Dietro la Moneta-Debito – L’amministratore disonesto

Mercoledì,  Novembre 19th/ 2014    
 

– di Nicola Arena, Sete di Giustizia Anguillara Sabbazia – 

Redazione Quieuropa, Sete di Giustizia, Nicola Arena, titoli di stato, debito, amministratore disonesto, Vangelo di Luca, nessuno può servire due padroni, bene comune 

Dietro la Moneta-Debito – L’amministratore disonesto 

Nessuno può sevire due padroni. Chi vuol servire il Prossimo

non può servire il male incarnato nella moneta

emessa a debito

 

di Nicola Arena, Sete di Giustizia Anguillara Sabbazia

Premessa di Sergio Basile – Presidente S d G

sete di giustizia - amministratore disonesto

 L'amministratore, la banca, il Drago                                                                   

Francoforte, BruxellesPremessa di Sergio Basile – Il verbo "amministrare" indica l'azione propria di chi si prodiga nella gestione di un bene, in vista di un risultato positivo. Ci troviamo, dunque, dinanzi ad un'azione "positiva" protesa all'ottenimento di un utile e – per estensione – alla realizzazione del bene comune: se è vero che la "ricchezza" affinché possa portare benessere reale deve essere diffusa e non concentrata o accentrata. Ma cosa accade se l'amministratore perde di vista il senso del "bene comune" e considera illegittimamente "come proprio" un bene universale e convenzionale come la moneta che dovrebbe essere utilizzato – come nell'antichità – per il bene dell'intera comunità sociale? Evidentemente si entra nel campo dell'equivoco e della contraddizione pura. Lo si comprende bene leggendo il comunicato Ansa delle ultime ore giunto direttamente da Francoforte, sede della Banca Centrale Europea (BCE). "L'economia della zona euro è debole – ha commetato l'amministratore Draghi –  la crescita non ha slancio anche per colpa dell'aggiustamento dei conti ancora in corso in alcuni Paesi. Ma, se la situazione dovesse peggiorare – si legge ancora nella nota –  la Bce è pronta a nuove misure non convenzionali tra cui l'acquisto di titoli di Stato"(Ansa).

 In parole povere…                                                                                                         

Detta in parole povere la sostanza del discorso può riscriversi in questi termini: "L'economia della zona euro è debole e non vi è crescita per colpa dell'aggiustamento forzato dei conti sfalsati appositamente dall'emissione della moneta a debito, per costringere i popoli a morire di tasse e sacrifici. Se la situazione debitoria che porta alla stagnazione economica dovesse peggiorare, la BCE sarebbe pronta a coprire i debiti, "acquistando nuovi debiti" (titoli di stato). Non trovate tutto ciò ridicolo e anacronistico? Basterebbe emettere la moneta a credito – cioè accreditarla nei bilanci statali – per salvare capre e cavoli, cioè per uscire dalla crisi ed evitare il dilagare del debito. Basterebbe farlo, visto che la moneta – come detto e provato in più sedi – non è altro che carta-straccia da tipografia, venduta agli stati a tassi da usura. Evidentemente gli amministratori disonenti che governano il sistema bancario internazionale questo lo sanno bene! Ecco perché esso foraggia ininterrottamente schiere di politicanti e tecnici impegnati giorno e notte a studiare nuovi tecnicismi col solo scopo di far sentire le persone ignoranti ed inadeguate a comprendere meccanismi in sé semplicemente folli.

 Il logico legame tra usura, disoccupazione e povertà                                    

Ma Draghi – come al solito – si è superato, sostenendo che "la ripresa – oggi – è messa a rischio da disoccupazione alta, capacità produttiva inutilizzata e necessari aggiustamenti di bilancio". Quasi a voler convincere la sua platea che non esiste alcuna soluzione di continuità tra regime debitocratico, povertà, fallimento di imprese e disoccupazione. Inversione della realtà e della logica che oggi, inevitabilmente, comprende anche un bambino. Cioè tutti, tranne i politici impegnati nelle diverse campagne elettorali… Chissà come mai! Ma nel mercato dei voti di usuropoli c'è ancora chi vaga alla ricerca di illusori spiragli di luce: la luce del privilegio e del clientelismo che non si pone domande e non si da (e dà) risposte. Anche in questo caso – come spesso e volentieri accade – ci viene in soccorso il Vangelo (Luca 16,1-8) nelle disarmanti parole di Gesù. (Sergio Basile)

 

di Nicola Arena

sete di giustizia - amministratore disonesto

 Mai delegare all'amministratore disonensto                                                    

Roma – Riflessione di Nicola Arena su Luca 16,1-8 – Leggendo questo brano del Vangelo si scopre l’importanza che Dio dà alla nostra intelligenza e, soprattutto al modo come essa è usata su questa Terra. Scopriremo inoltre che, per valorizzare al massimo il creato messoci a disposizione da Dio, non dobbiamo rimanere inerti nella nostra ignoranza. La vita è importante e bisogna usarla sempre a fin di bene, senza mai cederla ad amministratori disonesti, che siano politici o altre persone che gestiscono il bene comune.

