Caro carburante – Accise e Speculazione annientano anche l’agricoltura

Martedì, Maggio 15th / 2012 

– di Sergio Basile – 

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Gli aumenti stratosferici del carburante

annientano anche l'agricoltura

Italia – Cosa si cela dietro gli aumenti?

Speculazione, accise e guerre: sui cittadini il

peso di errori ed orrori dei governanti

Roma – Dinnanzi agli sconcertanti aumenti del carburante in Italia, è ora di prendere drastici provvedimenti, prima che fallisca l'intero "sistema paese". Oggi, infatti, a rischio default non solo le casse familiari – con padri e madri di famiglia costretti a vendere oro ed a rompre tutti i maialini di terracotta per arrivare a fine mese –  non sono solo le aziende operanti nell'industria e nei servizi, ma anche gli stessi agricoltori del settore primario: illusi con la politica dei contributi all'agricoltura, ma poi beffati alle spalle con rincari del gasolio agricolo da record (oggi vicino quota 1,30, con aumenti del 130% in 24 mesi) al fine di finanziare i soliti progetti speculativi e rimpinguare le casse di avidi feudatari. Quindi, mentre il prezzo della benzina sfiora i 2,00 a litro – e pensare che il brevetto della macchina ad idrogeno, che avrebbe garantito prosperità e benessere per tutti, fu accantonato dagli stessi fautori dell'attuale dittatura economico-finanziaria – lo stesso prezzo del gasolio agricolo, in pochi emsi, è cresciuto dell’11,35% e, in due anni, addirittura del 130%, con ricadute che lasciamo alla vostra immaginazione. Intanto il governo, in questa Repubblica delle banane – dove tra l'altro i giornalisti seri sono sempre più  un ricordo del passato – vocifera su eventuali provvedimenti volti  a sterilizzare l’Iva sui carburanti, almeno a sentire le dichiarazioni fatte nelle scorse ore da Claudio De Vincentil, sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, intervenuto su pressione di vari associazioni di categoria – letteralmente assediate da migliaia di lamentele degli operatori di settore –  in merito all'adozione di urgenti provvedimenti per il caro-carburanti.

  La protesta degli agricoltori   

Confagricoltura, in merito, nei giorni scorsi aveva amplificato anche le legittime richieste degli operatori tecnici di settore, quali trattoristi ed utilizzatori di  macchine e veicoli agricoli: tutte attrezzature azionate con sistemi a gasolio, divenute in pratica inutilizzabili, ed antieconomiche, specie al Mezzogiorno, dove le politiche neoliberiste dell'Ue hanno favorito – in aggiunta – una concorrenza iniqua e sleale all'interno dei mercati e nei settori agricoli più disparati, affossando i prezzi delle primizie agricole: dall'olio di oliva alle arance, ai pomodori. Frutti spontanei di prima qualità svenduti o lasciati marcire sugli alberi, poichè surclassati da specie analoghe provenienti dai mercati africani a prezzi stracciati. Agrumi ed ortaggi raccolti da schiavi per pochi centesimi l'ora ed immessi nei mercati con effetti devastanti. Come competere con un esportatore africano che vende un chilo di arance a trenta centesimi? Improponibile! Ma, evidentemente, non per l'Unione europea.

  Addio Agricoltura – 5.000 euro in più all'anno!  

Ma ad essere colpiti, grazie al governo Monti, non sono solo i prodotti sui mercati (impossibilitati a trovare sbocchi economici) ma anche le stesse attività di produzione, trasformazione e quelle complementari legate alla conservazione o al trasporto: cioè l'intero ciclo produttivo, dal produttore al magazzino del grossista. Si pensi ad esempio a settori come la trasformazione dei foraggi e dei cereali; alla conservazione dei prodotti ortofrutticoli (refrigerazione); all’orto-florovivaismo (produzione agricola tramite il riscaldamento delle serre); alla stessa zootecnia. Confagricoltura, e la stessa Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) incrociando vari dati Istat, hanno calcolato che ogni azienda agricola spende in media circa 5 mila euro in più all'anno. E pensare che intere regioni come la Calabria – ad esempio – sopravvivono oggi in gran parte grazie proprio all'agricoltura, con un peso  insopportabile soprattutto per le serre del crotonese o del vibonese: tra le province, in assoluto, più povere d'Italia e d'Europa. La Cia, ha dunque invocato urgentissimi rimedi, con agevolazioni che, dopo le durissime proteste ed i blocchi intervenuti nei mesi scorsi, sono stati in parte varati per gli autotrasportatori. Ma anche in questo sfacelo l'Ue ci ha messo del suo: ricordiamo, infatti, che nel novembre del 2009, Bruxelles decise – clamorosamente e tra il silenzio assenso di molti eurodeputati – di abolire  la cosiddetta accisa zero’, cioè l’agevolazione per l’acquisto del carburante da parte delle serre, e per la gioia delle lobbies del petrolio, che videro piovere dal cielo, come manna, lauti incrementi dei loro guadagni netti. Anomalia però calmierata in altri Paesi Ue con politiche sociali ed economiche ad hoc.

  Il mercato impazzito  

In Italia invece, evidentemente qualcuno ci considera troppo ricchi (constatazione vera solo fino a qualche mese fa: quando i tassi di risparmio delle famiglie erano ancora da record) e disposti a pagare come nessun altro (vicini in questo solo a Danimarca e Malta) prezzi completamente fuori mercato. Anche fino a 6/7 volte maggiori a tariffe praticate in altri paesi del mondo: eppure la benzina è sempre la stessa! Infatti, comparando i prezzi medi praticati dalle compagnie operanti nell'ex Bel Paese, con quelli praticati all’estero, ci si accorge che l'identico carburante venduto in Italia costa fino ad un quinto in più, grazie al caro professore ed alle sue famigerate accise ed all speculazione, lasciata a briglia sciolta tra l'indifferenza generale e di authority completamente scoppiate e da chiudere immediatamente. Carrozzoni succhia-soldi senza alcuna utilità e coscienza civile. 

