Giovedì, 11 settembre / 2014
– Redazione Watch.pair / Centrosangiorgio / Quieuropa –
Domenica, 27 maggio/ 2018
– di Sergio Basile –
Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Kolbe, Protocolli dei Savi di Sion, moneta-debito, banche
Moneta-debito, crisi economiche e strategie bancarie:
tutto nei Protocolli di Sion
Il caos economico imperante sarebbe una delle prove maggiori
dell'autenticità del documento più sovversivo della storia
di Sergio Basile, Presidente Sete di Giustizia
Protocolli dei Savi di Sion: falsi o autentici?
Roma – di Sergio Basile – I Protocolli dei Savi anziani di Sion furono pubblicati in Russia nel 1905, mentre già il sistema bancario internazionale e i poteri occulti, nell'ombra, gettavano le basi della rivoluzione ebraico-bolscevica del 1917. Per il loro contenuto altamente sovversivo e cospiratorio essi sono considerati i piani programmatici di una rivoluzione di tipo totale contro le nazioni, una rivolta religiosa in primis, ma anche militare, culturale ed economico-sociale al tempo stesso, orientata alla nascita di un unico governo globale d'estrazione ebraica. Effettivamente sono degli scritti che lasciano poco all'immaginazione, compromettenti e spudorati, frutto di una mente sottile quanto perversa. Secondo la storiografia ufficiale sarebbero però dei falsi. Ma è davvero così? San Massimiliano Kolbe definì i Protocolli dei Savi di Sion come il documento programmatico più sovversivo della storia, nonché il libro guida dei seguaci dell'ebraismo e dei massoni, verso la realizzazione della Repubblica Universale (1).
Malgrado il libro sia stato bollato da alcuni storici come
"il falso più clamoroso del Novecento",
a sancirne la veridicità oltre a molti altri storici
vi è lo stesso, eroico martire, Padre Massimiliano Kolbe.
(1) vedi qui Kolbe e i Protocolli di Sion
I servi idioti delle logge – Protocollo XV
A giudicare dalle testimonianza e dagli scritti del francescano
i Protocolli non solo sarebbero autentici, ma sarebbero
fondamentali per comprendere il rapporto di servilismo esistente tra
sette, logge massoniche e vertici mondiali del potere occulto,
e come quest'ultimo, con l'inganno e le lusinghe sia riuscito
nei secoli a strumentalizzare gli adepti, usandoli per i propri fini.
In merito è molto interessate esaminare il contenuto del PROTOCOLLO XV: "I Gentili frequentano le Logge Massoniche per pura curiosità, o nella speranza di ricevere la loro parte delle spoglie; alcuni di essi vi entrano pure per poter discutere le loro stupide idee davanti ad un pubblico qualunque. I Gentili vanno alla ricerca delle emozioni procurate dal successo e dagli applausi; noi gliene diamo fin che ne vogliono. Questo è il motivo per cui permettiamo ad essi di avere successi; cioè allo scopo di volgere a nostro vantaggio gli uomini che credono orgogliosamente di valer qualche cosa, e che senza accorgersene s’imbevono delle nostre idee, fiduciosi di essere infallibili e convinti di non andar soggetti alle influenze altrui. Non avete idea di quanto sia facile ridurre anche il più intelligente dei Gentili in una condizione ridicola di ingenuità agendo sulla sua presunzione, e quanto, d’altra parte, sia facile scoraggiarlo mediante il più piccolo insuccesso, od anche semplicemente cessando di applaudirlo; oppure anche di ridurlo in uno stato di servile sottomissione, allettandolo con la promessa di qualche nuovo successo. Per quanto il nostro popolo disprezza il successo, bramando soltanto la realizzazione dei suoi piani, altrettanto i Gentili amano il successo e sono disposti a sacrificare tutti i loro piani per raggiungerlo. Questo lato del carattere dei Gentili rende facile di fare d’essi quello che ci piace. Quelli che sembrano tigri, sono invece stupidi come pecore, ed hanno la testa assolutamente vuota".
