Concessioni Balneari: a rischio 100 mila posti di lavoro per la Direttiva Bolkestein

Giovedì,  Novembre  8th/ 2012

– di Silvia Laporta –

Direttiva Bolkestein / concessioni balneari all'asta/ spiagge / porti / Unione Europea/ commissione europea/ esecutivo / Regioni / Province/ Parlmento europeo/ Italia / Moavero / Gnudi / modifica decreto / sindacati  

Concessioni Balneari: L'Ue pretende che siano

messe all'asta

A rischio 100 mila posti di lavoro. I gestori chiedono

delle revoche

La direttiva Bolkestein per l'affidamento di spiagge

e litorali avvantaggia lo Stato e, ovviamente, uccide  

i loro interessi

Bruxelles, Roma – La direttica comunitaria Bolkestein per le concessioni balneari – come tristemente noto – prevede che le suddette concessioni demaniali marittime vadano assegnate "a gara ",  e che la durata sia non inferiore ai 6 anni e non superiore ai 25 per le spiagge, mentre per i porti prescrive che sia non inferiore ai 30 e non superiore ai 50 anni. Una disposizione che mette l'Italia , con i suoi 7458 km di spiaggia, fuori dalle regole Ue, tanto che il governo ha già preparato un decreto per il varo di nuovi bandi per l'affidamento delle concessioni.  Ma – e Di Finizio, l'arrampicatore del Cupolone, insegna – la cosa più preoccupante è che questa disposizione va contro anche tutti gli interessi dei gestori di lidi italiani: si prevede che saranno 100 mila i posti di lavoro a rischio; senza contare l'ennesimo comportamento dittatoriale dell'esecutivo che ha ben pensato di non prendere in considerazione l'opinione di altre istituzioni autorevoli e fondamentali come Comuni, Province e Regioni, che non sono state consultate sul tema ma hanno visto questa decisione abbattersi violentemente sui propri destini e su quelli dei propri conterranei ed elettori. Che novità!

 I Balneari e il Morbo liberista – Chiesta Revoca alla Direttiva Ue 

Nei prossimi giorni i ministri Enzo Moavero e Piero Gnudi dovrebbero recarsi a Bruxelles per un faccia a faccia con la Commissione europea; subito dopo il decreto verrà portato in consiglio dei ministri. La reazione nelle cittadine balneari è stata ed è durissima. Le associazioni di categoria pretendono che il Governo chieda all'Unione europea una deroga dalla Direttiva, seguendo le orme della Spagna che ha appunto ottenuto delle modiche al regolamento. Tutti i sindacati dei balneari – Fb Confcommercio, Fiba Confesercenti, Assobalneari Italia Confindustria – hanno chiesto al Parlmento Italiano l'immediata revoca della delega al Governo per la disciplina della materia così negligentemente esercitata, per cercare di ottenere quella tutela delle imprese  balneari che è stata sancita più volte dal Parlamento stesso, ma d'improvviso svanita col diffondersi a macchia d'olio del cruento e micidiale morbo liberista.

 Il contrasto con la risoluzione dell'Europarlamento 

Il testo al centro della contesa è composto da 2 articoli e prevede che entro il 31 Dicembre 2014 le Regioni pubblichino i nuovi bandi. Chi parteciperà alle gare non dovrà avere a suo carico pendenze gravi con il fisco, nè infrazioni su versamenti di contributi e dei canoni di locazione. Il rispetto delle regole avrà il suo peso nella determinazione dell'indennizzo che sarà versato obbligatoriamente ai concessionari che decidono di non partecipare alla gara. Come finirà? Passerà questo decreto? Una cosa è certa: il decreto è in contrasto con la risoluzione approvata all'unanimità dal Parlamento europeo il 27 settembre 2011 che ha chiesto l'adozione da parte degli stati di adeguate misure compensative a tutela dei diritti delle imprese balneari. Sembra proprio che questi diritti non siano stati minimamente considerati. 100 mila posti di lavoro in meno, dovrebbero essere già una motivazione sufficiente per ripensare all'assetto di questo decreto e capire quanto sia giusto modificarlo. Ma di cosa ci stupiamo? Un'ennesima dimostrazione della morte del Welfare e del dominio del mercatismo e delle grandi lobby sul buon senso e sulla pelle di migliaia di famiglie, che magari in quei lidi hanno investito fino all'ultimo spicciolo, facendone la propria vita.

Silvia Laporta (Copyright © 2012 Qui Europa)

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