Mercoledì, Settembre 5th/ 2012
– di Silvia Laporta –
Mercoledì, Maggio 23th / 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Corte Europea / Strasburgo / Grande Chambre / Convenzione dei diritti dell’Uomo / Austria / Milano / Firenze / Catania / Tibunali / Figli / Provette / Fecondazione eterologa / Genitori /Sentenze / Corte Costituzionale / Movimento per la Vita / Legge 40 del 2004 / Vita in provetta / Vita / Scienza & Vita / Carlo Casini / Gabriella Palmieri / Lucio Romano
No ai figli in provetta: così è stabilito!
Il divieto di fecondazione eterologa stabilito dalla
Corte Europea dei diritti dell’Uomo è il “rispetto
della certezza delle relazioni familiari”
Strasburgo, Roma – “No” ai figli in provetta: il divieto di fecondazione eterologa non viola la Convenzione dei diritti dell’uomo. A stabilirlo è la sentenza della Grande Chambre della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 3 novembre 2011 che, a seguito della richiesta avanzata da una coppia austriaca in merito alla fecondazione assistita con ovociti o gameti non appartenenti ai potenziali futuri genitori, si è così espressa. La “polemica” , partita dall’Austria, aveva trovato spazio, in precedenza, anche nelle aule dei Tribunali di Catania, Firenze e Milano ai quali si erano appellate 3 coppie sterili. La questione era stata rimandata ai piani alti per presunta illegittimità e discriminazione dell’articolo 4 della legge 40 del 2004 e, ieri, la sentenza con la quale si è pronunciata la Corte Costituzionale, oltre a rispedire gli atti al mittente, ha ribadito il divieto dei “bimbi precofenzionati” e, soprattutto, ha frenato gli entusiasmi facili dei sostenitori della “vita in provetta”. Il presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini, si è detto pienamente soddisfatto per la decisione della Corte Europea di “lasciare agli Stati la libertà di decidere sulla fecondazione medicalmente assistita e, per questo, l’Italia prende a modello la legge 40 che – continua Casini – così come l’articolo 3 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo, considera che l’interesse del minore debba avere precedenza rispetto ai desideri degli adulti”.
La tutela dei diritti del nascituro
L’avvocato dello Stato, Gabriella Palmieri, ha fatto riferimento anche al fatto che su questa tematica sarebbe importante una consultazione parlamentare, in quanto solo l’istituzione in questione può decidere sul divieto della fecondazione eterologa, decisione che non può essere determinata da nessun giudice. Rendere nulla la legge 40, significherebbe creare anche un vuoto normativo di profondità considerevole, aspetto, questo, che non può e non deve essere sottovalutato. Quindi, vince “l’esigenza di garantire il diritto del nascituro a riconoscere i propri genitori – afferma il presidente dell’Associazione Scienza & Vita, Lucio Romano – in rispetto del principio di certezza delle relazioni familiari”. E a proposito di relazioni familiari, in ogni nucleo familiare che si rispetti, ci sono, o ci sono stati, 2 genitori responsabili della procreazione che nel caso della fecondazione eterologa diventerebbero 3 o 4.
La vita è un dono sacro del Creratore, non un capriccio
Diventare genitori sarà un grandissimo desiderio per tantissime persone ma non dobbiamo mai dimenticare che gli impulsi ed i bisogni umani non sono una giustificazione per chi pensa di “comandare” sulla natura e sulla vita. La fecondazione assistita, tra l’altro, prevede diversi tentativi, ognuno dei quali corrisponde ad un figlio in provetta: tentativi che, qualora fossero fallimentari, come avviene spessissimo, saranno cestinati pur essendo, ormai, vita. Non lasciamo che i nostri figli, non siano solo “nostri”. Non rendiamoci complici della sfida contro la natura e , soprattutto, contro la volontà di chi ci ha creato, l’unico che può essere e che è davvero Padre di tutti.
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)