Sabato, Luglio 13th/ 2013
– di Elena Valente –
Giovedì, Gennaio 9th/ 2014
– di Nicola Arena e Sergio Basile –
Nicola Arena, Sergio Basile, Quieuropa, Sete di Giustizia, Professor Giacinto Auriti, Moneta Debito, Aristotele, Spread, Debito Pubblico, Sistema Target 2, Fed, Bce, Diritto d'informazione, moneta come strumento di misura del valore, Presidente Nixon, Bretton Woods, Louis Even, Storia del naufrago, Credito Sociale, Banca d'Italia
Moneta-Debito: Iniziamo l'anno riflettendo sul
Grande Inganno Internazionale
Moneta come contenitore di riserva di un valore reale
Moneta-Debito – Come schiavizzare l'umanità rendendo
tutti gli uomini debitori del loro stesso denaro: nessun
politico d'ora in poi potrà permettersi più questo
orribile lusso…
►La grande scoperta del Professor Giacinto Auriti
►Moneta-Debito, il Grande Inganno usurocratico:
Approfondimenti storici e notizie utili
di Nicola Arena e Sergio Basile
Moneta-Debito – Iniziamo l'anno riflettendo sul grande inganno
Venezia, Catanzaro – Oggi viviamo in un mondo dominato dalla falsità e dalla negazione del diritto. Quando parliamo di diritto ci riferiamo anche al diritto d’informazione, intesa come fonte di conoscenza della verità. Questa conoscenza in un mondo normale dovrebbe avvenire per mezzo dell’istruzione scolastica e già dalle scuole elementari si dovrebbe insegnare il concetto di moneta e le nozioni basilari dell’economia. Purtroppo – in base ad una strategia ben studiata ed affinata, specie dal dopoguerra ad oggi – questi argomenti sono ritenuti un tabù e al popolo non è permesso di scoprire il grande inganno che condiziona la vita di tutti, quello della MONETA DEBITO. Scoprirlo significherebbe sfatare e smascherare finalmente in un sol colpo fittizi tecnicismi usurocratici che si nascondono dietro concetti stereotipati come rating, spread, debito pubblico, sistema target 2, ecc… Esasperazioni tecnocratiche che hanno in effetti un sol scopo, quello di nascondere il problema centrale: un sistema usurocratico retto con la complicità della casta politica – e di molti dissidenti della domenica – e fondato sull'impero bancario mondiale e/o globalizzato. Questo cari lettori è e sarà il vero tema dell'anno che ci apprestiamo a raccontarvi ed a vivere.
Una domanda elementare: cos'è il denaro?
A tal proposito, per comprendere a fondo il problema, dobbiamo porci una domanda elementare: Cos’è il denaro? Il denaro da sempre è uno strumento di misura del valore (come insegnava Aristotele già 2500 anni fa). Quando la moneta era d’oro, lo strumento rappresentava sia l’unità di misura che il valore del materiale impiegato per la sua costruzione (un materiale che, per la sua rarità o per l’utilità del suo impiego, veniva convenzionalmente accettato da tutti) e quindi LA PROPRIETA’. Dall’avvento della moneta nominale le cose sono notevolmente cambiate. Ecco perchè!
Dalla creazione della Banca d'Inghilterra
Dal 1694 (anno di creazione della Banca d’Inghilterra) la moneta pur mantenendo le caratteristiche dell’unità di misura, ha perso via via (fino ad arrivare a Bretton Woods ed ai "capolavori" FED e BCE) tutte le altre. Invece dell’oro vi è un pezzo di carta e al posto della proprietà abbiamo il debito (come insegna il grande professor Giacinto Auriti). Perché ricordiamo LA MONETA viene emessa dalle banche centrali (in mano a privati) solo PRESTANDOLA.
