UE – La “sconfitta morale” del Mercato

Giovedì,  Aprile 26th/ 2012

– di Sergio Basile –

Unione europea / politica / Rigore / Fiscal Compact / Germania / Italia / Francia / Olanda / Danimarca / Papa Giovanni Paolo II / Bob Kennedy / Discorso sul Pil / Angela Merkel / francois Hollande / Nicolas Sarkozy / Mario Monti / Geert Widers /  Beppe grillo / Giulietto Chiesa / Ny Credit / Pirati / Agenzie di rating / Ribellione contro le agenzie di rating / Squilibri economici / Karl Marx / Marxismo e capitalismo / Liberismo e liberalismo /  Ottimizzazione delle performance economiche / Disumanizzazione dell'individuo / Contatto tra capitalismo e marxismo / Limiti del capitalismo e della globalizzazione / Nuova primavera politica / Rinascita dell'europea / Sospensione Democrazia reale / Fiscal compact / Primato del mercato / Nuova consapevolezza popolare / Movimento antirigorista / Jean-Luc Melenchon / Sergio Basile / Qui Europa / Nuova brezza politica / L'Europa dei Popoli  

Europa – La "sconfitta morale" del mercato

e la crescita   dei partiti "antirigoristi"

Una nuova brezza politica soffia sull'Europa dei Popoli.

In netto calo di popolarità la triade Monti-Sarkozy-Merkel:

cresce il partito degli "Euroscettici"

Bruxelles, Milano, Francoforte, Parigi – La repentina caduta delle borse, intervenuta negli ultimi giorni, ha gettato nel panico gli investitori di mezz'Europa, ridimensionando e rimettendo in discussione il valore assoluto di alcuni pilastri finanziari nell'economia, come dell'intero castello della globalizzazione: foriero di importanti e sensibili squilibri internazionali. Ciò ha finito per accrescere, negli Europei, la consapevolezza che parametri come quelli della borsa, del rating e dello spread siano ormai paradigmi datati e da rottamatre al più presto, poichè destabilizzanti del sistema economico e dell'intera società, in tutti i suoi più disparati ambiti, con ingerenze gravi ed imperdonabili.  

  Il Discorso sul Pil di Bob Kennedy  

Nel 1968 lo stesso Bob Kennedy, tra l'altro, metteva già in discussione (nel suo celebre "Discorso sul Pil delle Nazioni", pronunziato tre mesi prima di essere ucciso) un parametro come lo stesso Prodotto interno Lordo. Sua "maestà" il Pil. ciò riconoscendone l'ambiguità e l'incapacità, in valore assoluto, di misurare la reale ricchezza di una nazione, in quanto incapace di ponderare elementi non dotati di consistenza economica, ma assolutamente importanti come la devozione, l'educazione, l'amore ed il rispetto per gli altri: solo per ricordare alcune delle categorie citate dallo statista Usa. Elementi astratti che il "dio-mercato" giudicherebbe troppo repentinamente – come ormai traspare con cruda e sconcertante chiarezza – secondari o vani.

  La disumanizzazione dell'individuo: il capitalismo come il marxismo  

Per certi versi, ed in merito a quanto detto, possiamo notare che il tentativo di omologare tutte le prerogative sociali ed umane ad un puro calcolo di vantaggio economico e di opportunità utilitaristica, possa essere considerato, a ragione, il punto critico di contatto tra due estremi: la propaganda marxista e il deleterio capitalismo neoliberista. Mali che dopo la caduta del Muro di Berlino lo stesso indimenticato e "grande" Papa Giovanni Paolo II giudicò pericolosi alla stregua degli altri grandi mali del Novecento. Nel tentativo di subordinare l'anima e le prerogative spirituali, sentimentali, morali ed etiche (che poi sono sostanzialmente quelle che rendono "eterno" l'essere umano, riscattandolo dalla pura materia e dall'effimera dimensione "animale" e "terrestre") all'economia ed al mercato, il marxismo (dunque) s'interseca al capitalismo: entrambi insensatamente sono infatti portati a disumanizzare l'essere umano. Il primo con la pericolosa subalternanza concettuale della dicotomia tra struttura (categoria che vede posta in posizione di primato l'economia ed i suoi accidenti) e sovrastruttura (nella quale ricadono per forzatura e difetto tutte le altre categorie non comprese nella prima); il secondo, il capitalismo – con le sue pericolose e più subdole derivazioni filosofico-economiche come gli stessi, e tanto (troppo frettolosamente) osannati, "liberalismo" e "liberismo" – che protende incondizionatamente al profitto, all'economicità dei processi ed alla ottimizzazione delle performances economiche, a discapito (come si realizza nello stesso marxismo) dell'uomo e del suo essere in senso lato ed assoluto. Entrambi (capitalismo e marxismo) riducono l'uomo, dunque, ad un mero involucro di materia. Ad un mero "essere economico", e pertanto lo disumanizzano per concezione e derivazione. 

