Strasburgo – l’Eurocamera respinge i tagli interni e potenzia Frontex

Giovedì,  Ottobre 24th/ 2013

Redazione Qui Europa 

Unione europea, Strasburgo, Parlamento europeo, Italia, Anne Jensen, Alain Lamassoure, Ricerca, Occupazione e Politica estera, finanziamenti per Frontex, Consiglio europeo, carrozzone usurocratico dell'Euro-gabbia, Medioriente, Siria, Morti nel Mediterraneo, Alain Lamassoure,  bilancio rettificativo, Moneta-debito, Usa, Politiche coloniali in Africa e Medioriente 

Strasburgo – l'Eurocamera respinge i tagli

interni e potenzia Frontex

Parlamento europeo: tra un'approvazione ed una rettifica

i conti non tornano mai… Ecco perchè

 

Redazione Qui Europa

Eurocamera - Frontex - Bilanci

 Eurocamera respinge tagli a "Ricerca, Occupazione e Politica estera"    

Strasburgo – Con il voto di ieri, Mercoledì 23 Ottobre 2013, il Parlamento europeo, a maggioranza dei suoi componenti  – con 480 voti a favore, contro 119 contrari e 86 astensioni – ha respinto i tagli proposti dal Consiglio europeo per il 2014 in merito alla spesa complessiva per "ricerca e occupazione" ed agli stanziamenti destinati alla politica internazionale, (aiuti umanitari per il Medio Oriente e per i rifugiati siriani, ecc..); incrementando parimenti i finanziamenti per Frontex, l'agenzia di controllo delle frontiere esterne dell'Unione finora piuttosto evanescente, per usare un eufemismo: visto quanto accade nel Mediterraneo e considerata la flebile, consueta, risposta dell'UE. Un'Ue che se da un lato potenzia a suon di milioni di euro – provenienti rigorosamente dai contribuenti europei – Frontex, dall'altro fa davvero poco per evitare che il grande alleato americano ed alcuni paesi membri (tra i quali Francia e Regno Unito tra tutti) assumano posizioni anti-coloniali, anziché fare l'occhiolino alla Casa Bianca ed alle mire espansionistiche degli Usa. Sarebbe di certo più conveniente per tutti garantire una pace vera in Africa e Medioriente, che investire euro per far fronte agli esodi indotti ed alle tragedie del mare. Non trovate?

 Bilancio – le proposte dell'Eurocamera e la triste realtà dei fatti              

In particolare l'Eurocamera per il bilancio 2014, ha proposto 142,6 miliardi di euro (in stanziamenti d'impegno) più 136,1 miliardi di euro (in pagamenti). Tali importi rappresenterebbero, tuttavia, una diminuzione rispetto al bilancio 2013: rispettivamente di 8,1 miliardi (per gli impegni) e di 4,3 miliardi (per i pagamenti). L'obiettivo dichiarato da parte dei deputati europei votanti sarebbe quello della "ripresa economica", anche se francamente non si comprende come tale "miracolo" possa materializzarsi, se si continua a mantenere in piedi il carrozzone usurocratico dell'Euro-gabbia e della contestuale moneta-debito, che ogni giorno fa lievitare il debito pubblico degli stati dell'Eurozona malgrado i salassi fiscali (da record del mondo) ai quali sono costretti i cittadini di Paesi come l'Italia (cosiddetti Pigs). Alla luce di ciò voci in bilancio come "agenda digitale", "ricerca", "imprenditorialità e misure per l'occupazione (giovanile)", rappresentano delle palesi storture, o comunque dei palliativi piuttosto sterili ed assolutamente incoerenti con quanto avviene nei fatti in Europa: dove il numero dei suicidi e dei poverissimi è in costante e terificante aumento. Un pò come curare una malato grave con una semplice aspirina… Inutile, per quanto "buona" (almeno a parole) possa essere la cura "proposta".

 Fuori la grana!                                                                                                            

Sempre in tema di bilancio, in merito al capitolo"Rifugiati e aiuti al Medio Oriente", i deputati hanno votato per il reintegro dei 250 milioni di euro, che la Commissione aveva incluso nel progetto di bilancio e per incrementare lo stanziamento con un supplemento di 50 milioni, "a condizione – si legge nella nota diffusa da Strsburgo – che tali fondi siano completamente gestiti dalle responsabili autorità. Inoltre – apprendiamo dalla nota – i deputati in maggioranza "hanno votato per aggiungere fondi per gli aiuti umanitari, soprattutto in considerazione della situazione in Siria". Per la relatrice Anne Jensen (ALDE, DK) "l'Unione europea deve essere all'altezza delle sue promesse e dei suoi impegni (?). Personalmente – ha dichiarato la Jensen – sono convinta che tutti (?) comprendano la gravità della situazione e la necessità di aiuti umanitari nella zona". Sullo stato "allarmante" dei pagamenti il Presidente della commissione bilanci Alain Lamassoure (PPE, FR) ha dichiarato poi quanto segue: "tutti noi, Consiglio, Commissione e Parlamento, dovremo prendere le nostre responsabilità nei difficili negoziati che abbiamo davanti a noi… Ma chiariamo una cosa: il Parlamento non permetterà che deficit sia riportato all'anno prossimo". In pratica: fuori la grana, e subito! Ci pare di capire.

 Tra una rettifica e l'altra… i conti, come al solito, non tornano                

Ora, tecnicamente, in base alla legislazione comunitaria ed ai regolamenti interni dell'Ue, dopo la votazione in seduta plenaria, Parlamento e Consiglio disporranno di un periodo di 21 giorni di "conciliazione", per trovare un accordo e nel caso giungere alla votazione finale nella sessione del prossimo Novembre. Nel frattempo, il Parlamento – ricordiamo – è in attesa che il Consiglio approvi il bilancio rettificativo n°8 (un bilancio da ben 3,9 miliardi): stanziamento che – a detta dei tecnici di Bruxelles – sarebbe "necessario per coprire il disavanzo di bilancio di quest'anno". Inoltre, a quanto pare e secondo l'attuale normativa/accordi, "l'approvazione da parte del Consiglio di tale bilancio rettificativo rappresenta un prerequisito perché il Parlamento dia il suo accordo sul bilancio a lungo termine dell'UE che coprirà il periodo 2014-2020". Ciò in attesa dell'approvazione di un altro bilancio: quello rettificativo n°9 che  – secondo Strasburgo – "dovrebbe coprire gli aiuti alla Germania, all'Austria e alla Repubblica Ceca per riparare i danni delle inondazioni di quest'anno e alla Romania per la siccità". Gli unici bilanci a non essere rettificati (in positivo) sono quelli delle famiglie italiane e degli altri paesi in "difficoltà"; e (in negativo) quelli delle banche (rifinanziate, ricapitalizzate e destinatarie di vergognosi sgravi fiscali – vedi l'ultima finanziaria in Italia) e della stessa BCE, che mentre si "lavora" per l'accentramento bancario continentale, ammira già il plastico della nuova faraonica sede in via di ultimazione… Ma questa è un'altra storia! (vedi allegati).

Redazione Qui Europa  (Copyright © 2013 Qui Europa) 

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