Il Grande Inganno, da Bretton Woods: Popoli Debitori del loro Denaro
Così i popoli sono diventati, inconsapevolmente, i debitori del loro denaro. Oggi con questa trasformazione possiamo affermare che la moneta è diventata un contenitore di riserva di un valore reale di costo nullo. Purtroppo però non tutti sanno che la banca presta solo un contenitore VUOTO. Ricordiamo che dal 15 agosto 1971, il Presidente Americano Nixon dichiarò unilateralmente la fine degli accordi di Bretton Woods. Attraverso quella dichiarazione il dollaro e tutte le altre monete mondiali, non potevano più essere convertite in oro.
La Grande Scoperta del Professor Giacinto Auriti
Questo ha segnato una tappa fondamentale nella comprensione del valore indotto della moneta, scoperto in maniera a dir poco geniale dal Professor Giacinto Auriti. Poiché da quella data il dollaro continua ad avere valore, significa che la moneta ha valore puramente convenzionale e non più creditizio. Ha valore cioè perché viene ACCETTATA da tutti i cittadini partecipanti alla convenzione, quindi per porre fine a questo gioco al massacro che finirà per schiavizzare mediante il debito l'intera umanità – asservendolo al volere ed al potere di una mera élite costituita da una manciata di banchieri – necessita urgentemente che la moneta sia dichiarata DI PROPRIETA’ DEI CITTADINI che compongono la comunità che utilizza quello strumento monetario e ne creano il valore. Se ai cittadini di una comunità, viene quindi preclusa la possibilità di quantificare e conservare, attraverso lo strumento monetario, né il proprio lavoro né i propri prodotti che producono, per i loro scambi commerciali, sono costretti ad utilizzare il baratto. Che significato avrebbe nell’era della tecnologia ritornare al baratto?
Portata politica della scoperta del Valore Indotto
Ma soprattutto, con la scoperta del valore indotto (che certifica di fatto anche la possibilità di creare denaro in quantità sempre sufficiente a soddisfare le esigenze di tutti), quale politico potrebbe permettersi di precludere al popolo, che egli rappresenta, questa possibilità che in questi tempi moderni è diventata un assoluto bisogno? Quale criminale rappresentante politico di una comunità potrebbe arrogarsi il diritto di negare questa esigenza vitale? A queste domande vi è un’unica risposta e cioè: NESSUNO.
Nessun Politico può più permettersi questo orribile lusso!
Nessun politico può arrogarsi il diritto di privare il popolo che egli rappresenta di uno strumento di vitale importanza, che è GRATUITO. Uno strumento che deve rappresentare la quantità in maniera speculare corrispondente ai beni prodotti e producibili. E’ ovvio che sulla base di questo principio, dire che c’è poca moneta in circolazione è un’assurdità che non può essere supportata da nessuna spiegazione logica. Sulla base di questo potrebbe essere realizzata un’unica moneta mondiale DI PROPRIETA’ DEGLI ABITANTI DEL PIANETA TERRA e non più di una cricca parassitaria di bancheri privati. Sarebbe il coronamento di un sogno che sancisca l’affermarsi di una verità ormai inconfutabile e la fine dell’era della MONETA DEBITO. Ma anche la fine di un'epoca: quella della privazione della capacità monetaria ai danni dei popoli, nel nome di un presunto ideale di giustizia… Lo sapeva bene Stalin: il primo in epoca moderna (A.D. 1937) a fare gli interessi di questa famosa cricca massonico-bancaria, privatizzando – per primo – la Banca Centrale Russa (Gosbank) , mentre nel mondo dilagava la favoletta dell'uguaglianza e della lotta di classe, per confondere un pò le ancque, e creare utili contrapposizioni funzionali ai loschi interessi della casta massonico-bancaria al fine di poter rendere credibile il proprio piano di dominio globale. E ciò proprio a partire dal dogma della moneta-debito.
