Sconcerto Finmeccanica: il silenzio del Governo

Giovedì, Maggio 17th / 2012

– di Maria Laura Barbuto –

Italia / Roma / Finmeccanica / Ansaldo Energia / Crisi / Svendita / Lavoro / Disoccupazione / Investimenti / Sindacati / Azienda / Governo / Cgil / Fiom / Orsi / Cofferati / Manganaro 

Finmeccanica: il silenzio del Governo davanti

a 3000 posti di lavoro a rischio

La società italiana sarà svenduta pur essendo sana.

L’ira dei sindacati che accusano l’esecutivo.

Roma – Non sarà di certo un bel discorso, preparato probabilmente a tavolino e nei minimi particolari, a smontare certezze e convinzioni circa la situazione di Finmeccanica: la società, a seguito della pseudo-crisi (pilotata) che sta attraversando, sarà, in pratica, svenduta, anche se a questo termine viene preferito, dal presidente e amministratore delegato del gruppo, Giuseppe Orsi, quello di “dismissione delle attività con minore valenza strategica, ovvero quelle civili”. In parole povere, si avrà una notevole riduzione dei posti di lavoro. Ciò che loro dicono in modo tecnico, noi lo diciamo in modo semplice e, soprattutto, comprensibile. Sono oltre 3000 i posti di lavoro a rischio, soprattutto nelle città di Genova, dove ha sede, da sempre, la ditta “Ansaldo Energia” che ha in mano le sorti di circa 2000 operai che, probabilmente, da un giorno all’altro, si ritroveranno ad essere disoccupati. Tutto questo viene giustificato dalla “necessità di investimenti più selettivi capaci di ingrossare le casse della società, attualmente tutt’altro che piene”: questo è quanto emerso, ieri,  dall’assemblea degli azionisti di Finmeccanica, al termine della quale non c’è stata la solita conferenza stampa, ma solo un saluto di rispetto e “contentino” ai colleghi giornalisti da parte delle personalità di vertice dell’azienda. Giustamente, non avrebbero avuto nient’altro da aggiungere e, probabilmente,  hanno preferito evitare la “fossa dei leoni”, prediligendo il “sentiero dei conigli”.

  Il monito di Cofferati  

Un buco di oltre 2 miliardi di euro mette in ginocchio, non tanto la società, che corre ai ripari con i licenziamenti ed investimenti mirati, ma 3000 famiglie italiane. La reazione dei sindacati non si è fatta aspettare e, furiosa, ha chiamato in causa il Governo italiano ed il silenzio dei suoi tecnici bocconiani di “altissimo livello”:  “Il Governo – dice l'eurodeputato Pd ed ex segretario Cgil, Sergio Cofferati – deve mettere la parola fine allo stato di incertezza che grava su Finmeccanica. Le attività del gruppo devono essere rilanciate tutte, senza esclusione e deve essere abbandonata ogni ipotesi di cessione. In una congiuntura negativa come quella che sta attraversando la nostra economia, le attività di Finmeccanica sono ancor più preziose e devono essere utilizzate per favorire la crescita e non certo per far cassa”.  Dello stesso avviso è Bruno Manganaro, della segreteria della Fiom, che accusa Monti ed i suoi seguaci affermando che “è tutto quanto molto strano: che credibilità può avere questo Governo se dice di voler promuovere  iniziative di ripresa e crescita e poi tace davanti alla vendita di un’azienda sana?” . Sembra che lo smembramento di importanti industrie nazionali sia ormai alle porte e, come al solito, a pagarne il prezzo più alto sono i lavoratori. Lo stesso Cofferati sollecita a gran voce un intervento immediato dell’esecutivo, ricordando che lo stesso è richiesto dai lavoratori in lotta, dalle istituzioni ma, ancor prima, è rivendicato dal buon senso e dalla coerenza.  Sì, ma a parlare di buon senso e coerenza bisogna fare attenzione: il Governo, probabilmente, non capirebbe! 

Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)

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