Gaza, l’Occidente Democratico e la politica di Pinocchio – Verità Nascoste
Mercoledì, Luglio 30th/ 2014
– di Sergio Basile –
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Gaza, l'Occidente Democratico e la politica di Pinocchio
Dalla Dichiarazione di sir Balfour alla nascita della Banca
d'inghilterra; dagli accordi Haavara all'edificazione del
Terzo Tempio di Israele: cosa c'è dietro il nuovo
esodo verso Israele?
di Sergio Basile
23° giorno di genocidio su Gaza e tutto tace! oltre 100 morti in 48 ore
Gaza, Tel Aviv, Parigi – Malgrado il 23esimo giorno di genocido su Gaza e gli oltre 100 palestinesi massacrati solo nelle ultime 48 ore – e i 230 bambini trucidati, nel complesso, dall'inizio delle "operazioni" israeliane di cosiddetta "difesa" – continua ad oltranza l'ipocrisia della comunità internazionale tra la propagandistica attesa di presunte tregue puntualmente disattese. Alcuni giornali di regime puntano il dito su Hamas, attribuendogli parte delle colpe del fallimento dei cosiddetti "sforzi diplomatici", ma l'inconsistenza delle accuse è palese, vista la sproposizione delle forze in campo e l'ovvia mancanza di convenienza di un gruppo di "esagitati" palestinesi a pestare i piedi allo stato più potente, supportato e militarizzato al mondo. La verità e che si andrà avanti, presumibilmente, fino all'annientamento totale di un popolo dal 1948 posto sotto scacco da uno stato illegittimo che le stesse potenze oggi al controllo dell'ONU hanno favorito prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale: è questa la ragione vera dell'immobilismo della comunità internazionale e dell'Unione Europea a trazione sionista. E' questa altresì la ragione dell'atteggiamento della stragrande maggioranza dei politici italiani filo-sionisti.
L'ennesima prova del vero volto delle cosiddette "democrazie liberali"
Solo un intervento divino, hainoi, visti gli scenari potrebbe allo stato attuale mutare il corso degli eventi. Intanto, da meri spettatori disarmati dinanzi a tale sconcertante e terribile spettacolo – che dimostra ancora una volta il vero volto delle cosiddette "democrazie liberali" qualora ce ne fosse ancora bisogno – non ci resta che informare, sensibilizzare gli uomini di potere e pregare. Pregare tanto! E già, perchè contrariamente a quanto sostengono molti giornalisti ed "esperti" di geopolitica a livello nazionale ed internazionale, qui non si tratta di questioni economiche o di gas e risorse energetiche, ma nella "Striscia di Gaza" sarebbe in corso – fino a prova contraria – una vera e propria guerra di religione (o genocidio a senso unico – pare – a sfondo religioso) per l'affermazione di ideali che l'élite mondialista (ONU in testa) sembrano avallare con un inspiegabile immobilismo. E allora ecco l'ennesima pioggia di bombe su Gaza tutto sommato ben digerita dal "mondo" che nel frattempo trasmette altri strani comunicati di Hamas, secondo i quali "l’organizzazione non accetterà nessun cessate-il-fuoco senza la fine dell’aggressione (militare israeliana) e senza l’eliminazione dell’assedio". Ma Hamas a parte, sembrerebbe doveroso indagare soprattutto l'umore dei condannati a morte, senza giusta causa.
Come Pinocchio
E ciò mentre apprendiamo dalle agenzie che il primo ministro dello stato ebraico Benjamin Netanyahu avrebbe chiesto agli Stati Uniti di aiutare a raggiungere una tregua… Comunicati che hanno tanto il sapore delle promesse di rettitudine (mai rispettate) che Pinocchio faceva alla Fata Turchina, mentre constatava suo malgrado la crescita spropositata del suo naso di legno. Parole e intese non recepite che – come qualcuno vorrebbe farci credere – avrebbero ingenerato una "nuova frizione" tra il Segretario di stato John Kerry e lo stesso Netanyahu, il quale nelle ultime ore ha dichiarato che "l'operazione su Gaza è necessaria per proteggere i civili israeliani e per stoppare i tunnel". Insomma, la solita filastrocca indigesta sulla quale stendiamo un pietoso "No comment"! Il tutto si commenta abbondantemente da sé!