di Nicola Arena e Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)
___________________________________________________________________________________________
Altri Articoli e Video Correlati
Il Grande Inganno – Approfondimenti e Notizie Utili
(da "Qui Europa" del 27 Agosto 2012)
di Sergio Basile
Louis Even e la storiella che tutti dovrebbero conoscere
Emblematico, in tal senso è il racconto di Louis Even, il sostenitore più convinto del Credito Sociale. “Cinque naufraghi riuscirono a raggiungere un’isola deserta. Si trattava di un muratore, un contadino, un allevatore, un agronomo e un ingegnere. Secondo le rispettive competenze, i cinque si dettero da fare per realizzare una comunità organizzata. Ciascuno diede il suo apporto in funzione alle sue competenze. L’economia dell’isola era incentrata sul baratto. Sull’isola vi era però armonia. Successivamente arrivò sull’isola il sopravvissuto di un altro naufragio. Sbarcò da una scialuppa portando con sé una pressa, una cassa piena di carta e un barile sigillato. Il nuovo arrivato fu ben accolto. Si trattava di un banchiere. Il neo-arrivato, preso atto delle attività dei cinque, disse: “Per far funzionare bene le cose vi manca solo il denaro”. Allora con la carta e la pressa iniziò a stampare 1000 dollari, coprendoli in garanzia con un barile d’oro portato in salvo dal naufragio. Egli prestò duecento dollari a testa all’interesse del 2% annuo. Prestito garantito dai frutti delle attività, dalle capanne e dagli attrezzi dei beneficiari del credito.
L’inganno del banchiere
Ma la felicità sull’isola durò ben poco. L’ammontare del loro debito, ben presto, – capitale più gli interessi maturati – divenne superiore all’intero importo del circolante, cioè superò i 1000 dollari stampati ed immessi nell’economia dell’isola. In quell’isola era così nato il debito pubblico. Un debito destinato ad aumentare anno dopo anno. Il risultato diretto di questo fu l’incremento incessante e progressivo dei beni del banchiere, che – con questo stratagemma – stava diventando il padrone indiscusso di tutti i beni presenti sull’isola. Non solo, il banchiere ben presto finì anche per interferire nella vita politica (privata e pubblica) degli abitanti dell’isola, dicendo loro – in virtù del suo potere – come dovevano fare o non fare. Tutti i cittadini divennero dunque succubi e schiavi del banchiere. Ma se il denaro se lo fossero stampato loro, senza l’intromissione di quel banchiere venuto dal mare, si sarebbero ridotti a questo stato di indebitamento, subalternanza e condizionamento? Sicuramente no! L’interesse sul debito non sarebbe mai scoppiato.
La reazione degli isolani
Questo perché il denaro rappresentava il valore dei beni presenti sull’isola (era il corrispettivo e l’espressione dei beni, dei servizi e delle attrezzature presenti) e quindi, essendo loro i proprietari dei beni, avrebbero dovuto essere anche i proprietari del denaro sul quale nessuno avrebbe potuto pretendere ilpagamento di interessi. I cinque allora, compreso il sottile inganno, si ribellarono, e ricacciarono violentemente in mare il disonesto banchiere. Come ciliegina sulla torta, Even racconta che, “quando i cinque andarono a dissotterrare il barile che doveva rappresentare la copertura aurea della moneta stampata dal banchiere, scoprirono che esso era pieno di sassi”. Cioè, il denaro stampato dal banchiere disonesto, non era altro che misera carta straccia! Assolutamente non garantita da alcun lingotto d’oro.
Uso improprio della tassazione
Tale racconto e tutt’altro che paradossale: si pensi ad esempio che già nel 1696, in Inghilterra, a fronte di 1.750.000 sterline stampate, esisteva una riserva di cassa di sole 36.000 sterline d’oro. Fin da allora, in aggiunta – come accade esattamente anche oggi – il 40-50% delle finanze statale furono dirottate in spese per armamenti e guerre. Anche se oggi c’è chi le chiama “missioni di pace”! Tra interessi bancari passivi e guerre, gli stati – sotto l’egida di organismi internazionali – spendono oggi tra il 60 e il 70% dei fondi reperiti attraverso – spesso e volentieri – barbare forme di tassazione. Allora comprendiamo meglio la celebre frase dell’economista francese Jean-Baptiste Colbert che nel Seicento scriveva: “La tassazione è l’arte di spennare l’oca in modo tale da avere il massimo di piume con il minimo possibile di starnazzi”.