  Lo scandalo delle accise  

Ma a chi giovano queste maledette accise? Presto detto!  Queste tasse micidiali, introdotte nel corso degli anni sotto diversi governi (tecnici e non) per affrontare calamità e situazioni "provvisorie", con il passare del tempo – come accade solo in Italia –  sono state di fatto istituzionalizzate, ed utilizzate per finanziare anche campagne e "questioni nazionali" di dubbia moralità, tra le quali primeggisano molti conflitti bellici evitabili ed inutili, se non addirittura deleteri ed immorali. Insomma queste tasse "occulte" che quotidianamente affamano le famiglie e dimezzano la già risicatissima – con l'euro – capacità di acquisto dei nostri portafogli, sono state decise e via via aumentate in maniera iniqua. Ciò, negli utlimi mesi a questa parte (in maniera ancor più incisiva e subdola) anche e soprattutto grazie al salvatore della patria Mario Monti, che politici scoppiati come Pier Ferdinando Casini, Angelino Alfano e Pierluigi Bersani continuano ad adulare e servire sotto uno spesso velo di ipocrisia (malgrado finte prese di posizione e perentorie prediche). E ciò – colpa di molti Italiani – grazie alla mancanza di una coscienza critica dell'elettorato, in gran parte rinchiuso nell'angustiante recinto dell'ignoranza e dell'ideologia (che ormai non esiste più: almeno all'interno di queste mega caste-partitiche). Un corpo elettorale  rimbambito e rintronato da vuoti slogan propagandistici televisivi: degni del più becero e volgare avanspettacolo. Allora, giusto per svegliarci un pò – eccezion fatta per operazioni lodevoli come: disastro del Vajont del 1963; alluvione di Firenze del 1966; terremoto del Belice del 1968; terremoto del Friuli del 1976; terremoto dell’Irpinia del 1980 (e già più discutibile) rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: che tuttavia stranamente continueremmo a pagare – ecco, di seguito, un eclatante esempio del meschino, immorale e dambiguo utilizzo delle accise sul carburante fatto dai governi negli anni, utilizzate spesso per finanziare vere e proprie guerre mascherate, spesso, da "Missione di Pace" o "Operazioni svolte nell'interesse nazionale":

Guerra di Etiopia (1935 – 1,90 lire )

Crisi di Suez (1956 – 14 lire)

Guerra del Libano (1983 – 205 lire)

Missione in Bosnia (1996 – 22 lire)

Acquisto di autobus ecologici  (2005 – 0,005 euro);

Finanziamento alla cultura (2011 – da 0,0071 a 0,0055 euro);

Emergenza immigrati dovuta alla crisi libica (2011 – 0,04 euro);

Alluvione Liguria e la Toscana (novembre 2011 – 0,0089 euro);

 Decreto Monti, "Salva Italia" (dicembre 2011.0,082 euro).

  Le "Missioni di Pace"   

Per non scordare poi le ultime cosiddette "Missioni di Pace" in Iraq e Afghanistan (dove, tra l'altro, la pace regna a tal punto che, per chi non lo sapesse, in pochi anni la produzione di oppio è quadruplicata. Come mai? Mistero! ).  Importi, oggi maggiorati anche dell'Iva al 21%: applicata, ovviamente non al prezzo netto del carburante, ma "giustamente" al prezzo lordo, comprensivo di accise. Ciò, in aggiunta all' accisa regionale sui carburanti che varia da regione a regione, ed all'imposta di fabbricazione sui carburanti. E pensare che a pochi chilometri da casa nostra, in Lussemburgo o in Francia – ad esempio – la benzina costa rispettivamente 1,26 euro e 1,40 euro circa. E intanto, mentre da noi la quota 2,00 eurosembra ormai prossima,  i controllori della Costituzione ed i garanti della "Democrazia" continuano a dormire sonni tranquilli.

  Il "letargo dorato" dei garanti della Costituzione  

Tra tutti, il "sempre più amato" Re Giorgio Napolitano I, che (dopo aver nominato il professore del "miracolo italiano") continua a spassarsela nel suo bel Quirinale con 200o dipendenti a servizio, ed assunti – rigorosamente – su chiamata diretta (consigliamo di leggere in merito – per i pochi che non lo avessero fatto – il libro "La Casta" di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo: vedi capitolo "Quattro regine al prezzo di un Napolitano" ). Chi rinsavirà prima? Per fronteggiare il continuo aumento dei carburanti nelle ultime ore, la palla sarebbe passata addirittira nelle mani di un banchiere! Che fortuna! E il Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, che ha resa nota la decisione di istituire la Commissione Dinamiche Prezzi, della quale faranno parte – oltre allo stesso banchiere prestato alla tecnocrazia – anche  “Mister Prezzi", le associazioni dei Consumatori e i rappresentanti del comparto carburanti. Beh! Ora che le nuove poltrone sono state assegnate – ovviamente paga la comunità – staremo a vedere se i nuovi controllori oseranno sfidare lorpo stessi, i signorotti dell'oro nero e la speculazione internazionale! E sperisamo pure che non si riduca il tutto alla solita agghiacciante proposta di svendita e liberalizzazione dell'intero settore. 

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa) –

N.B.:

Firma anche tu, la petizione per eliminare le accisehttp://www.petizioni24.com/eliminiamo_le_accise

 

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One Response to Caro carburante – Accise e Speculazione annientano anche l’agricoltura

  1. Homepage 25 Maggio 2012 at 07:11

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