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Sabato, Aprile 21th/ 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Unione Europea / Banca Centrale Europea /Bce / Crisi / Spagna / Regno Unito / Euro / Bolla immobiliare / Disoccupazione / Suicidi / Austerità / Inflazione / Times / New York Times / Paul Krugman / Simon Wolfson / Premio Nobel / Abbandono dell'euro / Paradigma spagnolo / Dissoluzione Eurogruppo / Lira / Euro forte ed euro debole / La vecchia lira
Il monito del Premio Nobel Paul Krugman:
“L’Ue abbandoni l’Euro”
In UK al via i progetti per la distruzione dell'euro
Germania e Bce dettano legge in Europa mentre aumenta
il numero dei suicidi a causa della crisi economica
New York, Francoforte – La Germania e la Banca Centrale Europea tengono in pugno l’Europa che viaggia verso “il suicidio economico” e l’unica soluzione è l’abbandono dell’euro: ad affermarlo è il Premio Nobel per l’Economia, Paul Krugman, in un articolo comparso, sabato scorso, sulle pagine del New York Times. Le tesi proposte dell’economista americano di fama mondiale, per quanto tecniche, appaiono logiche e – a nostro dire – pienamente condivisibili.
Il "paradigma depressivo" dalla Spagna
Krugman parte dalla Spagna, in questo momento epicentro della crisi, con un tasso complessivo di disoccupazione pari al 23,6% e di disoccupazione giovanile che supera il 50%. Si parla di depressione e non più di “semplice” recessione e l’economista spiega che “i problemi fiscali della penisola iberica non sono la causa di questa drammatica situazione, ma la conseguenza dovuta al fatto che, alla vigilia della crisi, la Spagna, nonostante non sperperasse il proprio denaro pubblico, aveva un’immensa bolla immobiliare creata sulla base degli ingenti prestiti concessi dalle banche tedesche a quelle spagnole”. Bolla che, una volta scoppiata, ha lasciato in rosso i conti degli ispanici. Ed in questa situazione Berlino e Francoforte hanno pensato bene di intervenire imponendo nuove misure di austerità che, da che mondo è mondo, non hanno mai funzionato!
Abbandonare l'euro – La soluzione di Krugman
La soluzione ipotizzata dal Premio Nobel, a questo punto, corrisponderebbe all’abbandono della politica della moneta unica per ripristinare le valute nazionali. “Se la testardaggine europea – a detta dell’economista – è tale da voler salvare l’euro, sarebbe necessario tener conto che l’Europa ha bisogno di politiche monetarie più espansive, sottoforma di una disponibilità (a quanto pare dichiarata) da parte della Bce ad accettare un’inflazione più alta”.
Euro – Il debito uccide come la peste
La riflessione di Krugman è partita da un articolo pubblicato sul Times, sabato scorso, nel quale veniva riportato un dato allarmante relativo all’aumento notevole del numero di suicidi causati dalla crisi economica. Persone che rinunciano al dono della vita perché disperate in quanto prede facili dei debiti e, di conseguenza, delle banche, perché vittime del “Dio” denaro.
Il "Nemico dell'Europa"
E la Gran Bretagna, che non ha mai nascosto la mancata simpatia nei confronti dell’euro, vede proprio nella moneta unica il nemico dell’Europa: Simon Wolfson, uomo d’affari inglese che dal 2010 è membro della Camera dei Lord, ha addirittura finanziato di propria tasca un premio economico dal valore di 250 mila sterline, pari a 305 mila euro, per l’autore del miglior progetto che porterà almeno uno degli Stati che ha aderito alla politica monetaria comune, a lasciare l’euro e riprendere la propria moneta. I candidati, selezionati da apposita giuria, che daranno il proprio contributo attraverso le proprie proposte nel tentativo di “distruggere” l’euro sono 5 e solo a luglio si scoprirà quale sarà, tra quelli presentati, il miglior progetto.
L'ipotesi – "Euro forte" ed "Euro debole"
Tra essi c’è chi sostiene la divisione tra paesi competitivi e non competitivi e prevede, quindi, la presenza di un euro forte ed uno debole, chi si focalizza sugli aspetti giuridici ed anche chi sostiene che l’abbandono dell’euro da parte di un solo paese, comporterebbe in automatico la dissoluzione della moneta unica. Ma, se da un lato troviamo progettisti “Mignolo e Prof” che pianificano la conquista del mondo, dall’altro sono tanti coloro che pensano che l’addio all’euro sia pericoloso e costoso.
La cara "Vecchia Lira"
Ma di certo ancor più azzardato e rischioso, per noi Italiani, è stato l’addio alla cara e vecchia lira che, rispetto all’euro, rendeva la busta paga più pesante e determinava un potere d’acquisto sicuramente più alto. Che Il Regno Unito non abbia ragione? Anche perchè chi lascia la vecchia strada per la nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova!
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)
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