Origini storiche del Signoraggio
Un tempo il potere di coniare moneta era riservato alla massima autorità: imperatori, re, principi. Ricchi mercanti e possidenti di argento e orogiungevano dunque alla zecca dello Stato o del Regno, e trasformavano in monete i metalli preziosi. Una piccola parte di questo metallo veniva trattenuta dal signore di turno come compenso per l’operazione di conio. Questo compenso si chiamava signoraggio: privilegio gelosamente difeso dall’autorità statale. Ma poi qualcosa iniziò subdolamente a cambiare, il demone del denaro prese il sopravvento, ed il gioco fu ben presto chiaro, anche se non del tutto per l’ingenuo popolino.
Società private chiamate “Banche Nazionali”
William Paterson – ricco speculatore – sul finire del Seicento, nel Regno Unito ottenne dal sovrano il privilegio di coniare moneta. Nacque così la “Banca d’Inghilterra”: istituzione rigorosamente privata, malgrado il nome ingannevole. Paterson sintetizzò il senso dell’operazione con una frase disarmante quanto emblematica: “La banca trae beneficio dall’interesse che pretende su tutta la moneta che crea dal nulla”. Sul modello della banca di Paterson furono istituite: nel 1695 la Bank of Scotland, nel 1765 la Königliche Giro und Lehnbanco di Berlino, nel 1782 il Banco di San Carlo di Madrid, nel 1800 la Banca di Francia. Le banche di emissione, dunque, dopo il 1694 divennero quasi tutte private. Negli Usa ciò accadde il 23 dicembre 1913 con il “celeberrimo” Federal Reserve Act: l’atto istitutivo della Banca Centrale americana, la più grande banca privata del mondo. Nel 1937, Stalin privatizzò anche quella dell’Unione Sovietica: con la complicità del petroliere ebreo-americano Armand Hammer.
La nascita della Banca d’Italia
Nel Bel Paese, nel 1874, le banche autorizzate a emettere moneta erano sei: la Banca Nazionale del Regno d’Italia, la Banca Nazionale della Toscana, la Banca Toscana di Credito, la Banca Romana, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia. Nel 1893, dopo lo scandalo e il fallimento della Banca Romana, i 4 istituti dell’Italia centro-settentrionale vennero fusi, dando vita alla Banca d’Italia, che nel 1926 restò l’unica con diritto di battere moneta. Mussolini – bisogna dargliene atto – durante il suo ventennio cercò con ogni mezzo di mantenere l’autonomia della Banca d’Italia. Costretto a sottostare alle minacce di Usa e Inghilterra, non poté nazionalizzarla, (per non andare in urto con i due massimi creditori internazionali dell’Italia) ma, con la riforma del 1926, escogitò un sistema di controllo – indiretto – dell’Istituto di emissione della lira. La Banca d’Italia rimase un Istituto indipendente – prima una Società autonoma, poi una Società per Azioni – la cui proprietà però fu affidata a Enti statali, Casse di Risparmio e Banche d’interesse nazionale che qualche anno dopo sarebbero diventate (con l’IRI) proprietà dello Stato. Ciò, evidentemente, evitò lo scoppio del debito pubblico, salvaguardando da minacce esterne la sovranità monetaria nazionale; e custodendola nelle mani del popolo italiano. Né è prova – tra l’altro – il fatto che Mussolini, in quegli anni, riuscì addirittura ad ottenere il pareggio di bilancio: e ciò, senza alcuna manovra lacrime e sangue stile Monti, per intenderci.
Lo snaturamento del ruolo finanziario e monetario dello stato
Un colpo mortale allo snaturamento del ruolo della Banca Centrale fu dato nei primi anni Ottanta da Carlo Azeglio Ciampi (governatore di Bankitalia) e daBeniamino Andreatta (ministro del Tesoro). Nel 1981, infatti, fu sancito ildiritto della Banca Centrale a non sottoscrivere i Titoli di Stato del debito pubblico: grande primo regalo fatto alla speculazione internazionale. Stranamente in quell’anno – è bene rammentarlo – iniziò a collaborare col governo – come consulente finanziario – un giovane di “belle speranze” chiamato Mario Monti. Ovviamente, per l’Italia, fu l’inizio dell’era del debito pubblico, che ben presto andò “alle stelle” per la gioia della speculazione internazionale.
