Mistero Marx – Ruolo dei Sindacati e paradosso del Plusvalore secondo Auriti

Giovedì,  11 giugno 2014
 

– di Sergio Basile –

Dissertazioni su "La Malattia del Plusvalore" di Auriti

e intorno al caso Alitalia e contestuale ruolo dei Sindacati 

Sergio Basile, Redazione Quieuropa, Maurizio Lupi e Giuliano Poletti, Giacinto Auriti,  caso Alitalia, segretari generali  sindacati, Cgil, Cisl, Uil, Gabriele del Torchio, Caso Alitalia, Karl Marx, dottrina sociale della Chiesa 

Mistero Marx – Ruolo dei Sindacati e paradosso

del Plusvalore secondo Auriti 

Dissertazioni intorno al caso Alitalia e su "La Malattia

del Plusvalore" di Giacinto Auriti e la "Teoria del

Plusvalore" di Marx: ecco perchè i sindacati

oggi non fanno gli interessi degli Italiani

 

di Sergio Basile

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 Dissertazioni sul ruolo reale dei sindacati – Intorno al caso Alitalia         

Roma – di Sergio Basile – E' luogo comune – specie degli ambienti di destra – dire che "la rovina dell'Italia sono i sindacati". Ma di questa affermazione spesso non se ne comprende il vero senso, finendo per ripetere ciò alla tregua di una vuota filastrocca. Molti vedono in questa espressione – probabilmente a ragione… – una mancanza di rispetto verso i problemi delle classi operaie. Ma sarà davvero così? Il tema evidentemente non può esaurirsi in una mera questione di appartenenza politica, e questo lo si è ormai compreso fin troppo bene. Destra e sinistra non c'entrano! Il problema nasce a monte ed è ancora più profondo. L'ultima occasione di riflessione, in merito, ci viene proprio analizzando i fatti del giorno in relazione al caso "Alitalia". Oggi, (Mercoledì 11 giugno 2014) alle 16,30, è previsto l'atteso incontro tra i ministri dei trasporti e lavoro Maurizio Lupi e Giuliano Poletti con i sindacati sugli esuberi nella compagnia aerea ormai "ex-nazionale". All'incontro – apprendiamo – parteciperanno anche i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e i rappresentati delle categorie. Sempre sugli esuberi, è stata avviata oggi  – su un fronte analogo – la trattativa bilaterale tra l'azienda e sindacati: all'incontro, in programma alle 10,00 nella sede di Assaereo, l'a.d. di Alitalia Gabriele del Torchio ha illustrato formalmente i numeri del Piano di Etihad

 Alitalia, l'out-out di Lupi e il ruolo dei Sindacati                                             

In merito alla questione Alitalia, questi i termini nei quali si è espresso Lupi nelle ultime ore: "La scelta è tra una prospettiva di crescita oppure la chiusura (…) i sindacati hanno dimostrato (in merito) grande responsabilità, sono sicuro che continueranno. Gli strumenti ci sono, nessuno si assumerà la responsabilità di far fallire l'accordo" con Etihad. "Il primo passo sarà la presentazione del piano industriale. Dobbiamo giudicarlo insieme se è occasione di rilancio. Se sì, dobbiamo correre per chiudere l'accordo". Dunque l'out-out palesato al netto dei fronzoli è il seguente: tagli o chiusura!? Insomma un nuovo piccolo esercito di lavoratori è destinato – nel nome della crisi, della globalizzazione e della mancanza di risorse… – a restare a casa. L'ennesimo sacrificio richiesto dal sistema usurocratico agli Italiani. Ma non sarà ovviamente l'ultimo. Questa – si ode da più fronti – è la soluzione buona per tutti! Così dicono! Nella dichiarazione di Lupi emerge – suo malgrado – una verità: la soluzione è destinanta sempre a scontantare qualcuna delle parti in lizza. Eppure le risorse esistenti nel mondo sono infinite, illimitate. C'è qualcosa che non torna! E' matematico!

