23 settembre – Festa di san Pio da Pietrelcina. Ti aiutiamo a capire cosa ha sofferto per noi

Sabato, 23 settembre/ 2017 

di Corrado Gnerre – Il Cammino dei tre sentieri

introduzione di Sergio Basile 

 Redazione Quieuropa,  Padre Pio, San Pio da Pietrelcina, Sofferenza, redenzione, umanità  

23 settembre – Festa di san Pio da Pietrelcina. 

Ti aiutiamo a capire cosa ha sofferto per noi 

L'opera di corredenzione di San Pio: croce e tormento

dell'anima, per il bene delle anime, seguendo

l'esempio di Gesù Cristo Nostro Signore

 

di Corrado Gnerre – Il Cammino dei tre sentieri

introduzione di Sergio Basile 

S. Pio da Pietrelcina - Senso cristiano e valore salvifico della sofferenza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se mi ami non piangere (Sant'Agostino)
 
Se mi ami non piangere! Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto.
Mi è rimasto l’affetto per te: una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo, anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi, tu pensami così!
Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine, 
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!
Sant’Agostino )
 

 La corredenzione del mondo                                  

Introduzione  – di sergio Basile – Lo scritto sopracitato, Se mi ami non piangere (Sant'Agostino), è una straordinaria finestra sull'eternità, che supera la portata devastante del dolore e della sofferenza umana, dando senso cristiano – altissimo – alla lacrime e alla sofferenza terrena, nonché alla morte. L'esistenza, l'accettazione e l'attuazione eroica della passione di Cristo fino alla morte di croce – mirabile, esemplare ed estrema opera di amore e di redenzione dell'umanità, dal male e dal peccato – così come l'esistenza del Paradiso e l'accettazione eroica della passione sulla propria pelle e nella propria vita, da parte di molti giusti, santi e mistici, come San Pio da Pietrelcina, specularmente testimoniano e prefigurano all'estremo opposto l'esistenza dell'egoismo senza limiti, del male personificato, satana, e dell'Inferno: luogo di perdizione eterno e terribile delle anime cattive allontanatesi da Dio e dal suo piano di salvezza. Eppure molti oggi così come non comprendono il senso cristiano della sofferenza e della morte, non credono parimenti all'inferno ( Ndr –  vedi qui: La visione dell’Inferno nella società moderna e le rivelazioni di Fatima) e di conseguenza, considerandosi liberi di agire in piena anarchia, alieni dal messaggio cristiano e dal rispetto di ogni principio morale e religioso, non comprendono assolutamente la portata salvifica della Passione di Cristo, né il sacrificio estremo di molti santi e giusti, accostatisi all'opera corredentrice di Gesù, per sommo amore. Il seguente scritto (tratto dall'Epistolario di San Pio da Pietrelcina) nella sua crudezza, ci aiuta a comprendere come la salvezza del mondo e delle anime sia una questione estremamente seria che riguarda ciascuno di noi e assolutamente non esente dal dolore e dalla sofferenza, dell'anima e del corpo.

                         La sofferenza cristiana dei giusti rappresenta

                             quel che manca alla passione di Cristo

                             per la redenzione dell'intera umanità.

    Essa diviene pertanto opera preziosissima ed unica di corredenzione.

San Pio rappresenta un modello altissimo di vita cristiana e di accettazione conformante alla salvifica passione di Gesù: questo dolore dà senso al dolore di ciascuno di noi,  alle malattie, alla perdita temporanea dei nostri cari, alle croci della vita, specie se ben orientate ed accettate quali parti di un grande e misterioso disegno divino di salvezza. Senza la luce della fede, ovviamente, il dolore finisce per diventare fonte di disperazione inesauribile e frustrazione senza limiti. Sta a noi, dunque, cogliere il senso del dolore e santificarlo al fine di guadagnare il sommo ed eterno bene.

                     La salvezza delle anime dall'Inferno, infatti, 

                          è una questione di primaria importanza, 

          per compartecipare alla quale molti santi come Padre Pio, 

              furono disposti ad accettare il sacrificio della Croce, 

                    conformandosi alla Passione di Cristo

Sergio Basile 

 