Il Sacco del Britannia
L’indipendenza monetaria poi fu duramente minata negli anni Novanta daRomano Prodi (uomo Goldman Sachs, che avviò un piano di privatizzazioni e liberalizzazioni senza precedenti) e da Giuliano Amato, che da presidente del Consiglio, con il celeberrimo decreto “Carli-Amato” del 1992, privatizzò la Banca d’Italia, derubando gli Italiani della propria sovranità nazionale. Essa passò dunque – mediante il trasferimento del 96% delle azioni – nelle mani di banche private come Banca Intesa e Unicredit. Allo stato restò un misero 4% Mediante Inps e Inail. Nel 1992, poi, il Ministro del Tesoro, Guido Carli, abolì il controllo del governo sul tasso di sconto: che rimase prerogativa unica della Banca d’Italia, e quindi della speculazione privata. Oggi prerogativa – ricordiamolo – della privata BCE di Mario Draghi. Il piano segreto concordato sul Real Panfilo della Regina Elisabetta II, chiamato Britannia (che vide tra i protagonisti guardacaso proprio uomini come Draghi, Amato, Carli, Andreatta, Prodi e Ciampi: uomini di destra e di sinistra tutti insieme appassionatamente) fu attuato in pieno, e oggi quasi terminato – pare – proprio all’azione del governo dei banchieri di Mario Monti. Un particolare curioso, che poniamo poi alla vostra attenzione, riguarda la recente nomina a capo di Bankitalia diIgnazio Visco: Visco – pochi lo sanno – è un uomo del BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) di Basilea (Istituto di coordinamento di tutte le Banche centrali del mondo) controllato oggi dalla Federal Reserve e dalla Banca d’Inghilterra, che ne posseggono nel complesso il 40% delle azioni. A Capo di Bankitalia, oggi vi è pertanto un uomo espressione di questo ingannevole status quo internazionale.
Un passaggio fondamentale
Fin dalla nascita dlla Banca d’Inghilterra – passaggio fondamentale da comprendere – la convertibilità in oro di quella cartamoneta fu da subito unfatto formale: essa – è doveroso saperlo – fu sospesa nel 1914, molto prima del dollaro: giunta solo il 15 agosto 1971, qualche anno dopo, cioè, dall’assassinio del Presidente John Kennedy. Ma il culmine degli eccessi fu raggiunto con la cessazione della convenzione raggiunta con la Firma degli Accordi di Bretton Woods, nel 1944, che – complice il Presidente Usa, Nixon – legalizzò l’incontrovertibilità tra oro e banconote circolanti: trasformando gli stati in una sorta di aziende in bancarotta più o meno perenne!
la nascita del Debito Pubblico permanente
Il tumore del debito, quindi, cominciò ad incancrenirsi fin dal 1694: da quando cioè si diffuse la moda di delegare l’emissione del denaro a banchieri privati: i nuovi reggenti, gerarchi, dei popoli. Non fu, dunque, più il ricco signore – o lo Stato – mediante il trasferimento del proprio oro a garantirsi i benefici del signoraggio, ma bensì i banchieri privati: speculatori il cui mestiere non fu (e non è) quello di perseguire gli interessi della Nazione, ma bensì il perseguimento dei propri utili. Da allora l’umanità poté assistere ad un sostanziale e aberrante cambiamento: la trasformazione del debito pubblico da temporaneo (in genere ripagato da governi o creditori dopo guerre o missioni di vario tipo) apermanente. Non bisogna, infatti, mai dimenticare che il debito pubblico nell’Inghilterra di fine Settecento, in meno di un secolo, passò da 13 milioni di sterline all’incredibile cifra di 245 milioni di sterline. Esso non si sarebbe mai più ridotto!