 Legittimità – Qual è il ruolo dei sindacati?                                                         

Ma dinanzi a ciò, ci chiediamo: possiamo ancora parlare di legittimità all'esistenza dei sindacati? Il loro principale obiettivo non dovrebbe essere  – almeno sulla carta – quello di denunciare le frottole dette sulla crisi e salvare i lavoratori? O forse c'è qualcosa che ci sfugge? In questo ci viene incontro una magistrale analisi dell'indimenticato Prof. Giacinto Auriti: colui che denunciò al mondo la grande truffa della moneta debito – portando in tribunale Carlo Azeglio Ciampi e Antonio Fazio, denunciando Bankitalia e Tesoro per induzione al suicidio, falso in bilancio e Truffa – forte della consapevolezza raggiunta in merito alla "questione usurocrazia" in circa 40 anni di studi economici, giuridici e monetari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Marx, Sindacati e Plusvalore in Giacinto Auriti                                                  

"Nei corpi sociali – sosteneva Auriti – le idee sbagliate sono come le malattie del corpo umano". Marx, infatti, secondo il professore, con la teoria del plusvalore aveva sì detto che il datore di lavoro (in linea di massima) sfruttava il lavoratore appropriandosi parassitariamente del reddito di capitale, ma non aveva raccontato la seconda parte della  sia pur parziale verità: e cioè che gli attori sociali e politici mai nella storia si sono posti trasversalmente agli interessi del sistema bancario. Da questa storica denuncia di Karl Marx nacque in tal senso il sindacato, per il filosofo tedesco "strumento di rivoluzione, con lo scopo di rivendicare, sotto forma di aumento dei salari, il plusvalore".

 Errore di Marx nella Teoria del Plusvalore: premessa alla cinesizzazione 

Ma Auriti supera e smaschera Marx, delineando e denunciando l'alibi funzionale agli interessi dello stesso capitalismo che paradossalmente il marxismo ha finito per incentivare. Ciò denunciando l'elemento che sfugge a Marx: il venir meno dell'interesse a contrarre da parte del datore di lavoro. Elemento, questo, che crea squilibrio e penalizza in ultima istanza lo stesso lavoratore. Nota Auriti in divesi suoi scritti: "l'errore di questa teoria (teoria del plusvalore di Karl Marxsta nel fatto che, ponendosi l'ipoteca morale sul plusvalore, viene meno nel datore di lavoro l'interesse a contrarre, e si pongono così le premesse per il lavoro senza contratto che, a ben guardare, altro non è che il ritorno alla schiavitù, realizzata nel capitalismo di stato, con l'imposizione d'autorità dell'ammontare dei compensi tipica dei regimi socialisti, nel capitalismo liberale con la flessibilità dei salari". Volendo attualizzare questo assunto al contesto lavorativo, sociale ed economico, odierno, possiamo sostenere che questa individuata da Auriti è la premessa per la cinesizzazione delle società, intesa come schiavitù reale dovuta alla mancanza di regolamentazione indotta del lavoro. In un mondo dove aumentano gli orari di lavoro (diminuisce il tempo libero) e per contro diminuisce il valore dei salari e i crescono esponenzialmente i licenziamenti, in nome della "flessibilità".

 Flessibilità – Lavoratori e cittadini come bestie da allevamento                

In quest'ottica Auriti paragona il trattamento riservato dal sistema nei confronti dei cittadini equivalemte a quello riservato dagi allevatori nei confronti delle bestie da allevamento: "Qui il salario, arbitrariamente ridotto dai vertici bancari con le spinte inflazionistiche (e nel nostro caso col venir meno dell'interesse a contrarre e con i licenziamenti facili nel nome della crisi.. e magari con la cassa integrazione, in nome della flessibilitànon e più un diritto e nemmeno un'elemosina – nota il professor Auriti –  ma è come il dosaggio della quantità di mangime dato dall'allevatore di bestiame secondo la regola dei massimo profitto". Ecco perchè con l'avvento della tanto auspicata (ed osannata) flessibilità salariale (da Monti, a Letta, a Renzi ed agli stessi compiacenti sindacati) l'articolo 1 della Costituzione italiana è stato sostanzialmente modificato nella nuova formula: “L'Italia è una Repubblica fondata sull’usura”. Così amava – suo malgrado – fotografare l'attuale deriva economica e sociale il professore.

