Sabato, Settembre 28th/ 2013
– di Daniele Di Luciano –
Sabato, Febbraio 8th/ 2014
– di Padre Piotr Anzulewicz e Sergio Basile –
Italia, Catanzaro, Convento Sacro Cuore, Circolo Culturale San Francesco, Padre Piotr Anzulewicz, Sergio Basile, Donandosi si riceve, Dimenticando se stessi ci si ritrova, Ha donato a ciascuno un momento per farci liberi, Senza Cristo tutto è fumo, Deserto, Missione, Nuova Dimensione Spazio-Temporale, Ama il Prossimo Tuo come te stesso, Dal deserto germoglia la vita, La straordinaria esperienza di Charles de Foucauld, Charles de Foucauld, Deserto del Sahara, L'importanza del deserto
Donandosi si Riceve, Dimenticando se stessi ci si
ritrova – L'esempio di Foucauld
Chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, Anzi!
Il Deserto, la Missione e la nuova preziosa Dimensione Spazio-Temporale
►Video in allegato:
– La Straordinaria esperienza di Charles de Foucauld:
"Dal Deserto Germoglia la Vita" (Parte 1 – 2 – 3 – 4)
– Le Sabbie del Sahara
di Padre Piotr Anzulewicz e Sergio Basile
Donandosi si Riceve, Dimenticando se stessi ci si Ritrova
Catanzaro – di Padre Piotr Anzulewicz e Sergio Basile – Sabato della 4a settimana del tempo ordinario (A) – La Chiesa ricorda Santa Giuseppina Bakhita († 1947), religiosa canossiana sudanese, cuoca, sacrestana e portinaia, canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2000, ricordata da Benedetto XVI nell’enciclica "Spe Salvi" (La fede è speranza) come esempio di speranza cristiana (n. 3): «Mediante la conoscenza della speranza lei era "redenta", non si sentiva più schiava, ma libera figlia di Dio». Prima di morire disse: «Me ne vado, adagio adagio, verso l’eternità… Me ne vado con due valigie: una, contiene i miei peccati, l’altra, ben più pesante, i meriti infiniti di Gesù Cristo».
Ha donato a ciascuno un momento per "Farci Liberi"
Il Signore, nella sua infinita bontà, ha donato anche a noi questo momento per farci liberi, sperimentare la sua potenza, la sua misericordia e la sua protezione, per poi, nutriti dall'unico alimento che sazia e rende capaci di sfidare gli idoli e uscirne vincitori. Guardiamoci dentro al nostro cuore e apriamolo al Signore, implorando perdono per essere stati schiavi, senza carità, senza Cristo, “come pecore senza pastore”. Forse abbiamo fatto tante cose buone, anche le cose sante, ma senza la Carità – lo diceva San Paolo – senza Cristo, tutto è fumo, vapore, vanità di vanità, sofferenza dello spirito, smarrimento dell’intelligenza, dispersione della grazia, “durezza del cuore”.
L'Amore che non scrive appuntamenti sulle Agende…
Tra le letture odierne (1Re 3,4-13; Sal 118; Mc 6,30-34) ci colpisce soprattutto la frase "Erano come pecore che non hanno pastore". Il Vangelo di oggi come una saetta vibra una parola tra le ore indaffarate delle nostre vite: commozione, che nel greco del Vangelo, è una parola vicinissima a "viscere", alla fonte della vita che risiede nel seno di una madre. La commozione, le viscere stesse di Gesù che risuonano d'amore nelle nostre viscere, immagine forte, cruda se volete, ma che ci proietta in un amore più grande. L’amore che si dimentica di se stesso, che non scrive appuntamenti sulle agende, che non fa conti, ma che, come pane spezzato, si dà in pasto ad ogni uomo, come ripeteva San Francesco: «Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova».
