Auriti non sbaglia! Ecco perchè la teoria auritiana resta valida ed insuperata

Martedì,  Gennaio 5th/ 2015

 – di Nicola Arena, Sete di Giustizia Anguillara Sabazia 

Redazione Quieuropa, Sete di Giustizia, Nicola arena, Giacinto Auriti, Il Paese dell'utopia, chilo, tempo, spazio, orologio, SIMEC, esperienza auritiana, la moneta è una fattispecie giuridica 

Auriti non sbaglia! Ecco perchè la teoria auritiana

resta valida ed insuperata 

Il grande sbaglio del contestatore auritiano. Ecco perché

il valore della moneta non può essere attribuito

a chi la crea e stampa (banca centrale)

 

di Nicola Arena, Sete di Giustizia Anguillara Sabazia

Teoria auritiana - chilo - metro - litro

 Giacinto Auriti non sbaglia!                                                                             

Roma – di Nicola Arena, Sete di Giustizia Anguillara Sabazia – Appare d'obbligo apportare alcune correzioni ad un articolo apparso sul web nella primavera del 2014, ma segnalatoci solo in questi giorni, dal titolo emblematico “sull’errore di Giacinto Auriti”. Come si possa iniziare a comprendere la verità in campo monetario e sociale – quest'ultimo al primo cpollegato – l’ha spiegato il professor Auriti con la scoperta del valore indotto della moneta. Ci sono diversi modi per approcciarsi allo studio della teoria auritiane sulla moneta e non solo.

 Gli occhi della buona fede                                                                                

Uno è di studiare attentamente il pensiero del professor Giacinto Auriti con la buona fede e questo avviene solitamente dopo aver compreso che le verità propinate dai mezzi d’informazione, non corrispondono alla realtà vissuta dai cittadini. Questa conseguenza spinge, per logica, la gente ad afferrare che qualcosa appare scontatamente sbagliato e quindi, avvertendo una forte sete di giustizia, inizia a studiare i suoi libri.

 L'approccio subdolo dei custodi del "sistema" debitocratico                   

Un altro è quello di studiare il pensiero auritiano in maniera subdola attuata da chi ha tutto l’interesse al mantenimento dello status quo e, pertanto cerca di trovare inutilmente falle nel pensiero filosofico auritiano per demolire quei concetti che invece sono sacrosanti e puri nella loro semplicità.

 L'approccio del presuntuoso                                                                           

Un altro ancora è di voler apprendere il più possibile per farsi una cultura basata sulla verità, per poi personalizzarla, creando dei distinguo mirati al risalto della propria persona, facendo emergere un evidente senso egocentrico mirato spontaneamente al risalto delle proprie doti. A tal proposito, vogliamo citare un brano tratto da uno scritto di un bravo giornalista che, peccando d’ingenuità, non si è accorto delle grandi verità in campo monetario – e non solo – prodotte dal Professor Auriti.

Teoria auritiana - chilo - metro - litro

 Auriti sbaglia?                                                                                                     

Pensare che le conclusioni alle quali è giunto Giacinto Auriti, dopo quaranta anni di studi universitari, convegni, disegni di legge, proposte parlamentari, esperimenti attraverso l’uso di una moneta convenzionale (il SIMEC) siano parzialmente sbagliate, indica poca attenzione e umiltà giornalistica. L’articolo è visibile seguendo questo link http://digilander.libero.it/VNereo/sull-errore-di-giacinto-auriti.htmCitiamo testualmente le parole del nostro giornalista. "Auriti dice che la moneta non è “solamente la misura del valore, ma anche il valore della misura” (G. Auriti, “Il paese dell’utopia”, Ed. Tabula fati, Chieti, 2002, pag. 19) perché secondo lui l’unità di misura di ogni unità di misura ha necessariamente la qualità corrispondente a ciò che deve misurare. Da questo presupposto egli evince poi il seguente sillogismo: “Poiché ogni unità di misura è una convenzione e ogni convenzione è una fattispecie giuridica, la moneta è una fattispecie giuridica”. Il sillogismo è però sbagliato come il suo presupposto. A un’osservazione meno superficiale delle unità di misura, risulta che non vi è alcuna intrinseca necessità qualitativa fra l’oggetto misurabile e lo strumento di misura. Infatti, sostenendo che le unità di misura abbiano “necessariamente” le qualità corrispondenti a ciò che devono misurare, il presupposto di Auriti afferma che tali “qualità corrispondenti” NON siano intrinseche alle unità di misura, dato che se fossero intrinseche a tali unità di misura, non avrebbero bisogno di essere “corrispondenti” a questeL’orologio, per esempio, pur misurando il tempo, non ha intrinsecamente in sé la qualità del tempo, le sue lancette indicano semplicemente uno spazio percorso, cui NOI attribuiamo del tempo trascorso. Il tempo trascorso è dunque “qualità corrispondente” allo spazio percorso dalle lancette, solo perché gliela attribuiamo NOI". 

