Mercoledì, Febbraio 17th/ 2016
– di Danilo Quinto –
Venerdì, Giugno 1st / 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Unione europea/ Parlamento europeo / Commissione Bilancio / Fondo Monetario Internazionale / Strasburgo / Eurobond / Project Bond / Banche / Crisi / Speculazione / Banche commerciali / Banche d’affari / Infrastrutture europee / Mercato / Economia / Fallimenti / Angela Merkel / Paul Volcker / Christine Lagarde / Barack Obama / Maria Laura Barbuto / Qui Europa / Nascita di un nuovo leviatano / porte aperte alla speculazione finanziaria / Alexis De Tocqueville
Eurobond sì, Eurobond no: questo è il dilemma!
Per porre fine alla speculazione, è necessaria la separazione
tra banche d’affari e banche commerciali.
Intanto la Commissione Bilancio del Parlamento Europeo
stanzia 230 milioni di euro in “project bond”
di Maria Laura Barbuto
Eurobond: Emissione di Nuovi Debiti in un circuito già sovraccarico
Strasburgo – In Europa si pensa ancora di risolvere la crisi attraverso la creazione massiccia di nuovo debito, ovvero – in pieno clima di "Debtocracy" – attraverso l’emissione di eurobond: termine diventato “famoso” ( o meglio sarebbe dire celeberrimo ) per i cittadini europei a partire dallo scorso luglio 2011, utile ad indicare l’ipotetica creazione di obbligazioni del debito pubblico dei Paesi dell’Eurozona. Eurobond sì, Eurobond no: questo è il presunto dilemma! Sicuramente, l’emissione degli stessi – oltre ad aggravare i debiti degli europei – porrebbe in essere una netta separazione tra paesi “Virtuosi” e paesi “meno virtuosi” ed è anche per questo che tali obbligazioni sono state salutate da tanti Stati membri dell’Unione europea con grande scetticismo o avversione. Prima tra tutti -pare – dalla Germania della Merkel che, essendo un paese da tripla A, teme di rimetterci le penne “solo” per aiutare gli altri Stati. Ma la verità è che l'eurocrazia andrà dopo un pò di teatro verso questa direzione: 1) perchè sarà a vantaggio dei soliti sottoscrittori e delle banche; 2) Perchè qualcuno dovrà pur pagare questi nuovi debiti. Indovinate chi? Tuttavia, è bene dire che l’emissione di Eurobond non potrà mai essere indolore anche per altri motivi: per i paesi ai quali verranno concessi, potrebbe prospettarsi – secondo gli eurotecnocrati – una politica fiscale e di bilancio meno rigorosa rispetto a quella imposta ai paesi più virtuosi e si finirebbe per favorire, così, il cosiddetto “azzardo morale”. Gli Eurobond, tuttavia, prima di diventare concreti, dovranno essere necessariamente inseriti in un nuovo disegno delle istituzioni europee che preveda la nascita di un governo unico internazionale o almeno di un Ministero delle Finanze dell’Unione Europea.
Eurobond: Verso la nascita del "Mostro Leviatano"
Insomma l'impennata di un processo di iper-accentramento verso una sorta di superstato leviatano di Tocquevilliana memoria che potremmo definire – facendo contenti i federalisti – "Stati Uniti d'Europa": un qualcosa che fa tremare solo a pronunziarsi. Una bestemmia contro la gloriosa storia degli stati europei, le loro differenze culturali, le loro palesi differenze di costumi e tradizioni. Qualcosa che qualcuno, nei piani alti, vorrebbe irrimediabilmente mutare in senso centralista. Che ne sarà della democrazia se a comandare sarà un'unica élite di tecnocrati, vicina alle banche, alle lobby – alle logge massoniche – e laicista?
Eurobond: Porte aperte alla speculazione finanziaria
Intanto, all’Europarlamento, la Commissione Bilancio ha previsto e stabilito di stanziare 230 milioni di euro in “project bond”, che saranno destinati , tra il 2012 e il 2013, per infrastrutture europee che saranno finanziate dai privati, in una prima fase sotto la “supervisione” dell’Ue. In tutto ciò rientra anche il problema della speculazione finanziaria: Paul Volcker, consigliere del presidente statunitense Barack Obama, pochi giorni fa, al Parlamento europeo, ha ribadito la necessità di ritornare ad una netta separazione tra le banche d’affari e quelle commerciali. Il suo appello non è stato preso in considerazione dai rappresentati europei, né dai media che hanno fatto orecchie da mercante. Puntuali anche le "preoccupate" dichiarazioni del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (lo stesso che sta uccidendo la Grecia) Christine Lagarde, che ha ricordato che “le banche svolgono una funzione che va intesa come bene pubblico e pertanto il loro compito non può considerarsi ancorato a leggi di mercato”. Il progetto proposto da Volcker prevede semplicemente che le banche che portano avanti una "chiara speculazione" non possano ricevere garanzie da parte dello Stato.
Il governo dei bancheri
Le banche d’affari, in pratica, qualora dovessero ritrovarsi con i conti in rosso, non riceverebbero alcun aiuto e si avvierebbero verso un ovvio fallimento. E, forse, proprio il fallimento delle banche che speculano, potrebbe salvare l’Europa dalla crisi attuale. Forse il problema verra dell'Ue sta proprio in questo punto: ovvero nella testarda e gravissima volontà di non voler imbrigliare la speculazione, ma anzi di voler rafforzare la struttura e la disponibilità finanziaria dell'élite dei banchieri che governa oggi l'Europa.
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)
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