Sangue e sangue
Ci chiediamo – per onor della verità e "par condicio" – cosa sarebbe accaduto se ad esempio gli indiani d'America (evasi o sfuggiti al controllo da una delle tante tristissime riserve made in Usa) avessero attaccato e ucciso centinaia di civili statunitensi del Colorado o dell'Arizona. La mobilitazione sarebbe stata ovviamente generale e immediata. O no!? Ma evidetemente il sangue per qualcuno ha colori e valori diversi. E su tutto ci sarebbe un misterioso ideale da difendere e attualizzare. Ma a pensarci bene la situazione dei "concentrati" di Gaza è identica a quella di molti riservisti indiani made in Usa. Identici i copioni "democratici" seguiti nei secoli ed i risultati ottenuti. Probabilmente peggiori – almeno oggi – le sorti per i "riservisti" di Gaza, considerabili (fino a prova contraria… che stenta ad arrivare) dei veri e propri topi in gabbia, in attesa della soluzione finale.
Come topi in trappola – la nota di Vincenzo Mannello
Giorni fa, su La Sicilia – come nota l'amico e scrittore catanese Vincenzo Mannello, in un suo recente articolo – il giornalista Tony Zermo si chiedeva perché i palestinesi non fuggissero via mare, accettando loro malgrado la pioggia di bombe e missili sulle loro teste. Zermo probabilmente (come nota Mannello) dimentica il fatto che ad oggi gli israeliani "bloccano" tutte le "via di fuga", compresa quella marina. "Zermo, evidentemente – scrive Mannello – sa altrettanto bene che è sempre stato così fin dall'artificiale creazione di Israele in poi, a discapito di una Palestina multi religiosa che, tutto sommato, vedeva convivere in pace ebrei, cristiani e musulmani e che il 14 maggio del 1948 veniva scaraventata nell'abisso della guerra con l'indipendenza del neonato Stato di Israele. Creatura aliena frutto delle manipolazioni politico-economiche degli Usa e della Gran Bretagna in primis". Ma anche – aggiungiamo – di stati come Francia e Russia. Senza scordare la benedizione fondamentale di Adolf Hitler e dei gerarchi nazisti, co-sottoscrittori assieme ai capi sionisti degli occultatissimi patti Haavara, per la gioia dei vari Ben Gurion, Golda Meir, Rabin, Dayan, Sharon e soci (alcuni ex terroristi certificati dagli inglesi). "Da allora in poi – come nota lo stesso Mannello – nessun rispetto per le risoluzioni Onu, nessun via libera alla creazione dello Stato Palestinese, nessuna Gerusalemme "città aperta" e via di seguito". Dal 1948, per contro, iniziò quel vergognoso processo di occupazione illegittima che ha portato fino all'attuale paradosso che vede ONU, USA, e alleati, mediare fantomatiche tregue e altrettanto fantasione intese di "pace" tra aggressori e vittime inermi. L'ultimo stadio del teatro macabro dell'assurdo!
Gli accordi Haavara nell'analisi di Don Curzio Nitoglia
Ma per comprendere bene l'attuale vergogna, è doveroso fare un piccolo salto nel passato: nel 1933, in seguito alla sottoscrizione degli accordi di cui sopra (intervenuti in data 25 agosto 1933) come ci ricorda Don Curzio Nitoglia in un suo ottimo editoriale datato 24 settembre 2013 (vedi qui L’Accordo Ha’avara | don Curzio Nitoglia) "ogni ebreo-tedesco poteva emigrare in Palestina e depositare il suo denaro in un conto speciale nella Germania del III Reich".
L'interessante studio dello studioso belga-israelita Rudi Barnet
Il sacerdote ci ricorda come Rudi Barnet (studioso belga di origine israelitica) abbia scritto in merito un interessante e documentato articolo sul sionismo, che “revisiona” ulteriormente la questione della volgata sterminazionista sulla Shoah, mettendo in luce alcune sue contraddizioni riguardo all’emigrazione ebraica dalla Germania nazionalsocialista in Palestina e riguardo il piano di sterminio fisico totale degli ebrei pianificato dal III Reich.