L'ABC delle crisi economiche: genesi e strategie
Esaminando gli altri punti programmatici del testo (vedi in particolare protocolli III, XX e XXI) emerge l'insana volontà di creare crisi economiche planetarie grazie all'utilizzo dell'oro, dei titoli di stato, della moneta-debito, del mercato dei cambi e della borsa (e attraverso il lavorio coeso delle logge massoniche, dei governi e del sistema bancario internazionale). In quest'ottica il lettore potrà verificare con i propri occhi l'impressionante corrispondenza tra l'attualità delle distruttive dinamiche economico-finanziarie che interessano ormai tutte le nazioni del mondo e la precisa linea programmatica dell'autore dei Protocolli.
– PROTOCOLLO III –
Determineremo una crisi economica universale
con tutti i mezzi clandestini possibili, coll’aiuto dell’oro che è tutto nelle nostre mani.
In pari tempo getteremo sul lastrico folle enormi di operai,
in tutta l’Europa.
Governi e popoli ostaggi del sistema dei prestiti
PROTOCOLLO XX – "Tutte le crisi economiche da noi combinate con tanta astuzia nei paesi dei Gentili, sono state determinate ritirando il denaro dalla circolazione. Lo Stato si è trovato nella necessità per i suoi prestiti di fare appello alle grandi fortune che sono congestionate pel fatto che la moneta è stata ritirata dal governo.
Questi prestiti hanno imposto dei pesanti carichi sui governi,
obbligandoli a pagare interessi, e così sono legati mani e piedi.
La concentrazione della produzione nelle mani del capitalismo
ha prosciugato tutta la forza produttrice del popolo
insieme alle ricchezze dello Stato.
Un debito impossibile da ripagare
PROTOCOLLO XX – "Sapete, io credo, che la moneta aurea (e cartamoneta bancaria – Nds) è stata la distruzione di tutti gli Stati che l’hanno adottata, perché non poteva soddisfare ai bisogni della popolazione; tanto più che noi abbiamo fatto del nostro meglio, perché fosse congestionata e tolta dalla circolazione. (…) A causa della loro trascuratezza nella scienza del governo, o a causa della corruzione dei loro ministri, o della loro ignoranza in fatto di finanza,
i sovrani Gentili hanno reso i loro paesi debitori delle nostre banche
ad un punto tale, che non potranno mai redimere le loro ipoteche.
Dovete comprendere quante fatiche e quante pene abbiamo sopportato
per riuscire a produrre un simile stato di affari.
L'arma: moneta-debito per depredare i popoli
PROTOCOLLO XX – "La vacuità del cervello puramente animale dei Gentili è dimostrata dal fatto, che
quando prendevano denaro ad imprestito da noi con interessi
essi non riuscirono a capire,
che ogni somma così ottenuta avrebbero dovuto in ultima analisi
farla uscir fuori dalle risorse del loro paese, insieme coi relativi interessi.
Sarebbe stato assai più semplice di prelevare senz’altro tale danaro dal popolo, senza doverne pagare gli interessi ad altri. Questo dimostra il nostro genio ed il fatto che il nostro è il popolo eletto da Dio.
Siamo riusciti a presentare ai Gentili il problema dei prestiti
sotto una buona luce così favorevole,
che essi hanno persino creduto di ricavarne profitto.
Un debito in perenne aumento
– PROTOCOLLO XXI –
"rimane il fatto che vi è un grosso debito, e che per pagarne gli interessi
il governo deve ricorrere ad un nuovo prestito,
il quale alla sua volta non annulla il debito dello Stato; ma anzi lo aumenta.
Quando la capacità governativa di prendere in prestito è esaurita,
gli interessi dei nuovi prestiti debbono essere pagati con nuove tasse;
le quali non sono altro che nuovi debiti contratti per coprirne altri.
(…)
Lo strumento del mercato dei cambi
PROTOCOLLO XXI – "Desidero di fermare la vostra attenzione in modo speciale su quanto ho detto, ed anche sul seguente fatto, che attualmente tutti i prestiti all’interno sono consolidati dai cosidetti prestiti temporanei; vale a dire, da debiti a breve scadenza, formati dal denaro depositato nelle Banche dello Stato e nelle Casse di Risparmio. Questo denaro, essendo a disposizione del Governo per un periodo di tempo considerevole, serve a pagare gli interessi dei prestiti all’estero, ed il Governo deposita nelle Banche, invece di esso, dei titoli di Stato, i quali coprono tutti i deficit nelle casseforti statali dei Gentili.