L’ UE e l’inganno del Trattato di Lisbona: l’Europa degli speculatori
In tal ottica l’amara torta in Europa fu confezionata dall’Ue con il Trattato di Lisbona (Art. 123) che addirittura obbligò gli stati ad indebitarsi con le banche private – ed a tassi da usura – per ottenere in cambio denaro atto a mandare avanti la macchina statale: delegittimando una volta per tutte le banche centrali nazionali e la loro autonomia. Ma non è finita! Anche i giudici e gli arbitri del mercato sono stati comprati! Come? Semplice! Delegando – con insane leggi – ad affaristi privati e lobbisti (società di rating) il compito di decidere (attraverso semplici voti) la misura degli interessi passivi che gli stati sotto mira di un “golpe finanziario” devono pagare ai banchieri privati. E di conseguenza il livello iniquo di tassazione che la popolazione di quel disgraziato paese deve sopportare per ripagare gli interessi “illegittimni” ai soliti banchieri privati. Tutto ciò, cari lettori, è davvero pazzesco! Sembra la trama di un film horror, ma non è altro che la dura e cruda realtà.
La schiavitù dei popoli e la reticenza dei media
Ma come porre i suddetti stati in perenne condizione di instabilità esubalternanza economica? Semplice! Nel Vecchio Continente ci ha pensato sempre l’Ue, introducendo l’euro e il suo connesso sistema di regolamentazione interbancaria, il cosiddetto “Sistema Target 2”, del quale abbiamo abbondantemente parlato. Sistema che finisce per premiare l’economia pesante tedesca (posta al centro del sistema) a discapito di quella dei paesi del Sud Europa e dell’Italia. Una mega truffa legalizzata dunque! Ma c’è di più! L’attuale sistema, in Italia, oltre che su una serie infinita di contraddizioni e paradossi, si basa su un atto illegale, del quale però i giornali e i TG non parlano.
Italia – La beffa della Legge 262/2005
Il 28 dicembre 2005, con la Legge 262 di tutela del Risparmio, articolo 19 c.10, si stabilì che entro il 12 gennaio 2009, tutte le quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia in possesso di soggetti privati (come Banca Intesa, Unicredit ed altre) dovessero essere ri-trasferite a enti statali. Ma nulla di ciò è mai avvenuto: i proprietari di Bankitalia sono ancora oggi banchieri privati, detentori illegittimi della sovranità monetaria degli Italiani. Un altro motivo per ritenere ancor più illegale ed iniquo il debito pubblico che oggi Monti e l’Ue (con la complicità della casta parlamentare) vogliono far pagare in maniera fraudolenta ed immorale a noi cittadini Italiani, e non solo.
Ecco come “Mammona” si sta impadronendo del mondo
Da quanto detto emergono con chiarezza inconfutabile i tratti di un vero e proprio complotto orchestrato da oscuri burattinai e dai loro complici: politici traditori degli stati. Gioco al massacro diretto da una decina di banchieri internazionali che – mediante le loro logge e organizzazioni segrete – tengono sotto scacco i popoli, divenendo sempre più, letteralmente, i padroni del mondo. Acquistando stati o pezzi di essi. E ciò, mediante crisi provocate, privatizzazioni, vendite forzate, mutui inevasi e svendite di patrimoni pubblici nazionali. Ecco perché chi si pone a favore del governo di Mario Monti è, oggi, in mala fede e dovrebbe essere accusato di alto tradimento e attentato alla Costituzione ed alla sovranità nazionale. O almeno, frattanto, avere il buon gusto di dimettersi e scomparire per sempre dalla scena pubblica. Eclissarsi nella polvere! Un'ultima curiosità: i protagonisti in negativo di questa storia – qualora per qualcuno ciò non fosse ancora chiaro – sono tutti, o quasi tutti, "fratelli".