Barnet sugli accordi Haavara tra nazisti (nazional-socialisti) e sionisti
"Nel 1933 – nota Don Nitoglia, riprendendo Barnet – con l’“Accordo Ha’avara (o Haavara)” tra l’Agenzia Ebraica e le autorità tedesche, circa 40/60 mila ebrei tedeschi hanno potuto emigrare in Palestina ed hanno investito grosso modo 14 milioni di sterline dell’epoca in banche germaniche! Questo accordo fra l’Agenzia Ebraica ed il III Reich – continua Don Curzio Nitoglia – è durato fino al 1942, vale a dire 9 anni dopo l’ascesa di Hitler al potere, 7 anni dopo le Leggi razziali di Norimberga e 3 anni dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale".
Speculazioni sui crimini della Shoah, secondo Barnet
Lo scrittore Rudi Barnet, nell'editoriale "Mémento 1: "Le génocide n'est pas mon affaire"(del 24 ottobre 2012 – vedi qui www.michelcollon.info) scrive: «Come non accorgersi della perversità dei dirigenti israeliani e dei sionisti fanatici, che mantengono una gran confusione sulla Shoah e la utilizzano costantemente per giustificare le loro atrocità contro il popolo dei Palestinesi? […]. Ora sappiamo che lo Stato di Israele è il risultato di una colonizzazione violenta, che ha avuto il suo inizio ben prima della guerra del 1940-1945 e che ha molto poco a che fare con la terribile “soluzione finale” nazista!». «La complicità con il regime nazista – prosegue Barnet – ha visto il suo inizio dopo l’avvento al potere del Führer nel 1933 con l’“Accordo Ha’avara” tra l’Agenzia Ebraica e le autorità tedesche per l’esportazione di capitali, di prodotti manufatturieri e per il trasferimento di emigranti. Si stima che da 40.000 a 60.000 ebrei tedeschi abbiano potuto beneficiare di questo accordo e che le transazioni abbiano investito sull’intorno di 14.000.000 di sterline dell’epoca! Questo accordo fra l’Agenzia Ebraica e il regime nazista è perdurato fino al 1942! […]. L’Accordo Haavara, fu stipulato nell’agosto del 1933 in seguito ai colloqui fra funzionari tedeschi e Chaim Arlosoroff, segretario politico dell’Agenzia ebraica, il centro palestinese dell’Organizzazione Mondiale Sionista."
Barnet – Oltre gli accordi Haavara
"Attraverso questa insolita intesa – continua Barnet – ogni ebreo destinato alla Palestina depositava del denaro in un conto speciale in Germania. Questi soldi venivano utilizzati per acquistare attrezzi agricoli, materiali da costruzione, pompe, fertilizzanti e così via, prodotti in Germania, esportati in Palestina e venduti dalla compagnia ebraica Haavara di Tel Aviv. Il ricavato delle vendite veniva dato all’emigrante ebreo al suo arrivo in Palestina per l’ammontare corrispondente al deposito effettuato in Germania. Le merci tedesche entravano in Palestina per mezzo dell’Haavara, che, poco tempo dopo, raggiunse un accordo di scambio col quale le arance prodotte in Palestina venivano barattate con legname da costruzione, automobili, macchinari agricoli ed altri prodotti tedeschi. L’accordo in tal modo serviva lo scopo sionista di portare coloni ebrei e capitale per lo sviluppo della Palestina, e contemporaneamente l’obiettivo tedesco di liberare il Paese da una minoranza straniera indesiderata».
Lo stato d'Israele e gli effetti degli accordi Haavara
Come si vede con l’accordo Haavara (1933-1942) tra l’Organizzazione Mondiale Sionista e il III Reich germanico, ogni ebreo che poteva emigrare dalla Germania in Palestina doveva depositare una certa somma di denaro nelle banche tedesche. Secondo Don Curzio Nitoglia e Rudi Barnet, dunque, "a guadagnare da questa operazione che portò alla nascita dello stato d'Israele furono l’Organizzazione Mondiale Sionista e la Compagnia Haavara di Tel Aviv; mentre la Germania hitleriana sino al 1942 riusciva ad espellere dal suo suolo gli ebrei in maniera non così disumana come ci viene raccontato dalla volgata sterminazionista, la quale sembra non essere totalmente credibile anche grazie a queste precisazioni, che per di più vengono da una parte non sospetta di antisemitismo e filo-neonazismo". Perciò senza alcuna esagerata tentazione negazionista sulla Shoah, possiamo asserire con certezza – ed alla luce dei documenti scritti e dei video esistenti – che lo sterminio di migliaia e migliaia di uomini (e di tante razze, compresa quella ebraica) vi fu… ma la questione andrebbe riletta e rivisitata in termini e cifre differenti, per meglio comprendere l'attuale deriva di Gaza.