Quando il nostro sovrano sarà sul suo trono mondiale,
tutte queste scaltre operazioni finanziarie svaniranno.
Distruggeremo il mercato dei valori pubblici,
perché non permetteremo che il nostro prestigio
sia scosso dal rialzo e ribasso dei nostri titoli,
il cui valore sarà stabilito per legge alla pari,
senza possibilità alcuna di qualsiasi variazione di prezzo.
Il rialzo origina il ribasso,
ed è per mezzo dei rialzi che abbiamo cominciato a
discreditare i titoli pubblici dei Gentili (…).
Controllo di tutte le imprese commerciali
PROTOCOLLO XXI – "Alle Borse sostituiremo enormi organizzazioni governative, che avranno il dovere di tassare le imprese commerciali in quel modo che il governo crederà opportuno. Queste istituzioni saranno in grado di gettare sul mercato milioni e milioni di azioni commerciali, o di comperarle in un sol giorno. Quindi tutte le imprese commerciali dipenderanno da noi, e vi potete immaginare quale forza sarà la nostra".
Alcune riflessioni finali
Se guardiamo ai processi di globalizzazione permessi e fomentati dai governi (democratici, liberali e socialisti) che hanno fatto ristagnare gran parte della ricchezza globale nelle mali di pochi monopolisti; se guardiamo al mercato dei cambi e alla borsa che attraggono ricchezza dal sistema economico, a scapito dei famiglie e imprese, regalandola a pieno regime nelle mani dei "soliti monopolisti"; se guardiamo alle modalità di emissione monetaria nominale (a debito) da parte delle banche centrali e alla contestuale povertà dilagante che ormai abbraccia tutti i continenti (specie i più industrializzati e perciò bisognosi di moneta-debito: va ricordato che il paese più indebitato al mondo è ache il più industrializzato: gli Stati Uniti d'America) ci accorgiamo della portata altamente scientifica dei Protocolli e della loro evidente, provata autenticità.
La grande tribù del cartello bancario (BRI, FMI e banche centrali nazionali)
tra le rovine degli stati nazionali e della civiltà cristiana, posti sotto assedio,
oggi è il fulcro delle cosiddette “crisi economiche”.
Essa, di fatto, ha finito per prendere il posto delle tribù mosaiche, abusando della loro dottrina monetaria originaria, alla guida di un sedicente popolo eletto che muove alla conquista di una terra promessa tutta terrena, effimera. Fenomeno, questo, che ha di fatto invertito le premesse di partenza della Bibbia, svuotandone di senso i contenuti e il messaggio salvifico. Non più la ricerca di una terra spirituale di salvezza universale, ma l’esercizio di un dominio fisico e materialistico sulla terra e sui beni, senza alcun limite e confine: proprio come minacciato dal "misterioso" autore dei Protocolli dei Savi di Sion. Un abuso di potere proteso all’annientamento e al controllo degli “infedeli”, mediante un attacco diretto alla proprietà privata che si serve delle armi del debito e della finanza. Comunismo e Capitalismo hanno di fatto rappresentato le due braccia operative e speculari di questo disegno élitario.
Dalla finanza alla religione
Alla luce di quanto scritto e proposto fino ad ora,
il lettore non potrà fare a meno di cogliere l’esistenza di un subdolo fine religioso
dietro questi spietati fenomeni “economici”.
Non casualità ed errore, dunque, ma premeditazione e pianificazione.
Restanto su un piano prettamente religioso, possiamo allora parlare, legittimamente, di un dominio monetario assoluto, dittatoriale, esercitato dall’élite al potere sui popoli, connesso ad una errata interpretazione, di convenienza, del testo biblico, cui sintesi potrebbe essere trovata anche in questo passo:
"E non con voi soltanto faccio io questo patto e questo giuramento,
ma con quelli che stanno qui oggi con noi davanti all’Eterno,
ch’è l’Iddio nostro, e con quelli che non son qui oggi con noi".