Il futuro è nelle nostre mani
Quadro, questo, semplice e drammatico nello stesso tempo! Ditelo a tutti! Dite la verità! La rinascita dell’Italia e dell’Europa dei popoli e della giustizia parte dalla piena consapevolezza della "truffa legalizzata” del Debito Pubblico". Smascheriamo insieme – specie a partire dalla prossima campagna elettorale, e sul web – i politici corrotti e falsi: i meschini servi di questi “pseudo-padroni del mondo”. Sarà un buon passo verso un probabile e ancora possibile riscatto! L'importante non è tanto restare vivi, quanto restare umani e liberi! L'importante è capire che i proprietari della moneta sono i cittadini e non una cricca di privati parassiti. Giacinto Auriti l'aveva capito! Impariamo da lui!
______________________________________________________________________________________________________________
Articoli Correlati
Sabato, Dicembre 28th/ 2013 – di Nicola Arena – Roma, Venezia, Debito Pubblico, Nicola Arena, Moneta Debito, Economia, Inganno, Mente umana, frustrazione, Verità, Relativismo, Usurocrazia Moneta Debito – Complicazione e Verità Per chi opera nell'inganno ogni verità viene sviluppata in termini difficilmente comprensibili Come il relativismo confonde e svuota il senso oggettivo della verità di Nicola […]
Lunedì, Novembre 25th/ 2013 – di Nicola Arena: Rubrica: Sete di Sovranità e Giustizia – Proprietà Popolare della Moneta, Sovranità Monetaria, Nicola Arena, Sete di Giustizia, Moneta, Giacinto Auriti, Valore della Moneta, Sistemi Ponderali, Valore delle Convenzioni, lunghezza, Proprietà e benessere, Ezra Pound, Politici camerieri dei banchieri Il Vero Significato della Moneta: lo Schiavo è chi non […]
Sabato, Ottobre 5th/ 2013 – Qui Europa – "Schiavi Moderni", di Cosimo Massaro – Schiavi Moderni, Cosimo Massaro, Crisi truffa, Euro, Sovranità Monetaria, Moneta di Satana, Banche centrali, Signoraggio bancario, euro, Gioco a perdere, Sottrazione dei beni ai popoli, Crimini del sistema bancario Schiavi Moderni – Nell'era della Moneta di Satana… Un Gioco a Perdere Il Video-Documentario […]
Giovedì, Novembre 14th/ 2013 – di Cosimo Massaro – Cosimo Massaro, Giacinto Auriti, Movimento 5 Stelle, Reddito di Cittadinanza, Beppe Grillo, Debito Pubblico, Proprietà Popolare della Moneta, Sovranità Monetaria Grillo e il suo illusorio Reddito di Cittadinanza Il M5S e la sua illusoria proposta di legge sul reddito di cittadinanza In realtà senza sovranità monetaria non cambia nulla. […]
Venerdì, Novembre 8th/ 2013 – di Don Gaetano Rocca – Direttore Ufficio Pastorale del Lavoro, Diocesi di Catanzaro-Squillace Europa, Usa, Italia, Washington, Debito, Società dei debiti, Debtocracy, 800 mila dipendenti federali lasciati a casa, Pil Mondiale, Nessuna speranza per il futuro Debtocracy e Modello Usa: un gioco a perdere Usa: 800mila federali lasciati a casa. 60mila […]
Mercoledì, Novembre 6th/ 2013 – di Nicola Arena – Italia, Giacinto Auriti, Europia, Unione Europea, Nicola Arena, Non esiste debito pubblico, Signoraggio, Debito Pubblico, Benessere della popolazione, Ricchezza reale, Proprietà Popolare della moneta, Reddito di Cittadinanza, La Vita del prossimo è ricchezza reale, Ogni uomo è l'espressione vivente del tempo, la vita non appartiene allo stato, […]
Lunedì, Novembre 4th/ 2013 – Redazione Qui Europa e Sete di Giustizia – Redazione Qui Europa, Moneta elettronica, Nuovo Ordine Mondiale, Aaron Russo, Professor Michel Schooyans, Papa Benedetto XVI, Nuovo Disordine Mondiale, Nick Rockefeller, Micro-Chip Rfid, Joseph Ratzinger, Deriva Mondialista, New World Order Dominio Mondiale e Moneta Elettronica Le rivelazioni eccezionali di Aaron Russo sulla moneta elettronica […]