Ungheria – La Grande Marcia per la Libertà: 23 Ottobre 2013 – Testimonianze sull’Inganno Comunista

Venerdì, Ottobre 25th/2013
 
– Rubrica, Qui Ungheria, di Edina Karossy –
 

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Ungheria – La Grande Marcia per la Libertà:

23 Ottobre 2013 – Testimonianze oculari

tra passato e presente

Intervista a una famiglia ungherese, testimone

oculare dei drammatici fatti dell'occupazione

comunista e della rivoluzione: la storia

secondo il Signor Karossy 

La Marcia del 23 Ottobre 2013 a Budapest – Video in allegato 

 

di Sergio Basile e Edina Karossy

QUI UNGHERIA - 23 ottobre 2013 - Edina Karossy, Sergio Basile

 Budapest-Roma – 23 Ottobre 2013…                                                                  

Budapest – Qui Ungheria, di Edina Karossy – Il 23 Ottobre del 1956, a Budapest, come raccontato (vedi qui L’Ungheria si prepara alla Grande Marcia per la Libertà del 23 Ottobre), "ebbe luogo la manifestazione pacifica degli studenti universitari contro la dittatura di Stalin e contro l’occupazione sovietica. L’evento si trasformò in una drammatica rivoluzione perché i comunisti spararono sulla folla e fecero riudire il metallico ed inquietante suono dei carri armati che per finta avevano già lasciato il Paese. I miei genitori ricordano bene quei giorni, da testimoni oculari dei fatti, anche se erano ragazzini. Mia mamma dovette nascondersi in cantina per un paio di giorni: in ballo c'era la vita! Nella via dinnanzi casa sua passavano i carri armati puntando con i cannoni le finestre delle case; mio padre e suo fratello, invece, furono fermati per strada: le truppe di Stalin gli puntarono addosso i fucili.  Come accadde per altre migliaia di persone". Lo scorso Mercoledì 23 Ottobre, giorno della commemorazione dell'evento, è stato per l'Ungheria giorno di festa nazionale solenne, ed un motivo valido per scendere in piazza contro l'usurocrazia europea oggi dominante, per ricordare all'Europa tutta ed agli Europei – malgrado il solito vergognoso silenzio mediatico di giornali e tv di regime, italiani e non – che il passato spesso e volentieri ritorna, e con esso i soliti fantasmi… Allora come oggi. Secondo studi di questi giorni – come visto ieri: vedi qui La Cena Sospetta e i Conti Impagabili. Tra 10 anni dell’Italia non rimarrà nulla – lo studioso Roberto Orsi – della London School of Economics and Political Science – esaminando i fondamentali economici italiani ad oggi, la pressione fiscale e le politiche di dismissione e privatizzazione in atto, ha riconosciuto allarmato che "continuando di questo passo nel giro di 10 anni del nostro Paese non rimarrà più nulla". Almeno se gli Italiani – imparando dagli Ungheresi – non sappiano trovare il modo di riconquare la loro sovranità e la loro dignità di uomini liberi e fieri: elementi che nella storia fecero dell'Italia e degli staterelli che prima dell'unità (1861) ne caratterizzarono l'attuale territorio, la perla indiscussa del Mediterraneo e dell'intero continente, nonché uno dei paesi più belli, ricchi ed invidiati al mondo. Con la Grecia la culla della civiltà per eccellenza, nonché quella terra di santi, scienziati e navigatori che tutti nell'immaginario ricondano e custodiscono, malgrado gli effetti nefasti di un golpe infinito contro il cuore del Paese, della Nazione, dei cittadini, della Costituzione e delle stesse istituzioni.

