanno però sottovalutati: 1) il Bangladesh, è uno dei Paesi dell’Asia più infiltrato dalla predicazione radicale wahhabita (tra l'altro ottimo partner politico ed economico dell’Arabia Saudita); 2) il "secolarismo occidentalizzante" (modernismo mondialista) è fortemente osteggiato da gran parte della popolazione. E questo ai signori del terrore mondialista sembra non andare giù. Il resto è questione di matematica.
Sergio Basile (Copyright © 2016 Qui Europa)