La dichiarazione Balfour
In tal senso emblematico e illuminante è un altro accordo-patto (potremmo dire "di preparazione") intervenuto nel ventennio precedente a cavallo degli eventi della "Prima Guerra Mondiale", chiamato dichiarazione Balfour: si tratta di un documento scritto in data 2 novembre 1917 e considerato quale documento ufficiale della politica del governo britannico in merito alla spartizione dell'impero ottomano all'indomani del medesimo conflitto mondiale. Si tratta (vedi foto) "di una lettera, scritta dall'allora ministro degli esteri inglese Arthur Balfour al banchiere ebraico-sionista Lord Rothschild, inteso come principale rappresentante della comunità ebraica inglese, e referente dello stesso movimento sionista fondato da Theodor Herzl ( con la quale il governo britannico affermava di guardare con favore alla creazione di un focolare ebraico in Palestina. Tale posizione del governo emerse all'interno della riunione di gabinetto del 31 ottobre 1917. Da notare come Theodor Herzl sia lo stesso Theodor Herzl autore nel 1896 di "The Jewish State" – vedi qui "The Jewish State" (Theodor Herzl) – opera considerata la nuova Bibbia dei sionisti: ambiguo personaggio sulla tomba del quale nelle scorse settimane Papa Francesco ha posto in omaggio una corona di fiori gialli e bianchi – colori del Vaticano – durante la sua visita in Terra Santa (vedi qui video Papa Francesco omaggia la tomba di Theodor Herzl)
Note
Theodor Herzl è considerato il padre del sionismo politico ( Pest, 2 maggio 1860 – Edlach, 3 luglio 1904). Fu giornalista, scrittore e avvocato ungherese. Egli, in particolare, assieme a Max Nordau, è considerato il profeta del Movimento Sionista, fondato nell'ambito del Congresso di Basilea del 1897. Herzl sostenne il diritto degli ebrei di fondare uno stato ebraico, in Palestina o in Uganda (su proposta inglese). Questo stato (una sorta di "Terra Promessa" tutta terrena, in assoluta antitesi col la "Terra Promessa" trascendentale di cui parla Gesù) sarebbe dovuto servire per accogliere gli ebrei di tutto il mondo. Significativa, in merito, è anche l'edificazione del cosiddetto "Terzo Tempio di Salomone", attualmente in atto in Israele. Herzl nel 1896 scrsse "The Jewish State", opera considerata la "Bibbia" del sionismo.
Di seguito il testo della Dichiarazione Balfour tradotto in italiano – «Foreign Office, 2 novembre 1917 – Egregio Lord Rothschild, È mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell'ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal governo. "Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle altre nazioni". Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista. Con sinceri saluti» (Arthur James Balfour)
Curiose relazioni e intrecci occultati dalla storiografia ufficiale
E' altresì da notare, consentitemi la parentesi – come ci ricorda lo scrittore Michael A. Hoffman, nel documento "Judaic Communists: The Documentary Record" (vedi qui The judaic bolscevism in Russia and 20 .000.000.Christians killed by the Jews.) come il primo ministro britannico Winston Churchill, uno dei protagonisti assoluti delle principali vicende belliche della Prima metà del Novecento, prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale aderì al movimento bolscevico: organizzazione sovversiva che per ammissione dello stesso rabbino Stephen S. Wise (anno 1917 – vedi qui Dichiarazioni e Rivelazioni eccellenti di Sionisti doc) poté considerarsi come "la più grande impresa dei figli d'Israele…".