Donandosi si riceve, Dimenticando se stessi ci si Ritrova…
E questo è vero per ogni atto della nostra vita che si fa annuncio del Vangelo: sbrigare una pratica, fare la spesa, studiare, uscire con gli amici, guardarsi una partita, "sbarcando" ogni giorno con Lui pieni di "commozione" di fronte a tutti quelli che "ci precedono", dal marito o la moglie che incontriamo svegliandoci, ai figli, ai colleghi, a chi sfioriamo al banco del mercato. Chi vive in Cristo sa che le persone, tutte, anche quelle più moleste, anche chi si fa nemico, "precedono" i discepoli di Cristo; forse inconsapevolmente, o più realisticamente perché in qualche modo hanno intuito che nei cristiani vi è qualcosa di diverso, un barlume di speranza. Per questo un discepolo non si stupisce mai di quello che accade nella sua esistenza, vive la vita di Cristo, consegnata al mondo per annunciare le "molte cose" di cui ha bisogno e per le quali sono lì, in quel momento, davanti a loro.
Chi va verso Dio non si allontana dagli uomini… Anzi!
Gli apostoli vanno inviati da un amore più grande, l'amore di una madre, assorbito nell'intimità con il Signore. La missione, qualunque missione, si svela nel cuore di Maria, ferito dall'amore, come quello del suo Figlio: «Chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino» (Benedetto XVI, Deus caritas est, n. 37). Predicano, annunciano, guariscono, ma poi tornano e si rifugiano dal Signore che li "rapisce" in un luogo di riposo. Sono questi i ritmi autentici della vita, segnati dall’intimità con il Signore: da Lui, per Lui, con Lui, a Lui. Secondo la Scrittura condensata nel Vangelo di oggi, questa intimità ha un luogo, il deserto.
Il Deserto
Questo, nella Bibbia, è il luogo della memoria dell’amore e dell’ascolto dell’Amato: è il luogo del primo amore, quello a cui ritornare sempre per non abbattersi di fronte alle difficoltà (cfr. Ger 2,2). Il deserto è anche il luogo-simbolo dell’ascolto della Parola; al centro della missione vi è dunque un luogo dove amare, e cioè ascoltare e obbedire, perché dove vi è l’obbedienza vi è sempre il puro amore. Ogni giorno siamo chiamati, dunque, ad entrare con Cristo in ogni giornata, e offrire a chi ci "precede" e "ci cerca", la sua parola e la sua vita attraverso la nostra, perché nessuno resti solo, sbandato e "senza pastore".
Una Nuova Dimensione Spazio-Temporale
Ridadiamo: "Donandosi si rivece, dimenticando se stessi ci siritrova". Una frase che ci proietta in una nuova dimensione spazio-temporale che sovrasta i nostri tradizionali schemi e le nostre tradizionali abitudini, permettendoci di vivere in comunità (cioè assieme agli altri, al nostro prossimo) il comandamento dell'Amore: "Ama il Prossimo tuo come te stesso!" Solo "sprecando" parte del nostro tempo per gli altri, seguendo una missione d'amore e morendo a noi stessi, potremo davvero sfuggire a questa gabbia sociale che ci aliena, ci annulla, ci divide e ghettizza in piccoli spazi, finendo spesso e volentieri per metterci l'uno contro l'altro…
La Straordinaria esperienza di Charles de Foucauld
Concludiamo la meditazione odiera con due frasi estrapolate dalla straordinaria esperienza e dagli scritti del Beato Charles de Foucauld, religioso francese nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, che all'età di 38 anni partì come esploratore del deserto del Sahara, studioso della lingua e della cultura dei Tuareg. Il religioso fu proclamato Beato il 13 novembre 2005 da Papa Benedetto XVI."Siamo tutti figli di Dio – diceva – non possiamo restare seduti e incrociare le braccia!" e ancora "Bisogna passare attraverso il deserto e soggiornarvi per ricevere la grazia di Dio: è là che uno si svuota, là che uno scaccia via da sé tutto ciò che non è Dio." (Vedi i video in allegato: la straordinaria esperienza di Charles de Foucauld: "Dal Deserto Germoglia la Vita").
Padre Piotr Anzulewicz, Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)
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