 La paralisi ed inutilità sostanziale dei sindacati                                               

Con l'avvento dalla globalizzazione (che il marxismo ha paradossalmente facilitato senza mai denunciare i mali e le trappole della moneta-debito e del sistema bancario moderno) con le regole liberiste imposte da un diritto societario assolutamente non garantista (vedi qui – Modello Blackrock e Accentramento Mondiale – La Profezia di Giacinto Auriti) e con l'apertura dei confini alla libera concorrenza anche nel mercato dei lavoro, i sindacati hanno perso la loro legittimità ed il loro ruolo. Ecco perchè l'attuale contrattazione sindacale è diventata una sorta di teatro dell'assurdo. Ecco perchè Auriti alla semplicistica e parziale rivendicazione marxista del plusvalore sostituisce la rivoluzionaria rivendicazione dei "Valore indotto".

 La rivendicazione del Valore indotto                                                                   

Auriti capisce davvero il perchè della paralisi del sistema sindacale, individuandone nella premessa monetaria la genesi ed indicandone i rimedi attraverso la definizione della proprietà della moneta. Egli contrappone alla lotta tra datori di lavoro e proletari la proprietà popolare della moneta all'atto dell'emissione come reddito di cittadinanza in attuazione peraltro del 2° co. dell'art. 42 della Costituzione Italiana che sancisce "l'accesso alla proprietà per tutti". Egli compie dunque quel miracolo celato alla maggiornanza degli intellettuali (marxisti e non) e dei popoli: delegittima il falso alterco tra classi (osannato da Marx & company) per dividere strategicamente i popoli. Auriti in compenso sottolinea il reale alterco dialettico che dovrebbe nascere al fine di metter fine al disfacimento organizzato dei popoli e delle nazioni.

 L'eindispensabilità di un reddito di cittadinanza emesso a credito          

Col reddito di cittadinanza emesso a credito, dunque si supererebbe facilmente la lotta infinita tra proletari e datori di lavoro. Con tale teoria viene meno il nocciolo dello stesso marxismo, ma anche dello stesso liberismo, che molti identificano (a ragione) come naturale conseguenza del primo. Questo indicato da Auriti è il persorco ideale per sostituire all'attuale (pseudo) democrazia usurocratica la democrazia reale, "rafforzando (e non – badate bene – indebolendo) una volta per sempre – come nota il professore – la posizione del contraente più debole".  Questa soluzione liberatoria porta in sé i canoni della vera giustizia, al di fuori di ogni ricatto. Il lavoratore – così come sostiene la Dottrina Sociale della Chiesa e come monisce Auriti – è in tal modo "posto in condizione di poter accettare il contratto dì lavoro in maniera libera e consapevole, e non perché è stato costretto ad accettarlo per necessità".

 Moneta di popolo: Parti unite e non separate dal sistema                           

Con queste semplici parole il professre avrebbe oggi liquidato il caso Alitalia e gli altri mille casi "Alitalia" pendenti nel nostro Paese, aprendo gli orizzonti ad una soluzione (l'unica possibile) della storica controversia, senza "spargimenti di sangue" (intesi come licenziamenti e perdita del sangue della vita economica e sociale di un Paese, che è evidentemente il lavoro): "la differenza tra la rivendicazione del plusvalore e del valore indotto sta nel fatto che in quello le parti sono in conflitto   per ripartire per altro un valore incerto a causa del normale rischio d'impresa;   in questo le parti si uniscono per creare un valore nuovo, certo e di costo nullo, analogo a quello del francobollo d'antiquariato creato per convenzione tra collezionisti. Questo valore nuovo si aggiunge al reddito di lavoro sia per il datore di lavoro che per il lavoratore". Quanto i sindacati e i politici impareranno la lezione? Evidentemente il giorno in cui la moneta sarà di proprietà del popolo e non delle masso-mafie internazionali che se ne sono appropriate illegittimamente (senza alcun titolo), confondendo poi le carte sul tavolo mediante un sapiente uso dell'ideologia, della "politica" e dei suoi falsi profeti.

Mi piac

Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)

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