 Ancora in strada, nel cuore di Budapest                                                              

Anche lo scorso mercoledì (23 Ottobre 2013), dunque, come l'anno scorso (23 Ottobre 2012) centinaia di migliaia di Ungheresi – oltre 500 mila – si sono ritrovati nuovamente e pacificamente in piazza per le strade del cuore di Budapest, per dimostrare sostanzialmente due cose: 1) che l'ultima parola sulla "liberta" di una nazione spetta ai popoli, e non alle élite, per quanto potenti e/o organizzate possano essere; 2) che cambiare questo status quo si può e si deve. D'altra parte – in caso contrario – il prezzo sarebbe troppo caro: il genocidio indotto di interi popoli e nazioni; la scomparsa di intere civiltà… i paradigmi di Grecia e Italia, sono sotto gli occhi di tutti! Non riconoscere questa assoluta verità non solo sarebbe ipocrita e disonesto, ma folle e criminoso. Per capire, dopo le testimonianze video e fotografiche raccolte e documentate nell'ultimo articolo dedicato alla marcia per la liberta (vedi qui L’Ungheria si prepara alla Grande Marcia per la Libertà del 23 Ottobre) abbiamo cercato di capire meglio lo stato d'animo della stragrande maggioranza degli ungheresi, oggi, attraverso la voce e l'esperienza diretta dei fatti del '56. Abbiamo intervistato la Famiglia Karossy, di Budapest, ponendo loro le seguenti domande:

QUI UNGHERIA - EDINA KAROSSY - Budapest - 23 Ottobre

 L'Inganno Rosso – La Dittatura Mascherata                                                     

1.    Signor Karosy, lei è stato testimone di fatti terribili ma per certi versi esaltanti, che dimostrarono all'Europa e al mondo che quando un popolo ha reale coscienza della minacccia che lo afflige può trovare in sé le motivazione per risorgere. Quando ha capito che il comunismo era un inganno, cioè una dittatura mascherata? (R) "I comunisti in Ungheria hanno preso il potere con un inganno e con l’aiuto militare dei sovietici dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1947. Io all'epoca ero un bambino di 12 anni, ma quasi fin da subito – nel 1953 – ho capito in seno alla mia famiglia che il comunismo è una dittatura tremenda, e ciò – in particolare – quando hanno “statalizzato”/espropriato, cioè hanno preso con l'inganno, ogni bene dai miei nonni e dei miei genitori (case e terreni in particolare). Mio padre all'epoca era ingegnere ed occupava una posizione di direttore. Nel corso di un giorno gli hanno presentato le dimissioni ed al suo posto hanno nominato un calzolaio… Mia madre è stata dichiarata "kulak" ed hanno tolto anche i suoi terreni. A mio nonno invece hanno detto di salire al sottotetto e di impiccarsi. I miei fratelli non sono stati presi né al liceo e né più tardi all’università: hanno cioè perso il diritto allo studio… Tutta la mia famiglia è stata dichiarata clericale per il fatto che andavamo a messa ed è stata perseguitata. I capi dello Stato non erano eletti dal popolo, ma semplicemente "nominati": erano personaggi ungheresi “addestrati nell’Unione Sovietica” e poi rimandati a casa per prendere il potere. Tutto questo è stato realizzato con successo tramite vari inganni. Il loro scopo principale era quello di tradire la patria e di vendicarsi non solo contro il popolo, ma anche contro le persone scomode del ceto alto e medio che non accettavano la dittatura".

 4 Novembre '56 – Il Tradimento della Casta Ungherese                              

2.     Ricorda aneddoti particolari riguardanti gli eventi del '56? – (R) "Già il 24 ottobre del 1956 i carri armati ed i carri trasportatori venivano a fiumana nel paese. A Budapest non hanno avuto alcuna resistenza. Per 12 giorni pensavamo già che il Paese avesse guadagnato la sua libertà perché all’apparenza i carri armati erano andati via. Pensavamo che i russi avrebbero lasciato il Paese e che l’Ovest ci avrebbe aiutato in tutto ciò. Il 4 novembre 1956 dopo il tradimento della casta ungherese le truppe sovietiche si sono mobilitate di nuovo: esse sparavano a tutto ciò che trovavano lungo la loro strada. Budapest era in rovina. Io assieme a mio fratello in quel drammatico giorno stavo andando in Chiesa, a Messa. Erano le 10,00 quando ci hanno presi i russi e ci hanno messo al muro con i fucili puntati. Per fortuna noi non eravamo armati quindi dopo ci hanno lasciati andar via, ma le persone in possesso di armi sono state sistematicamente e ferocemente trucidate in quel luogo. Il ricordo di quei momenti è indelebile nella mia mente ed in quella di tutta la mia famiglia. Come del resto nell'anima della Nazione Ungherese".