 L'amministratore disonensto in Luca 16, 1-8                                                   

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.  Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

sete di giustizia - amministratore disonesto

 Scaltrezza a fin di bene… mai per nuocere al prossimo                                 

Da queste parole, supponiamo che il padrone fosse Dio e che l’amministratore fosse ogni persona dotata d’intelligenza che viene posta al servizio di Dio. Quando però l’amministratore non svolge il proprio compito con fedeltà, esso compie un atto ostile al disegno Divino e per questo viene privato della possibilità di gestire e amministrare i beni che gli vengono affidati. Bisogna evidenziare e notare un atteggiamento molto importante, anzi fondamentale per comprendere al meglio il significato vero delle parole di Dio. Egli, in questa scrittura loda non la disonestà dell’amministratore, ma la sua scaltrezza: quindi Dio avendo dotato  gli uomini d’intelligenza, si compiace ogni qualvolta questi la usano. La scaltrezza dev’essere utilizzata, però, a fin di bene e non in maniera disonesta. Queste parole ci esortano a perseguire una strada ricca di novità e insidie (almeno per quelli che pensano di non doversi interessare alla politica o alle questioni monetarie a essa strettamente collegate).

 Quando Auriti scoprì e diede un volto all'inganno monetario…                

Quando il professor Giacinto Auriti scoprì, dopo anni di studi e di ricerca della vera giustizia sociale, l’inganno monetario che sta all’origine della creazione del denaro (vedi qui ), si comportò come un amministratore (del sapere e della conoscenza) onesto e al servizio del bene. La scoperta del  valore indotto della moneta, segna una tappa fondamentale, una pietra miliare nella storia dell’umanità.

sete di giustizia - amministratore disonesto

 Il massimo di noi stessi                                                                                            

I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”. Questa frase ci deve spingere a dare il massimo di noi stessi, cioè a impegnarci e a utilizzare la nostra intelligenza e scaltrezza al servizio del prossimo. Noi che ci riteniamo, o aneliamo a essere, figli della luce, dobbiamo comprendere che basta metterci d’accordo attraverso una convenzione e potremo tranquillamente creare il valore di tutta la moneta che ci serve per soddisfare i nostri bisogni, utilizzando uno strumento di costo nullo (vedi qui ).

 Ci mettono sopra anche gli interessi…                                                                

In pratica questo lo facciamo già, però inconsapevolmente, e a causa di questa ignoranza o pigrizia nell’informarci, “i figli di questo mondo” (i grandi usurai che dominano il sistema economico e sociale mondiale e i loro amministratori) prima ci espropriano del valore che noi creiamo, e poi ci indebitano di altrettanto valore e, non contenti e senza vergogna, ci immettono sopra anche gli interessi. In queste condizioni l’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, viene ridotto alla schiavitù, costretto a pagare interessi su un debito non dovuto e questo per il nostro creatore non è accettabile.

sete di giustizia - amministratore disonesto

 L'inganno scoperto                                                                                                    

Adesso, come ci suggerisce Dio, l’inganno è stato scoperto! Occorre che oltre alla preghiera (fondamentale per la nostra salvezza dell’anima), su questa terra, dobbiamo usare l’intelligenza di cui disponiamo ed essere attenti e scaltri per non farci derubare di quello che ci spetta di diritto e delle nostre vite.. Non possiamo lasciare le meraviglie del creato in mano agli adoratori del male.

 L'importanza del reddito di cittadinanza                                                           

L’intera umanità si può definire veramente liberata dalla schiavitù del debito, soltanto quando diventerà proprietaria della propria moneta. Questa deve essere emessa a credito, con un reddito di cittadinanza (vedi qui ), che consenta il diritto alla sopravvivenza per ogni abitante della terra, e non a debito come viene fatto da troppi secoli ormai.

sete di giustizia - amministratore disonesto

 Nessuno può servire due padroni                                                                        

In tal senso appare fondamentale comprendere l'affermazione di Gesù nel Vangelo:  «Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza (mammona, inteso anche come demonio)» (Parola del Signore).

 Tornare a servire l'unico padrone… farsi amici del popolo                          

In pratica, con queste parole, Gesù autorizza ed esorta gli amministratori disonesti, che da sempre hanno servito i politici (camerieri dei banchieri), a non servire più i potenti della terra, ma a farsi amici del popolo, perché, quando cesserà di esistere quella ricchezza disonesta (frutto della moneta debito), rimarranno le amicizie e i sani rapporti umani, nel rispetto reciproco e degli insegnamenti di Gesù.

Nicola Arena, Sete di Giustizia Anguillara Sabbazia (Copyright © 2014 Qui Europa)

Premessa di Sergio Basile – Presidente SdG

Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com

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