 Il grande abbaglio del contestatore                                                               

Ora proviamo a spiegare ai lettori l’abbaglio che ha tratto in inganno il nostro sicuramente bravo studioso, spingendolo e delegittimare punto per punto la tesi Auritiana. Il primo errore si pùo cogliere quando lo studioso in questione (contestatore) afferma che l’orologio misura il tempo ma non possiede la qualità del tempo. Bisogna innanzitutto constatare che esistono delle grandezze non percepibili se non con delle grandezze ad essa correlate e che la compongono. Egli afferma che le lancette misurano lo spazio e non il tempo. Qui nasce il primo errore, perché in fisica (non occorre essere degli esperti) il tempo è uguale allo spazio diviso la velocità, se ne deduce che le lancette dell’orologio, per misurare il tempo, devono avere sia una velocità sia lo spazio percorso a quella velocità, che in definitiva è il tempo misurato. Egli considera semplicisticamente solo lo spazio e quindi non può che cadere in un palese errore.

 Non si può confondere l'unità di misura con lo strumento di misura    

Un’altra imprecisione, ancor  più grande della precedente, è quella di confondere l’unità di misura con lo strumento di misura, che sono due cose concettualmente diverse fra loro. Per meglio spiegare: lo strumento di misura è un contatore delle unità di misura. Proponiamo un  esempio, caro ad Auriti, e chiariamo che: 1) il kg è un’unità di misura del peso, mentre la bilancia è uno strumento di misura del peso 2) Il litro è un’unità di misura del volume, ma il conta-litri è uno strumento di misura dei litri erogati 3) Il metro è un’unità di misura della lunghezza, ma il metro laser è uno strumento di misura della lunghezza.

Teoria auritiana - chilo - metro - litro

 Il proprietario di una bilancia non può essere il "proprietario del Kg"  

La confusione che ha tratto in inganno il nostro, ripetiamo preparato studioso (a scanso di polemiche inutili) consiste nel fatto che a volte le unità di misura hanno lo stesso nome dello strumento, come appunto nel caso del metro. Ovviamente partendo da queste sue premesse errate, tutto il suo ragionamento porta inevitabilmente a delle conclusioni sbagliate. Noi affermiamo tranquillamente che possiamo essere i proprietari di una bilancia (strumento di misura), ma non possiamo essere i proprietari del Kg (unità di misura). Si può essere proprietari di un conta-litri (strumento di misura del volume di liquido erogato), ma non si può mai essere proprietari del litro, inteso come unità di misura del volume. Si può essere proprietari di un orologio ma non si può mai essere proprietari del minuto, inteso come unità di misura del tempo.

 Più attenzione ai dettagli… per non cadere in plateali errori                    

Dopo queste doverose precisazioni, invitiamo questo studioso del pensiero auritiano a prestare una maggiore attenzione ai particolari, perché a volte sono proprio i dettagli che ribadiscono le certezze o ingannano le percezioniConsigliamo, quindi, al nostro caro amico di fidarsi maggiormente dell’esperienza di un genio dei nostri tempi, quale possiamo definire con certezza, il Professor Giacinto Auriti e, possibilmente, di studiare un po’ meglio degli aspetti basati sulle leggi fisiche riguardanti gli esempi proposti. Siamo certi, con queste brevi precisazioni, di aver chiarito ogni ragionevole dubbio e su queste basi invitiamo l’autore dell’articolo a un confronto costruttivo e a un impegno comune nella diffusione corretta del pensiero auritiano.

Nicola Arena, Sete di Giustizia Anguillara Sabazia (Copyright © 2015 Qui Europa) 

Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com

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