Italia – Per il Parlamento il progresso passa dal “Divorzio breve”

Lunedì, Maggio 21th / 2012 

 di Sergio Basile –

Italia / Europa / Divorzio breve / Proposta di legge / Famiglia / Stabilità sociale / Confronto con i paesi dell’Unione europea / Maurizio Paniz / Cei / Angelo Bagnasco / Vescovi italiani / Cnf / Centro Studi sistema famiglia / Giuseppe Fiorini Morosini  / Laicismo / Valore del matrimonio cristiano / Sofferenza e fragilità dei divorziati / Divorzio breve / Adamo ed Eva / Dialogo e preghiera / Cammino cristiano linfa del matrimonio / Valore rivoluzionario dell'indissolubilità del matrimonio / Incontro mondiale della famiglia a Milano   

Italia – Per il Parlamento il "progresso umano"

passerebbe dal "Divorzio breve"

Paniz (Pdl) presenta al voto il Ddl sul divorzio breve

Matrimonio cristiano? Un tesoro da custodire, malgrado tutto.

L'esempio di Natuzza Evolo e il monito di Angelo Bagnasco

Roma, Locri – Nella giornata di domani, per il cosiddetto “divorzio breve” potrebbe giungere il primo sì, in relazione alle tre proposte di legge che punterebbero a ridurre il tempo necessario per sciogliere definitivamente (a livello legale)  il “sacro vincolo” del matrimonio. La proposta, è infatti già da tempo “parcheggiata” presso la Camera dei Deputati (precisamente dal 6 maggio 2008) dove le ultime formali battute in commissione giustizia sono state già discusse. Oggetto della pronuncia in Parlamento, sarà il testo redatto dalla segreteria di Maurizio Paniz, (parlamentare in forza al Pdl) e che in sostanza mira ad “europeizzare la materia”, accorciando dagli attuali tre anni a un solo risicato anno l'intervallo temporale valido per poter addivenire al divorzio. Tale intervallo passerebbe a due anni in caso di presenza di figli minori nella coppia.  Se dovesse passare la “linea Paniz” (e dovrebbe purtroppo passare senza sorprese) dal giorno della comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale, dunque, il tempo tecnico minimo di separazione ininterrotta per poter chiedere il divorzio passerebbe ad un solo anno.

  Un tagliente e gelido vento dall'Europa del laicismo  

Possiamo parlare, dunque, di ulteriore processo di laicizzazione ed “europeizzazione” del diritto di famiglia: termini che spesso sembrano essere diventati ormai dei sinonimi forzati di questa pseudo-modernità. Ad eccezione di Malta (ultimo baluardo europeo dell’indissolubilità del matrimonio) dove i sacri vincoli possono essere disconosciuti ed interrotti (almeno per lo stato) per legge solo dal maggio del 2011; sono esempio di questa tendenza secolarizzante le legislazioni europee non solo del Nord Europa, ma di paesi tradizionalmente a forte identità cattolica (o comunque cristiana) come ad esempio la vicina Francia (dove per sancire la fine di un vincolo matrimoniale bastano sei mesi) o paesi come Spagna, (l’ortodossa) Grecia e la Romania, dove in sei mesi si è pronti a “tornare sul mercato dei single”: e dove – tra l’altro – già dal 1998 le unioni di fatto sono realtà acclarate e riconosciute. O in paesi come la Germania, dove già tutto matura in un anno, e senza la necessità di ripresentarsi dinnanzi al tribunale civile.

  Matrimonio – Largo ai disfattisti  

Secondo l'associazione Avvocati matrimonialisti italiani, solo in Italia, “ogni anno, si contano ormai 170mila divorzi tra coniugi di diversa nazionalità, il 20% dei divorzi complessivi dell’Unione”. Paese, dove, tra l’altro, è in aumento il cosiddetto “turismo del divorzio” all’estero.  Ma la proposta Paniz (che sembra uscita dalla penna degli sceneggiatori della soap Usa, “Beautifull”) non è nulla dinnanzi alla proposta del Centro studi Sistema famiglia, che – nelle scorse ore – a nome dell’avvocato Giorgio Vaccaro ha addirittura auspicato che anche in Italia si possa andare presto verso la definizione di “patti prematrimoniali”, al fine di facilitare in un solo momento la “pratica” della separazione con quella del divorzio.

  "Nessuna possibilità di recupero" – Il monito del Cardinal Bagnasco  

Pronta, nelle scorse ore, è giunta la replica del Presidente dei vescovi Italiani (Cei) cardinal Angelo Bagnasco, che da Locri (RC) – dove si trova, in occasione della Settimana della famiglia ed in vista dell’Incontro Mondiale che si terrà a Milano, invitato dal  vescovo Giuseppe Fiorini Morosini – ha ricordato e monito che “la famiglia non è un aggregato di individui, o un soggetto da ridefinire a seconda delle pressioni di costume oggi particolarmente aggressive e strategicamente concentrate; non può essere dichiarata cosa di altri tempi. Ecco perchè l'ipotesi del cosiddetto “divorzio breve” – ha continuato – contraddice gravemente qualunque possibilità di recupero, e rende complessivamente più fragili i legami sociali”. Secondo Bagnasco, inoltre, “se  la famiglia è un bene per i suoi membri, lo è anche per la collettività. Per questo  la società deve difenderla, sostenerla e promuoverla; e non deve contribuire a renderla fragile in nessun modo, ivi compreso il cosiddetto divorzio breve”.