QUI UNGHERIA - 23 ottobre 2013 - Edina Karossy, Sergio Basile

 Viktor Orban                                                                                                                

3.      Oggi l'Ungheria si trova alle prese con alcuni fantasmi che sembrano esser ritornati a minacciare la libertà del Paese. Il premier a quanto pare ed in base alle testimonianze raccolte sta cercando di contrastare l'usurocrazia dominante in Europa e sta cercando di difendere valori sacri come religione, famiglia, sovranità nazionale e cultura. Molti in Europa e in Italia lo accusano di "nazionalismo" e "populismo" bollandolo come "antieuropeista"… Che per certi versi potrebbe essere un complimento… Cosa pensa Lei oggi oggi di Viktor Orbán? – (R) "Non sono membro di nessun partito, ma devo dire che Viktor Orbán è un politico di grande spessore: politici così ne nasce uno ogni cent’anni! Ciò che oggi succede in Ungheria non è deciso dai politici ungheresi, ma dai rappresentanti del potere globale. I politici eseguono il loro volere. C’è chi tradisce la Patria in cambio di potere, senza pensarci esegue ogni ordine e c’è chi cerca di ridimensionare tutto ciò. Viktor Orbán sta facendo così. Per questo lo odiano le banche, le multinazionali, gli ex comunisti, i socialisti, i liberali".

 La Baracca Europeista                                                                                              

4.      Signor Karossy, alla luce della pericolosissima e ormai palese china del progetto chiamato "Unione europea", oggi, nutre delle riserve e/o una totale sfiducia in quello che potrebbe essere il futuro dell'Ungheria e dell'Europa, o è ancora ottimista? – (R) I fondatori dell’UE forse – malgrado i punti oscuri che ancora esistono sulle origini reali dell'Unione – non pensavano ad una disfatta del genere… Ma una cosa è certa: la maggior parte dei politici dell’UE è – e si sta dimostrando nei fatti – senza talento, estremamente impegnati/ingaggiati ad assolvere a compitini ben precisi. Spesso e volentieri si tratta di personaggi servili che nel proprio paese hanno fallito, hanno fatto cilecca. personaggi che tuttavia non possono essere rimossi dalla vita politica… per mille motivi (alcuni dei quali evidenti..). Personaggi che quindi – spesso e volentieri – vengono riposizionati dai propri compagni di partito nell’UE ad occupare posizioni con stipendi elevati. Utili evidentemente a mandare avanti la baracca…"

 La Situazione italiana vista dalle sponde del Danubio                                  

5.      Cosa pensa della situazione italiana? – (R) Certo è grave.. Ma non conosco la situazione italiana così bene da poter avere un’opinione obiettiva ed imparziale. Certo l'immagine della Nazione oggi è sotto gli occhi di tutti… I media spesso prendono in giro Berlusconi, ma questo potrebbe essere vero (potrebbe…) come ciò che viene pubblicato su Viktor Orbán e sull’Ungheria nei giornali italiani. Ma probabilmente non è così… Certo gli uomini di Berlusconi oggi sono al potere con la sinistra e reggono il gioco dell'UE… ma le notizie sull'Italia sono spesso frammentarie e tali da non permettere un giudizio esaustivo…

di Sergio Basile e Edina Karossy (Copyright © 2013 Qui Europa)

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