di Corrado Gnerre – Il Cammino dei tre sentieri

S. Pio da Pietrelcina - Senso cristiano e valore salvifico della sofferenza

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

  Il terrore della solitudine                                        

Pietrelcina – di Corrado Gnerre – San Pio da Pietrelcina è il Santo della “sofferenza vicaria”. Egli è stato inchiodato alla Croce per cinquant’anni (partecipando all'opera di corredenzione di molte anime – Ndr). San Pio Ricevette le stimmate visibili il 20 settembre del 1918 e queste sparirono il 20 settembre del 1968. Di lì a tre giorni morì. Ma San Pio non ha sofferto solo per le stimmate. Ha sofferto sin da subito. In occasione della festa vi offriamo alcuni passaggi di sue lettere che ben descrivono le prove che si da subito la provvidenza volle che patisse. “Fratel mio, il mio martirio è superlativamente grande. Il povero cuore vorrebbe sfogare le sue ambasce, ma non ne vedo il modo. Egli è irrequieto, e non sa dove posarsi. La compagnia dei miei e delle persone care non riesce affatto a riempire il gran vuoto che sento in me, anzi a dirvi il vero, le loro cure mi accrescono il martirio del cuore, e più che mai vado esperimentando il terrore della solitudine. Quando avrà fine questo tormento?”(1) “(…) ciò che più è doloroso in questo stato per l’anima è quello di perdere ogni facilità di fare orazione e di meditare e di essere lasciata al buio in una piena e penosa aridità.”(2) “Le desolazioni spirituali sono insoffribili; si vanno sempre più maggiormente incalzando. L’autorità soltanto è quella che mi sostiene in mezzo a tanto buio. Il mio cuore è irrequieto; cerca di posarsi e non sa dove. Il vuoto che sento in me mi riempie di spavento. La memoria non rammenta quasi più nulla; l’intelletto cerca la verità prima e quando sembra apprenderla ed intenderne qualche cosa, tutta di un tratto viene piombata nelle più fitte tenebre.(3) “Invero tutto è tristezza intorno a me e non vi è parte alcuna che non sia in alta afflizione: la parte sensitiva è posta in un’amara e terribile aridità; le potenze tutte dell’anima in un vuoto di tutte le loro apprensioni, che mi riempie di un estremo spavento.”(4)

(1) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, IV, pp.190-191. (2) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, II, 45. (3) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, I, 364. (4) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, I, 270.

 Nessun raggio di luce                                            

“Vi sono certi momenti in cui sul cielo dell’anima mia si addensano nubi sì oscure e tenebrose, da non lasciare intravedere neanche debolmente un raggio di luce. E’ l’alta notte per la povera anima. Tutto l’inferno su di lei si riversa con i suoi ruggiti cavernosi, tutta la mala vita passata e quel che più è spaventoso è che l’anima istessa con la sua fantasia e la sua immaginazione sembra votata a congiurare contro se stessa. I belli giorni passati all’ombra del suo Signore spariscono del tutto dalla mente. Lo strazio che prova la povera anima è tale, che non saprei differenziarlo dalle pene atrocissime che soffrono i dannati nell’inferno.”(5)

(5) San Pio da Pietrelcina, Epistolario, I, 186.

 Il deserto dell'anima di Padre Pio                       

“Il buon Gesù ha posto in una estrema desolazione il mio spirito; a stento sento di sentire di vivere la vita dei figlioli di Dio. Tutto è deserto, tutto è sconforto per l’anima in questi momenti di trepidazione e di speranza. (…). Di tanto in tanto una tenuissima luce che viene dall’alto, tanto per rassicurare la povera anima che il tutto è regolato dalla provvidenza divina (…), ma ahimé! di lì a poco ella, la povera anima, viene immersa in una desolazione ben più funesta di quella di prima. (…). (Poi) nell’alta punta dello spirito sente simile ad un lieve soffiare di vento primaverile quella bellissima assicurazione del divin maestro che non può cadere un capello dal nostro capo, senza la permissione del nostro Padre celeste, che egli veglia paternalmente su di lei, e che provandola con simili desolazioni, lo fa sempre per amore e per la sua perfezione. E così, o padre, l’amarezza della prova viene addolcita dal balsamo della bontà e della misericordia di Dio.(6) “(…) questa mia speranza in Gesù accresceva sempre più la collera della milizia di satana contro di me. Ed, ahimè, con quante lagrime, con quanti sospiri, con quanti gemiti chiedevo l’aiuto del cielo! Ma questo mi pareva che fosse divenuto di bronzo.”(7)

(6) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, I, 263. (7) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, I, 128.

 La storia dei santi: maestra dell'umanità          

“La vita è per me insopportabile e solo la sopporto per piacere allo Sposo delle anime che così vuole, sebbene però, e non ve lo nascondo, assai violenza bisogna che mi faccia per emettere quest’atto di rassegnazione. In certi momenti è tale la forza che fo a me stesso per quest’atto di rassegnazione da dislogarmi tutte le ossa. Il desiderio di essere sciolto per unirmi a lui è una spada che mi trafigge e mi trapassa il cuore da più anni; è una fiamma che mi va consumando lentamente.(8) “Ai mondani sembra incredibile che vi siano delle anime che soffrono nel vedersi dalla provvidenza prolungata la vita. Eppure la storia dei santi è e sarà la maestra dell’umanità. Dalle pene atrocissime che le anime dei giusti soffrono nel vedersi lontane dal loro centro, possiamo formarci, o Raffaelina, una languida idea di ciò che dette anime soffrono persino nel dover soddisfare ai bisogni più necessari della vita, quali sono il mangiare, il bere e il dormire. E se Iddio pietoso non accorre, specie in certi momenti ed in certi giorni, con una specie di miracolo col togliere loro la riflessione nel mentre che adempiono a questi atti necessari della vita, per le poverine è tale il tormento che esperimentano nel fare un atto solo di simil fatta, di cui non possono esse esentarsi, che io, senza tema di mentire, non saprei trovare un po’ di assimilazione se non in ciò che dovettero esperimentare quei martiri che furono bruciati vivi dando così loro la vita a Gesù in testimonianza della loro fede. Forse per qualcuno questa similitudine, potrebbe sembrare una esagerazione bella e pura, ma so io, mia cara Raffaelina, quello che mi dico. Il giorno dell’universale giudizio vedremo purtroppo queste anime che senza aver dato il loro sangue per la fede, dico che le vedremo coronate, al pari dei martiri, con la palma del martirio.”(9)