1917 – La dichiarazione del rabbino Wise sulla Rivoluzione Russa
Così, nello specifico, asseriva Wise in una dichiarazione riportata dal New York Times del 24 marzo 1917:"I believe that of all the achievements of my people, none has been nobler than the part the sons and daughters of Israel have taken in the great movement which has culminated in free Russia (revolution)": "Credo che tra tutte le conquiste del mio popolo, nessuna sia stata tanto nobile – da parte dei figli e delle figlie di Israele – quanto quel gran movimento che culminò nella libera Russia (rivoluzione)" (Vedi Rabbino Stephen S. Wise, 23 marzo 1917. Dichiarazione rilasciata in occasione del meeting di massa celebrativo della rivoluzione in Russia – New York Times, 24 marzo 1917 – vedi qui What Zionist and Anti-Zionist Jews Have Said About: Communism-Bolshevism).
1939 – Le ammissioni del rabbino Waton su ebraismo e bolscevismo
In un altro passaggio del 1939 – che rinsalda e riscopre un misterioso ed occultato legame tra élite britannica, ebraismo sionista e socialismo – un altro illustre rabbino di acclarata fama, Harry Waton osannò il ruolo fondamentale del marxismo in quella che lo stesso definì la "vittoria finale". "Non è un caso che l'ebraismo abbia dato i natali al marxismo – ammise il rabbino – e non è un caso che gli ebrei prontamente aderirono al marxismo. Tutto ciò è in perfetto accordo con il progresso del giudaismo e degli ebrei". (dichiarazione del rabbino Harry Waton, "A Program for the Jews and an Answer to all Anti‑Semites, p. 148, 1939" – vedi qui Rabbi Harry Waton on the connection between Judaism as a religion).
1694 – Manovre ebraiche dietro la nascita della Banca d'Inghilterra
Non va neppure scordato per completezza d'analisi, e completamento del nostro puzzle storico, come dietro la stessa Banca d'Inghilterra vi fu l'azione di ricchi mercanti ebrei emigrati in Inghilterra. Infatti, nel 1666, mentre in Oriente Shabbatai Zevi si autoproclacama "Messia" d'israele inaugurando un nuovo tipo di messianesimo terreno e anti-cristiano (vedi qui – Il Dio dell’ebraismo moderno non è il Dio dei Cristiani. Chi è?) in Europa (Regno Unito) la campagna militare di William d’Orange come quella dell’altro William il Conquistatore veniva finanziata da banchieri ebrei. In cambio del loro appoggio William III (1689-1702) avrebbe trasferito le prerogative reali di emettere la valuta dell’Inghilterra libera da debito ed interesse ad un consorzio conosciuto come “Governor and Company of the Bank of England”. Lo studioso A.N. Field in “All these Things” (vedi qui il PDF dell'opera – http://helvena.files.wordpress.com/2012/09/field_things-32.pdf) riassume questi gravi momenti come segue: “Trentatre anni più tardi dopo che Cromwell aveva ammesso gli ebrei in Inghilterra, un principe olandese arrivò da Amsterdam circondato da uno sciame di ebrei di quel centro finanziario. Estromettendo suo suocero dal regno, graziosamente accettò di ascendere al trono d’Inghilterra. Un risultato naturale che seguì questo evento fu la inaugurazione del debito nazionale in seguito alla fondazione della Banca d’Inghilterra allo scopo di prestare denaro alla Corona"
L'esodo degli ebrei verso gli ex-territori palestinesi
Sulla scia di quanto detto, in un ponte storico ed ideale con Gaza, ecco tornare prepotentemente la pista pseudo-religiosa: come documentato, in Israele si lavora febbrilmente da anni per l'edificazione del Terzo Tempio in chiave messianica (vedi qui – Il Dio dell’ebraismo moderno non è il Dio dei Cristiani. Chi è? e qui Gerusalemme: tutto pronto per la ricostruzione del tempio!). Ma un altro tassello dobbiamo aggiungere al nostro inquietante mosaico: negli ultimi anni l'esodo di cittadini ebrei da tutto il mondo – e specie dall'Europa – verso gli ex-territori palestinesi (occupati) si sta intensificando a ritmi frenetici ed impressionanti. L'ultimo ragguaglio in merito, ci viene da un articolo dello scorso 25 luglio, pubblicato su "La Stampa" (vedi qui Francia – Quadruplicato l’esodo degli ebrei). "In Francia (…) quasi 1.500 persone – si legge – hanno fatto la loro «Aliyah» (in ebraico la «salita», il ritorno a Israele) nei primi mesi del 2014, quattro volte di più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo movimento, all’inizio modesto, è cresciuto nel tempo. 3280 ebrei sono emigrati dalla Francia verso Israele nel 2013 contro i 1.900 nel 2012. Secondo l’Agenzia ebraica in Francia, queste cifre rappresentano un dato senza precedenti dalla nascita di Israele nel 1948". La domanda che ci poniamo è: quale ostacolo fisico si pone – a questo punto – tra il ritorno alla "terra promessa" degli ebrei sionisti (un ritorno messianico e tutto terreno, che evidentemente nulla c'entra con il Dio Padre (Trinitario) e la stessa "Terra Promessa" contempata nell'Antico Testamento nella visione ebraico-cristiana) e la realizzazione del loro messianesimo? Probabilmente l'ingombrante presenza dei "riservisti" palestinesi? A voi, come al solito, la risposta!
Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
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11 marzo 2014Read More#
Giovedì, Marzo 20th/ 2014 Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento: Giacinto Auriti – "La Moneta: Dio o Mammona?" – Seconda Parte – di Giacinto Auriti – Popolo d'Israele e straordinaria concezione della moneta nell'antico testamento, il Mamrè e Israele, il comando della potenza svelato a Mosè nel Deuteronomia, Tobia Tobi e la moneta presso Israele, I Grandi personaggi del […]
20 marzo 2014Read More#
Domenica, Marzo 23rd/ 2014 Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento: Giacinto Auriti – "La Moneta: Dio o Mammona?" – Terza Parte – di Giacinto Auriti – Il Mamrè e Israele, il comando della potenza svelato a Mosè nel Deuteronomia, I Grandi personaggi del Novecento, Giacinto Auriti, crollo dell'impero romano,nascita della sistema moderna, valoreconvenzionale monetario, la […]
23 marzo 2014Read More#
Martedì, Marzo 25th/ 2014 Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento: Giacinto Auriti – "La Moneta: Dio o Mammona?" – Quarta Parte – di Giacinto Auriti – I Grandi personaggi del Novecento, Giacinto Auriti, crollodell'impero romano, i popoli cristiani erano demonetizzati, i misteriosi signori della moneta, sovranità politica e sovranità monetaria, legittimazione di uno strumento di dominio mondiale, […]
25 marzo 2014Read More#
Martedì, Aprile 1st/ 2014 Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento: Giacinto Auriti – "La Moneta: Dio o Mammona?" – Quinta Parte – di Giacinto Auriti – I Grandi personaggi del Novecento, Giacinto Auriti, crollo dell'impero romano, i popoli cristiani erano demonetizzati, i misteriosi signori della moneta, sovranità politica e sovranità monetaria, proprietà popolare della moneta, verso chi ci si inbedita, […]
1 aprile 2014Read More#
Venerdì, Marzo 11th/ 2014 Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento: Giacinto Auriti – "La Moneta: Dio o Mammona?" – Sesta Parte – di Giacinto Auriti – I Grandi personaggi del Novecento, Giacinto Auriti, Sistema Bancario, Redazione Quieuropa, il governo occulto, Nuovo Ordine Mondiale, Umanesimo Gnostico, il numero della bestia, liberalcapitalismo, Socialcapitalismo, falsa contrapposizione Usa-Urss, filiali dei […]
11 aprile 2014Read More#
Sabato, Aprile 12th/ 2014 Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento: Giacinto Auriti – "La Moneta: Dio o Mammona?" – Settima Parte – di Giacinto Auriti – I Grandi personaggi del Novecento, Giacinto Auriti, Nuovo Ordine Mondiale, Umanesimo Gnostico, il numero della bestia, liberalcapitalismo, Socialcapitalismo, Rothschild, Cavaliere rosa-croce 18° grado, valori spirituali sotto la polvere di musei senza visitatori, Il […]
12 aprile 2014Read Mor