Domenica, 7 ottobre / 2018
– di Roberto Pecchioli e Sergio Basile –
Giovedì, Maggio 24th / 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Parlamento Europeo / Ucraina / Kiev / Strasburgo / Detenzione / Maltrattamenti / Ricovero / Libertà / Diritti umani / Accordi forniture gas / Democratizzazione / Stato di Diritto / Solidarietà internazionale / Yulia Timoschenko / Evgenia Timoschenko / Vladimir Putin
La Voce dell'Eurocamera: "L'Ucraina rispetti
i diritti umani, libertà per la Timoschenko!”
Il Parlamento Europeo esprime solidarietà nei
confronti dell’ex premier ucraina.
Ma per molti Europei i diritti restano un tabù
Strasburgo, Kiev – “Freedom for Yulia”: così gli europarlamentari del Pdl, nelle scorse ore, nell’aula plenaria del Parlamento di Strasburgo hanno chiesto la libertà per l’ex primo ministro ucraino, Yulia Timoschenko, esponendo uno striscione sul quale compariva anche una foto della leader politica. La Timoschenko è stata condannata a 7 anni di carcere, nell’ottobre scorso, per abuso di potere per un presunto e controverso accordo stipulato con Putin, senza preventiva consultazione del governo ucraino, e riguardante importanti forniture di gas, come avevamo riportato noi di Qui Europa già in articoli precedenti. Ma l’Ucraina, nella detenzione della rappresentante politica, ha sbagliato tutto: sono stati denunciati, infatti, maltrattamenti e percosse che la Timoschenko avrebbe subìto in cella e che hanno fatto puntare i riflettori internazionali su Kiev, fino al trasferimento della donna presso l’ospedale di Kharkiv, avvenuto – come Qui Europa aveva trattato già nelle scorse settimane – il 9 maggio scorso. Ucraina, quindi, indisciplinata per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, obiettivo da sempre sbandierato da tutta l’Unione europea e, per altro, sottoscritto anche da Kiev.
Più rispetto per tutti
Il Parlamento Europeo dimostrerà tutto il suo impegno per tenere a bada “la spinta autoritaria” dell’Ucraina e consolidare il processo di democratizzazione del Paese e lo Stato di Diritto. Nell’aula di Strasburgo, al momento dell’esposizione dello striscione e della solidarietà internazionale nei confronti della Timoschenko, c’era la figlia dell’ex primo ministro ucraino, Evgenia, la quale, dicendosi sorpresa e commossa per l’iniziativa, ha dichiarato che “se non ci fosse stato il sostegno della comunità internazionale, mia madre e gli altri prigionieri sarebbero già morti”. Ci auguriamo solo che il sostegno dell’Unione europea non sia solo “ideale” ma che si concretizzi, al più presto, nel rispetto dei diritti umani e della libertà che, niente e nessuno, potrebbe negare. Neanche l’Ucraina. Un rispetto, tuttavia, a trecentosessanta gradi, anche – consentiteci – verso le migliaia di famiglie greche finite sul marciapiede in pochi mesi e verso quei poveri pensionati e precari – esodati, scoraggiati e disoccupati – italiani, spagnoli, irlandesi e portoghesi. E' più credibile, infatti, parlare di diritti umani con uno sguardo fisso sulle proprie "travi" interne che offuscano la vista del grande occhio che simboleddio il "Consilium" dell'Ue. Meditiamo gente, meditiamo!
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)