  Primato del Mercato e Sospensione della Democrazia Reale  

Alla luce di questa doverosa premessa possiamo comprendere la gravità di quanto sta accadendo in Europa. Il mercato ha preso il posto del cittadino, e le leggi di mercato neoliberiste hanno soppiantato la democrazia reale. Ma la crisi (indotta e fittizia) dei Paesi dell'Eurozona e lo squilibrio dei parametri economici, di cui sopra, parlano oggi con eloquenza all'orecchio della storia, gridando a gran voce una inconfutabile verità: il concetto mitico della globalizzazione è stato definitivamente adombrato da nuove visioni antropologiche dell'economia, che stanno ridisegnando – con palesi discostamenti dei tradizionali e confermati equilibri goepolitici – i rapporti internazionali, malgrado il tentativo dei poteri forti ed occulti, che dominano le dinamiche evolutive dell'economia mondiale, di conservare lo status quo con mezzi più o meno coercitivi e dittatoriali.

  La nuova Consapevolezza Popolare  

Allora possiamo comprendere la dura presa di posizione popolare contro i diktat dei tecnocrati di Bruxelles e Francorte, che dal web si sta pian piano spostando sul terreno della politica reale ed attiva. Ciò andando a gonfiare e spingere in su i cosensi elettorali di movimenti politici relativamente o assolutamente nuovi nella scena politica  europea: decisamente avversi alle disastrose e grette politiche neolberiste e rigoriste dominanti. 

  Le promesse di Hollande e la "virata" sul "Fiscal Compact"  

Allora (ancora non sappiamo e capiamo bene se per puro e semplice opportunismo elettorale o per reale convinzione) può accadere che le pressioni dell'opinione pubblica francese abbiano spinto il candidato Hollande – antagonista all'Eliseo, del premier in carica Sarkozy – ad incentrare la sua campagna elettorale sulla volontà – in caso di vittoria – di riconsiderare l'opportunità del "fiscal compact" riconoscendo tutta la sua portata distruttiva ed i suoi effetti distorsivi sulla funzione "imprenditoriale dello Stato" e sull'abolizione (grave ed ingiustifica) di uno strumento imprescindibile per lo sviluppo sano ed equilibrato degli stati, qual'è  il deficit spending: preziosa freccia nella faretra dello stato-impresa, concernente la sacrosanta e basilare possibilità per gli stati di "investire a debito" al fine di mandare avanti la macchina pubblica statale, garantire una serie di servizi fondamentali e primari (assolutamente non delegabili ai privati) e far girar l'economia di un Paese grazie all'implementazione del meccanismo del moltiplicatore economico. Cosa oggi di fatto sospesa con l'adozione del "fiscal compact", per l'appunto. Strumento "fiscale" che oggi il Consiglio europeo vorrebbe "costituzionalizzare", e che riconduce (paradossalmente) la possibilità di finanziare la macchina statale solo ed esclusivamente col ricorso al capitale  privato  e – aggiungiamo – aprendo le porte alla speculazione internazionale.

  Francia – La stretta di Melenchon e la sconfitta di "Mercozy"  

A convincere Froncoise Hollande dell'opportunità di un cambio di rotta sul "Fiscal Compact" , nel Consiglio europeo, anche la posizione "anti-mercatista" del leader della sinistra Jean-Luc Melenchon: personaggio avverso al mercato ed ai suoi profeti, e utile – i termini di voti – in caso di eventuali ballottaggi. Finora, con Hollande dato in vantaggio sul premier Sarkozy, la politica "antirigorista" sembra aver avuto la meglio: un triste presagio per i sogni di gloria della strana coppia Merkel-Sarkozy, e ( al contrario ) una buona notizia per il fronte "euroscettico" ed "antieuropeista", o almeno per ilm partito "antirigorista" che si sta estendendo a macchia d'olio in tutta Europa. 

  Il crescente consenso politico degli "antirigoristi" in Italia ed Europa  

Ne sono un esempio tangibile i crescenti consensi ottenuti in termini statistici negli ultimi mesi dal "Movimento 5 Stelle" di Beppe grillo  e dal movimento politico  "Alternativa", di Giulietto Chiesa. O ancora (per restare in Italia) di "Io Amo l'Italia" dell'eurodeputato "euroscettico" Cristiano Magdi Allam, cui sede centrale  è stata inaugurata di recente a Milano. Ma le fila del "Partito Anti Monti-Merkel-Sarkozy" si stanno ingrossando anche nella stessa patria del panzer tedesco, dove è in costante aumento il "rating" del partito dei cosiddetti "Pirati". Così come avviene in altri paesi Ue come l'Olanda (col movimento degli anti-rigoristi di Geert Widers), e nella stessa Danimarca: Paese nel quale nelle scorse ore la società Ny Credit (compagnia leader nei servizi finanziari) ha levato la testa ribellandosi con un duro monito alle continue ingerenze delle agenzie di rating. Qualcosa insomma, in Europa, sembra cambiare: nel sociale, nella politica e nello stesso dorato mondo della finanza. Non è mai troppo tardi. l'importante è crederci!

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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3 Responses to UE – La “sconfitta morale” del Mercato

  1. Sztachety 29 Maggio 2012 at 03:04

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  2. Pozycjonowanie 26 Maggio 2012 at 13:00

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