ACTA: l’Eurocamera boccia il Trattato più liberticida di sempre

Giovedì, Luglio 5th / 2012

– di Sergio Basile –

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ACTA: l'Eurocamera boccia il Trattato più

liberticida di sempre

Un sospiro di sollievo per milioni di europei:

festeggia il popolo Anti-ACTA

Strasburgo – Era un giorno atteso da mesi questo, e non solo per i protagonisti del voto di ieri, quanto per milioni di giovani europei con il fiato sospeso in merito al delicato passaggio dell'Eurocamera sul trattato della "Censura", il famigerato ACTA. Trattato contro il quale, nei mesi scorsi, era stata presentata al Parlamento europeo una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo che chiedeva il "No". Il Parlamento europeo riunito in seduta plenaria alla fine ha deciso nel migliore dei modi, ovvero respingendo seccamente – malgrado gli ultimi colpi di coda e le preoccupanti dichiarazioni pro-ACTA piovute dall'eurodeputata francese Marielle Gallo – la ratifica del controverso Trattato Internazionale sulla contraffazione di beni materiali e la tutela della proprietà intellettuale su internet. La plenaria di Strasburgo ha espresso 478 no, 39 si' e addirittura 165 astensioni.  L'ACTA, come detto negli ultimi articoli pubblicati, era già stato respinto in maniera informale da ben 5 commissioni parlamentari competenti: commercio estero, giuridica, industria, liberta' civili, giustizia e affari interni e sviluppo.

  Il primo "No" di Strasburgo su un Trattato Internazionalie  

Con il no di Strasburgo – il primo dell'Eurocamera in materia di trattati commerciali internazionali – dunque, il Trattato Acta non potrà diventare legge nell'Ue né ovviamente in Italia e negli altri 26 stati membri. Ora spetterà capire quali vie alternative l'Unione debba indicare al fine di proteggere la proprietà intellettuale sul web senza però andar contro le libertà dei singoli, ed in palese favore di lobby e multinazionali. Secondo l'eurodeputato Francesco De Angelis, relatore ombra di Acta in commissione Industria, ''con questo voto, l'Europa si conferma baluardo dei diritti fondamentali (su questo ci sarebbe molto da dire e dissentire) anche per quanto riguarda la libera condivisione dei contenuti nello spazio digitale''.

  Ppe deluso  

Delusione da parte dei popolari del Ppe, stranamente in gran parte schierati per il si. Ma d'altra parte ci chiediamo: come accogliere un trattato cui modalità attuative e sanzioni rischiano di limitare la circolazione di informazioni e contenuti sul web? Come accogliere un trattato che viola e mina gravemente i diritti fondamentali dei cittadini, aprendo scenari iniqui di tutela da parte dei possessori (multinazionali e lobby) di brevetti da utilizzare contro centinaia di milioni di persone? Questa posizione di una cospicua fetta di moderati del Ppe francamente ci ha lasciato addosso un certo sconcerto. Ma fortunatamente – almeno stavolta – a Strasburgo il buon senso e la volontà popolare hanno avuto il giusto peso. Ora bisognerà vedere se la Commissione europea non trovi qualche altro cavillo per far rientrare l'ACTA dalla finestra: così come aveva "minacciato" con tono arrogante il commissario Karel De Gucht. Beh! Noi di "Qui Europa" staremo a vedere ed a vigilare per voi. Ma D'altra parte i rischi dell'ACTA esaminati erano davvero troppi e troppo pericolosi. Non a caso l'ACTA è stato definito come il trattato commerciale più liberticida dai tempi dell'Antica Roma. Rivediamo insieme il perchè in questa breve sintesi che vi riproponiamo:

  Rischi e Ingerenze dell'ACTA  

E’ doveroso ricordare che le multinazionali con l’Acta avrebbero goduto di una posizione di assoluto vantaggio sui piccoli consumatori e sulle piccole aziende, in forza della semplice esistenza di un brevetto o di un diritto d’autore, tale da permettere di porre in essere spropositate ed ambigue misure di censura e difesa che di fatto avrebbero potuto limitare fortemente le libertà dei singoli, creando una sorta di dittatura commerciale, ed imbavagliando – tra l’altro – una delle poche fonti di informazione rimasta (parzialmente libera): il web

  1 – Competenza dell'azione legale  

L'ACTA implicava, dunque,  sconcertanti limiti alle libertà personali, che avrebbero favorito il libero gioco delle multinazionali. Esso, infatti, non chiariva in modo esaustivo e sufficientemente chiaro la "scala commerciale" e gli ambiti di competenza ed azione legale nei confronti dei diritti d'autore, e dei loro presunti violatori.

  2 – Provider poliziotti di rete  

Inoltre l'Acta implicava il paradossale ed improprio riconoscimento dei provider e dei fornitori di servizi Internet quali "poliziotti"  di rete, con contestuale

  3 –  Riconoscimento automatico di Rimborsi e Indennizzi Iniqui  

riconoscimento ai titolari dei diritti (diritti spesso iniqui e sbilanciati) di chiedere rimborsi elevatissimi in seno ai presunti trasgressori.  Molta confusione l'Acta faceva  poi sull'entità dei rimborsi. Insomma (come già trattato negli articoli pubblicati in "Qui Europa" nelle scorse settimane) si trattava di un documento che avrebbe potuto compromettere per sempre – ed in negativo – i rapporti tra operatori commerciali e tra operatori e società civile. Il tutto vertiva – come detto – sul rispetto dei brevetti e dei diritti d'autore acquisiti. Ma d'altra parte è anche doveroso ammettere che molte multinazionali – oggi come in passato – hanno volutamente acquistato e/o registrato dei diritti d'autore su rivoluzionarie invenzioni per poi magari naconderli nei loro cassetti, e poter godere – senza alcuna limitazione ed in regime di monopolio – di diritti illimitati. Ciò ha portato tali grandi colossi economici ad operare in mercati "anti-concorrenziali" in regime di monopolio. E questo anche in settori particolarmente delicati e ampi come ad esempio l'agricoltura o il settore farmaceutico

  4 – Blocco illeggittimo su semplici supposizioni di violazione  

Il Trattato avrebbe permesso, inoltre, alle multinazionali di bloccare i "presunti trasgressori" senza attendere il preventivo e tempestivo intervento della legge. L'attività di un presunto trasgressore, dunque, sarebbe potuta essere stata bloccata a discrezione della multinazionale di turno, ed in maniera del tutto arbitraria e preventiva: sulla base, cioè, di semplici supposizioni di violazioneDavvero assurdo! 

 Le altre imminenti e durissime battaglie da vincere  

Una volta tanto buone notizie da Strasburgo! Ora però le altre imminenti e grandi battaglie da disputare e vincere sono quelle per il debito iniquo e per la sovranità popolare. Dobbiamo rigettare l'idea che un Super-Stato accentrato (come quello in cantiere: gli USA d'Europa) possa risolvere i problemi dell'Eurozona. Anzi! Sarebbe la fine della democrazia o di quel che ne resta.

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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