Deuteronomio 29, 14-15
Cartello bancario: nuove tribù d'Israele
Il comandamento deuteronomico, pur essendo stato travisato e rovesciato, a partire dalla diaspora e — specie negli ultimi tre secoli — dalla nascita della Banca d’Inghilterra (1694-1717) ad oggi, all'interno del club bancario ha conservato, sia pur formalmente, la sua struttura originaria e le sue ipostasi di partenza, scimmiottando il messaggio d’amore dei sacri testi, miseramente vanificato in teoremi denarocentrici e materialistici, secondo uno schema ben radicato, quanto occulto per le masse: 1) le banche del cartello internazionale devono farsi “reciprocamente credito nella misura della loro necessità”; 2) il debito bancario deve essere periodicamente annullato, mediante la dilatazione del circuito creditizio e l’esistenza della stessa “riserva frazionaria”, che dona alla banca la facoltà di lucrare esponenzialmente su somme che, invero, dovrebbero essere vincolate e rese indisponibili, poiché poste a copertura dei depositi dei clienti; 3) le banche centrali emettono moneta-debito cartacea; 4) l’esistenza di questo meccanismo di mutuo soccorso e privilegio è custodito e legittimato solo all’interno del club bancario e dei suoi organismi satellite (infelice e deformata parafrasi dell’atavica tribù d’Israele) gli unici depositari delle promesse di dominio di una nuova terra (il mondo fisico e tutti i suoi abitanti).
Questa aberrazione ha finito per ribaltare l'etica cristiana,
e per gettare nell'oblio la gloriosa storia delle comunità cristiane (specie medievali)
per secoli in lotta contro l'usura dei banchieri ebrei.
Questi nuovi modelli hanno finito per porre la condizione dell'uomo, escluso dal club bancario, al di sotto di quella della bestia. La depravazione della condizione umana così meschinamente realizzata, ci permette, tuttavia, di comprendere quella che deve essere la corretta interpretazione dei testi sacri.
La Provvidenziale e salvifica Rivelazione finale
Il comandamento deuteronomico di Mosè – per contrasto – è e deve essere rivolto a tutti gli uomini — e non ai soli “eletti” — e rappresenta un invito che ha carattere universale e che si amplifica, anche e soprattutto, mediante la condivisione dello strumento monetario, qual mezzo di moltiplicazione delle benedizioni divine, contrapposto e antitetico al culto idolatrico del vitello d’oro: espressione dell’egoistica accumulazione e dell’abbassamento della dignità umana.
Il culto del vitello d’oro,
condannato da Mosè alla discesa dal Sinai,
si pone in antitesi alla cultura del dono e della prodigalità,
incarnata dalla prima moneta convenzionale israelitica
(che era stata concepita a credito)
e solo successivamente avvelenata e contaminata dal debito.
Tuttavia l’uomo moderno, l’eterno alienato, affascinato dal misterioso potere delle logge, di nuovi idoli e di falsi profeti, sembra aver perso gli anticorpi spirituali contro questi atavici agenti patogeni, figli di una cultura profondamente pagana e materialistica, che ha trovato nel marxismo scientifico e nel capitalismo i suoi alleati più potenti e solo apparentemente contrapposti, in quanto alimentati dalla medesima oscura religiosità anti-cristiana. Pertanto accanto alla testimonianza di molti storici e santi, l'autenticità dei Protocolli dei Savi di Sion sarebbe garantita anche e soprattutto dall'attuale stato di caos mondiale: un caos scientifico di cui abbiamo ben compreso i meccanismi di base e che potrà essere estirpato dalle anime degli uomini – prim'ancora che nelle leggi del mercato e dei tribunali – solo riscoprendo l'unica Vera spiritualità direttamente rivelata all'uomo: quella di Gesù Cristo, Nostro Signore.
Solo allora si andrà decisamente, e senza tentennamenti,
verso la cristianizzazione dello strumento monetario
e verso il riconoscimento reale di una proprietà privata aperta a tutti
e garantita dal diritto.
Solo allora si realizzerà un regime di proprietà popolare della moneta:
la piena realizzazione del sogno del grande Professor Giacinto Auriti,
che libererà finalmente i popoli dal giogo della moneta-debito,
lo sterco di satana.
Sergio Basile (Copyright © 2018 Qui Europa)
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