  L’Europa e la “Cultura della precarietà”  

Bagnasco, che ha puntato il dito sulle colpe dell’antipolitica e della cultura del tutto provvisorio (che in effetti sarebbe espressione e diretta derivazione della prima) ha infine ribadito il concetto secondo il quale, l’introduzione di istituti che per natura loro “consacrano” e diffondono la precarietà affettiva, giocano contro il progresso dell’intera famiglia umana, in quanto contraddicono la “stabilità dell’amore” e la stabilità della società stessa. “La famiglia – sostiene e ribadisce – non può essere dichiarata cosa di altri tempi. Essa affonda le proprie radici nella natura stessa dell’umano e quindi nella storia universale: vi troviamo, infatti, il vincolo dell’amore fedele tra un uomo e una donna che si scelgono, con il sigillo della comunità, grazie al quale la famiglia stabilisce un rapporto di reciprocità virtuosa, grembo della generazione dei figli, dono e ricchezza dei genitori come della società stessa”. “La famiglia – ha concluso il presidente dei vescovi italiani – nonostante le difficoltà che conosciamo, continua ad essere in Italia un punto di riferimento fondamentale, nonché il presidio che regge il tessuto della società. Se la famiglia è solida il Paese sarà solido, se la famiglia è sostenuta con politiche efficaci, il Paese crescerà. C’è un legame inscindibile tra famiglia e società, e sottovalutare questo rapporto significa essere miopi, si mette a rischio l’oggi e il domani: veramente possiamo dire che senza famiglia non esiste futuro”.

  Famiglia: cellula fondamentale della società umana  

D’altra parte tutte le ultime apparizioni mariane, e le stesse rivelazioni divine fatte per bocca e per tramite di grandi mistici contemporanei (come San Pio da Pietrelcina e la stessa Natuzza Evolo: passata al cielo nel giorno di tutti i Santi – 1° Novembre – del 2009 e considerata una delle più grandi mistiche mai esistite) hanno tutte ribadito come la sacralità del matrimonio sia alla base della stessa società e come sia una chiave privilegiata di Dio per portare avanti il Suo piano salvifico per l’intera umanità: piano fortemente osteggiato da un modernismo disfattista, da leggi secolarizzanti e – in maniera più occulta, ma altrettanto efficace – dalla massoneria internazionale e da tutti i nemici della Chiesa. La stessa Natuzza, con la sua condotta di vita semplice e rispettosa dell'integrità familiare, fu emblema diretto della sacralità dell'unione familiare, nonché della sua santità: malgrado le molteplici sofferenze sofferte.

  Il valore del matrimonio cristiano oggi  

Fin dagli inizi degli anni ’70, il numero dei divorzi, in Italia come in Europa, è “esploso”. Oggi, una coppia su tre arriva a separarsi: una su due nelle grandi città. Oggi la società secolarizzata (attraverso la tv, le soap opera, il cinema e la pubblicità) spinge come mai nella storia l’uomo all’egoismo, ed alla ricerca di una felicità personale e a-relazionale, contraddicendo il senso stesso dell’esistenza umana e di quel patto d’amore che Dio stesso sancì nell’Eden tra Adamo ed Eva, dialogando con loro dopo la Creazione. Il matrimonio cristiano è sempre più, dunque, una vera e propria prova personale, prima ancora che familiare e relazionale. Ogni essere umano è profondamente persuaso  dal desiderio di essere amato ed è nel vissuto di quest’amore ch’egli si riconosce e prende inevitabilmente senso il suo esistere. Il divorzio, pertanto, viene indubbiamente a sconvolgere questo edificio sociale e personale, sradicando un seme che nella Sacra Scrittura, Dio stesso semina sulla Terra. Esso è quindi  – evidentemente non solo per il cristiano, ma per ogni essere umano – un dramma che non può non avere forti ripercussioni psicologiche e spirituali. Il matrimonio religioso è in più simbolo dell’Alleanza tra Dio e gli uomini: un patto indissolubile e sacro che non si limita o perde d’efficacia dinnanzi la legge umana, ma che coinvolge evidentemente l’intimo umano fin dai meandri più nascosti e vitali del suo essere. La distruzione di ciò, per esperienza, è causa – evidentemente – di fragilità e dolore, e spesso, tra i credenti, induce all’allontanamento dai sacramenti.

  La dolce panacea del Vangelo nel matrimonio cristiano  

Indubbiamente la vita delle “coppie cristiane” impegnate nella Chiesa, come d’altra parte, la vita dei santi sposati (vedi Natuzza Evolo) ci insegna che ritrovare il proprio equilibrio passa attraverso la messa in luce delle proprie ferite; la profonda conoscenza ed accettazione della propria storia; il riconoscimento dei propri torti nello sgretolamento della relazione di coppia. Il Vangelo ci insegna, tuttavia, che ritrovare la pace interiore e saper perdonare – per ridonare la “Vita” ad un legame morto –  non lo si fa senza l’aiuto di Dio e senza aprirsi con coraggio e fiducia al Suo abbraccio salvifico e rigenerante. Ciò, come ci insegna la “moglie Natuzza”, non può che passare dal dialogo: tra le persone e tra la persona e Dio. La preghiera, l’accostamento fiducioso ai sacramenti, la partecipazione attiva alla vita parrocchiale o la partecipazione a movimenti cristiani sono in tal senso dolci ed edificanti panacee spirituali. Ma questo,  dice Gesù nel Vangelo – come in altri e preziosissimi insegnamenti – è un mistero, rivelato ai “piccoli”: una eco portatrice di un “mistero svelato” rivelato ed accolto non da tutti, e che di certo le lussuose e sfarzose stanze di Montecitorio, come d’altronde le maestose, asettiche, fredde e sterili   stanze di Bruxelles, di oggi, sono ben lontane dal poter comprendere in tutta la loro straordinaria ed atavica,  quanto rivoluzionaria e dolce portata celeste.

Sergio Basile  (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

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