Roma, Città del Vaticano  – La 21a Domenica del tempo ordinario (C), Domenica corrente, posta verso la fine delle nostre vacanze estive, ci invita a riflettere su quali siano i requisiti o le modalità per essere salvati, cioè per entrare nella vita nuova, nella vita in pienezza, nella pienezza di vita. Innanzitutto, come riporta la prima lettura, tratta dal Libro del profeta Isaia (66,18-21), ci deve essere chiaro che l'invito di Gesù è rivolto a tutta l'umanità, da qualunque parte del mondo provenga e in qualunque modo sia giunta alla conoscenza o all'intuizione dello stesso Dio, e non solo ai membri del popolo eletto o chi ha avuto il dono di conoscere e ricevere direttamente l'annuncio del Vangelo. Infatti, «verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa» (Lc 13,29), finalmente diventati fratelli, senza divisioni, distinzioni e privilegi. Non saranno migliori di noi, più umili e più meritevoli. Dio non si merita, ma si accoglie dentro, perché cresca la nostra parte divina, fino a raggiungere pienezza.

 Si Salverà chi Entrerà per la Porta Stretta                                                           

Sì, tutti sono invitati, ma tutti si salveranno? Gesù non risponde sul numero dei salvati, perché non è questione dei posti, disponibili o esauriti – ce n'è per ognuno. Attualizzando l’annuncio di Isaia, indica soltanto le modalità. Dice: si salverà chi si "sforzerà di entrare per la porta stretta", ma non perché ami le fatiche e i sacrifici. È stretta, perché – ha spiegato ieri Papa Francesco all’Angelus – «ci chiede di aprire il nostro cuore a Lui, di riconoscerci peccatori, bisognosi della sua salvezza, del suo perdono, del suo amore, di avere l’umiltà di accogliere la sua misericordia e farci rinnovare da Lui».

 La Misura del Bambino                                                                                            

La porta è stretta, angusta e piccola, perché è la misura del bambino: «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli!» (Mt 18,3). L'insegnamento è chiaro: fatti piccolo, lascia giù tutti i tuoi bagagli, i portafogli gonfi, orpelli esteriori e l'elenco dei meriti; sgònfiati di egoismo e di orgoglio, di durezza e di presunzione. Ma anche chiedi come un bambino! Prega!

 Una Porta aperta a tutti, specie ai Peccatori                                                      

Questa «porta è aperta a tutti, senza esclusioni (…), perché – ha aggiunto il Papa – Gesù non esclude nessuno. Qualcuno di voi forse potrà dirmi: ‘Ma, padre, sicuramente io sono escluso, perché sono un gran peccatore: ho fatto cose brutte, ne ho fatte tante, nella vita…’. No: non sei escluso! Precisamente per questo sei il preferito, perché Gesù preferisce il peccatore, sempre. Per perdonarlo, per amarlo (…) Gesù ti sta aspettando per abbracciarti, per perdonarti… Non avere paura: Lui ti aspetta. Animati, fatti coraggio per entrare per la sua porta». «Tutti – ha proseguito – sono invitati a varcare questa porta, a varcare la porta della fede, ad entrare nella sua vita, e a farlo entrare nella nostra vita, perché Lui la trasformi, la rinnovi, le doni gioia piena e duratura». Oggi – ha poi osservato – «passiamo davanti a tante porte che invitano ad entrare promettendo una felicità» che «dura un istante», che «si esaurisce in se stessa e non ha futuro».

  Cristiani d'Etichetta o di Verità? Indifferenti o prontI e Consapevoli?  

Di qui l’invito del Pontefice: «Vorrei dire con forza: non abbiamo paura di varcare la porta della fede in Gesù, di lasciarlo entrare sempre di più nella nostra vita, di uscire dai nostri egoismi, dalle nostre chiusure, dalle nostre indifferenze verso gli altri. Perché Gesù illumina la nostra vita con una luce che non si spegne più. Non è un fuoco d’artificio, non è un flash: no. E’ una luce tranquilla che dura sempre e ci dà pace. Così è la luce che incontriamo se entriamo per la porta di Gesù». Egli «ci dice nel Vangelo che l’essere cristiani non è avere un’”etichetta”. (…) E io domando a voi: voi siete cristiani di etichetta, o di verità? E ciascuno si risponde dentro… Mai cristiani d’etichetta! Cristiani di verità, di cuore. Essere cristiani è vivere e testimoniare la fede nella preghiera, nelle opere di carità, nel promuovere la giustizia, nel compiere il bene. Per la porta stretta che è Cristo deve passare tutta la nostra vita».

  Non Basta essere cristiani da salotto                                                                   

Non basta «essere cristiani educati, tutto bene, da salotto o part-time, a pezzi» – per riprendere ancora le parole del Papa rivolte a Copacabana il 17 luglio scorso –, «andare a Messa, pregare più volte al giorno, essere devoti». Tutti con dolore abbiamo sentito quest’accusa: “Vanno in chiesa e fuori sono peggio degli altri”. Può accadere se andiamo in chiesa, ma non accogliamo Dio dentro, Dio che entra e ci trasforma, ci cambia pensieri, emozioni, parole e gesti, ci dà i suoi occhi, e un pezzo del suo cuore; il Dio della misericordia e dell’accoglienza che ci insegna gesti di misericordia, di accoglienza e di comunione. E li cercherà in noi nell'ultimo giorno.

 Evitare la Mediocrità – Essa è la Via per l'Autoesclusione                            

Fra le righe c’è l'invito: evitare la mediocrità, che ci illude di essere "buoni", senza però che ci siamo sforzati veramente e abbassati abbastanza. Chi non si sforza e non si fa piccolo, chi non si coinvolge e non lotta a tempo debito e con un comportamento giusto, cioè conforme alla volontà di Dio, si esclude da sé. La conseguenza: «pianto e stridore di denti» (Lc 13,28).

 Coraggio! – Avanti, la Porta è Aperta                                                                    

Amici, la porta è stretta, ma aperta, sufficiente per tutti, per tutto il tempo necessario, finché il «padrone di casa non chiuderà la porta» (v. 25) e con una voce dura dirà: «Voi, non so di dove siete» (v. 27). Mai ci capiti di sentire una cosa del genere! Alla Vergine Maria, Porta del Cielo, chiediamo l’aiuto «a varcare la porta della fede” e «a lasciare che il suo Figlio trasformi la nostra esistenza come ha trasformato la sua, per portare a tutti la gioia del Vangelo».