(8) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, II, 14. (9) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, II, 53.

 Una croce per co-redimere le anime                   

“Cosa devo dirvi delle cose appartenenti al mio spirito? Il mio stato si va facendo sempre più critico, e la prova è giunta sino al punto da poter quasi dire: non ne posso più. Dio mio, dove si andrà a finire di questo passo? Non vedi che io muoio in ogni istante senza lasciare mai di vivere di quella vita che non vorrebbe vivere e che si sopporta per solo motivo di non contravvenire ai vostri giusti ed eterni ed eterni voleri?”(10) “L’è questa spina conficcata sempre lì nel cuore, che non mi lascia libero un istante. Io non riesco, figliuola mia, a rimuoverla nemmeno per un istante. Con questa croce conficcata nell’alta punta dello spirito, ogni bene mi è di tormento, ogni occupazione, ogni distrazione mi è noiosa, la vita stessa mi è pesante ed amara. Vi penso, meglio, la sento, la veggo sempre lì il giorno, l’ho sempre presente nei miei sogni la notte. Essa è sempre la prima che mi si presenta al pensiero e allo svegliarmi è sempre la prima che mi si presenta per lacerare il cuore, e l’ultima con cui e sopra di cui mi addormento. Deh, mia buona figliuola, aiutami.”(11)

(10) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, I, 513. (11) Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, III, p.723.

Corrado Gnerre –  Il Cammino dei Tre Sentieri

partecipa al dibattito:

infounicz.europa@gmail.com / redazione.quieuropa@gmail.com

Segui su Facebook la nuova pagina – Qui Europa news | Facebook

______________________________________________________________________________________________________________

 Articoli correlati                                                         

La potenza dello Spirito Santo e del Rosario contro satana: testimonianza di Padre Pio

La potenza dello Spirito Santo e del Rosario contro satana: testimonianza di Padre Pio

Domenica di Pentecoste, 15 Maggio/ 2016    – di Rocco Carbone e Sergio Basile / Sete di Giustizia – Redazione Quieuropa, Rocco Carbone, Sergio Basile, Sete di Giustizia, Santo Rosario, Pentecoste, Spirito Santo, Preghiera, Padre Pio, Settimana contro l'usura, satana  La potenza dello Spirito Santo e del Rosario contro satana: testimonianza di Padre Pio Padre Pio: "La Madonna non […]

Secca condanna di Lutero e Calvino negli scritti di San Pio da Pietrelcina

Secca condanna di Lutero e Calvino negli scritti di San Pio da Pietrelcina

Giovedì, 3 Novembre/ 2016    – San Pio da Pietrelcina / Scritto tratto dall'Epistolario, vol. IV –  Redazione Quieuropa, Padre Pio, Protestantesimo, Martin Lutero, setta protestante, blasfemo  Secca condanna di Lutero e Calvino negli scritti di San Pio da Pietrelcina "Lutero, Calvino e compagnia bella, furono pieni di superbia, zeppi di vizi fino agli occhi, e si divisero dalla Chiesa per assecondare le […]

Massoneria – Profetica Maledizione di Don Bosco del 1855 e Visione di Padre Pio del 1913

Massoneria – Profetica Maledizione di Don Bosco del 1855 e Visione di Padre Pio del 1913

Domenica,  Agosto 3rd/ 2014 – di Sergio Basile – Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Padre Pio, San Giovanni Bosco, Le profezie sulla Casa Savoia, lettera di Padre Pio sulla massoneria, 1917, Massoneria, Politica, Savoia, Piemonte, Legge Rattazzi, soppressione degli ordini religiosi, infame setta della massoneria, la visione e le confessioni di Gesù sulla massoneria a Padre Pio, il tradimento di […]

DeliciousDiggGoogleStumbleuponRedditTechnoratiYahooBloggerMyspaceRSS
ICO APPDavide Veraldi logo

Login

Share This Post

DeliciousDiggGoogleStumbleuponRedditTechnoratiYahooBloggerMyspaceRSS

Archivio Qui Europa